Sulla notizia dell'aggressione a Fabiola, la trans aggredita sullo stesso pianerottolo di Brenda, avvenuta in queste ultime ore interviene Imma Battaglia: "Come tutti temiamo la situazione è incandescente. Occorre che le forze dell'ordine facciano tutto il possibile per fare luce subito su questa nuova aggressione a via Due Ponti e che sia garantita sicurezza alle trans a prescindere anche dal loro status o meno di clandestinità. Il giro di criminalità coinvolto è tale da creare lo stato di massima allerta".
Alessandra Filograno
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CASO MARRAZZO
Brenda e le altre: «Trans minacciate»
Imma Battaglia chiede sicurezza per tutti. L'esponente della comunità omosessuale attacca: «Testimoni terrorizzate e sotto ricatto. Sono in pericolo»
ROMA - Un'altra trans aggredita a casa di Brenda, la testimone del caso Marrazzo morta nella notte tra giovedì 19 e venerdì 20 per le esalazioni di un incendio. E nella comunità di gay, transgender, lesbiche romani è ormai psicosi. Imma Battaglia presidente di Dgp (Di’ Gay Project) denuncia «una situazione incandescente» dopo «l’aggressione di domenica sera a Fabiola, trans malmenata sullo stesso pianerottolo di Brenda» e sottolinea: «Bisogna garantire la sicurezza di tutti».
MINACCE ANTI SCANDALO - Ma la combattiva esponente della comunità omosessuale va oltre. E accusa: «Vogliono affossare uno scandalo, qui si usano metodi intimidatori - dice - la parte più debole della società viene usata per nascondere verità inquietanti e destabilizzanti». Proprio domenica, l'organizzazione Di Gay Project aveva lanciato un appello perchè i trans che vivevano a stretto contatto con Brenda collaborassero all'inchiesta per omicidio: «Chi sa parli». Ma le trans di Roma «sono terrorizzate: stiamo parlando di una comunità sotto ricatto delle autorità, delle bugie dei potenti e del racket dei romeni», spiega Battaglia.
E sottolinea: «Dopo che per anni avevano vissuto in una clandestinità nota ma pulita, ora le trans stanno nel mirino: sono a Tor Di Quinto, lo sanno tutti, lavorano all'aperto... Sono in pericolo. In più hanno tutte i fogli di via. Come mai fino a ieri non avevano i fogli di via? Chi le proteggeva?».
FAR LUCE SULLE INTIMIDAZIONI - «Come tutti temevamo, la situazione è ormai incandescente. Occorre che le forze dell’ordine facciano tutto il possibile - chiede Battaglia - per fare luce subito su questa nuova aggressione a via Due Ponti. Occorre sia garantita sicurezza alle trans, a prescindere anche dal loro status o meno di clandestinità». Perchè «il giro di criminalità coinvolto è tale da creare lo stato di massima allerta».
PERMESSO A CHI PARLA - «È un ambito ristretto, altre trans sanno sul caso Marrazzo ma stanno zitte perchè hanno paura di fare la stessa fine di Brenda. Noi le invitiamo a parlare senza timore perchè la verità eviterà altre vittime», dice la leader di Dì Gay Project. Secondo Battaglia, durante l'incontro - tenutosi lunedì 23 nella questura di Roma - fra le associazioni gay e trans e il capo della Mobile capitolina, Vittorio Rizzi, sarebbe stato garantito che «chi testimonia e denuncia il giro di sfruttamento nel quale è implicata sarà inserita in un programma di protezione sotto responsabilità della magistratura con assoluta riservatezza, e in un programma di inserimento sociale. E otterrà un permesso di soggiorno per ragioni di giustizia»
Fonte: www.roma.corriere.it
24 novembre 2009
fonte:http://www.digayproject.org/Home/imma_battaglia.php?c=2736&m=9&l=it
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