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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

Pose, seconda stagione: su Netflix

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Dopo il successo della prima stagione, Pose torna finalmente in Italia con i nuovi episodi. La seconda stagione , arrivata a qualche mese di differita dalla programmazione statunitense, per certi versi risulta ancor più d’impatto rispetto al debutto avvenuto lo scorso anno. Premiata con riconoscimenti televisivi importanti, Pose riprende a raccontare le vicende di un gruppo di transessuali e omosessuali nella New York a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del nuovo decennio, i nuovi episodi, disponibili dal 30 ottobre su Netflix. Se nel primo anno la serie ha portato fascino in mezzo al dramma, quest’anno ci consegna una narrazione più urgente e oscura, ma senza perdere la delicatezza e la speranza. Dopo un salto di tre anni nella storia, Pose ci porta al 1990. La strategia degli scrittori era di arrivare al momento del rilascio della canzone di grande successo di Madonna “Vogue”, che fece luce sulla comunità LGBTQ+ e dei ‘Ball’, che per anni viveva nell’ombra della p

Hunter Schafer, la star transgender della serie «Euphoria»

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Dopo aver guardato la prima puntata della serie tv su Sky "Euphoria" non riuscirai più a togliertelo dalla testa. Di professione modella, Hunter è transgender, ha 20 anni ed è già finita sulle cover dei magazine più importanti del mondo, sfilando per i brand più cool e indossando gli abiti delle maisons più famose. In Euphoria, dove interpreta sostanzialmente se stessa (fa la parte di Jules, teenager trans che fa amicizia con Rue, interpretata da Zendaya) è alla sua prima prova da attrice ma Hunter Schafer è una star di Instagram, una modella famosa, un'artista e un'attivista che avrai visto sicuramente in qualche campagna pubblicitaria di grande impatto. Euphoria nasce da un’idea di Sam Levinson e ambisce a raccontare il mondo dell’adolescenza in maniera volutamente scandalosa e senza filtri. La protagonista è Rue Bennett, interpretata da Zendaya, ex attrice e ballerina di film e serie del mondo Disney.

“Allah Loves Equality”, essere queer in Pakistan

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Ai tempi anche Il Mitte aveva supportato la campagna di crowdfunding per la realizzazione di un documentario sulla comunità queer in Pakistan, “Allah Loves Equality“, realizzato tra il 2017 e il 2018 dal regista e attivista Wajahat Abbas Kazmi . A distanza di due anni, con un budget di 12.815 euro, il documentario ha finalmente visto la luce. Promosso dall’associazione Il Grande Colibrì e patrocinato da Amnesty International, è stato presentato per la prima volta in anteprima il 28 aprile 2019, al Lovers Film Festival di Torino. Il documentario mostra senza filtri la storia delle persone queer in Pakistan, Paese che vede applicata una delle legislazioni più repressive in materia, soprattutto a causa della sezione 377 del codice penale. Il regista fornisce a diversi testimoni la possibilità di raccontarsi davanti a una telecamera e molti di loro lo hanno fatto per la prima volta, con totale sincerità e grandissimo coraggio. Si alternano dunque interviste, momenti di vita vissuta e spez

NATI 2 VOLTE - Anteprima il 6 novembre a Torino

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È possibile raccontare una storia transgender in maniera leggera e profonda, con quelli che si chiamano, per consuetudine, i toni della commedia? La sfida di Nati 2 volte, al cinema dal prossimo 28 novembre, è tutta qui: il gioco degli equivoci e quello dei pregiudizi, l’eterna scelta tra la grande città e la provincia, il conflitto interiore e quello, inevitabile, legato alle relazioni con le persone che amiamo, la scelta, spesso dolorosa, di diventare finalmente uomini, o donne, o semplicemente adulti. Diretto da Pierluigi Di Lallo (al suo secondo film) e scritto assieme a Riccardo Graziosi e Francesco Colangelo, Nati 2 volte racconta la storia di Teresa, adolescente che si sente doppiamente rinchiusa: in un corpo che non è il suo e in un paese dove vige il pregiudizio e la mentalità ristretta della provincia. La pellicola, con il patrocinio dell’Arcigay, verrà proiettata il 6 novembre 2019 alle ore 21:00 al Cinema Massimo di Torino in anteprima nazionale in collaborazione con il L

Querela chi la insulta per aver invocato Hitler contro il Gay Pride, la procura: "E' stata lei a provocare, sono giustificati"

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Il pm respinge la denuncia di Stella Manente: «È stata lei a rievocare le persecuzioni naziste contro gli omosessuali» Chi l’ha insultata non è perseguibile penalmente, avendo agito in risposta a un comportamento ingiusto: questa, in sintesi, la motivazione con cui la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione della denuncia contro ignoti per diffamazione, minaccia aggravata e molestie presentata dalla modella-influencer Stella Manente che, durante l’ultimo Gay Pride, lo scorso giugno a Milano, aveva invocato Hitler sul suo profilo Instagram, perché a causa del corteo - spiegava sui social - rischiava di perdere il treno. Subissata di proteste e insulti, la giovane si era scusata, ma poi aveva deciso di far denuncia. Denuncia per cui il pm di Milano Mauro Clerici ha chiesto l’archiviazione: “il comportamento della denunciante - si legge - costituisce palesemente un fatto ingiusto perché evocare ad alta voce Hitler nel corso di una manifestazione quale il Gay Pride significa evocar

L’Arabia Saudita apre al turismo di massa. Ma per la comunità LGBT,carcere, multe e persino la morte.

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È una guerra in piena regola quella dichiarata dai Paesi arabi del Golfo persico contro gli omosessuali e i trans ai quali saranno negati il visto d'ingresso e il permesso di soggiorno. Per volontà governativa della Sharia, o legge islamica. In Arabia Saudita i Diritti LGBT non vengono in alcun modo riconosciuti; l' omosessualità risulta molto spesso essere un argomento tabù e quindi non affrontato all'interno della società: essendo inoltre considerata illegale viene punita con la reclusione, punizioni corporali giudiziarie eseguite in pubblico fino a giungere, nei casi più gravi, fino alla pena di morte . Le persone transgender sono generalmente confuse ed equiparate agli omosessuali: sodomia, omosessualità e transessualismo sono considerati crimini e malattie, palesi segni della decadenza ed immoralità che governa l' occidente . Secondo attivisti per i diritti civili del gruppo Blue Veins, nel marzo del 2017, due persone transgender sono state messe a

Lui è Keith Wildhaber, sergente della polizia di St. Louis in Missuri. I capi della polizia locali gli hanno negato 23 promozioni nell'arco di 15 anni. Motivo? È "troppo gay".

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Keith Wildhaber è un sergente della #polizia di St. Louis in #Missouri , USA. I capi della polizia locali, nell'arco di 15 anni, gli hanno negato 23 promozioni perché "troppo #gay ". Wildhaber ieri in tribunale ha vinto la causa per discriminazione: 20 milioni di risarcimento. Nel 2017 gli avevano suggerito che, per ottenere finalmente quella promozione tanto desiderata, avrebbe dovuto «smorzare il suo essere gay » giudicato troppo «palese». Per il Sergente Keith Wildhaber, della polizia di St. Louis, Missouri, era stato come «ricevere un pugno nello stomaco»: a nulla erano servite la devozione e la professionalità dimostrate in 15 anni di lavoro.   Per anni si era tenuto dentro tutto. Quando aveva provato a lamentare le discriminazioni subite all'interno del corpo di polizia, i superiori lo avevano ricollocato in un'altra stazione, più lontana da casa. Nel 2017, il coraggio di denunciare all'autorità giudiziaria. E adesso la rivincita: la giuria della