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venerdì 30 gennaio 2009
INDIA: TROVA PRESERVATIVO IN BIBITA, RISARCITO
NEW DELHI - La Pepsi Co, la casa produttrice della nota bibita gassata, è stata condannata da un tribunale per consumatori indiano a pagare circa 450 euro ad un uomo che aveva trovato un preservativo in una bottiglia della bibita. Nel 2003 Sudesh Sharma, che abita in un villaggio nei pressi di New Delhi, comprò due bottiglie della bibita in un negozietto nei pressi della stazione degli autobus di Delhi. Dopo averne bevuta una, l'uomo cominciò a sentirsi male, tanto che dovette ricorrere alle cure mediche. Guardando nella bottiglia di vetro appena svuotata, Sharma notò che era sporca e c'erano dei residui. Ma lo shock arrivò quando scoprì che all'interno di quella che non aveva bevuto, c'era un preservativo. Per questo motivo, l'uomo è ricorso al tribunale dei consumatori che è stato istituito da poco in India. Poiché non è stato possibile dimostrare che l'uomo avesse comprato le bottiglie (in India nessuna bancarella rilascia ricevute o scontrini) il tribunale ha accolto parzialmente la richiesta di Sharma, che voleva ottenere anche una ammenda per la Pepsi, e ha condannato la società a pagare 23000 rupie (circa 450 euro) all'uomo. Non è la prima volta che le bibite gassate in India, anche quelle prodotte da compagnie internazionali come Pepsi e Coca Cola finiscono nell'occhio del ciclone. Due anni fa il governo indiano vietò la produzione delle bibite delle due multinazionali nel paese perché contenevano un altissimo livello di pesticidi, derivato dall'acqua inquinata che usavano nella produzione.
http://www.ansa.it
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