Karthoum, 30-09-2009
Le rifugiate del Darfur vengono regolarmente stuprate nei campi del vicino Ciad, nonostante la presenza di forze addestrate dall'Onu. E' Amnesty International a riferirlo in uno studio dal titolo "No place for us here: violence against refugee woman in eastern Chad", in cui si spiega che la polizia del Ciad, la Dis, addestrata dall'Onu per la protezione dei rifugiati, sta facendo molto poco per proteggere le donne e le ragazze dagli abusi sessuali commessi da abitanti di villaggi, soldati, famiglie, e in alcuni casi il personale di assistenza.
Il portavoce della missione Onu Minurcat in Ciad, Michel Bonnardeaux, ha ammesso la perpetrazione di atti di violenza contro le donne, ma ha difeso la polizia, sostenendo che la situazione della sicurezza sta migliorando.
Bonnardeaux ha contestato questi dati, affermando che la Dis ha ricevuto uno speciale addestramento per i casi di stupro, e che il documento "è un po' affrettato e basato su un campione molto piccolo e su una breve visita".
Tawanda Hondora, vicedirettore del programma di Amnesty per l'Africa, ha invece ribadito che "le donne fuggono dal Darfur nella speranza che la comunità internazionale e le autorità del Ciad offrano sicurezza e protezione, ma questa protezione è elusiva e loro rimangono sotto attacco". Secondo i dati forniti da Amnesty ci sono più di 142mila donne e bambine rifuggiate del Darfur che hanno trovato rifugio in dodici campi nel Ciad, a causa di un conflitto che dura da sei anni.
Le donne sono a rischio anche all'interno dei campi, non solo quando escono a cercare legna: secondo lo studio, le ragazze sono sottoposte a molestie nelle scuole, nonostante non vi siano statistiche per la mancanza di denunce delle vittime, che vogliono difendersi dal pubblico disonore.
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