La casa di Wojtyla a una coppia gay

Nell’atto di vendita della casa in cui vive oggi il presidente del Collettivo Lesbiche, Gay, Transessuali e Bisessuali di Madrid, nello spazio riservato al precedente proprietario, c’è un nome illustre: Karol Wojtyla. La curiosa storia è raccontata oggi dal quotidiano online spagnolo 20 Minutos. Tutto ha inizio nel 1993 quando una anziana signora di 96 anni, molto cattolica, muore lasciando in eredità il suo appartamento madrileno di Calle La Paloma all’uomo per il quale prova più devozione: papa Giovanni Paolo II. Il lascito viene gestito dalla nunziatura di Madrid. Ffinché, cinque anni dopo Alberto, un giovane gay che abita con il compagno nell’appartamento al piano di sotto si accorge di una macchia di “umidita” sul soffitto.

Si mette in contatto con il proprietario del piano di sopra e con sua grande sorpresa si trova a parlare con il Nunzio Lajos Kada, il rappresentante del papa in Spagna. «Lo vuole?», gli chiede dell’appartamento rimasto vuoto il nunzio. In breve viene formalizzato il cambio di proprietario. «Poco importava allora al Vaticano, scrive 20 Minutos, che l’appartamento lasciato al papa da una devota cristiana diventasse la casa di una coppia il cui comportamento attentava contro la creazione umana, come anni dopo avrebbe detto delle unioni omosessuali il successore di Wojtyla, papa Benedetto XVI».

Alberto e Miguel (foto dal sito 20minutos)

«La Chiesa non ci vuole, ma fa affari con noi» dice Alberto. Con il passare del tempo, la coppia si separa e Alberto incontra Miguel Angel, giovane militante per i diritti gay. I due nel 2008, tre anni dopo l’entrata in vigore della legge sui matrimoni gay voluta dal premier socialista José Luis Zapatero, contro la dura opposizione della gerarchia cattolica, si sposano ufficialmente nel municipio di Madrid. E Miguel Angel diventa presidente dell’influente collettivo gay- lesbico della capitale. La coppia affida i lavori di restauro dell’appartamento a un piccolo imprenditore polacco. Gli fanno vedere l’atto di vendita. «Ogni volta che leggeva il nome di Karol Wojtyla», ricorda Alberto, «faceva il segno della croce».


fonte:http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/mondo/2010/02/23/AMjGWrPD-wojtyla_casa_coppia.shtml

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