di Valeria Nevadini
ROMA - “Siamo, insieme alla Grecia, l’unica nazione a non riconoscere diritti alle coppie dello stesso sesso e rappresentiamo un'eccezione in Europa e tra i paesi avanzati". A commentare lo stato dei diritti delle coppie omosessuali nel nostro Paese è Paolo Patanè, presidente di Arcigay, che definisce inaccettabile e assurda "la discriminazione che impedisce alle coppie omosessuali di accedere all'istituto del matrimonio, per uno stato di diritto che ha tra i suoi valori fondanti l'uguaglianza e la libertà dei suoi cittadini”.
Maglia nera all’Italia dunque, nonostante la Corte Costituzionale abbia recentemente impegnato il Parlamento ad affrontare e risolvere le discriminazioni che affliggono le omosessuali.
Mentre nel Bel Paese, quindi, tanto ancora rimane da fare e aggressioni a coppie dello stesso sesso si ripetono, purtroppo, con drammatica frequenza, in Europa e al di là dell’oceano pietre miliari sono state poste lungo il cammino teso alla conquista dei diritti degli omosessuali.
Mentre nel Bel Paese, quindi, tanto ancora rimane da fare e aggressioni a coppie dello stesso sesso si ripetono, purtroppo, con drammatica frequenza, in Europa e al di là dell’oceano pietre miliari sono state poste lungo il cammino teso alla conquista dei diritti degli omosessuali.
L’ultima, in ordine di tempo, è stata la cattolicissima Argentina che, con la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, è divenuta il primo paese dell’America Latina a riconoscere questo diritto, sfidando l’ipocrisia dei benpensanti e gli anatemi della Chiesa cattolica. Seguita dal Messico che, attraverso la Corte Suprema, ha detto sì alle nozze fra omosessuali, votando a favore della legge che, da sei mesi, le consente solo nella capitale, Città del Messico, la prima città latinoamericana ad approvare i matrimoni tra gay nel 2009. Anche se tutto iniziò nel 2001, quando i Paesi Bassi, per primi, approvarono il matrimonio tra omosessuali, di fatto equiparandoli alle coppie eterosessuali. Da allora in poi molte conquiste sono state fatte per un totale di 17 paesi, fa sapere Arcigay, che hanno accordato pari tutela e pari diritti alle unioni civili, comprese quelle tra gay e lesbiche.
Si tratta di Austria (unioni civili dal gennaio 2010), Francia (i Pacs sono stati adottati nel 1999, per omosessuali ed eterosessuali), Danimarca (primo Paese al mondo ad autorizzare, nel 1989, il matrimonio civile o partenariato registrato tra omosessuali), Regno Unito (dal 2005, il "partenariato civile" tutela anche le coppie gay), Lussemburgo (in vigore dal 2004 la partnership registrata), Germania (qui è in vigore un "contratto di vita comune"), Svizzera ("partenariato registrato" dal 2005, esclusa l'adozione), Slovenia (una legge garantisce alle unioni civili diritti limitati nel campo delle relazioni di proprietà e dell'eredità), Ungheria (dal febbraio 2010 è possibile per le coppie omosessuali stipulare unioni civili, parificate a quelle eterosessuali), Repubblica Ceca, Finlandia, Andorra, Croazia (una legge adottata nel 2003 garantisce "reciproco sostegno" e diritto all'eredità), Irlanda (a luglio, il presidente irlandese Mary McAleese ha ratificato una legge, già approvata dal Parlamento, che istituisce le unioni civili), Colombia, Nuova Zelanda (la legge garantisce dal 2004 alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle etero), Uruguay (il 17 aprile 2008 è stata celebrata la prima unione gay nell'aula di un tribunale di Montevideo). Cui vanno aggiunti Spagna, Belgio, Svezia, Norvegia, Canada, Portogallo e Sudafrica, seppur con diverse sfumature: c’è chi, come la Spagna, ha acconsentito perfino alle adozioni e chi, come Svezia e Norvegia, ha aperto agli omosessuali le porte della Chiesa. Se alcuni Paesi si dimostrano lungimiranti e ben disposti ad accogliere nuove istanze da parte della popolazione, altri continuano a perseverare in un netto rifiuto del cambiamento.
Asia e Africa, sotto questo aspetto, si confermano continenti ancora lontani da un processo completo di maturazione dei diritti degli omosessuali: solo in Africa, ad esempio, in 38 Stati su 53 l'omosessualità è punita dalla legge e, spesso, si può finire in galera anche solo per essere sospettati di aver avuto una relazione di questo tipo.
E negli Stati Uniti? A quanto pare solo cinque Stati riconoscono i matrimoni tra omosessuali, mentre la materia è in continua evoluzione e al centro di numerose dispute tra conservatori e progressisti.
Fonte:http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=11561:arcigay--in-europa-solo-in-italia-e-grecia-eccezioni-nessuna-legge-sui-diritti-degli-omosessuali&catid=93:giustizia&Itemid=292
1 commento:
Con un pò di umorismo avrebbero potuto includere anche il Vaticano.
In realtà c'è poco da ridere se si pensa a quali diritti la nostra società rinuncia grazie a quello stato grande quanto un parcheggio dell'Ipercoop.
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