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sabato 3 ottobre 2009

In piazza per slegare l'informazione


Una sentenza della corte europea dei diritti dell’uomo definiva i giornalisti “cani da guardia della democrazia”. Ma in Italia a prevalere sono i guinzagli e le museruole. Contro i limiti posti al diritto di cronaca e contro ogni tentativo di omologare le notizie in tanti a Roma alla manifestazione promossa dall'Fnsi

Informazione, no al guinzaglio. E' lo slogan lanciato dalla Fnsi, la Federazione Nazionale Stampa Italiana (ovvero il sindacato dei giornalisti) per promuovere la manifestazione di oggi sabato 3 ottobre a Roma. Una giornata di protesta contro i ripetuti attentati all'articolo 21 della Costituzione italiana. Primo fra tutti i limiti che vorrebbe introdurre il Ddl Alfano: la reclusione, da 6 mesi a 8 anni, per quanti prendono “diretta cognizione di atti del procedimento penale coperti da segreto”. Il che vorrebbe dire essere arrestati per il solo fatto di conoscere come stanno le cose, prima ancora di poterle pubblicare. E se poi si riportano atti di indagine non segreti, cioé già a conoscenza dell'imputato, l'ammenda imposta dal Ddl Alfano va da 5 mila euro a 10 mila euro, nel caso si tratti di intercettazioni. 480 mila euro per articolo è invece il rischio di ammenda per l'editore.

Ma la ragione principale per andare in piazza ha a che fare con tutto il sistema dell'informazione italiano, ancorato ormai da troppi anni a un grosso problema che si chiama conflitto d'interessi. Ovvero, la principale barriera al pluralismo dell'informazione. Realtà impossibile in un paese dove troppi media sono direttamente o indirettamente riconducibili al presidente del Consiglio. E' giusto ricordare il caso di Europa 7, l'emittente che dovrebbe trasmettere, con regolare concessione, su scala nazionale ma che si trova impossibilitata a farlo per via della mancata assegnazione delle frequenze da parte dello Stato. E questo perché a farsi da parte dovrebbe essere Rete 4.

Non a caso solo pochi mesi fa nel suo rapporto l’organizzazione no-profit e indipendente Freedom House ha retrocesso l’Italia dalla categoria dei “Paesi con stampa libera” a quella dei paesi dove questa libertà è “parziale”. La nostra posizione è appena un gradino sopra la Bulgaria. Un segnale che ci fa capire come, scalfittura dopo scalfittura, la nostra democrazia sta finendo per somigliare a quelle deboli dei paesi dell'Est.

E se l'Fnsi parla di guinzaglio, l'Economist parla di “museruola agli informatori”, intitolando in questo modo un articolo in cui si sottolineano le “ottime ragioni dei giornalisti italiani per essere preoccupati e per protestare”. Il settimanale britannico ricorda le richieste di danni avanzate da Silvio Berlusconi nei confronti dei quotidiani La Repubblica e L'Unità, e “l'assalto senza precedenti lanciato alla Rai”. Non è infatti di poco conto la decisione di togliere la tutela legale ai collaboratori di Report di Milena Gabanelli. Alla faccia di quella che una volta veniva chiamata Mamma Rai.

fonte:http://www.viaemilianet.it/notizia.php?id=3143

All'appello di Repubblica e della Fnsi hanno aderito in 450mila per chiedere il rispetto del diritto a informare e ad essere informati. Mentre infiamma la polemica, presidi in tutta Italia e non solo.

All'appello per la manifestazione di oggi, la cui vetrina principale è stata Repubblica.it, hanno aderito molti nomi noti del mondo dell'informazione, della politica, dello spettacolo, della letteratura italiani e non, compresi dieci premi Nobel tra cui Renato Dulbecco, Dario Fo e Josè Saramago. Oliviero Toscani, Moni Ovadia, Roberto Saviano, Luis Sepulveda, l'editrice Elvira Sellerio, Stefano Accorsi, Asia Argento, Paola Cortellesi, Paola Iezzi, Jovanotti, Gerard Depardieu, Ferzan Ozpetek, Sting, Têtes de Bois, sono solo alcuni dei tantissimi nomi che, insieme ad altri 450mila cittadini comuni, hanno sottoscrittol'appello dell'Fnsi oltre ad intere associazioni come l'Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani, Librera e l'Unione Cattolica Stampa italiana.

Gay.it - L'informazione è libera? Domani la manifestazionePer tutti coloro che non potranno essere a Roma oggi, alle 15, dove si attendono almeno trecento pullman da tutto lo Stivale, sono stati organizzati altri presidi e manifestazioni in giro per l'Italia e non solo. Appuntamenti sono previsti, ad esempio, a Venezia (ore 17.30, Campo S. Geremia), a Milano in Piazza Duomo, a Savona (ore 16.00 Piazza Sisto IV) e perfino a Parigi davanti alla Mairie del 13° arrondissement, place d’Italie, a Barcellona ( dalle 10.00 alle 14.00 in Portal de l’Àngel, Plaça Catalunya).

fonte:http://www.gay.it/channel/attualita/27267/L-informazione-e-libera-Domani-la-manifestazione.html

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