Ravenna: otto giovani fotografi in mostra

RAVENNA - Si inaugura, sabato 10 gennaio, alle 18 alla galleria Ninapì in via Pascoli 31 e alle 19 al teatro Rasi, la mostra fotografica "T*", risultato di un'inedita e sorprendente campagna fotografica, realizzata nel corso del 2008 grazie all'impegno di otto giovani fotografi attivi nel territorio ravennate, che ha coinvolto, su iniziativa del servizio Politiche Giovanili e Pari Opportunità del Comune di Ravenna, la locale comunità trans.



Il progetto, reso possibile dalla collaborazione con gli operatori dell'Unità di strada attivata dal Consorzio per i Servizi Sociali nell'ambito del progetto Lunatica, è stato coordinato dalla giovane studiosa d'arte e fotografia Silvia Loddo.



I fotografi sono Emiliano Biondelli, Christian Contin, Luca Gambi, Cesare Fabbri, Giovanni Lami, Filippo Molinari, Lia Pari e Valentina Venturi.



All'inaugurazione saranno presenti, oltre ai fotografi, Ilario Farabegoli, assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna; Raffaella Sutter, dirigente del Servizio Politiche Giovanili e Pari Opportunità; Fausto Viviani, responsabile dell'Ufficio coordinamento regionale Nuovi Diritti della CGIL-Emilia Romagna, e Gabriella Dionigi della segreteria provinciale della CGIL-Ravenna.

In occasione dell'apertura della mostra l'attrice e attivista del MIT (Movimento Identità Transessuale) di Bologna Nicole De Leo proporrà alcune letture alla galleria Ninapì, e Porpora Marcasciano, vicepresidente dello stesso MIT, presenterà il suo libro Favolose Narranti. Storie di transessuali edito nel 2008 da Manifestolibri.



La mostra è accompagnata da un catalogo, che si potrà acquistare negli spazi espositivi, pubblicato dalla casa editrice Libri Aparte grazie al prezioso contributo delle camere territoriali del lavoro della regione Emilia Romagna e in particolare della CGIL Ravenna, impegnate da tempo nel progetto Nuovi Diritti, per garantire «...piena eguaglianza di diritti e di doveri nel pieno rispetto dell'appartenenza a gruppi etnici, nazionalità, lingua, fedi religiose, di orientamento sessuale, di identità di genere, culture e formazioni politiche, diversità professionali, sociali e di interessi...» (Articolo 1. Statuto della CGIL).

Il titolo della mostra, T*, fa riferimento alla funzione di carattere "jolly" dell'asterisco, usato nei comuni sistemi di ricerca bibliografica per sostituire un numero qualsiasi di caratteri. T* contiene dunque simbolicamente le parole transessuale, transgender, travestito, transitante e qualsiasi altro tentativo di definizione.

Il lavoro dei fotografi, accomunato esclusivamente dal tema e dalla scelta del medium fotografico, ha seguito percorsi volutamente autonomi, in modo da offrire loro un'occasione di approfondimento della propria linea di ricerca.

Ne risultano otto percorsi, diversi per quanto riguarda contenuti e tecniche, che, pur essendo indipendenti l'uno dall'altro, si completano a vicenda.

Con intelligente ironia Emiliano Biondelli propone la propria reale "trans-formazione", documentata da una sequenza di diapositive esposte al teatro Rasi insieme a tre ritratti di persone transessuali (Lisa, Flavia e Milla), anch'esse "travestite" simbolicamente con la t-shirt del fotografo!

christian contin espone invece da Ninapì un'installazione con gigantografie in bianco e nero di corpi nudi "in transizione", in posa come telamoni-atlanti/cariatidi che reggono l'architettura soprastante e prosegue così un'indagine fotografica sul rapporto tra corpi e spazio.

Sulle pareti del Rasi la sequenza di Cesare Fabbri, da anni impegnato in una ricerca su paesaggio e architettura, non registra corpi bensì luoghi. Luoghi silenziosi, "ritagliati" da un suggestivo e singolare percorso lungo la strada statale Adriatica.

Sempre al Rasi sono esposte le fotografie del reportage di Luca Gambi, recentemente impegnato anche in un progetto fotografico sull'immigrazione, intitolato La vita degli altri, e che per T* dimostra ancora una volta un'efficace corrispondenza tra capacità tecnica e sensibilità di sguardo.

Anche giovanni Lami e Filippo Molinari presentano dei ritratti. Il primo ha lavorato a colori e in spazi esterni, realizzando impeccabili ritratti quasi sempre a figura intera, mentre Molinari ha optato per il bianco e nero e l'interno neutro di una sala di posa per ritratti a mezzo busto profondamente espressivi. Entrambi espongono alla galleria Ninapì, come Lia Pari che ha chiesto ad alcune delle persone trans coinvolte di costruire, attraverso una fotocamera data loro in consegna, un ritratto della propria vita, che possiamo cogliere in una lunga e suggestiva serie di polaroid.

Infine Valentina Venturi propone al Rasi un'installazione con vere scatolette di latta da supermercato con il ritratto fotografico di "Sonia" in vesti da sirena, immagine di una riflessione tanto profonda quanto ironica, condivisa dall'artista con la stessa Sonia, sulla triste superficialità e la violenza del consumare.


fonte: http://www.romagnaoggi.it/

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