MILANO - Gli americani lo chiamano «wow», esclamazione che misura il nostro quoziente di seduzione, la capacità di far colpo sugli altri con una posa ben riuscita o una battuta ad effetto. Per strappare un wow decente abbiamo a disposizione non più di una manciata di attimi: «Circa 7 secondi— sostiene l’austriaco Chris Haring, coreografo cresciuto con le avanguardie eversive del DV8 Physical Theatre e di Nigel Charnock —. In quel breve lasso di tempo ci giochiamo la nostra possibilità di riscuotere una certa impressione in chi ci guarda, che sia il nostro vicino o, per noi, lo spettatore in sala».
Fare breccia negli sguardi distratti rinunciando all’individualità del corpo per aderire a un codice di stereotipi della seduzione: su questa riflessione, Haring ha costruito non uno, bensì tre lavori che formano la trilogia «Posing Project». Con il secondo brano, «Posing Project B/ The Art of Seduction», ha vinto nel 2007 il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia come autore del miglior spettacolo del Festival di danza internazionale contemporanea.
Mercoledì alle 21 presenterà negli spazi dinamici dell’Hangar Bicocca, il primo pezzo «Posing Project A/The Art of Wow» creato nel 2007 per Liquid Loft, collettivo che Haring ha fondato col musicista Andreas Berger, il drammaturgo Thomás Jelinek, la danzatrice Stephanie Cumming e l’artista concettuale Katherina Zakravsky. Questo loft liquido come la società postmoderna e incerta teorizzata da Zigmunt Bauman — ma ogni riferimento, assicura Haring, è puramente casuale — lavora su contrasti tra suono e gesto, incrociando ricerca coreografia a musica, arte visiva e media art. Nelle sue installazioni e performance, Liquid Loft privilegia temi come identità, trasformazione e gender, ben incarnati dal transessuale Jin Xing, ieri colonnello dell'Esercito popolare di liberazione cinese, oggi nota coreografa e danzatrice, con cui il collettivo ha sviluppato un progetto ad hoc.
INFORMAZIONI: Mercoledì 12 alle 21, Hangar Bicocca, via Chiese 2, 15 euro. Info: 02.853531764.
Valeria Crippa
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