Fiere di essere puttane esce anche in Italia


(Roma) “Non abbiamo papponi. Non abbiamo subito violenza durante la nostra infanzia, né dopo del resto. Non siamo drogate. Non siamo mai state obbligate a prostituirci. Non abbiamo angosce post-traumatiche. Non siamo infelici. Sì, abbiamo una vita sentimentale. Abbiamo amici e amanti. Siamo impegnate nella lotta contro ogni discriminazione. Svolgiamo un lavoro stigmatizzato. Abbiamo scelto questo mestiere. Vogliamo gli stessi diritti degli altri. Siamo puttane e ne siamo fiere”: così recita il ‘manifesto’ dell’orgoglio delle prostitute da poco pubblicato in Francia. Fiere di essere puttane (Derive&approdi 12 euro) è un libro che sfata i luoghi comuni che di volta in volta indicano nella prostituzione una forma di asservimento, una piaga sociale, un’emergenza da gestire come ordine pubblico. Un libro scritto da due prostitute, Maîtresse Nikita e Thierry Schaffauser, protagoniste di un movimento che chiede rispetto e diritti per quelle e quelli che hanno scelto di esercitare la professione più antica del mondo. “Si capisce subito leggendo le prime pagine di questo libro che non siamo nel campo teorico dell’antropologia sociale, bensì nella pratica quotidiana che vede le/i sex workers destreggiarsi per far fronte a quello che è un autentico attacco criminogeno dello Stato contro di loro - scrive nella prefazione Pia Covre, esponente del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute (Cdcp) - Il linguaggio diretto e schietto che Maîtresse Nikita e Thierry Shaffauser usano per raccontare come abbiano deciso di prendere la parola e avviare una lotta contro la legge di sicurezza, la discriminazione e lo stigma della ‘puttana’ ha un effetto dirompente. È una accusa chiara e lucida verso chi ha la responsabilità politica e di governo di un fenomeno sociale, la prostituzione, che in Francia già dal 2003 è stata al centro delle politiche di Sarkozy sulla sicurezza. In Francia dal 2003, come in Italia oggi, si alimentano le paure, si crea artificiosamente un nemico, si risponde quindi all’insicurezza sociale creata. A proposito le colleghe francesi costruiscono una nuova parola: puttanofobia. La lotta alla prostituzione attraverso la criminalizzazione di sex worker e clienti. In Francia lo fa la destra governativa, ma la sinistra non si oppone e i socialisti neppure. Questo libro – continua Covre - parla di prostituzione o meglio di lavoro sessuale, ma pone un esempio di politica neoliberista applicata, utilizzata per definire un nuovo regime delle marginalità. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi su quello che sta accadendo in Italia e sull’impatto che avranno il decreto sicurezza e la proposta di legge sulla prostituzione varata dal consiglio dei ministri e firmata dai ministri Carfagna e Alfano, si legga questo libro. Tutto è già scritto perché già accaduto. In Italia però ora si è palesata qualche contraddizione. Abbiamo un Premier che interpreta perfettamente sulla scena del potere lo «Stato virile».Stato che usa la mano dura e tolleranza zero, autoritarismo e sorveglianza verso le classi deboli, mentre nello stesso tempo è tollerante e permissivo nei confronti dell’upper class e i propri accoliti. Fino alle leggi speciali ad personam”. Per l’attivista Covre resta da vedere “se si arriverà al punto di rendere compatibili le ordinanze che sanzionano e una legge che prevede il carcere per qualunque sex worker e qualunque cliente con il fatto che persino il nostro Premier figura come un ‘utilizzatore finale’”. Il movimento europeo nel 2009 ha prodotto un'interessante mappatura annuale del fenomeno della prostituzione in Europa: il “Rapporto Tampep” (http://www.tampep.eu/) è frutto del monitoraggio di 25 paesi della comunità europea, per comprendere la realtà attuale del lavoro sessuale. “Fondamentale per rafforzare la prevenzione all'HIV nei luoghi di lavoro del sesso, il Sex Work Mapping report analizza e individua cambiamenti e tendenze in materia di lavoro sessuale, le condizioni di vita e di lavoro del sesso femminile, maschile e di lavoratori transgender, offrendo una panoramica dei modelli migratori, circa le politiche su prostituzione e immigrazione.

fonte:http://www.deltanews.it/evidenza/febbraio10/230210.htm

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