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venerdì 20 novembre 2009

Trovata carbonizzata la Trans Brenda, implicata nella storia di Marazzo


ROMA - Si infittisce il mistero sul caso Marrazzo. E' stata trovata morta carbonizzata in casa sua la trans brasiliana Brenda, 32 anni, coinvolta nella vicenda di sesso, droga e ricatti che ha portato alle dimissioni del presidente della Regione. La Procura di Roma sta indagando sull'ipotesi di omicidio volontario. Ben quattro magistrati hanno effettuato questa mattina il sopralluogo presso l'abitazione dove è stato trovato il corpo del trans: si tratta del pm Pierluigi Cipolla (che era di turno esterno), del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani (che ha la delega per gli omicidi) e dei due che indagano sul caso Marrazzo, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli.

Brenda era in queste condizioni - seminuda - in un seminterrato di via Due Ponti, a Roma. Il corpo, secondo la polizia scientifica, non mostra segni di violenza. Accanto al cadavere è stata trovata una bottiglia di whisky. Ma un particolare pare più significativo di altri: nel suo appartamento sono stata trovate delle valigie pronte. Forse si preparava a lasciare Roma e l'Italia. I vicini hanno riferito di aver sentito del trambusto nella notte provenire proprio da lì, ma solo poco dopo le 4, quando si è sviluppato l'incendio, sono stati chiamati i pompieri.

Parlano le amiche. "L'hanno ammazzata, non so chi.
Stava male psicologicamente, voleva tornare in Brasile: ora devono trovare chi ha fatto tutto questo". Visibilmente scossa, Barbara, parla così una transessuale brasiliana amica della vittima. "Ieri con Brenda ci siamo incontrati in un parcheggio, abbiamo bevuto un bicchiere di Ballantynès, poi lo abbiamo lasciato in casa a vedere la televisione", dice Barbara. La trans brasiliana ha affermato inoltre che "né polizia né carabinieri hanno fatto nulla" spiegando che "tutti i trans che abitano in questa zona sono a rischio di morte, abbiamo molta paura dei romeni".

Brenda dopo Cafasso. La transessuale è il secondo morto della vicenda Marrazzo. Il primo è Gianguarino Cafasso, protettore di transessuali, stroncato da un'overdose di cocaina nel settembre scorso. Era lui il pusher che, secondo i carabinieri coinvolti nel caso, girò il filmato di quanto avveniva nell'appartamento di via Gradoli. La morte di Cafasso ha insospettito la procura di Roma che ha disposto una serie di accertamenti tossicologi per cooscere in maniera chiara le cause del decesso.

Testimone dai pm. La transessuale brasiliana coinvolta nel caso per i rapporti che avrebbe intrattenuto con Marrazzo, era stata ascoltata in procura a Roma, come testimone, nell'ambito dell'inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell'ex presidente della Regione Lazio il 2 novembre scorso. L'audizione del viado di fronte al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli doveva chiarire tra l'altro, la questione dell'esistenza di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo e del quale hanno fatto cenno alcuni transessuali.

I rapporti con Marrazzo. Rispondendo alle domande dei pm il 2 novembre scorso, nell'ambito dell'inchiesta che lo vede vittima di un presunto tentativo di ricatto, Piero Marrazzo aveva dichiarato: "Ho avuto incontri di questo tipo con un'altra persona, un certo Blenda, nome che ho letto sui giornali in questi giorni e che mi sembra di ricordare. Nell'occasione di un incontro con Blenda ricordo che è passato anche un altro trans di cui non rammento il nome. Mi sembra che ho avuto solo due incontri con Blenda. Né Blenda o Natalie - aveva aggiunto l'ex governatore - mi hanno mai chiesto del denaro o ricattato in relazione a foto o video che mi ritraevano. Non sono a conoscenza di video o foto scattate da Blenda in occasione di questi incontri ma il mio stato confusionale negli stessi dovuto all'assunzione occasione della cocaina non mi mette in condizioni di saperlo. Non ricorso se ho dato a Natalie degli assegni per pagare le sue prestazioni, assegni poi restituitimi in cambi di contanti".

L'avevano picchiata e rapinata. L'8 novembre Brenda era rimasta coinvolta in una rissa dalla quale era uscita con ferite al volto. I carabinieri la trovarono in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all'assunzione di alcool e con alcune escoriazioni. In quell'occasione Brenda ebbe atteggiamenti autolesionistici, sbattendo la testa su un'autovettura in sosta. Poi dette in escandescenze anche all'ospedale, minacciando il personale sanitario con un paio di forbici da medicazione e procurandosi lesioni alle braccia. Dalle testimonianze dagli inquirenti si accertò che Brenda era stato avvicinata da alcuni ragazzi, probabilmente dell'est Europa, i quali gli avrebbero portato via la borsa, restituendogliela subito dopo, senza il cellulare.

Il legale di Marrazzo: "Inquietante". La morte della transessuale è un fatto "inquietante", ha commentato Luca Petrucci, legale di Marrazzo. "Bisogna indagare per vedere se c'è qualcosa di più grosso di quel che sia già emerso". "Non posso pensare - ha spiegato i legale - che la settimana scorsa questa persona è stata aggredita e rapinata e da poche ore è morta bruciata. Vanno approfondite le cause, capire che cosa c'è dietro. Anche se non ho nessun elemento per aggiungere qualcosa in più se non quello che apprendo dai media, dico che forse le indagini stanno scoperchiando un sistema simile a quello della Uno Bianca dove si mettevano, tra l'altro, a tacere i testimoni. In questo senso - conclude l'avvocato Petrucci - ritengo giusto mettere sotto protezione Natalie (altro trans che frequentava Marrazzo, ndr)".

Vladimir Luxuria. "Brenda non si è suicidata,
poteva essere vista come una persona troppo scomoda". Così si è espressa Luxuria, la prima parlamentare italiana transgender, commentando la morte di Brenda. "Nella giornata del Transgender day of Remember in ricordo di tutte le vittime trans della violenza - spiega Luxuria - viene trovato il corpo carbonizzato di Brenda. Io ho sentito le prime dichiarazioni che parlano di suicidio e del fatto che lei avrebbe mostrato l'intenzione di suicidarsi. Confido nelle indagini - prosegue Luxuria - tuttavia so in cuor mio che di suicidio non si è trattato, perchè sono successe troppe cose che mi lasciano perplessa sulla casualità. Pochi giorni fa era stata picchiata, le hanno sottratto il cellulare con tutti i numeri e i messaggi - sottolinea Luxuria - Mi viene il sospetto che probabilmente qualcuno sapeva che Brenda sapeva. Forse c'era qualche altro nome di politico importante che Brenda frequentava".

fonte:http://www.laltranotizia.net/2009/11/roma-si-infittisce-il-mistero-sul-caso.html

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