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venerdì 23 gennaio 2009

Quelle barzellette che banalizzano l'orrore il campionario dell'antisemitismo on line


L'ultima gaffe di Silvio Berlusconi, sul delicato tema degli ebrei e dei campi di concentramento nazista, risale a sabato scorso. Parlando ai suoi sostenitori, a Nuoro, durante un comizio per il candidato del Pdl alla presidenza della Regione Sardegna, il premier ha raccontato, tra gli applausi dei presenti, una barzelletta su un kapò che dava una comunicazione ai prigionieri di un lager nazista. Un commento che per l'Aned e la Fondazione memoria della deportazione non solo "non fa ridere", ma "fa pena, tanto più alla vigilia del giorno della Memoria". Nel luglio del 2003, invece, nella sede dell'Europarlamento, sempre Berlusconi, parlando dell'europarlamentare tedesco Martin Schulz (Spd), lo definì perfetto per il ruolo di kapò in un film sui lager nazisti.

Ma le barzellette sugli ebrei circolano anche sul web, su siti di chiara ispirazione neonazista o, più banalmente, su pagine che si definiscono solo umoristiche. E che propongono agli internauti un campionario di offese gratuite verso chi ha perso la vita nei campi di sterminio nazista. E' il caso della pagina di un utente italiano che si firma come Dr. Zap (on line una sua foto e anche una clausola che vieta l'uso non autorizzato delle sue storielle). Una raccolta per argomenti (http://www.drzap.it/ebreicam.htm) offre un ampio ventaglio di possibilità: una di queste è la sezione dal titolo "ebrei e campi di concentramento". Per accedere alle 53 barzellette, si passa per un avvertimento: "Attenzione. Stai entrando in un capitolo da alcuni ritenuto amorale. Se prosegui lo fai in modo consenziente".

La pagina che si apre offre battute di ogni tipo, ma tutte ruotano attorno alla tragica vita nei campi, e persino alla sorte subita dai suoi prigionieri. Sciocchi interrogativi ("La differenza tra un ebreo e una torta?" oppure "Che ci fa un ebreo con un posacenere in mano?"), con risposte che, nelle intenzioni di chi le caricate on line, dovrebbero far ridere. Molte vengono riprese da alcuni blog, che le presentano definendole simpatiche.

Si scherza su questo tema anche sul forum neonazista "Storm Front", nella sezione italiana (http://www.stormfront.org/forum/showthread.php?t=469032). Il titolo del thread è "barzellette politicamente scorrette", e oltre che gli ebrei si prendono di mira anche le persone di colore e gli omosessuali. Per alcuni sarebbero addirittura un pretesto per riproporre le tesi negazioniste sulla Shoah. Un utente che si firma GutaThiudareiks arriva a sostenere che anche solo ammettere l'esistenza di Auschwitz è sbagliato: "Queste barzellette sono politicamente corrette. Fanno parte di un programma per diffondere falsi concetti sulla persecuzione e sui pregiudizi di cui gli ebrei sarebbero vittima. Ossia, sono barzellette che ricordano fatti (la cui veridicità è dubbia) per influenzare il modo di pensare della gente comune secondo il concetto del 'povero ebreo che viene discriminato dai bianchi razzisti'". Una tesi negazionista che viene appoggiata in un'altra discussione da "Silarus", secondo il quale questo genere di battute "sugli ebrei e anche quelle che concernono i campi di concentramento sono un'invenzione ebraica".

Un altro forum, stavolta quello più vasto di "Politica OnLine", (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?p=9160896), nella sezione Destra radicale, ha una parte dedicata alla barzellette. L'utente Xaltotun si sente di giustificare quelle frasi antisemite scrivendo: "Sono solo barzellette. Sarcasmo, becero e pesante, ma sempre sarcasmo".

Su "L'hai vista l'asta" (http://www.haivistolasta.com/barze/campi_concentramento.html) ne vengono catalogate oltre diecimila su molti temi, con una specifica sezione "Campi di concentramento". E persino un gruppo dedicato agli appassionati di musica rock se ne occupa, in una pagina creata ad hoc sul forum "Rockers" (http://www.rockers.it/forum/index.php?topic=55.1870;wap2).

Per l'Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) il fenomeno non deve essere sottovalutato: "E' il segnale preoccupante di una sottocultura che va decisamente affrontata e sanata. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti, in particolare le scuole".

Duro il commento di Marcello Pezzetti, uno dei più importanti storici dei campi di sterminio nazisti, oltre che direttore del Museo della Shoah di Roma. "Qui siamo di fronte ad un tipo di cultura della banalizzazione, dietro alla quale c'è qualcuno la controlla. Mi preoccupa il fatto che la sofferenza, il pregiudizio, il modo di trattare le persone diverse, possano essere banalizzati in questo modo. Questa è una cultura che non pensa al fatto che dietro a determinate situazioni c'è una tragedia umana concreta. Come si può pensare di banalizzare il dramma della Shoah, che ha cambiato la vita di milioni di persone, e anche l'Europa? Molti tendono a banalizzare perché non hanno valori o perché sono degli imbecilli".

cimitero ebraico di Krasnoiarsk, in Siberia, già oggetto, due volte, di atti di antisemitismo






di MARCO PASQUA http://www.repubblica.it

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