Il quotidiano Libero ha intervistato Franco Zeffirelli il 2 Ottobre scorso. Il regista si sbilancia inizialmente mettendo in relazione i politici italiani a personaggi della letteratura, per poi arrivare a raccontare i propri amori omosessuali, come già inizialmente fece nella propria autobiografia. Stuzzicato dalla giornalista, ci tiene a precisare che si definisce un omosessuale, e non un gay, perché: “Il gay è un pagliaccio, un tipo buffo che fa finta di esser donna, i borghesi americani ci ridevano su. Essere omosessuale non è uno scherzo, vuol dire aver fatto una scelta matura, difficile, che va sostenuta con una dose di moralità maggiore di quella richiesta agli eterosessuali”.
Zeffirelli confessa poi la sua prima volta, quando in Italia imperversava la seconda guerra mondiale e il regista combatteva con i partigiani: “Successe con un contadinotto che si chiamava Vieri ed era nascosto in quei boschi (delle montagne fiorentine ndr.). Dormimmo in una notte di gelo avvolti in una coperta dentro una grotta, e avvenne quel contatto. La ricordo come un’esperienza bella, perché eravamo talmente giovani… Ci attaccammo l’uno all’altro mentre il pericolo incombeva da tutte le parti. Intorno a noi c’erano i tedeschi che c’impiccavano se ci beccavano”.
Le memorie proseguono fino ad arrivare al rapporto con Luchino Visconti. Il regista definisce la loro storia in un modo particolare: “Ero profondamente colpito. Mi piaceva tutto di lui, anche le cose negative. Lo osservavo con molto interesse. E poi scoprivo le sue debolezze, le insufficienze professionali. In certe cose ero molto più avanti io, anche se devo a lui l’allargamento dei miei orizzonti Aveva una biblioteca immensa che è stata la base della mia formazione culturale. Ma amore non direi. L’amore è una cosa un po’ sghemba”. E conclude aggiungendo: “Era un rapporto rinascimentale, tra allievo e maestro, che noi a Firenze abbiamo respirato fin dall’infanzia. Era frequente che ci fossero rapporti tra adulti e giovani Se pensiamo a Michelangelo, Leonardo”.
Le ultime battute sono su quali attrici ed attori amò durante la carriera: "Io sono stato innamorato di tutte le mie attrici. Con gli uomini l’amicizia non è mai potuta diventare troppo affettuosa, per il sospetto sempre latente di omosessualità. Due li ho proprio detestati: Mel Gibson e William Hurt. Brutti personaggi".
Franco Zeffirelli è arrivato a 85 anni regalando all'Italia e al mondo intero opere cinematografiche di infinito valore.
fonte: Libero.it
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