di Giulia Becchis
La Casa delle Donne di Torino (http://www.casadelledonnetorino.it/) nasce nel 1979 come luogo di incontro e di collegamento fra le molteplici componenti dell'allora movimento delle donne di Torino. Dopo l'occupazione del manicomio femminile di Via Giulio, nel 1980 i collettivi e i gruppi femministi che si riconoscevano nel movimento ottengono in affitto dal comune un appartamento in Via Vanchiglia 3, dove ancora oggi ha sede la Casa.
Nel 2005 la Casa delle Donne si costituisce in associazione di promozione sociale, un'associazione però, come tengono a sottolineare Patrizia Celotto e Laura Cavagnero, che "rappresenta un qualcosa di molto più grande ed elastico" e la cui "vocazione" resta, ancora oggi, quella di creare una rete e dei legami tra varie facce dell'associazionismo e della mobilitazione femminile e femminista.
Oggi come nel passato, quindi, la Casa è un "luogo di donne per le donne" e vive attraverso i gruppi e le associazioni che la "abitano", tra loro indipendenti ma legati dall'interesse comune di promuovere un agire politico e culturale autonomo delle donne. "Un legame che è anche storico", come sottolinea Patrizia Celotto, in quanto richiama una continuità con il movimento nato negli anni '70 e i temi a questo cari: in primo luogo il diritto all'autodeterminazione delle donne rispetto alla propria vita e al proprio corpo, e, di conseguenza, quelli della salute, del lavoro, della lotta alla violenza, della pace.
L'impegno in questi campi si concretizza in diversi modi. Innanzitutto tramite l'organizzazione di servizi (come un gruppo di ascolto, gruppi di auto-mutuo aiuto, consulenze legali e psicologiche) e attività (come i corsi di yoga, ginnastica dolce, training assertivo e quelli definiti ironicamente lavori donneschi con ago e filo, che mirano ad una riappropriazione dei lavori storicamente considerati "da donne").
In secondo luogo facendo della Casa un punto di riferimento per numerosi collettivi, associazioni e gruppi che lottano per promuovere una cultura di genere e della pace e che nella Casa delle Donne sono nati o hanno trovato ospitalità, ad esempio le Donne in Nero; il Comitato di difesa, sostegno e promozione dei diritti delle donne afgane; il Coordinamento Cittadino delle Donne per l'Autodeterminazione; l'Associazione delle Masche, il Comitato 503, l'Associazione Livia Laverani Donini; l'Associazione Produrre & Riprodurre-Centro di documentazione, ricerca e comunicazione tra donne (che ha anche progettato il Centro Interculturale delle Donne Alma Mater) e il Centro di documentazione per la salute delle donne «Simonetta Tosi» . Inoltre, grazie alla presenza di archivi i cui fondi sono consultabili (il Fondo Piera Zumaglino, organizzato dall'associazione che porta il suo nome e il Fondo Alessandra Mecozzi), la Casa mira anche a raccogliere e conservare importanti documenti della storia del femminismo.
Tramite la frequente organizzazione di convegni, seminari e iniziative e la creazione di una rete di contatti con altre realtà associative, la Casa cerca di promuovere la conoscenza, il confronto e il dialogo soprattutto fra donne (ma non solo) al fine di dare risalto al loro punto di vista all'interno di una società che, mette in luce Patrizia Celotto, è cambiata ma necessita ancora di mobilitarsi per difendere alcuni diritti, come quello della libera scelta in materia di aborto, che sembrano essere attualmente rimessi in discussione.
Una battaglia per i diritti che ha spinto la Casa delle Donne ad entrare nel Comitato 19 Giugno, promosso dal Coordinamento Torino Pride e le Donne di Torino per l'autodeterminazione, costituitosi in risposta alle recenti dichiarazioni in merito al Gay Pride e alla RU486 del neo eletto Presidente della Regione Roberto Cota. Il Comitato scenderà in piazza a Torino il prossimo 19 giugno per una manifestazione intitolata (provvisoriamente) "I diritti sono il nostro Pride", proprio al fine di affermare il diritto alla libertà di scelta in campo affettivo, sessuale e della maternità, e di lanciare un messaggio contro ogni discriminazione sessuale o di genere.
fonte:http://www.nuovasocieta.it/laltra-torino/5484-la-casa-delle-donne-di-torino.html
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