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Sono trascorsi quarant’anni dai moti di Stonewall, quando la nostra sorella Silvya Rivera, con un suo gesto, cambiò in qualche modo la storia del movimento LGBT mondiale.
Adesso è il nostro turno per dimostrare questa maturità e l’intenzione di voler davvero cambiare una realtà troppo spesso dolorosa, solo per il fatto di “essere”, di esistere, riprendendoci la nostra dignità, un passo realizzabile solo unite/i, almeno su quelle istanze che innegabilmente potrebbero davvero cambiare la nostra esistenza.
Un congresso, un confronto vero, aperto a tutte le realtà Trans del nostro paese, sia esse associative che di singol* individui, una mobilitazione senza precedenti nel panorama Trans italiano, un appuntamento che dovrà darci l’occasione per dimostrare che non siamo la cattiva rappresentazione del genere umano, che non siamo “oggetti sessuali” o persone disturbate mentalmente.
Il nostro intento dovrà essere quello di trovare una linea quanto più condivisa, l’unica via percorribile per approdare a veri ed importanti cambiamenti per la vita delle persone Trans, quella di riuscire a parlare con una voce univoca, almeno su quelle istanze indispensabili per una vita dignitosa.
Le differenze di opinioni di sensibilità e di politiche non possono farci allontanare dal nostro fine, dobbiamo sentirci, tutte e tutti responsabili di una disgregazione tanto inutile quanto dannosa, così come nel non essere riuscite/i a costruire un fronte unito e solidale, dobbiamo fare un grande sforzo democratico, mettendo da parte rancori e insana voglia di protagonismo a tutti i costi.
Proviamo a pensare alle nuove generazioni, cerchiamo di lasciare loro un eredità che molte e molti di noi non hanno potuto “spendere”,dobbiamo riappropriarci dei nostri diritti, al lavoro, alla salute alle affettività, alla possibilità di autodeterminazione, malgrado molte e molti di noi siano riusciti a portare avanti progetti importanti per la tutela ed il supporto delle persone Trans, siamo ancora ben lontani dall’essere considerate/i cittadini con pari dignità, tante sono le persone che hanno la capacità e la volontà di spendersi per questa causa, il compito di un congresso quello di riunirle.
Resta da vedere quante persone saranno in grado di mettere davanti a se il proprio fine, quello di una rivendicazione alla vita non più come sopravvivenza, donando l’opportunità di una transizione serena a chi ancora non l’ha intrapresa e a noi la felicità di aver costruito, insieme, una rivoluzione democratica, certe e certi che l’espressione di una singola persona o una singola associazione, non potrà mai arrivare a tanto.
Chiediamo un incontro quanto più esteso e coinvolgente possibile dove costruire un futuro decisamente migliore, senza per questo azzerare il lavoro già fatto o la personalità di ciascun individuo, ma apportando le proprie conoscenze e le proprie storie in modo da poter costruire su esse nuovi progetti e solide soluzioni, nell’assoluto rispetto delle differenze e delle opinioni.
Un appuntamento molto complesso e delicato, ma che a noi pare irrimandabile soprattutto in questo preoccupante momento storico di privazione di pari opportunità e di libera espressione.
Dobbiamo conoscerci e condividere le nostre paure ed i nostri progetti, gettare solide basi per un movimento unito che sia rappresentativo per quante più persone possibili, rifuggendo dal personalismo e all’egoismo, mali assoluti per l’intera comunità.
Una prova di responsabilità, che dopo quarant’anni dai moti di stonewall, dovrebbe essere maturata in tutte e tutti noi, stabilendo in modo forte e unito che dietro la lettera T* ci sono persone che in stragrande maggioranza vivono una condizione esistenziale ingiustamente stigmatizzata e ostacolata.
Un invito a tutte/i voi, alla creazione, alla partecipazione all’impegno di questo congresso nazionale, dal quale uscire con una nuova forza aggregativa capace di sorprendere l’intero paese e noi stesse/i, credendo fermamente che, insieme, tutte le nostre istanze possono finalmente realizzarsi.
Fabianna Tozzi Daneri
http://www.transgenere.it/blog/
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