Attori professionisti, una vera produzione, scenografia da perfetta aula di tribunale
così gli utenti di internet possono seguire la storica "Perry vs Schwarzenegger"
di GIANLUCA CORINALDESI
SAN FRANCISCO - Con lo slogan "Non possono spegnere le luci", la comunità gay californiana ha lanciato una nuova sfida, a colpi di video. Il fronte in questi giorni è una battaglia legale in corso a San Francisco destinata a fare legislazione: il processo Perry vs Schwarzenegger, la causa di incostituzionalità del bando ai matrimoni omosessuali in California sancito dal referendum Proposition 8 del novembre 2008.
Il viral video, un'animazione caricata in questi giorni su You Tube, è soltanto l'azione più recente di un'avvincente campagna internet condotta dalla comunità gay americana, combattuta fin dall'inizio intorno al concetto e alla pratica della trasparenza mediatica.
Il processo Perry vs Schwarzenegger (Schwarzenegger figura solo d'ufficio, in quanto governatore dello Stato della California) si era infatti aperto l'11 gennaio scorso proprio con il blocco da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti della diretta You Tube del processo, un duro colpo per la strategia dei promotori della causa per i diritti omosessuali.
C'è da ricordare che la causa legale contro Prop 8 presenta una posta altissima: qualora infatti il caso dovesse arrivare (come è dato per scontato) davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti, è quasi certo che un'eventuale sconfitta in quella sede bloccherà per anni ogni nuova iniziativa legale da parte dei gruppi omosessuali.
Per questo motivo l'arena pubblica di You Tube era stata pensata dalla comunità gay come un'arma mediatica fondamentale per diffondere l'immagine pubblica della propria normalità (lontana dai folclorismi dei Gay Pride), e delle ferite procurate dal mancato riconoscimento della propria rispettabilità.
La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di bloccare la diretta - su proposta dei sostenitori del bando ai matrimoni gay - sembrava aver compromesso la strategia mediatica dell'accusa. Ma come recita il testo del video di You Tube: "per fortuna l'informazione è cosa scivolosa, oggigiorno...". In uno spazio web che sembra ormai potersi aprire come il contenitore un'infinita scatola cinese, il video prodotto dalla HitRECord. org è l'ultimo di una serie di atti della campagna di trasparenza mediatica partita subito dopo la decisione della Corte Suprema.
Non solo i verbali del processo sono quotidianamente pubblicati nel sito della American Foundation for Equal Rights, la fondazione promotrice della causa legale di San Francisco. Ma addirittura una produzione cinematografica di Los Angeles, la John Ireland Production, su quegli stessi verbali ha messo in piedi una produzione filmica, una sorta di fiction delle giornate del processo, recitate da attori professionisti nello scenario di una credibilissima aula di tribunale. Così, quello stesso processo fatto uscire dalla porta di You Tube, rientra in You Tube dalla finestra del sito di John Ireland. O attraverso le note del viral video "They can't turn the lights off ", definito dalla HitRECord. org "un corto di animazione sulla Prop 8, sulla trasparenza, i media, la libertà e il futuro".
Una manifestazione contro la Prop 8
"Vai a quel paese - grida il teenager del video rivolto al suo computer - C'è un processo in corso proprio adesso, dove si decide se le mie mamme possono sposarsi o no, e non trovo il video da nessuna parte!". Non è proprio così. Il web si dimostra ancora una volta come la piattaforma di una democrazia fai da te, che con i mezzi della creatività, del volontariato e del fundraising (la risposta americana alla scarsità di spesa sociale) rappresenta la nuova frontiera della trasparenza mediatica contemporanea. "Wow! I love living in the future!", amo vivere nel futuro!, è la conclusione del ragazzo.
fonte:http://www.repubblica.it/esteri/2010/02/04/news/gay_san_francisco-2185071/
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