Turchia, il cinema contribuisce a battere l’omofobia


di Carlo M. Miele
Osservatorio Iraq, 18 febbraio 2010

Se la Turchia è riuscita, almeno in parte, ad accantonare alcuni tabu in materia di sessualità, il merito va anche al film festival indipendente “!f Istanbul” e al coraggio dei suoi organizzatori.

Furono loro nove anni fa, in occasione della prima edizione della manifestazione, a proporre una sezione speciale nominata “Arcobaleno” in cui inserire le pellicole dedicate a temi scomodi come l’omosessualità e, più in generale, la libertà di seguire le proprie inclinazioni sessuali.

“Molte persone ci dicevano di abbandonare l’idea, dicevano che era troppo rischioso, ma noi siamo andati avanti”, ha raccontato a Hurriyet la co-direttrice della manifestazione Serra Ciliv.

La scelta della direzione del festival provocò aspre polemiche in Turchia, ma fu premiata dal pubblico, che accorse in massa per assistere alle proiezioni.

“La risposta del pubblico è stata incredibilmente positiva – continua Ciliv - La sezione Arcobaleno è stata un fiore all’occhiello del festival sin dal primo anno. Ci è sembrato importante, in termini di visibilità e di sensibilizzazione e per contribuire a promuovere la tolleranza per i diversi tipi di stili di vita. La Turchia è in rapida evoluzione; non c’è solo il festival. Abbiamo una popolazione giovane e dinamica”.

Il peso di iniziative come quella dell’!f Istanbul viene sottolineata anche dalle organizzazioni non governative.

Begum Bastas, rappresentante dell’associazione lesbica, gay, bisessuale e transgender Lambdaistanbul, sostiene che “la proliferazione di questi festival è importante in termini di visibilità. Grazie a questi film l’opinione pubblica può comprendere meglio i problemi”.

Anche secondo Ugur Yuksel, rappresentante dell’International Flying Broom Women’s Festival, l’!f Isranbul e le altre iniziative analoghe lanciate negli ultimi anni hanno contribuito a smantellare l’approccio omofobico che fino a poco tempo fa vigeva nei confronti delle pellicole che avevano gay e lesbiche come protagonisti.

I problemi in Turchia, tuttavia, non sono affatto finiti.

Nonostante i passi avanti compiuti, le pellicole che trattano i temi dell’omosessualità restano di fatto limitate a occasioni speciali come le rassegne cinematografiche internazionali di Istanbul e Ankara, ma vengono di fatto bandite dal circuito delle sale commerciali.

“L’unico spazio per i film sull’omosessualità – commenta Yuksel - sono i festival”.

fonte:http://www.osservatorioiraq.it/modules.php?name=News&file=article&sid=8862

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