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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

Il cervello dei bambini trans assomiglia alla loro identità di genere, non al sesso biologico

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Un nuovo studio condotto da un neurologo belga ha scoperto che l'attività cerebrale nelle persone transgender assomiglia a quella riscontrata nelle persone (cis, cisgender ) che fa riferimento agli individui che sentono di appartenere al genere biologico che hanno ricevuto alla nascita. Si tratta, dunque, di persone che si identificano e si sentono a proprio agio – a livello di sentimenti e di identità sessuale - con il proprio sesso biologico. Il termine è stato coniato dalla biologa Dana Leland nel 1994. Julie Bakker dell'Università di Liegi ha guidato la ricerca di  risonanza magnetica , che ha coinvolto 160  bambini e  adolescente transgender con diagnosi di disforia di genere. Le scansioni hanno anche misurato le microstrutture cerebrali usando una tecnica chiamata tensore di diffusione. I loro risultati sono stati confrontati con quelli di età comparabile a cui non è stata diagnosticata la disforia di genere. Lo studio ha scoperto che l'attività cerebrale nei ragazz

Addio a Didem Akay, uccisasi a Istanbul il 22 luglio.

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In memoria di Didem Akay Didem Akay e  Hande Kader (di Cristina Leo ) Mi chiamavo Didem Akay ed ero una ragazza trans. Alcuni di voi, forse, si ricordano di me, perché la mia foto insieme alla mia amica Hande Kader divenne virale nel 2015, durante il Pride di Istanbul, quando la polizia ci disperse con dei potenti idranti. Eravamo bagnate ed in lacrime. Come ricorderete, Hande fu sequestrata, stuprata, uccisa e fatta a pezzi il 12 agosto 2016. Da quel giorno, anche la mia vita si è interrotta. Sono rimasta sola, in preda allo sconforto, alla consapevolezza che qui, in Turchia, la vita di una persona trans vale meno di niente. La Turchia è il Paese europeo con il maggio numero di transfemminicidi. Abbiamo difficoltà ad accedere ai servizi sanitari, siamo precluse da ogni possibilità di accedere al mondo del lavoro, lo stigma che viviamo quotidianamente ci fa vivere ai margini delle città, delle quali siamo reiette ed emarginate.  È una non-vita quella che le istituzioni turche c