Uccisa a pugni. E' morta cosi' Emlou Arvesu, 41enne filippina, 'colpevole' di aver incrociato un mostro .


Solo quando è finito tutto, le manette sulle sue mani insanguinate di carnefice, solo allora Oleg abbozza una spiegazione della sua mattinata bestiale: «Ho solo picchiato un filippino di merda». L’ispettore che gli sta accanto sulla volante gli spiega che è una donna, quella che ha massacrato a mani nude senza un perché. Oleg Fedchenko, kickboxer tesserato per la “Andrea Doria”, senior 3ª serie, 75 kg di peso, matricola 39464 della Federazione pugilistica regionale, sgrana gli occhi: «No, ho picchiato un uomo. Come faccio a menare una donna?».

Non è così. La violenza omicida di quel ragazzone di Kiev ha appena incrociato l’inerme routine quotidiana di Emlou Arvesu, colf filippina 40enne, in Italia da 20: ha appena accompagnato il figlio di 11 anni dalla sorella per andare a lavorare. Il maggiore, 17enne, è in casa.

Sono le 8.05, viale Abruzzi, zona semicentrale a nord-est di Milano: Emlou vede arrivarsi addosso la mole di Oleg, capello rasato, canotta e bermuda neri. Lui tenta di strapparle la borsa, lei accenna una resistenza ed è la fine. Oleg sale sul suo ring mentale: un calcio e la donna finisce sulla vetrata della filiale del Montepaschi, che a quell’ora è chiusa. Le tira i capelli, la getta a terra, comincia a tirare pugni e non smette più.

Abitava in via Barrili, Emlou, allo Stadera, popolarissimo quartiere a sud di Milano. Attraversava la città ogni mattina, dieci ore a spazzare e stirare prima di tornare a casa, gran faticatrice. «La vedevamo passare ogni mattina — raccontano un paio di clienti sudamericane del centro massaggi di viale Abruzzi, dieci metri dal marciapiede dell’orrore — una signora educata, gentile, sempre di fretta. E robusta, tanto che sembrava latina come noi e la salutavamo in spagnolo».

Fonte:http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/08/07/news/dopo_la_tragedia_la_rabbia_e_dolore_dei_familiari_il_figlio_quello_lo_ammazzo_il_marito_carcere_a_vita-6123528/


Ci sono diversi tipi di armi usate nella violenza contro le donne, come lesioni personali gravi, l'aggressione fisica, come pugni, calci, stupro o violenza sessuale, e qualsiasi attacco alla castità di un'altra persona. sesso con la forza fisica o di minaccia grave, con l'intento di soddisfare i suoi desideri lussuriosi, o atti di lussuria, minaccia di morte o di qualsiasi male fatto da gesti, parole o per iscritto.

Ma non tutti lasciano segni fisici, come l'abuso verbale e morale, che causano il dolore, che superano il dolore fisico. Umiliazione, tortura, abbandono, ecc, sono considerati piccoli omicidi quotidiani e sono difficili da superare, e quasi impossibile da evitare, provocando nelle donne la perdita della propria libertà.

Qualsiasi donna aggredita fisicamente o moralmente, deve avere il coraggio di denunciare il colpevole, perché così facendo protegge se stessa contro future aggressioni, e serve come esempio per altre donne, perché finché si occulta il reato subito, non troveremo soluzioni a questo problema.

La libertà e giustizia, sono una risorsa che ha bisogno di condizioni essenziali per prosperare, nessuno vive solo. La felicità di una persona sta nel dar amore ed essere amata. Dobbiamo coltivare la vita, denunciando ogni forma di aggressione (violenza) subita.

Vanessa Mazza.

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