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giovedì 19 agosto 2010

Hong Kong. Lotta trans: “sono donna a tutti gli effetti, voglio sposarmi

A Hong Kong un diritto negato è una protesta assicurata. A farsi portavoce di questa civilissima presa di posizione è una donna transessuale che, dopo essersi vista impedire dalla corte di giustizia locale di sposare il proprio compagno, i primi giorni di settimana prossima verrà ascoltata in corte per far valere le proprie ragioni.

La donna, transessuale sulla ventina nota solamente con il nome di W, nata maschio ha poi intrapreso una transizione che negli ultimi cinque anni l’ha portata alla chirurgia e alla volontà di sposare il proprio compagno. Michael Vidler, avvocato della vittima di questa ingiustizia, ha ben chiaro di trovarsi in una situazione unica.

“E’ una donna e dovrebbe avere gli stessi diritti di una donna” ha dichiarato telefonicamente il difensore spiegando come la legge che regola i matrimoni in Cina non sia per nulla definita quando ci si trova davanti, come in questo caso, a coppie in cui uno dei due componenti ha biologicamente cambiato genere. A prevalere è la consuetudine, figlia della mentalità socialmente ed etnicamente conservatrice della Cina.

Vidler ha però fatto notare come diverso sia oramai l’atteggiamento che le autorità adottano nei confronti di W e di chi come lei sceglie di cambiare sesso: la sua terapia ormonale così come l’operazione di chirurgia sono state pagate dal governo che non si è fatto problema alcuno a concederle un nuovo documento d’identità così come un certificato scolastico che ne attesta il sesso femminile.

Tutto liscio fino al matrimonio. Quando l’anno scorso W ha cercato di sposare un uomo, la sua domanda è stata respinta a causa del certificato di nascita, documento rimasto immutato. Su di esso risulta infatti che W è nata uomo e come tale non può sposarsi ad Hong Kong dove il matrimonio omosessuale non è concesso.

Ora la corte si trova a discutere un nuovo caso, quello di una donna che chiede i propri diritti. Conclude Vidler: “non stiamo provando a cambiare la legge e non vediamo come questo caso possa condizionare o richiedere il cambiamento di qualsivoglia norma. Vogliamo solamente che lei sia vista come una donna e trattata come tale”. Basta poco, no? (A. B.)

Fonte:http://www.notiziegay.com/?p=53663

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