Alfano chiude il carcere delle trans, il garante fa lo sciopero della fame

Franco Corleone, alla guida dell’Autorità per i detenuti di Firenze, al secondo giorno di protesta nonviolenta in supporto del penitenziario di Empoli, contro la decisione governativa di modificarne la destinazione.
Era stato il primo carcere italiano per transgender. L’istituto penitenziario di Empoli era stato trasformato nell’ottobre 2008 da carcere semivuoto a istituto destinato all’alloggio e al recupero di detenute transessuali. Nel successivo gennaio erano stati firmati i necessari atti per il trasferimento delle detenute dal vicino carcere di Sollicciano: ospiti però mai arrivati. Intanto il governo ha cambiato idea: e il garante dei detenuti intraprende uno sciopero della fame per protesta.

MORALISMI E PERBENISMI – “Il carcere di Empoli che doveva diventare una struttura per transessuali non sara’ tale. A giorni sara’ deciso se ospitera’ uomini o donne”: parole, il 21 giugno scorso, di Maria Pia Giuffrida, provveditrice toscana ai penitenziari. E il garante per i detenuti di Firenze, Franco Corleone, da seguito alle sue minacce: entra in sciopero della fame. “Ieri in Toscana” scriveva il garante in un comunicato stampa emanato sempre il 21 “si è presentata per rassicurare sulla situazione penitenziaria, la Sottosegretaria alla Giustizia Casellati e non ha ritenuto di fornire spiegazioni del divieto del Ministro Alfano all’apertura del carcere di Empoli destinato alle detenute transessuali.” Risentimento da parte di Corleone: “l’arroganza offensiva del potere dell’Amministrazione Penitenziaria, si rifiuta di spiegare perché si è cancellata l’esperienza della custodia attenuata per detenute tossicodipendenti e le ragioni per impedire il nuovo esperimento di carcere transgender.” Chiusura al vetriolo: “è sempre più diffusa la voce che la ragione moralista e perbenista è dovuta alle concezioni della sessualità del Ministro.” E minacciava lo sciopero della fame a partire da domenica 23: sciopero poi effettivamente partito, e oggi al secondo giorno.

CONTRORDINE, SARDINE -Il carcere è stato dunque nuovamente convertito in casa di custodia regolare, pare con destinazione esclusivamente femminile. E dire che fu sempre Maria Pia Giuffrida a dichiarare, al momento dell’istituzione della casa per trans, che una tale esperienza era nata “per alleviare le loro condizioni di detenzione. Nella nuova struttura sarà più semplice riuscire ad attuare programmi e percorsi educativi e lavorativi”. In un carcere del genere si sarebbe potuto “studiare ma anche imparare a lavorare la terra”; salvo poi ammettere che “il progetto è bloccato, aspettiamo un via libera dal ministero. Un via libera mai arrivato: e un esperienza di altissima avanguardia, dunque, che non partirà più. “I cittadini”protesta veemente il garante Corleone, in una dichiarazione all’APCOM – “hanno diritto di conoscere perché, in tempi di sovraffollamento e di donne detenute strette come sardine, un istituto è chiuso da più di un anno e non si sa quando riaprirà”


fonte:http://www.giornalettismo.com/archives/64177/sciopero-della-fame-carcere-delle/

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