Uno sguardo rivolto ai senza tetto e agli emarginati, una storia d'amore difficile e per questo bellissimo e una città, Genova, che ha perso il suo antico fascino di città portuale. C'è tutto questo nel film di Pietro Marcello La bocca del lupo in uscita nelle sale il 12 febbraio. Il film del giovane regista è stato commissionato dalla Fondazione Marcellino dei Gesuiti di Genova e ha conquistato la 27esima edizione del Torino Film Festival e ora si sottopone al giudizio del pubblico.
Una storia d'amore nata dietro le sbarre - La pellicola narra la storia di Enzo, un uomo che torna a Genova dopo aver trascorso venti lunghissimi anni in carcere. L’uomo attraversa cercando i luoghi della sua infanzia ormai in dismissione fino alla sua casa nel ghetto della città vecchia. Qui l’aspetta la sua compagna Mary, una transessuale che ha conosciuto e amato dietro alle sbarre. La coppia sogna di andare a vivere in una casetta in campagna e abbandonare gli abissi della loro realtà genovese.
Marcello: "Ho visto la faccia di Enzo e non l'ho più lasciata - Marcello ha girato a lungo per Genova alla ricerca degli elementi per il suo film. "Andavo in giro per il centro storico di Genova per raccogliere idee sul film - ha raccontato il regista - quando ho incontrato la faccia pazzesca di Enzo e non l'ho più lasciata". "Mio padre era un marittimo - ha raccontato il regista - e si imbarcava a Genova, conosco quel mondo e ho cercato di raccontarlo perché non c'é più, perché ne resti qualcosa".
fonte:http://spettacoli.tiscali.it/articoli/cinema/10/02/11/la-bocca-del-lupo.html
Marcello: "Ho visto la faccia di Enzo e non l'ho più lasciata - Marcello ha girato a lungo per Genova alla ricerca degli elementi per il suo film. "Andavo in giro per il centro storico di Genova per raccogliere idee sul film - ha raccontato il regista - quando ho incontrato la faccia pazzesca di Enzo e non l'ho più lasciata". "Mio padre era un marittimo - ha raccontato il regista - e si imbarcava a Genova, conosco quel mondo e ho cercato di raccontarlo perché non c'é più, perché ne resti qualcosa".
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