Translate

lunedì 31 maggio 2010

Tula, la trans di 007


Nel celebri film 007 James Bond Migliaia di donne hanno ceduto al fascino di 007 . Ma sapevate che in mezzo a tante bellezze nel 1981 cera una trans?


Si tratta di Tula la modella inglese e transessuale Caroline Cossey, che allora aveva 27 anni e aveva partecipato alla For Your Eyes Only (Solo per i tuoi occhi) con Roger Moore..

In quel periodo nessuno sapeva che Tula, infatti, era una transessuale (operata dal dicembre 1974 al Charing Cross Hospital di Londra). Tula stata "scoperta" dal giornale "News of the Word", dopo aver posato per la rivista Playboy.

Infatti, molto prima di Roberta Close famosa transessuale Brasiliana che poso per la rivista playboy Brasile, Tula ha fatto la storia diventando la prima trans copertina di playboy nel mondo.

l'inglese ha iniziato la sua transizione a 17 anni e ben presto ha iniziato una carriera come spogliarellista e modella a Parigi, Londra e Roma. Con tale bellezza, non era difficile essere invitata per essere una delle donne di James Bond.

È riuscita a cambiare il nome maschile e sposarsi. Oggi, 55 anni, Tula vive negli Stati Uniti le sue due autobiografie: Sono una donna (1982) e la mia storia, l'autobiografia di asthonishing Il ragazzo che è nato per essere una donna (1991).


Legge contro l’omofobia? Per Alemanno non serve a niente

Per il sindaco di Roma sarebbe una norma inutile e ideologica; ok invece all’aggravante specifica. Protesta unanime delle associazioni omosessuali.

“Sono contrario ad una legge sull’omofobia dal punto di vista complessivo e che avrebbe inevitabilmente dei contenuti ideologici, mentre sono invece favorevole ad un’aggravante specifica per i reati di violenza”. Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno, interrogato sull’opportunità di riesumare il DDL che punisce le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, arenatosi dopo il voto contrario del Parlamento ma tornato di scottante attualità in seguito all’ennesimo attacco ad un omosessuale nella Gay Street della Capitale, avvenuto nei giorni scorsi. “Una legge che introduce il reato di opinione”, ha spiegato il sindaco in una dichiarazione all’ANSA “può essere problematica per molti aspetti e quindi è inaccettabile”. Disco rosso, dunque, per l’esponente del PDL.

LE ASSOCIAZIONI - Non tardano le proteste della comunità LGBT romana. Per Matteo Cinquegrani di Arcigay Roma, portavoce del Roma Pride che si terrà nella capitale il 3 luglio, è il caso che Alemanno “ci ripensi. La legge contro l’omofobia in discussione alla Camera è uno strumento utile ed è necessario che il Parlamento la approvi quanto prima per dare un segnale forte contro questi episodi di violenza. Il Sindaco ci incontri, come aveva detto qualche giorno fa: è necessario che la maggioranza parlamentare sia unita su questo tema e si impegni, adesso, in modo concreto. Il Roma Pride del 3 luglio darà una risposta forte contro ogni forma di discriminazione e alla politica chiederà fatti”. L’esponente della comunità omosessuale romana richiama dunque il sindaco agli impegni da lui presi solo l’altroieri, quando, rispondendo all’appello di Imma Battaglia, storica militante LGBT, si era reso disponibile ad un incontro con le realtà del movimento omosessuale romano. Ed è ancora Imma Battaglia a dichiarare oggi di “non essere d’accordo” con le dichiarazioni del Sindaco. “Da sempre sostengo che sia necessaria”, spiega all’ANSA “una risposta politica ai casi di violenza che seppure isolati iniziano ad essere tanti e ripetuti così come ci vuole una risposta alla percezione sociale di una deriva violente e omofoba. Le istituzioni locali e nazionali devono sapersi fare interpreti di questo fenomeno e dare risposte chiare e urgenti”. E per Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma, la legge sarebbe “un atto concreto per fronteggiare le violenze”.

LE OPPOSIZIONI - Ben più radicali i toni della nota diramata dalla FGCI, l’organizzazione giovanile del Partito dei Comunisti Italiani. Flavio Azzariello, dirigente nazionale dell’organizzazione, si chiede “come fa il sindaco di Roma, Alemanno, a dire che una legge contro l’omofobia sarebbe ‘ideologicà e porterebbe ‘contraddizioni culturalì? Semmai è la sua posizione ad essere intrisa della peggiore ideologia, che non accetta fino in fondo l’omosessualità. Per convincersi Alemanno aspetta forse il morto?” Per i comunisti Roma è una “città aperta che chiede una legge contro l’omofobia”.


fonte:http://www.giornalettismo.com/archives/65224/legge-contro-lomofobia-alemanno/

Coppia gay agreddita in pieno centro a Milano

Milano, 31 mag. (Adnkronos) - Aggressione omofoba in pieno centro a Milano. A denunciarlo e' Gay.tv. "Nella sera di sabato, in Corso di Porta Ticinese, all'altezza delle colonne di San Lorenzo, i ragazzi aggrediti erano in compagnia di due amiche. La coppia, dopo aver incassato gli insulti, ha prontamente ribattuto, causando l'ira dei tre aggressori 35enni".

I due ragazzi gay "hanno incassato -secondo quanto si legge nel sito- calci e pugni, mentre una delle due amiche, nel tentativo di sedare la rissa, ha ottenuto un forte schiaffo in pieno viso. I quattro, fortunatamente, sono riusciti a divincolarsi dallo scontro e sono fuggiti via, mettendosi in salvo".

L'identita' dei tre aggressori e' ancora sconosciuta, "ma uno di loro, secondo quanto dichiarato dalle vittime a Gay.tv, aveva una croce celtica stampata sulla maglietta. Le vittime, disorientate dallo shock, non hanno ancora effettuato denuncia alle autorita' competenti".

fonte:http://www.libero-news.it/regioneespanso.jsp?id=423580

Malawi: presidente grazia coppia gay Decisione presa dopo un incontro con segretario generale Onu

ROMA, 29 MAG - Il presidente del Malawi ha concesso la grazia alla coppia omosessuale che era stata condannata a 14 anni di carcere da un tribunale del paese.

La decisione, presa per motivi umanitari, e' stata presa dopo un incontro fra il presidente Bingu wa Mutharika e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon. 'L'ho fatto per motivi umanitari ma questo non significa che io approvi questi fatti. Questi ragazzi hanno commesso un crimine contro la nostra cultura, la nostra religione, le nostre leggi' spiega.










fonte:http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/05/29/visualizza_new.html_1817093699.html

SCALINI DI FIAMMIFERI di walter bertocco

RIASSUNTO:
La nascita di un amore tra Marco ed Edoardo,
il brutale e devastante dolore per la violenza omofoba ai loro danni,
l'incontro di un amico fondamentale per loro,la voglia di reagire.
Una storia normale, di persone NORMALI, fatta per spiegare quanto odio, ingiustizia e ignoranza devono subire GRATUITAMENTE le persone omosessuali.


Un libro per tutti,per RIFLETTERE.

fonte:http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=450221

sabato 29 maggio 2010

E con questa bellissima poesia vi auguro un buon fine settimana e un bacione a tutti quelli che passano qui su questo blog

E crescendo impari…


E crescendo impari che la felicità non é quella delle grandi cose.
Non é quella che si insegue a vent’anni,
quando, come gladiatori si combatte il mondo per
uscirne vittoriosi…

La felicità non é quella che affanosamente si insegue
credendo che l’amore sia tutto o niente,…
non é quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e
che esplodono fuori con
tuoni spettacolari…,

la felicità non é quella di grattacieli da scalare,
di sfide da vincere mettendosi
continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità é fatta di cose piccole
ma preziose….

…e impari che il profumo del caffé al mattino
é un piccolo rituale di felicità,
che bastano le note di una canzone,

le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore,

che bastano gli aromi di una cucina,

la poesia dei pittori della felicità,
che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una
felicità lieve.

E impari che la felicità é fatta di emozioni in punta di piedi,
di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore,
che le stelle ti possono commuovere e il sole far
brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto,
che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno, e
che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e
libera i pensieri.

E impari che l’amore é fatto di sensazioni delicate,
di piccole scintille allo stomaco,
di presenze vicine anche se lontane,
e impari che il tempo si dilata e che quei 5
minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,
e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi,
sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un
libro o guardare una foto per annullare il tempo e
le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere
un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli
ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo é una deliziosa
felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano
delle persone che ami…
E impari che c’é felicità anche in quella urgenza
di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’é qualcosa di
amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c’é nel cuore
un piccolo-grande
Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa
la semplicità.


(Anonimo)

venerdì 28 maggio 2010

CRISALIDI- CINQUE RACCONTI DI VITA TRANS

oggi Venerdì 28 Maggio, alle ore 20.30, presso la sede dell'Associazione "Mondo Senza Guerre", via Mazzali 5 - Milano, MM verde Udine.

" Milano. Cinque persone, cinque trans, Monica, Antonia, Giorgio, Lorena e Nicole, raccontano la propria esperienza di vita, da un punto di vista inconsueto e intimo.
La telecamera, mai fissa, dipinge una serie di ritratti dando libero sfogo alle emozioni, alle paure, alla rabbia, ai sogni. Impone la realtà, anche quando è scomoda, restituendo la complessità e l'eterogeneità di un universo così vasto, come quello delle persone T*, e l'eroicità della loro lotta quotidiana.
Crisalidi è anche il ritratto di una città confusa e frammentata che fatica a accogliere i suoi abitanti pur fingendosi moderna e cosmopolita. Ne emerge, disorientante, uno spaccato di vita e di esistenza lontano dai preconcetti di trasgressione, prostituzione e spettacolarizzazione che solitamente i m edia accompagnano alla realtà transessuale e transgender."

Gli Arcobaleni in Marcia hanno il piacere di invitarti alla proiezione del film-documentario "Crisalidi - Cinque racconti di vita trans", coprodotto dall'associazione "Crisalide - AzioneTrans", Ala Milano Onlus, Bemoviement e Fondazione Cariplo.

Alla proiezione seguirà un dibattito. Saranno presenti il regista Federico Tinelli e due persone che hanno vissuto in prima persona l'esperienza della transizione: Antonia Monopoli, una fra le protagoniste del documentario, e Massimo D'Aquino.
Il documentario vuole essere uno spunto di riflessione per meglio conoscere la condizione delle persone transessuali e transgender, nate in un corpo che non corrisponde alla propria identità di genere, e le difficoltà affrontate nella propria vita per accettare sè stessi e per far riconoscere i propri diritti fondamentali da una società ancora troppo intollerante e piena di pregiudizi.
Potete visionare un breve trailer qui: http://www.youtube.com/watch?v=OW4WsG_csBg&feature=related

Vi attendiamo numerosi!!

Prima della proiezioni, Arcobaleni in Marcia offriranno il dolce a tutti gli ospiti.
Ingresso a offerta libera

oggi Venerdì 28 Maggio, alle ore 20.30, presso la sede dell'Associazione "Mondo Senza Guerre", via Mazzali 5 - Milano, MM verde Udine.

infoarcobaleni@gmail.com http://crisalidi-film.blogspot.com/ http://www.arcobaleniinmarcia.blogspot.com/

LE LESBICHE SI INCONTRANO A ROMA, DAL 2 AL 6 GIUGNO 2010 CINQUE GIORNI PER CONOSCERCI, DISCUTERE E SCAMBIARE INFORMAZIONI, DIVERTIRCI E RIFLETTERE.

FILO VIOLA: MUTAMENTI AUTORAPPRESENTAZIONI, PROGETTUALITA'

Dal 2 al 6 giugno, presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, le lesbiche di tutta Italia si incontreranno per confrontarsi, discutere, ma anche conoscersi e divertirsi insieme, in cinque giorni che offriranno una gamma variegata di iniziative, che spaziano dagli workshop ai concerti, dal teatro ai dibattiti, dai concorsi per opere prime di musica e video alle tavole rotonde sulla scrittura e sulle pratiche politiche lesbiche, dalle letture di poesie e racconti alle proiezioni di fiction e cortometraggi italiani e stranieri.

Questo importante appuntamento, che vedrà di nuovo, a molti anni di distanza dall’ultima settimana lesbica, le lesbiche italiane riunite in un’iniziativa collettiva e in uno spazio non aperto agli uomini, sarà l’occasione per affrontare, indagare e confrontarsi su identità e immaginario, cultura e comunicazione, teoria e politica, diritti, sessualità e tanto altro.

La manifestazione si aprirà mercoledì 2 giugno alle ore 13, e proseguirà fino al pomeriggio di domenica 6 giugno. In questi cinque giorni, dal mattino alla notte, si potrà scegliere fra un’amplissima gamma di iniziative diverse e adatte a tutti gusti - impegnate, ludiche, socializzanti, di confronto, di scambio, di approfondimento - che si svolgeranno fra le sale e il meraviglioso giardino della Casa Internazionale delle Donne, in via San Francesco di Sales 1a a Roma. Tutte le sere, inoltre, saranno proposti spettacoli teatrali, musica dal vivo e proiezioni; il mercoledì e il sabato le donne convenute potranno ballare con la musica di varie artiste venute da varie parti d’Italia.

La manifestazione – a cui è possibile partecipare sia per tutta la durata che in singoli giorni o serate - è organizzata da volontarie, con il sostegno di gruppi e associazioni dilesbiche italiane, con un generoso supporto da parte di Birkenstock ed ha ottenuto il patrocinio dell'Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma.

Il programma dettagliato è visibile e scaricabile sul sito www.CinqueGiornateLesbiche.org

Amnesty, il mondo a Rapporto

Diritti negati, anche l’Italia nel mirino. E Frattini perde le staffe

I diritti umani nel 2009? Violazioni in 159 Paesi, secondo Amnesty International, che ieri a Roma ha presentato il suo Rapporto (edito da Fandango Libri) e puntato il dito contro “quei governi potenti che stanno bloccando i passi avanti della giustizia internazionale, ponendosi al di sopra delle norme sui diritti umani, proteggendo dalle critiche gli alleati e agendo solo quando politicamente conveniente”.

La repressione e l’ingiustizia “prosperano nelle lacune della giustizia globale, condannando milioni di persone a una vita di violazioni, oppressione e violenza”, ha spiegato Christine Weise, presidente della Sezione Italiana dell’associazione. “I governi – ha proseguito – devono assicurare che nessuno si ponga al di sopra della legge e che ogni persona abbia accesso alla giustizia, per tutte le violazioni dei diritti umani subite: fino a quando non smetteranno di subordinare la giustizia agli interessi politici, la libertà dalla paura e dal bisogno rimarrà fuori dalla portata della maggior parte dell’umanità”.

Le “lacune della giustizia”, secondo Amnesty, “hanno rafforzato un pernicioso reticolo di repressione”: torture e altri maltrattamenti sono la prassi in almeno 111 Paesi, i processi iniqui rappresentano un’intollerabile norma in almeno 55 Stati, le restrizioni alla libertà di parola riguardano almeno 96 Paesi e le detenzioni di prigionieri “di coscienza” ne caratterizzano ben 48.

Se “in Medio Oriente e in Africa del Nord – spiegano i rappresentanti di Amnesty – l’intolleranza dei governi nei confronti delle critiche è stata sistematica in Arabia Saudita, Siria e Tunisia e la repressione è aumentata in Iran, in Asia il governo della Cina ha esercitato ancora più pressione verso chi provava a sfidare la sua autorità, attraverso arresti e intimidazioni di difensori dei diritti umani. Migliaia di persone, a causa della forte repressione e delle difficoltà economiche, hanno lasciato la Corea del Nord e Myanmar”.

Mentre “lo spazio per le voci indipendenti e per la società civile” si è ridotto anche “in alcune parti della regione Europa e Asia centrale: inique limitazioni alla libertà d’espressione hanno avuto luogo in Azerbaigian, Bielorussia, Russia, Turchia, Turkmenistan e Uzbekistan. Il continente americano è stato tormentato da centinaia di omicidi illegali commessi dalle forze di sicurezza in vari paesi tra cui Brasile, Colombia, Giamaica e Messico, mentre negli Stati Uniti d’America è proseguita l’impunità per le violazioni dei diritti umani compiute nel contesto della lotta al terrorismo. Governi africani, come quelli di Guinea e Madagascar, hanno affrontato il dissenso con un uso eccessivo della forza e omicidi illegali, mentre le voci critiche sono state oggetto di repressione, tra gli altri, in Etiopia e Uganda.

Nel conflitto di Gaza e del sud d’Israele, “le forze israeliane e i gruppi armati palestinesi hanno ucciso e ferito illegalmente i civili. Migliaia di persone hanno subito le conseguenze dell’escalation di violenza da parte dei talebani in Afghanistan e Pakistan, così come degli scontri in Iraq e Somalia. Nella maggior parte dei conflitti, le donne e le bambine sono state stuprate o sottoposte ad altre forme di violenza da parte delle forze governative e dei gruppi armati”.

Sul terreno delle scelte politiche, Amnesty International, attraverso la stessa Christine Weise, sostiene che “i governi devono essere chiamati a rispondere per le violazioni dei diritti umani che causano e aumentano la povertà. La Conferenza Onu di revisione degli Obiettivi di sviluppo del millennio, che si terrà a New York a settembre, costituirà un’opportunità per i leader del mondo per passare dalle promesse a impegni vincolanti”.

Impegni che andrebbero assunti anche nei confronti delle popolazioni femminili, essendo noto (ma non interessa a molti) che “sulle donne, in particolare quelle povere, si abbatte il peso dell’incapacità dei governi di realizzare questi obiettivi”. L’associazione per i diritti umani ha stimato che le complicazioni legate alla gravidanza siano costate la vita a circa 350mila donne. Inoltre, “la mortalità materna è spesso la conseguenza diretta della discriminazione di genere, della violazione dei diritti sessuali e riproduttivi e della negazione del diritto alle cure sanitarie”.

Amnesty ha chiesto agli Stati del G20 ancora inadempienti (Arabia Saudita, Cina, India, Indonesia, Russia, Stati Uniti d’America e Turchia) di ratificare lo Statuto della Corte penale internazionale e non ha omesso, nel suo Rapporto, qualche buona notizia: “In America Latina sono state riaperte inchieste su crimini coperti da leggi di amnistia, come dimostrano le epocali sentenze riguardanti l’ex presidente del Perù Alberto Fujimori, condannato per crimini contro l’umanità, e l’ultimo presidente militare dell’Argentina Reynaldo Bignone, condannato per sequestri e torture. Tutti i processi celebrati dalla Corte speciale per la Sierra Leone si sono conclusi salvo quello, ancora in corso, contro l’ex presidente della Liberia, Charles Taylor”.

Per quanto riguarda il nostro Paese, nell’aggiornamento del Rapporto relativo ai primi cinque mesi del 2010 emergono tutti i forti limiti nelle politiche di accoglienza. In particolare, riguardo ai diritti di migranti e richiedenti asilo, Amnesty ha denunciato le possibili conseguenze del cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’: “La legge potrebbe dissuadere gli immigrati irregolari dal denunciare i reati subiti e ostacolare il loro accesso a istruzione, cure mediche e altri servizi pubblici per timore di denunce”. Inoltre, “nell’aprile 2009 le disquisizioni di diritto internazionale marittimo tra Italia e Malta sono state anteposte al salvataggio in mare di 140 migranti ei richiedenti asilo messi in salvo dalla nave cargo Pinar”. Non a caso, la politica dei rinvii forzati “ha provocato una drastica riduzione delle domande d’asilo presentate all’Italia, passate da 31mila del 2008 alle circa 17mila del 2009″. Le ‘raccomandazioni’ che denunciano la violazione dei diritti degli immigrati, dei rifugiati e dei richiedenti asilo ammontano a 90, e a gennaio di quest’anno il gruppo di lavoro della Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha criticato il nostro Paese per i centri di identificazione ed espulsione.

Le note dolenti, nel Belpaese, non finiscono qui: il Rapporto cita i casi di discriminazione dei Romanì “in diverse città, tra cui Milano e Roma, gli sgomberi forzati illegali con il conseguente aggravarsi delle condizioni di povertà”. Si sofferma inoltre sul caso-Rosarno del gennaio scorso: “Sussite il timore che le cause di fondo di quei fatti risiedano, da un lato, nel massiccio sfruttamento dei migranti impiegati nell’agricoltura e, dall’altro, nella mancata adozione da parte delle autorità italiane di misure concrete per contrastare la xenofobia in aumento in tutto il Paese”.

Preoccupano anche “l’incremento dei crimini basati sull’intolleranza” nei confronti delle persone Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e la perdurante assenza “di uno specifico reato di tortura nel codice penale”. Sono pervenute infatti all’associazione “frequenti denunce di tortura e di altri maltrattamenti commessi da agenti delle forze dell’ordine, nonchè segnalazioni di decessi avvenuti in carcere in circostanze controverse”.

Tra le annotazioni di Amnesty International, quella sui respingimenti ha fatto letteralmente perdere le staffe al ministro degli Esteri Frattini: “L’Italia è certamente il Paese europeo che ha salvato più persone in mare – ha spiegato da Caracas – si tratta di un Rapporto indegno che respingo al mittente, indegno per il lavoro dei nostri uomini e delle nostre donne delle forze di polizia che ogni giorno salvato le persone, tutto il contrario di quello che dice Amnesty”.

L’associazione, dal canto suo, non arretra di un passo: “E’ in vigore il reato di clandestinità – ha sostenuto Giusy D’Alonzo, che si è occupata del caso-Italia – che allontana l’immigrato dalle istituzioni al punto che se è testimone o subisce un reato, non può denunciarlo. C’è una politica di respingimenti come quella con la Libia, che non tiene conto della questione dei diritti umani. Sono anni che solleviamo l’attenzione sui rapporti diplomatici fra Italia e Libia. Nulla si sa delle 800 persone che sono state riconsegnate a quel Paese”.

di Paolo Repetto

fonte:http://www.inviatospeciale.com/2010/05/amnesty-il-mondo-a-rapporto/

REGGIO EMILIA Trans massacrata con una mazza da baseball, denunciati due giovani

I due balordi hanno 21 e 17 anni. Nella notte tra l’8 e il 9 maggio picchiarono selvaggiamente una giovane transessuale sudamericana sulla via Emilia, rapinandola di 300 euro. Rintracciati grazie a un cellulare perso durante la fuga, un identikit e i racconti dei testimoni
di Marco Martignoni

REGGIO EMILIA. Un cellulare perso durante la fuga, un identikit e i racconti dei testimoni. Sono questi gli elementi che hanno permesso agli investigatori di rintracciare e denunciare i due balordi - uno dei quali di appena 17 anni - che hanno massacrato di botte una giovane transessuale.
I fatti risalgono alla notte tra l’8 e il 9 maggio sulla via Emilia per Parma al confine tra Cella e Cadè. Poco prima delle 4, la centrale operativa della questura riceve la telefonata di una transessuale sudamericana. La sua voce è concitata, chiede disperatamente aiuto perché è stata da poco massacrata di botte da due giovani, poi fuggiti con la sua borsetta.

SUBITO LA SVOLTA. Una volante si precipita a Cella e gli agenti trovano subito la transessuale aggredita. Ha delle vistose ecchimosi sul volto e dei lividi su una spalla e sulla schiena. La vittima racconta agli agenti di essere stata picchiata con una mazza da baseball e poi rapinata dell’incasso della serata - circa 300 euro - da due giovanissimi. La prima svolta alle indagini arriva poco dopo, perché gli investigatori della Mobile, allertati dagli agenti arrivati poco prima, setacciano il luogo dove la transessuale è stata malmenata. E lì, sull’asfalto, trovano un telefono cellulare, perso da uno degli aggressori durante la fuga. E’ il primissimo, ma fondamentale elemento, sul quale la polizia inizia a lavorare.

LE RICERCHE. Da quel momento inizia un’indagine meticolosa, fatta di appostamenti notturni. Gli uomini del capo della Mobile Antonio Turi hanno il sospetto che i due aggressori possano tornare in azione. Cominciano servizi mirati tra Cella e Cadè, con particolare attenzione ai clienti delle transessuali. Poi, la seconda svolta. Alcune 'colleghi' della vittima forniscono elementi importanti alla polizia, indicando in una coppia di giovanissimi reggiani i possibili colpevoli. Il puzzle inizia a comporsi grazie a un identikit dei balordi realizzato dagli esperti della Scientifica che trasformano gli elementi raccolti dalla Mobile in qualcosa di ancora più concreto.

IL BLITZ. I due rapinatori vengono rintracciati dagli investigatori e accompagnati in questura. Negli uffici della Mobile vengono riconosciuti dalla vittima, poi, dopo un interrogatorio fiume, entrambi ammettono le loro responsabilità. Nei guai finiscono il 21enne J.C.A. e il suo complice 17enne, risultato il proprietario del cellulare perso durante la fuga. I due vengono denunciati per rapina, lesioni e porto di oggetto atto ad offendere. Ma sui due, la polizia non molla la presa: gli investigatori sono infatti convinti che possano aver commesso altri colpi.

ecco dove puo arrivare l'amore di un padre per il propio figlio..

Ecco dove puo arrivare l'amore di un padre per il propio figlio.. vi prego di cuore di guardarlo e fare girare in tutto il mondo questo video molto molto toccante....se avete un cuore che vi batte nel petto fate girare questo video.....Non ci sono parole per spiegare questo video!!
Vi consiglio solo di vederlo e di riflettere!!

Rick Hoyt è malato fin dalla nascita. Quando viene al mondo una deprivazione di ossigeno gli causa una paraplegia spastica con paralisi cerebrale, privandolo di una vita normale prima ancora di aver esalato un respiro. Rick non può nè camminare nè parlare. Suo padre, Dick Hoyt, e sua madre, Judy Hoyt, non si disperano e cercano in in ogni modo di semplificare l’esistenza del figlio, ma, com’è ovvio, le limitazioni fisiche causano a Rick innumerevoli problemi, spegnendo gradualmente in lui la fiamma della felicità.

Qualcosa sembra però cambiare nel 1977, quando Rick va da suo padre e gli chiede di partecipare ad una corsa di beneficienza dedicata ad un giocatore di Lacrosse rimasto paralizzato in seguito ad un incidente. Dick non è un grande corridore -- non è nemmeno allenato fisicamente -, ma accetta comunque di spingere la sedia a rotelle del figlio per le cinque miglia previste dall’evento. Quella sera, prima di addormentarsi, Rick rivela al padre che durante la corsa si è sentito talmente bene da essersi quasi dimenticato del suo handicap.

Da quel momento in poi Dick e Rick cominciano a partecipare ad un gran numero di corse e maratone e compiono addirittura un attraversamento degli Stati Uniti in 45 giorni, divenendo noti come il Team Hoyt. La sfida più grande però, è quella dell’Iron Man, la gara di triathlon più difficile che esista, composta da 4 km a nuoto, 180 km in bicicletta e 42 km di corsa. Per affrontarla Dick deve spingere Rick sulla sedia a rotelle, montarlo in tandem sulla bici e trascinarlo su un gommoncino mentre nuota. Ciononostante padre e figlio non demordono e la portano a compimento non una, ma più volte.
Ecco il video che ripercorre i momenti salienti di una di queste imprese:

Spero che ognuno di voi, vedendo questo video, abbia provato delle emozioni simili alle mie. Lo spero perchè io le parole per esprimerle, in questo momento, non le trovo proprio.
In questo momento chi mi vuole trascinare le lacrime fuori dagli occhi è solo la forza dell’inesprimibilità.

FONTE:http://nicolozarotti.com/la-forza-dellinesprimibilita/

mercoledì 26 maggio 2010

Zimbabwe: arrestati gay attivisti


Incarcerati due attivisti gay in Zimbabwe, accusati di aver minato l'autorità del Presidente Mugabe.

L'ultima notizia di omofobia e discriminazione arriva dall'Africa, precisamente dallo Zimbabwe, dove due attivisti gay sono stati arrestati dalla polizia che ha fatto irruzione nella sede dell'associazione Gays and Lesbian of Zimbabwe, una delle principali organizzazioni per la difesa dei diritti Lgbtq nel Paese. La polizia a sigillato tutti i documenti e i computer e ha arrestato le due persone che si trovavano all'interno della sede in quel momento, ovvero, Ellen Chademana 34 anni e Ignatius Muhambi di 38 anni. L'accusa è stata quella di "possesso di materiale pornografico e droghe altamente pericolose"; ai due arrestati è stato anche impedito di contattare i rispettivi avvocati difensori. A quanto pare, viste le circostanze non del tutto chiare dell'avvenimeto, si pensa che lo Zimbabwe abbia rafforzato la sua politica durissima nei confronti del mondo Lgbtq presente al suo interno. Ricordiamo infatti che il presidente del Paese, Robert Mugabe, è noto per la sua radicata omofobia e che in Zimbabwe le relazioni tra persone dello stesso sesso sono considerate un reato molto grave. Mugabe inoltre è stato posto sotto accusa dalle associazioni dei diritti umani internazionali per il mancato rispetto dei diritti umani nel suo Paese e soprattutto per la violenza e l'odio con cui alimenta la sua politica di persecuzione contro gay e lesbiche.

Giorgio Lazzarini

fonte:http://www.gay.tv/articolo/1/11633/Zimbabwe--arrestati-gay-attivisti-

Bookout, a Pisa la Fiera del Libro LGBT


Dal 12 al 14 novembre 2010, in quel di Pisa, si terrà Bookout, la prima fiera del libro LGBT, organizzata dai Comitati Arcigay della Toscana e approvato da Cesvot (Centro Servizi del Volontariato Toscana).

BOOKOUT nasce con lo scopo di promuovere la cultura della diversità e dell’integrazione attraverso i libri e la letteratura lesbico, gay, bisessuale e transgender.

Oltre a voler costruire ed ampliare una rete di editori, di giornalisti, di istituzioni e di associazioni impegnati nella promzione della cultura LGBT, la fiera intende valorizzare l’apporto delle persone e dei temi LGBT alla cultura.

Quello che più mi ha colpito del sito dedicato all’iniziativa, è l’invito alla partecipazione: tutti possono segnalare libri interessanti, tutti possono inviare recensioni e vederle pubblicate su bookout.it.

La Fiera sarà un crogiolo di workshop e di laboratori di scrittura creativa, di presentazioni di libri e di dibattiti, di letture e di attività culturali organizzate per le scuole superiori. Tra queste anche un piccolo concorso di scrittura dedicato agli studenti delle superiori che verranno premiati con libri, libri e ancora libri.

Il programma degli eventi sarà disponibile a breve sul sito. Dategli un’occhiata perché si prevedono grandi cose.

Via | Tuttouomini

fonte:http://librisulibri.it/2010/05/25/bookout-a-pisa-la-fiera-del-libro-lgbt/

Alfano chiude il carcere delle trans, il garante fa lo sciopero della fame

Franco Corleone, alla guida dell’Autorità per i detenuti di Firenze, al secondo giorno di protesta nonviolenta in supporto del penitenziario di Empoli, contro la decisione governativa di modificarne la destinazione.
Era stato il primo carcere italiano per transgender. L’istituto penitenziario di Empoli era stato trasformato nell’ottobre 2008 da carcere semivuoto a istituto destinato all’alloggio e al recupero di detenute transessuali. Nel successivo gennaio erano stati firmati i necessari atti per il trasferimento delle detenute dal vicino carcere di Sollicciano: ospiti però mai arrivati. Intanto il governo ha cambiato idea: e il garante dei detenuti intraprende uno sciopero della fame per protesta.

MORALISMI E PERBENISMI – “Il carcere di Empoli che doveva diventare una struttura per transessuali non sara’ tale. A giorni sara’ deciso se ospitera’ uomini o donne”: parole, il 21 giugno scorso, di Maria Pia Giuffrida, provveditrice toscana ai penitenziari. E il garante per i detenuti di Firenze, Franco Corleone, da seguito alle sue minacce: entra in sciopero della fame. “Ieri in Toscana” scriveva il garante in un comunicato stampa emanato sempre il 21 “si è presentata per rassicurare sulla situazione penitenziaria, la Sottosegretaria alla Giustizia Casellati e non ha ritenuto di fornire spiegazioni del divieto del Ministro Alfano all’apertura del carcere di Empoli destinato alle detenute transessuali.” Risentimento da parte di Corleone: “l’arroganza offensiva del potere dell’Amministrazione Penitenziaria, si rifiuta di spiegare perché si è cancellata l’esperienza della custodia attenuata per detenute tossicodipendenti e le ragioni per impedire il nuovo esperimento di carcere transgender.” Chiusura al vetriolo: “è sempre più diffusa la voce che la ragione moralista e perbenista è dovuta alle concezioni della sessualità del Ministro.” E minacciava lo sciopero della fame a partire da domenica 23: sciopero poi effettivamente partito, e oggi al secondo giorno.

CONTRORDINE, SARDINE -Il carcere è stato dunque nuovamente convertito in casa di custodia regolare, pare con destinazione esclusivamente femminile. E dire che fu sempre Maria Pia Giuffrida a dichiarare, al momento dell’istituzione della casa per trans, che una tale esperienza era nata “per alleviare le loro condizioni di detenzione. Nella nuova struttura sarà più semplice riuscire ad attuare programmi e percorsi educativi e lavorativi”. In un carcere del genere si sarebbe potuto “studiare ma anche imparare a lavorare la terra”; salvo poi ammettere che “il progetto è bloccato, aspettiamo un via libera dal ministero. Un via libera mai arrivato: e un esperienza di altissima avanguardia, dunque, che non partirà più. “I cittadini”protesta veemente il garante Corleone, in una dichiarazione all’APCOM – “hanno diritto di conoscere perché, in tempi di sovraffollamento e di donne detenute strette come sardine, un istituto è chiuso da più di un anno e non si sa quando riaprirà”


fonte:http://www.giornalettismo.com/archives/64177/sciopero-della-fame-carcere-delle/

Rachel Weisz sarà un transgender

È un film con una lunga gestazione quello di Karyn Kusama: pare siano otto gli anni che hanno impegnato la regista indipendente di origini giapponesi ma nata a Brooklyn e passerà ancora un po’ di tempo prima di vedere l’attrice Rachel Weisz, protagonista del film, diventare un uomo. The Invisible X, questo il titolo della pellicola, è un horror psicologico incentrato sul concetto di sesso maschile e femminile e narra appunto la storia di una donna che cambia sesso. Il film trae ispirazione dalle turbolenze dell’adolescenza e dai cambiamenti che la crescita comporta, sia fisici che emotivi.
Nel frattempo Rachel Weisz è stata nelle sale italiane con il film Agora, biopic dedicato alla filosofa Ipazia di Alessandria e diretto da Alejandro Amenábar. Più avanti indosserà invece i panni di Jacqueline in una pellicola dedicata alla famiglia Kennedy.

fonte:http://www.cinemaevideogiochi.com/cinema-tv/rachel-weisz-transgender-nel-film-the-invible-x-di-karyn-kusama/

Pakistan: la polizia irrompe in una casa e blocca un matrimonio transgender. Arrestati tutti gli invitati

Il Pakistan conferma la sua lotta all’omosessualità. La polizia locale ha interrotto un matrimonio “simbolico” tra un uomo d’affari e la sua compagna, un travestito. Nel mezzo delle danze, la polizia gha fatto irruzione nella casa dove si stavano celebrando le nozze metaforiche, in una zona residenziale di Peshawar.

Ammanettati i due “sposi” e tutti i 43 invitati, tra cui molti travestiti.

La notizia è stata diffusa dalla forze dell’ordine, che hanno ricordato che in Pakistan, Paese musulmano dove l’omosessualità è un reato penalmente perseguibile, sonovietati i matrimoni fra persone dello stesso sesso.

Sul numero dei travestiti nel Paese non ci sono cifre ufficiali. Chiamati “khusra”, vivono ai margini della società e sono spesso perseguitati dalla polizia del “buon costume”.

fonte:http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/pakistan-peshawar-polizia-nozze-gay-trans-392231/

lunedì 24 maggio 2010

Manifesto politico Napoli Pride


Napoli PRIDE 10
Manifesto Politico e Piattaforma Rivendicativa.


« La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. » (Articolo 2 della Costituzione Italiana)

Per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”. (Corte costituzionale - Sentenza 138/10, par. 8 del Considerato in diritto).

Il 26 giugno a Napoli noi persone lesbiche, gay e transessuali saremo i promotori della manifestazione Napoli Pride 10 alla luce del Sole indetta dal Movimento LGBTQI Italiano.

Il Napoli Pride 2010 è una manifestazione pacifica, antifascista e aperta a tutti e tutte senza discriminazioni di sesso, appartenenza etnica, religione, classe sociale, che condividono la necessità di costruire insieme alla comunità di persone LGBTQI una proposta di futuro che si ponga l’obiettivo di difendere la dignità e l’autodeterminazione delle persone.

Noi, cittadini e cittadine omosessuali e trans viviamo nel valore del superamento delle diseguaglianze e per l’affermazione di ogni parità civile e sociale. Ci appelliamo alla dichiarazione universale dei diritti umani, alla Carta dei Dritti Fondamentali dell’Unione Europea e della sua autonomia, alla Costituzione Repubblicana e al principio di laicità dello Stato italiano che ci tutela da ogni forma di ingerenza confessionale, per pretendere il nostro legittimo diritto di cittadinanza attraverso la manifestazione delle nostre identità e delle nostre istanze.

Le nostre rivendicazioni, si inseriscono in un quadro politico ed istituzionale desolante ed omofobo. Il clima sociale e culturale di intolleranza sostenuto da una classe dirigente arretrata e da gerarchie cattoliche sempre più anacronistiche e repressive, continuano ad alimentare, oggi come ieri, pericolose e vergognose campagne d’odio nei confronti delle nostre comunità, smarrendo completamente i valori liberali e democratici fondati sulla pacifica convivenza, sul pluralismo tra i gruppi sociali emergenti, sulla cultura delle differenze e della libertà, sulla laicità.

Di fronte a questa vera e propria operazione di istigazione al conflitto e alla tensione sociale scegliamo, ancora una volta, di assumerci l’onere di un’opposizione forte e decisa.

Riteniamo che la violenza, l’ostilità e la discriminazione crescente verso lesbiche, gay e transessuali è l’immobile frontiera di una società culturalmente arretrata che trova nella mortificazione della dignità non solo di omosessuali e transessuali, ma anche delle donne, delle comunità immigrate e Rom, di tutte le persone migranti, così come di quelle con disabilità, dei gruppi etnici e religiosi differenti da quelli dominanti, le ragioni della affermazione di un paradigma sessista e razzista, esclusivamente proteso alla conservazione di poteri narcisistici e di privilegi patriarcali.

E’ estremamente viva nel movimento LGBTQI e nella comunità, di cui ne è espressione politica, la capacità di sdegno e di mobilitazione contro un’ Italia da Medioevo del diritto, in cui sono a rischio le libertà fondamentali dell’individuo, come il diritto alla salute, il diritto di parola, il diritto alla libertà di sciopero, il diritto alla libertà di stampa, il diritto alla cultura e all’istruzione pubblica.

Questa volontà di perpetuare il radicamento di un pensiero unico, infatti, comporta la cancellazione d’importanti conquiste storiche e sociali e l’impedimento giuridico e culturale nel raggiungere nuovi e fondamentali obiettivi di libertà e di emancipazione.

Sappiamo bene quanto, nel caso di persone lesbiche, gay e transessuali, l’impedimento giuridico sia accompagnato dalla ‘moralizzazione’ della questione delle differenze sessuali, fattori che concorrono ad arrecare danni esistenziali in termini di sostenibilità e di qualità della vita.

In quest’ottica, il movimento LGBT vuole avanzare una seria proposta di riflessione, riportando l’attenzione di istituzioni e sindacati su quel pericoloso vincolo che lega la marginalità di categorie discriminate sul piano socio-culturale e l’esclusione dal mercato del lavoro.

Tale legame, infatti, comporta delle conseguenze drammatiche:
* per le persone omosessuali costrette a scegliere tra una vita di invisibilità e di auto-mortificazione in cambio di ‘apparenti’ garanzie nell’accesso al lavoro o nel suo mantenimento, e un’esistenza dignitosa di trasparenza, ma che quasi sistematicamente comporta un’ulteriore precarizzazione lavorativa e dunque economica;
* per le persone transessuali o tran gender per le quali tutte le porte di accesso al mercato del lavoro sono chiuse, costringendole ad una vita di stenti o di ripiegamento verso attività remunerative poco decorose o che ricadono nell’illegalità.

Riteniamo gravissimo che si costringa sottoporre donne e uomini di questo paese alla scelta tra la sopravvivenza materiale e la salvaguardia della propria dignità umana e chiediamo che al più presto che al più presto vengano messo a punto azioni di lotta con le discriminazioni sul posto di lavoro e per l’accesso a esso, come introduzione di norme, campagne di sensibilizzazioni, incentivi e altro.

Di fronte alle richieste del movimento e della comunità LGBTQI, non sono esistite fino ad oggi né risposte, né garanzie adeguate da parte delle politiche nazionali, per questo riteniamo che le pari dignità e i pari diritti per le persone LGBTQI debbano rimanere centrali nel dibattito legislativo, politico e culturale italiano, perché sono parte e simbolo di un percorso di sviluppo civile, nonché di una vera e propria evoluzione antropologico-culturale dell’intera società italiana.

Mentre tale percorso è stato già ampiamente intrapreso da quasi tutti i paesi europei, in Italia l’assenza di alcuni dei nostri più importanti diritti, rappresentano un vuoto legislativo che si continua a volere ignorare, anche dopo che la Corte Costituzionale ne ha rilevato la contraddizione valoriale con i principi espressi nella Costituzione italiana.

La segnalazione da parte dei giudici di tale lacuna nello stato di diritto e della necessità di riempirla, attraverso un adeguato sistema di riconoscimento e di tutela, è rimasta del tutto ignorata dalle classi dirigenti di questo paese che scelgono irresponsabilmente di lasciare nel buio dell’invisibilità e dell’inesistenza giuridica, migliaia di cittadine e cittadini che ottemperano ai propri doveri senza godere dei benefici di fondamentali diritti civili.

Le associazioni e le realtà LGBTQ locali, hanno lavorato in questi anni per creare le condizioni politiche affinché tale importante iniziativa potesse tornare a Napoli dopo 14 anni. Oggi, continuando quel nesso politico e culturale con la manifestazione nazionale del 1996 dal titolo “Jesce Sole – in cui si richiamava l’antica canzone della Gatta Cenerentola come auspicium di progresso – si è scelto lo slogan alla luce del sole, come nuova esortazione alla comunità LGBTQI a mostrarsi nella vita pubblica, per essere protagonista della propria battaglia sociale, culturale e libertaria.

Come tutte e tutti sappiamo, la condizione delle transmigrazioni impoveriscono il mezzogiorno d’Italia provocando una sorta di evaporazione delle soggettività dal Meridione; tra essi tantissime persone LGBT scelgono di emanciparsi da un’esistenza resa precaria dalla arretratezza sociale e culturale, abbandonando la propria terra e i propri affetti familiari e dirigendosi verso i Paesi europei in cui i diritti civili ed il rispetto per le scelte di vita privata sono tutelate e considerate inviolabili prerogative della persona.

Per tutte queste ragioni marceremo nelle piazze napoletane con i nostri corpi, le nostre voci, i nostri amori e le nostre battaglie che con orgoglio portiamo alla luce del sole!

Questo grido deve ricordare a tutte e a tutti il bisogno di uscire dalla schiavitù dei ghetti e dalle trappole del pregiudizio indotto e lo faremo da una città del Sud Italia simbolo storico dell’antifascismo, i cui valori fondamentali costituiscono da sempre, saldi riferimenti culturali e politici per l’intera la comunità lesbica gay e trans italiana.

Napoli, infatti, si propone oggi di rappresentarsi non già come teatro di sopraffazione e di violenza, ma di ribellione e di resistenza ad un sistema sociale e culturale di stampo mafioso che, attraverso un sistema di controllo e di coercizione volto a contrastare il principio di autodeterminazione dell’individuo, perpetua valori machisti fondati su modelli maschilisti ed eterosessisti di cui quella sopraffazione e quella violenza, sono gli strumenti.

PIATTAFORMA RIVENDICATIVA DEL NAPOLI PRIDE 2010




DIRITTI CIVILI



“[...] nell’ambito applicativo dell’art. 2 Cost., spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni (come è avvenuto per le convivenze more uxorio: sentenze n. 559 del 1989 e n. 404 del 1988). Può accadere, infatti, che, in relazione ad ipotesi particolari, sia riscontrabile la necessità di un trattamento omogeneo tra la condizione della coppia coniugata e quella della coppia omosessuale, trattamento che questa Corte può garantire con il controllo di ragionevolezza.”(Corte costituzionale - Sentenza 138/10, par. 8 del Considerato in diritto).

Il Parlamento italiano deve calendarizzare le varie proposte di legge sul tema delle unioni di fatto, come peraltro viene indicato in modo chiaro e preciso, dai giudici della Corte Costituzionale. Consideriamo il livello della discussione del tutto assente. Le esigenze e i bisogni delle coppie lesbiche e gay, comunque escluse dall’accesso al matrimonio o ad istituti equipollenti, per un’ingiusta discriminazione, non vengono tenuti nella dovuta considerazione.

In tema di diritti civili il movimento LGBT italiano, chiede:


- che sia data applicazione alla Risoluzione del Parlamento europeo del 16 marzo 2000 che chiede di garantire «alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie ed alle famiglie tradizionali ».


- chiediamo una legge che estenda il matrimonio civile anche alle coppie dello stesso sesso o crei un istituto equivalente con tutti gli stessi diritti.


- la creazione di istituti differenti e distinti dal matrimonio che prevedano il riconoscimento giuridico pubblico delle unioni civili, nel rispetto delle differenti modalità di legami sentimentali, e in linea con ciò che è avvenuto in molti paesi europei;


- una legge che regoli la responsabilità genitoriale dei partner di fatto, anche dello stesso sesso, nell’interesse delle migliaia di figli e figlie di lesbiche, gay e transessuali presenti nel paese;


- una legge che garantisca l’adozione di minori anche da parte dei singoli;


- l’applicazione della direttiva europea 207 del 1976 sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne per quanto riguarda l’accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni di lavoro, anche alle persone che compiono la transizione da un sesso all’altro, secondo la sentenza della Suprema Corte Europea del 30 aprile 1996;


- il recepimento della direttiva europea 38 del 2000 sulla libertà di movimento dei cittadini europei in modo rispettoso dei diritti delle coppie di fatto o registrate gay e lesbiche;


- garanzie per il diritto alla salute delle persone lgbt che pongano fine alle discriminazioni in ambito sanitario, riattivando le campagne ministeriali d’informazione sulla prevenzione, garantendo i diritti delle persone sieropositive.


- la modifica della legge 40 per consentire l’accesso alla procreazione medicalmente assistita alla singola maggiorenne e alle coppie dello stesso sesso.


- chiediamo la gratuità delle terapie necessarie alla transizione di genere e che si affronti il tema dell’ intersessualismo.


- l’aggiornamento della legge 164 del 1982 sul cambiamento di sesso o l’introduzione di nuove norme, per consentire il cambio anagrafico di nome proprio e identificativo di genere senza l’obbligo di interventi chirurgici;

LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI




La Risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2006 ha chiesto di «assicurare che le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender siano protette da violenze e dichiarazioni di odio omo/transfobico». La sentenza della Suprema Corte Europea del 30 aprile 1996, ha esteso alle persone “che transitano da un sesso all’altro” l’applicazione della Direttiva Europea 76/207 sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne e le leggi nazionali ad essa ispirata. In Italia per le persone lgbt continuano a subire le discriminazioni sul lavoro, nella scuola, nella società senza potersi avvalere di alcun strumento giuridico specifico che li tuteli.

In tema di lotta alle discriminazioni, il movimento LGBT italiano chiede:


- una legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, che rimuova gli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l’effettiva uguaglianza delle persone omosessuali e transgender e recepisca in modo pieno e sostanziale le Direttive Europee 207 del 1976 e 78 del 2000.


- la salvaguardia della laicità dello Stato;


- l’estensione della legge Mancino all’orientamento sessuale e all’identità di genere;


- che vengano pianificate azioni positive contro il pregiudizio omofobico e transfobico e le discriminazioni: interventi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione, buone pratiche.


- che l’Italia assuma un ruolo propositivo per il rispetto dei diritti umani nel mondo, e che dia il massimo sostegno alla proposta di legge depositata dall’ONU per l’abolizione della pena di morte, per la depenalizzazione del reato di omosessualità e transessualità presente nelle legislazione di decine di Paesi.


- la modifica del Decreto legislativo 216 del 2003 “Attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, anche per eliminare le nuove discriminazioni introdotte, come quelle contro gay e lesbiche in divisa;


- una migliore applicazione della direttiva europea 85 del 2005 riguardo allo status di rifugiato anche per le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender perseguitati, non solo dallo Stato, nei loro paesi;


- la difesa del principio di autodeterminazione;


- norme che diano accesso al SSN per tutte le cure necessarie alla transizione di genere;


- una legge che impedisca le assegnazioni di sesso arbitrarie, eseguite a partire dai primi mesi di vita, sulle persone nate intersessuate;


- una legge che preveda il risarcimento delle persone transessuali che fino al 1982 sono state sottoposte a regime carcerario per la loro diversa identità di genere ,e l’abrogazione dell’Articolo 85 del Decreto 773 del 1931.


- l’estensione delle norme che tutelano le lavoratrici e i lavoratori dalla discriminazione per orientamento sessuale a tutti i contratti di lavoro;


- il sostegno alla proposta di una nuova direttiva europea contro le discriminazioni in tutti i settori della fornitura di beni e servizi (salute, istruzione, formazione, alloggio, ecc.);


- il ritiro del Pacchetto Sicurezza che, introducendo il reato di clandestinità, non consente la denuncia dello sfruttamento da parte delle vittime. Questo è ancora più rilevante per le persone trans che, nel caso in cui denuncino tale sfruttamento, sarebbero rinchiuse nei CIE, dove non viene rispettata la loro identità di genere.

Per Aderire: www..napolipride.com/

icona transessuale, Amanda Lepore. incarna team di top model dei anni '90 per Tush


Amanda Lepore, la transessuale senza dubbio più famoso del mondo.E nel numero 20 della tedesca Tush Magazine, . personificando le icone della moda per le lenti di Marcus Ohlsson.

Amanda Lepore, nata Armand Lepore (Cedar Grove, 5 dicembre 1967), è una modella statunitense, nota transessuale, musa del fotografo David LaChapelle.

Icona della moda, modella apparsa su numerose riviste patinate, grazie alla sua immagine pop ed eccentrica.


Nasce nel New Jersey come maschio, battezzata Armand. Figlia di un ingegnere chimico italo-americano e di una madre di origini tedesche con problemi di schizofrenia. A soli 11 anni proferì il desiderio di sottoporsi ad una operazione per il cambio di sesso. Non sopportando l'idea di vestirsi da ragazzo, decise di frequentare la scuola vestendosi da bambina, ma questo gli fu vietato e dovette continuare gli studi a casa, con l'appoggio di un tutore.

All'età di 15 anni inizia la trasformazione del suo corpo grazie agli ormoni, avuti da una transessuale minorenne di sua conoscenza. Con i primi cambiamenti del suo corpo, tra cui la crescita del seno, il suo tutore consigliò a Lepore un consulto psichiatrico, venendo diagnosticato l'essere una transessuale. Lo psichiatra informò la famiglia e li aiutò ad ottenre gli ormoni in modo legale. Sempre all'età di 15 anni si sottopone ad un intervento di rinoplastica, primo di una lunga serie di interventi di chirurgia plastica al fine di modificare il suo aspetto.

Ancora minorenne instaura una relazione con il proprietario di una libreria, ignaro del suo status di transessuale. Dopo avergli confessato la verità, viene accettata sia dall'uomo che dalla sua famiglia, che la aiuta finanziando le sue costose operazioni, ma questo viene impedito dal mancato consenso della famiglia della Lepore, visto la sua minore età. A 17 anni, grazie ad una lacuna giudiziaria, riesce a sottoporsi all'intervento definitivo per il cambio di sesso e sposa il proprietario di una libreria, trasferendosi a casa della sua famiglia. A causa della gelosia del marito e altri problemi, la sua vita coniugale dura solamente sette mesi, fuggendo verso New York con i suoi pochi risparmi.

A New York si guadagnava da vivere lavorando in salone, ma grazie al consiglio di un amico divenne una mistress, soddisfando le fantasie erotiche di molti uomini. Nel giro di poco tempo, grazie ad alcune conoscenze si mise in mostra frequentando discoteche e locali alla moda. Lavorando in un bar di Bowery, incontrò David LaChapelle, diventando importante l'uno nella vita dell'altra.

Amanda Lepore si è sottoposta a tre interventi di protesi del seno, due blefaroplatiche, riduzione della fronte, modellamento di fianchi e glutei, e vari iniezioni di silicone. Famose sono le sue labbra, rigonfiate con iniezioni di silicone liquido.

La fama

Divenuta musa del fotografo David LaChapelle, grazie a lui partecipa a campagne pubblicitarie per aziende come Armani e MTV, appare in tutti i lavori di LaChapelle, comparendo nel libro fotografico Artists and Prostitutes 1985-2005. È stata il volto per varie case di moda e aziende di cosmesi. Ha interpretato se stessa in cameo nel film Party Monster e ha inoltre partecipato a diversi videoclip per artisti come Elton John e The Dandy Warhols.

Ultimamente Amanda Lepore si è cimentata nella musica, pubblicando il singolo trance Deeper, altri gli brani da lei eseguiti vi sono Champagne, My Hair Looks Fierce e My Pussy (is Famous), inoltre ha eseguito I Know What Boys Like, uno dei brani principali della colonna sonora del film Another Gay Movie, in cui appare in un cameo.

Nel 2007 è stata una degli artisti che ha preso parte al True Colors Tour ideato da Cindy Lauper, viaggiando attraverso Stati Uniti e Canada. Il tour ha toccato 15 città e coinvolto artisti come Erasure, Debbie Harry, The Gossip, Rufus Wainwright, Rosie O'Donnell, The Dresden Dolls e molti altri, raccogliendo fondi per la campagnie per i diritti umani come AGedO e Matthew Shepard Foundation

Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Linda Evangelista, Karen Elson e Nadja Auermann sono state incarnate da Amanda Lepore nel nuovo numero di Tush Magazine, # 20. La rivista tedesca riporta l'editoriale 'She's Them All', dove Amanda posa per le lenti di Marcus Ohlsson per onorare alcuni dei loro idoli. Lo stile della produzione è firmata da Marcell Rocha e da Fredrik Stambro, che ha usato i prodotti Chanel.
















fonte:http://www.tushmagazine.com/tush-20/she%E2%80%99s-them-all