"In occasione della "Giornata mondiale contro la violenza sulle donne" un video di sensibilizzazione: "La violenza sulle donne è dentro la nostra storia, il vero capolavoro sarebbe cancellarla". Prodotto no profit di SS&C Varese"
(25 Novembre 2009) - La Giornata Internazionale dela violenza sulle donne venne istituita con la risoluzione 54/134 dell’ ONU nel 1999 invitando governi, organizzazioni governative e non, media e società civile a sensibilizzare sulla violenza di genere le società. In particolare il 25 Novembre è stato scelto perché è la data in cui vennero uccise le tre sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Dominiciana per il loro impegno politico contro l’allora dittatore Trujillo.
Tale data è diventata così il simbolo dell’atto d’accusa della società civile nei confronti del fenomeno, purtroppo, ancora in crescita, delle violenze sulle donne.
Femminicidio è un neologismo puro e crudo che fa da contenitore a parole come molestie, aggressioni, omicidi, eventi non diversamente lesivi della dignità delle donne e mostra il quadro culturale profondamente arretrato con il quale in l’Italia e nel mondo si arenano le azioni di contrasto alla violenza in genere. Qualche operazione occasionale del Ministero delle pari opportunità ed il gioco è fatto.
E' una sensibilizzazione che dovrebbe attraversare il luogo privilegiato della violenza, la famiglia patriarcale, dove si consuma la più alta percentuale di violenza. Ma anche i luoghi di lavoro, dove precarietà, bassi salari e mobbing sono il frutto perverso dei provvedimenti governativi per risanare l’economia in crisi, smantellando lo stato sociale (asili, scuole, sanità pubblica) e cercando di fare arretrare le donne verso l’antico ruolo tradizionale di mogli e madri. Anni ancora vicini, che le donne non hanno dimenticato, inabilitate come erano, ad esprimere la propria soggettività e la radicalità delle proprie differenze, costrette di fatto a rinunciare ad un’indipendenza economica che è il primo strumento per uscire dalla violenza. La violenza sulle donne non ha tempo, non ha confini, non risparmia nessuna nazione, nessun paese industrializzato o in via di sviluppo che sia. Sono 140 milioni le donne nel mondo, vittime di abusi fisici, psichici, psicologici, sessuali, oggetti di tratta, aborti selettivi, mutilazioni, molestie sulle quali non si interviene tempestivamente -diremo emotivamente al momento della richiesta di aiuto- ma quando pare sia opportuno per tutta una serie di operazioni mentali e burocratiche che non si possono analizzare.
Se diamo parole alle immagini non possiamo non citare il Segreto di Esma, distribuito con il patrocinio di Amnesty International che fotografa il ritratto doloroso di una Saraievo post- bellica che, nonostante sembri aver superato le ferite fisiche della guerra ne conserva, ancora, tante a livello morale.
Ecco, perché, oggi le donne portano addosso qualcosa di bianco per mostrare la purezza del loro sguardo sereno a chi vuole addossare loro colpevolezze ancestrali, a chi si rinchiude dentro bozzoli padronali, a chi vuole addomesticare , trafficare, mercificare i corpi con tutti gli elementi psichici e carnali, a chi vuole torturare, a chi vuole eliminare, presidiare.
In una città come Palermo dove tutto appare e scompare, spicca a tema l' iniziativa organizzata dalla Scuola di Specializzazione della Gestalt, un’esperienza integrata scaturita dall’incontro tra metodologie differenti (arteterapia, psicodramma analitico junghiano e psicoterapia della Gestalt), che fanno del processo creativo lo strumento di lettura delle trasformazioni individuali e sociali, con laboratori intensivi per dialogare col maschile e femminile.
Odette Miceli25/11/2009
fonte:http://www.medeu.it/notizia.php?tid=1362
Le donne in piazza contro la violenza maschile
In diverse città sono in corso presidi davanti ai Centri di identificazione ed espulsione, e in piazza, contro la violenza maschile sulle donne. Il 28, un corteo nazionale a Roma.
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la rete «Noi non siamo complici», femministe e lesbiche contro i Centri di espulsione ed identificazione [Cie], dove «i guardiani molestano e stuprano le donne migranti», ha convocato per oggi diversi presidi. A Bologna, l’appuntamento è alle 17 in piazza del Nettuno dove verrà distribuito il dossier Noi non siamo complici!, sulla violenza contro le donne migranti. Alle 18, la manifestazione si sposterà alla fermata del 14A in via Rizzoli. Poi alle 18,30 ci sarà un presidio sotto il Cie di via Mattei. A Catania, il dossier verrà presentato nell’ambito dell’iniziativa Sessualità maschile e potere, promossa dal Centro di iniziativa gay lesbica bisessuale trans Open Mind [ C.P.O. Experia, via del Plebiscito 782]. A Milano, ci sarà un presidio informativo in piazzale Cadorna alle 18,30. A Roma è stato convocato un presidio itinerante verso il Cie di Ponte Galeria. L’appuntamento è alle 16 alla stazione Ostiense per un volantinaggio sul treno che porta verso il Cie. Dalle 17 inizierà il presidio davanti a Ponte Galeria [via Gaetano Rolli Lorenzini angolo via Cesare Chiodi]. Anche a Torino, Genova, La Spezia, Pisa, Livorno, Venezia…sono previste azioni di sensibilizzazione.
«I ricatti sessuali, le molestie, le violenze e gli stupri – spiega la rete Noi non siamo complici – sono una realtà che le donne migranti subiscono quotidianamente nei Cie, ma le loro voci sono ridotte al silenzio poiché le vittime vivono una doppia condizione di ricattabilità, in quanto donne e irregolari».
In Sicilia, i coordinamenti di donne dei sindacati confederali hanno organizzato manifestazioni contro la violenza contro le donne che, spiegano, «può essere fisica, sessuale, psicologica e anche economica e si compie dentro e fuori le mura domestiche, nei luoghi di lavoro, per le strade, nei campi di rifugio».
La violenza maschile contro le donne è la prima causa di morte e disabilità fra le donne nel mondo. In Italia solo il 3,7 per cento delle vittime denuncia i maltrattamenti a operatori sanitari o alla polizia. In Italia, sono 17 le denunce quotidiane per il reato di stalking, istituito lo scorso febbraio, 723 le persone, uomini ma anche donne, che sono state arrestate.
«La Giornata internazionale contro la violenza alle donne deve rappresentare – ha dichiarato oggi il presidente della repubblica Giorgio Napolitano – un’occasione per riflettere su un fenomeno purtroppo ancora drammaticamente attuale, individuando gli strumenti idonei a combatterlo in quanto coinvolge tutti i paesi e rappresenta una vera emergenza su scala mondiale. E’ triste dover ricordare che anche in Italia – ha sottolineato Napolitano – nonostante la recente introduzione di norme opportunamente più severe, i casi di violenza, i soprusi e le intimidazioni sono in aumento. Ai necessari interventi di tipo repressivo, da esercitare con rigore e senza indulgenza, si debbono affiancare azioni concrete per diffondere, in primo luogo nella scuola e nella società civile, una concezione della donna che rispetti la sua dignità di persona e si opponga a volgari visioni di stampo meramente consumistico spesso veicolate anche dal linguaggio dei media e della pubblicità».
Il 28 novembre a Roma si terrà una manifestazione nazionale. L’appuntamento è alle 14 in piazza della Repubblica, il corteo si concluderà in piazza San Giovanni. Una manifestazione, spiega il sito www.torniamoinpiazza.it, contro la violenza maschile sulle donne, «per la libertà di scelta sessuale e di identità di genere, per la civiltà della relazione tra i sessi, per una informazione libera e non sessista, contro lo sfruttamento del corpo delle donne a fini politici ed economici. Per una responsabilità condivisa di uomini e donne verso bambine/i, anziane/i e malate/i, nel privato come nel pubblico. Contro ogni forma di discriminazione e razzismo, per una scuola che educhi alla convivenza civile tra i sessi e le culture diverse».
fonte:http://www.carta.org/campagne/diritti+civili/18959
2 commenti:
Bel lavoro , amico articolo veramente buono
Loved this post. I learned some things I didn’t know
Posta un commento