REGGIO EMILIA Trans massacrata con una mazza da baseball, denunciati due giovani

I due balordi hanno 21 e 17 anni. Nella notte tra l’8 e il 9 maggio picchiarono selvaggiamente una giovane transessuale sudamericana sulla via Emilia, rapinandola di 300 euro. Rintracciati grazie a un cellulare perso durante la fuga, un identikit e i racconti dei testimoni
di Marco Martignoni

REGGIO EMILIA. Un cellulare perso durante la fuga, un identikit e i racconti dei testimoni. Sono questi gli elementi che hanno permesso agli investigatori di rintracciare e denunciare i due balordi - uno dei quali di appena 17 anni - che hanno massacrato di botte una giovane transessuale.
I fatti risalgono alla notte tra l’8 e il 9 maggio sulla via Emilia per Parma al confine tra Cella e Cadè. Poco prima delle 4, la centrale operativa della questura riceve la telefonata di una transessuale sudamericana. La sua voce è concitata, chiede disperatamente aiuto perché è stata da poco massacrata di botte da due giovani, poi fuggiti con la sua borsetta.

SUBITO LA SVOLTA. Una volante si precipita a Cella e gli agenti trovano subito la transessuale aggredita. Ha delle vistose ecchimosi sul volto e dei lividi su una spalla e sulla schiena. La vittima racconta agli agenti di essere stata picchiata con una mazza da baseball e poi rapinata dell’incasso della serata - circa 300 euro - da due giovanissimi. La prima svolta alle indagini arriva poco dopo, perché gli investigatori della Mobile, allertati dagli agenti arrivati poco prima, setacciano il luogo dove la transessuale è stata malmenata. E lì, sull’asfalto, trovano un telefono cellulare, perso da uno degli aggressori durante la fuga. E’ il primissimo, ma fondamentale elemento, sul quale la polizia inizia a lavorare.

LE RICERCHE. Da quel momento inizia un’indagine meticolosa, fatta di appostamenti notturni. Gli uomini del capo della Mobile Antonio Turi hanno il sospetto che i due aggressori possano tornare in azione. Cominciano servizi mirati tra Cella e Cadè, con particolare attenzione ai clienti delle transessuali. Poi, la seconda svolta. Alcune 'colleghi' della vittima forniscono elementi importanti alla polizia, indicando in una coppia di giovanissimi reggiani i possibili colpevoli. Il puzzle inizia a comporsi grazie a un identikit dei balordi realizzato dagli esperti della Scientifica che trasformano gli elementi raccolti dalla Mobile in qualcosa di ancora più concreto.

IL BLITZ. I due rapinatori vengono rintracciati dagli investigatori e accompagnati in questura. Negli uffici della Mobile vengono riconosciuti dalla vittima, poi, dopo un interrogatorio fiume, entrambi ammettono le loro responsabilità. Nei guai finiscono il 21enne J.C.A. e il suo complice 17enne, risultato il proprietario del cellulare perso durante la fuga. I due vengono denunciati per rapina, lesioni e porto di oggetto atto ad offendere. Ma sui due, la polizia non molla la presa: gli investigatori sono infatti convinti che possano aver commesso altri colpi.

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