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domenica 19 ottobre 2025

“Crisi democratica negli USA: il potere sfida la Costituzione, il popolo risponde”


una delle più imponenti giornate di protesta della loro storia recente. Oltre 2.700 manifestazioni si sono svolte in tutto il Paese, coinvolgendo milioni di persone in un’ondata di mobilitazione senza precedenti. L’epicentro simbolico è stato Atlanta, Georgia—uno stato chiave in vista delle elezioni del 2026, dove il senatore democratico Jon Ossoff si prepara a difendere il suo seggio.

Il messaggio delle piazze è stato inequivocabile: “No Kings”. Uno slogan che non è solo provocazione, ma una dichiarazione politica netta. In un’America sempre più polarizzata, dove il presidente Donald Trump continua a comportarsi come un sovrano assoluto, ignorando i limiti costituzionali e alimentando una retorica autoritaria, la società civile ha risposto con fermezza.

Le proteste hanno visto la partecipazione di una vasta coalizione di attivisti, sindacati, studenti, comunità LGBTQ+, gruppi per i diritti civili e movimenti per la giustizia climatica e sociale. In Georgia, la manifestazione ha assunto un significato particolare: non solo per la posta in gioco elettorale, ma per il ruolo storico di Atlanta come culla dei diritti civili. Presenti anche figure di spicco come Stacey Abrams e il senatore Raphael Warnock.

Tra gli slogan più diffusi:

“Chaos. Corruption. Cruelty.” – una sintesi delle accuse rivolte all’attuale amministrazione.


“We are the majority” – un richiamo all’ampio consenso popolare che si oppone alla deriva autoritaria.


“No Kings” – il rifiuto di ogni forma di potere assoluto, in nome della democrazia.

In un contesto segnato da disuguaglianze crescenti, repressione politica e attacchi sistematici ai diritti civili, la giornata del 18 ottobre rappresenta un punto di svolta. Non solo una protesta, ma un segnale chiaro: milioni di persone non sono disposte a cedere la democrazia a chi si comporta da imperatore.

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