Sono 140 miilioni le donne che subiscono la violenza domestica
"In occasione della "Giornata mondiale contro la violenza sulle donne" un video di sensibilizzazione: "La violenza sulle donne è dentro la nostra storia, il vero capolavoro sarebbe cancellarla". Prodotto no profit di SS&C Varese"
(25 Novembre 2009) - La Giornata Internazionale dela violenza sulle donne venne istituita con la risoluzione 54/134 dell’ ONU nel 1999 invitando governi, organizzazioni governative e non, media e società civile a sensibilizzare sulla violenza di genere le società. In particolare il 25 Novembre è stato scelto perché è la data in cui vennero uccise le tre sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Dominiciana per il loro impegno politico contro l’allora dittatore Trujillo.
Tale data è diventata così il simbolo dell’atto d’accusa della società civilenei confronti del fenomeno, purtroppo, ancora in crescita, delle violenze sulle donne.
Femminicidio è un neologismo puro e crudo che fa da contenitore a parole come molestie, aggressioni,omicidi, eventi non diversamente lesivi della dignità delle donne e mostra il quadro culturale profondamente arretrato con il quale inl’Italia e nel mondo si arenano le azioni di contrasto alla violenza in genere. Qualche operazione occasionale del Ministero delle pari opportunità ed il gioco è fatto.
E' una sensibilizzazione che dovrebbe attraversare il luogo privilegiato della violenza, la famiglia patriarcale, dove si consuma la più alta percentuale di violenza. Ma anche i luoghi di lavoro, dove precarietà, bassi salari e mobbingsono il frutto perverso dei provvedimenti governativi per risanare l’economia in crisi, smantellando lo stato sociale (asili, scuole, sanità pubblica) e cercando di fare arretrare le donne verso l’antico ruolo tradizionale di mogli e madri. Anni ancora vicini, che le donne non hanno dimenticato, inabilitate come erano, ad esprimere la propria soggettività e la radicalità delle proprie differenze, costrette di fatto a rinunciare ad un’indipendenza economica che è il primo strumento per uscire dalla violenza. La violenza sulle donne non ha tempo, non ha confini, non risparmia nessuna nazione, nessun paese industrializzato o in via di sviluppo che sia. Sono 140 milioni le donne nel mondo, vittime di abusi fisici, psichici, psicologici, sessuali, oggetti di tratta, aborti selettivi, mutilazioni, molestie sulle quali non si interviene tempestivamente -diremo emotivamente al momento della richiesta di aiuto- ma quando pare sia opportunoper tutta una serie di operazioni mentali e burocratiche che non si possono analizzare.
Se diamo parole alle immagini non possiamo non citare il Segreto di Esma, distribuito con il patrocinio di Amnesty International che fotografa il ritratto doloroso di una Saraievopost- bellica che, nonostante sembri aver superato le ferite fisiche della guerra ne conserva, ancora, tante a livello morale.
Ecco, perché, oggi le donne portano addosso qualcosa di bianco per mostrare la purezza del loro sguardo sereno a chi vuole addossare loro colpevolezze ancestrali, a chi si rinchiude dentro bozzoli padronali, a chi vuole addomesticare , trafficare, mercificare i corpi con tutti gli elementi psichici e carnali, a chi vuole torturare, a chi vuole eliminare, presidiare.
In una città come Palermo dove tutto appare e scompare,spicca a tema l' iniziativa organizzata dalla Scuola di Specializzazione della Gestalt, un’esperienza integrata scaturita dall’incontro tra metodologie differenti (arteterapia, psicodramma analitico junghiano e psicoterapia della Gestalt),che fanno del processo creativo lo strumento di lettura delle trasformazioni individuali e sociali, con laboratori intensivi per dialogare col maschile e femminile.
In diverse città sono in corso presidi davanti ai Centri di identificazione ed espulsione, e in piazza, contro la violenza maschile sulle donne. Il 28, un corteo nazionale a Roma.
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la rete «Noi non siamo complici», femministe e lesbiche contro i Centri di espulsione ed identificazione [Cie], dove «i guardiani molestano e stuprano le donne migranti», ha convocato per oggi diversi presidi. A Bologna, l’appuntamento è alle 17 in piazza del Nettuno dove verrà distribuito il dossier Noi non siamo complici!, sulla violenza contro le donne migranti. Alle 18, la manifestazione si sposterà alla fermata del 14A in via Rizzoli. Poi alle 18,30 ci sarà un presidio sotto il Cie di via Mattei. A Catania, il dossier verrà presentato nell’ambito dell’iniziativa Sessualità maschile e potere, promossa dal Centro di iniziativa gay lesbica bisessuale trans Open Mind [ C.P.O. Experia, via del Plebiscito 782]. A Milano, ci sarà un presidio informativo in piazzale Cadorna alle 18,30. A Roma è stato convocato un presidio itinerante verso il Cie di Ponte Galeria. L’appuntamento è alle 16 alla stazione Ostiense per un volantinaggio sul treno che porta verso il Cie. Dalle 17 inizierà il presidio davanti a Ponte Galeria [via Gaetano Rolli Lorenzini angolo via Cesare Chiodi]. Anche a Torino, Genova, La Spezia, Pisa, Livorno, Venezia…sono previste azioni di sensibilizzazione. «I ricatti sessuali, le molestie, le violenze e gli stupri – spiega la rete Noi non siamo complici – sono una realtà che le donne migranti subiscono quotidianamente nei Cie, ma le loro voci sono ridotte al silenzio poiché le vittime vivono una doppia condizione di ricattabilità, in quanto donne e irregolari». In Sicilia, i coordinamenti di donne dei sindacati confederali hanno organizzato manifestazioni contro la violenza contro le donne che, spiegano, «può essere fisica, sessuale, psicologica e anche economica e si compie dentro e fuori le mura domestiche, nei luoghi di lavoro, per le strade, nei campi di rifugio». La violenza maschile contro le donne è la prima causa di morte e disabilità fra le donne nel mondo. In Italia solo il 3,7 per cento delle vittime denuncia i maltrattamenti a operatori sanitari o alla polizia. In Italia, sono 17 le denunce quotidiane per il reato di stalking, istituito lo scorso febbraio, 723 le persone, uomini ma anche donne, che sono state arrestate. «La Giornata internazionale contro la violenza alle donne deve rappresentare – ha dichiarato oggi il presidente della repubblica Giorgio Napolitano – un’occasione per riflettere su un fenomeno purtroppo ancora drammaticamente attuale, individuando gli strumenti idonei a combatterlo in quanto coinvolge tutti i paesi e rappresenta una vera emergenza su scala mondiale. E’ triste dover ricordare che anche in Italia – ha sottolineato Napolitano – nonostante la recente introduzione di norme opportunamente più severe, i casi di violenza, i soprusi e le intimidazioni sono in aumento. Ai necessari interventi di tipo repressivo, da esercitare con rigore e senza indulgenza, si debbono affiancare azioni concrete per diffondere, in primo luogo nella scuola e nella società civile, una concezione della donna che rispetti la sua dignità di persona e si opponga a volgari visioni di stampo meramente consumistico spesso veicolate anche dal linguaggio dei media e della pubblicità». Il 28 novembre a Roma si terrà una manifestazione nazionale. L’appuntamento è alle 14 in piazza della Repubblica, il corteo si concluderà in piazza San Giovanni. Una manifestazione, spiega il sito www.torniamoinpiazza.it, contro la violenza maschile sulle donne, «per la libertà di scelta sessuale e di identità di genere, per la civiltà della relazione tra i sessi, per una informazione libera e non sessista, contro lo sfruttamento del corpo delle donne a fini politici ed economici. Per una responsabilità condivisa di uomini e donne verso bambine/i, anziane/i e malate/i, nel privato come nel pubblico. Contro ogni forma di discriminazione e razzismo, per una scuola che educhi alla convivenza civile tra i sessi e le culture diverse».
AI DIRETTORI RESPONSABILI E AI CAPOREDATTORI DI GIORNALI, RADIO, TV: DOPO DIECI ANNI DI BATTAGLIE PERSE CON I MEDIA, I LINGUISTI CI DANNO RAGIONE. FATE SCRIVERE E PARLARE IN ITALIANO I VOSTRI COLLABORATORI, GRAZIE
Incredibile ma vero! Abbiamo scritto – invano - decine di comunicati stampa – purtroppo spesso in occasione di fatti di cronaca nera – nei quali vi chiedevamo di utilizzare la declinazione femminile per LE transessuali/transgender da “maschio a femmina” e di utilizzare il maschile, o per I transessuali/transgender da “femmina a maschio”, o nel caso in cui si parli di noi includendo ambo le transizioni (il “maschile generico”).
Nulla da fare anche quando si è trattato di casi di barbari omicidi, anche quando la vittima era già donna anagrafica per lo Stato Italiano, come fu nel caso della povera e indimenticata Manuela Di Cesare, trucidata nella propria casa. Neppure rispondevate ai nostri appelli o, quando lo facevate, rispondevate con supponenza che «all’anagrafe queste persone sono di sesso maschile». Come se l’anagrafe fosse tutto. Come se chiamaste mai Marco Pannella con il nome anagrafico Giacinto (per fare un esempio).
In una fantastica trasversalità – e rarissime eccezioni - che va da “Il Fatto” a “Il Giornale”, da “Sky Tg 24” al “Tg4”, avete sempre preferito uccidere la lingua italiana pur di non rischiare di “favorirci” rispetto all’anagrafe.
A voi andava bene così, a noi no. Ci sembrava antietico, immorale NON considerare la fatica e lo sforzo di chi deve (perché deve) transizionare da un genere ad un altro, almeno nella lingua.
Non ci avete pensato voi giornalisti (ripetiamo, con rare eccezioni di singoli giornalisti e rarissime testate), in una insensibilità pervicace e impermeabile ad ogni nostro ragionamento e – secondo noi – alla lingua italiana.
Ora, però, i più importanti linguisti italiani hanno dato ragione a noi e torto a voi. Tullio De Mauro così dichiara ad un “Sole 24 Ore”, dubbioso sulle declinazioni da usare nei nostri confronti:
«(…) È qui che la grammatica si inchina al rispetto della persona. «Ci sembrava giusto – e così riporta il dizionario – che a prevalere fosse il sesso di arrivo del transessuale, quello da lui o lei desiderato e verso il quale ha deciso di modificare il suo corpo. In questo modo ci è sembrato di poter rispettare contemporaneamente la grammatica e la persona umana nelle sue aspirazioni». Il giallo – almeno quello linguistico – di Brendae Natalie è dunque risolto: sono "le" trans e non "i" trans.».
Semplice buonsenso applicato. Possiamo dirlo? WOW!!! Ma ora che farete voi?
Il rispetto della lingua italiana sarà un richiamo sufficiente a superare i vostri pregiudizi?
Se ve lo chiedessi come presidente di un’Associazione Transgender, penso non mi ascoltereste, esattamente come avete fatto per dieci anni. Proviamoci come amante del bel scrivere e dell’uso corretto dell’Italiano.
Emanate una circolare di aggiornamento: “in italiano si usa il femminile per La trans Mirella ed il maschile per IL trans Gabriele”.
MINDANAO - Raccapriccianti resoconti arrivano dall'isola di Mindanao, nel sud delle Filippine, teatro ieri della strage più sanguinosa nella storia del Paese. Mentre il bilancio dei cadaveri recuperati sale di ora in ora - il conteggio ufficiale è arrivato a 46 - emergono i dettagli del massacro.
Prima stuprate poi uccise - Le donne, che facevano parte del convoglio di circa 50 persone attaccato ieri, sono state "stuprate prima di essere uccise", riferisce l'emittente GmaNews. I cadaveri, alcuni trovati in fosse comuni, appaiono crivellati dai colpi di arma da fuoco. Nelle prime immagini pubblicate dai media locali, si intravedono i morti ancora adagiati nelle auto del convoglio. Nella strage avrebbero perso la vita almeno 36 giornalisti, si tratterebbe dell'episodio più grave nella storia del Paese ed internazionale.
Quattro sopravvissuti - Al massacro sarebbero infatti sopravvissuti solo in quattro: ora sono "al sicuro", ha detto il vicesindaco della città di Buluan, Esmael "Toto" Mangudadatu, che ha perso la moglie nella strage. Ieri, l'esponente politico in corsa per il posto di governatore provinciale di Maguindanao, aveva rivelato di essere stato informato del rischio di mettere piede nel territorio controllato dai supporter del rivale Datu Andal Ampatuan, governatore uscente, indicati da più parti come i responsabili della strage.
Scortata da giornalisti e operatori TV - Per questo, Mangudadatu aveva deciso di inviare la moglie a Shariff Aguak, capitale della provincia e feudo degli uomini di Ampatuan, per presentare la documentazione necessaria per la candidatura. La donna era accompagnata da giornalisti e operatori tv, nella speranza che ciò avrebbe dissuaso eventuali minacce. Non foss'altro perché, fanno notare fonti vicine all'uomo politico, il Corano vieta la violenza sulle donne. E Mindanao è la regione del Paese dove si registra la maggiore presenza di musulmani e dove è forte il conflitto tra l'esercito e le formazioni radicali islamiche.
Stato d'emergenza - Intanto, il presidente filippino Gloria Arroyo ha decretato oggi lo stato di emergenza in una parte del sud dell'arcipelago. La misura riguarda la provincia di Maguindanao ed altre due zone adiacenti, per un totale di oltre un milione e mezzo di abitanti. Arroyo ha ordinato a polizia ed esercito di dare la caccia ai responsabili della strage.
TORONTO - L'azienda britannica produttrice di vaccino contro l'influenza A(H1N1), GlaxoSmithKline, ha chiesto al governo canadese di fermare l'utilizzo di 172mila dosi di vaccino a causa di un notevole aumento di gravi reazioni allergiche.
In particolare è stato bloccato l'uso della consegna A80CA007A avvenuta alla fine di ottobre, mentre l'azienda e responsabili sanitari federali canadesi stanno investigando su cosa possa essere successo.
Il tasso di reazioni allergiche sarebbe salito da uno su 100mila a uno su 20mila vaccini inoculati. Anche se tutte le province hanno bloccato la somministrazione del vaccino giunto con la consegna segnalata, la maggior parte del vaccino sarebbe stato già utilizzato, anche se non si conosce in che quantità.
In totale, l'azienda ha distribuito in tutto il Canada 7,5 milioni di dosi di vaccino contro l'influenza A. Tra i rischi segnalati di recente legati al vaccino ci sarebbe l'asma, anche se i bambini asmatici sono stati considerati tra i gruppi prioritari e hanno ricevuto il vaccino per primi. Lo studio è stato condotto dall'Ospedale Sick Children di Toronto.
"Gravi" casi di reazioni allergiche al vaccino contro l'influenza A segnalate dalle autorità canadesi per un particolare lotto di vaccino prodotto dalla Glaxo hanno scatenato preoccupazioni ma, si è saputo subito dopo, i problemi potrebbero essere legati un lotto che è stato subito bloccato.
"Le autorità canadesi stanno conducendo serie indagini per stabilire con esattezza cosa sia successo", ha affermato oggi a Ginevra il portavoce dell'Oms Thomas Abraham. "Questo episodio ci dimostra che le autorità canadesi stanno facendo un eccellente lavoro di sorveglianza ed hanno reagito molto rapidamente", ha detto precisando di essere in attesa di ulteriori informazioni. Il portavoce ha sottolineato che oltre 65 milioni di persone sono state già state vaccinate contro il virus H1N1 dell'influenza A.
La conferma che il problema potrebbe essere legato ad un lotto arriva anche dalla Società internazionale per la ricerca sulle malattie infettive (Isid).
Le reazioni allergiche (complessivamente 6, contro le 2 previste considerando le dimensioni del lotto) sono avvenute nella provincia di Manitoba e riguardano un lotto di vaccino prodotto in Canada, in uno stabilimento nel Quebec. In nessun'altra provincia canadese, fornita dalla stessa fabbrica di vaccino, si sono osservati eventi simili e, dalle informazioni fornite dalle autorità sanitarie canadesi, risulta che dei 6,6 milioni di persone vaccinate finora in Canada, 36 hanno avuto reazioni avverse. Nel frattempo l'azienda produttrice ha ritirato i vaccini appartenenti al lotto (circa 170.000 dosi) per motivi precauzionali e per verificare eventuali problemi nel lotto.
Mentre normalmente le reazioni al vaccino contro il virus A/H1N1 sono 1 su 100.000 dosi, sei reazioni su 63.000 somministrate sarebbe un numero eccessivo, da qui la decisione di ritirare le dosi residue del lotto incriminato. Tutte e sei le persone coinvolte si sarebbero però già rimesse
OMS OSSERVA MUTAZIONI. Intanto sono saliti a quattro i casi di infezione con virus H1N1 mutati identificati in Norvegia e la questione è seguita da vicino dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che vuole stabilire se i casi di mutazione sono associati a casi più gravi della malattia. Vengono seguite anche con attenzione le notizie giunte dal Galles di alcuni possibili casi di trasmissione di virus H1N1 dell'influenza A resistente all'oseltamivir, uno dei due antivirali raccomandato contro l'influenza pandemica. Casi sporadici di resistenza all'oseltamivir (Tamiflu) sono stati già segnalati in passato, ma non una trasmissione da persona a persona del virus resistente al farmaco.
Non mi è mai piaciuta la tolleranza. Un sentimento legato alla sopportazione, al tentativo di bypassare una paura sopprimendola. E non ho mai creduto all’idea che siamo tutti uguali. Siamo tutti gli uni diversi dagli altri. Da bambino il parroco mi apostrofava “poeta” davanti ai miei compagni di scuola. Un tormentone dettato dalle poesie contro il razzismo che avevo scritto in terza elementare. A quell’età, sette o otto anni, non hai alcuna voglia di essere segnalato come poeta davanti a compagni con cui la competizione si consuma sulla qualità dei pugni e delle “zampate” (leggi “calci” in dialetto chietino-pescarese) o sul risultato della tua squadra del cuore. In effetti quel “poeta” era già sin d’allora il segno della mia diversità. Un bambino poeta: una checca.
Per qualche buona ragione legata alla bravura dei miei genitori, non mi è stato mai chiesto di omologarmi, né mi sono mai state poste durante la mia infanzia domande particolarmente imbarazzanti sul come mai trovassi così divertente giocare con le mie cugine più grandi e i loro cicciobello (bambola in voga nei primi anni ’80, so che esiste ancora, ma all’epoca era il must have di tutte le ragazzine). Ricordo che una cugina aveva il cicciobello nero a cui io prestavo particolare attenzione.
Tra le mille fortune capitatemi in 34 anni di vita, una delle più grandi è certamente l’aver fatta mia l’idea che la diversità sia una ricchezza. E non in senso astratto. Il cicciobello nero di mia cugina non richiamava in me alcuna spinta particolarmente ideale, semplicemente il colore della sua pelle costituiva una variabile eccitante rispetto agli abitini da scegliere: le tutine bianche avevano un effetto decisamente migliore sulla plastica scura del cicciobello nero. La diversità s’era fatta ricchezza, variante.
La notizia dell’operazione di marketing politico catto-leghista effettuato in un paesino in provincia di Brescia, meglio nota come “White Christmas”, nel quale sostanzialmente si auspica una massiva cacciata dal paesino di persone dalla pelle scura entro Natale, con l’idea di celebrare la festa sacra della cristianità senza la presenza di facce nere presumibilmente devote ad altre fedi, non mi ha fatto arrabbiare, né sconvolto. Sono sufficientemente adulto per comprendere che esistono paure collettive, spesso manovrate dal potere dominante, che nessun individuo saprebbe ammettere di provare in prima persona, ma che appunto lievitano e prendono corpo solo se hanno una collocazione fenomenologica di massa. Quello che non riesco a comprendere è il motivo per cui gli esseri umani perdano l’occasione del godimento della diversità. Sono dunque sconvolto non tanto dalla pur raccapricciante xenofobia di cui la proposta di un Natale bianco (e ariano?) è farcita, quanto dalla stupidità di massa dei miei concittadini disabituati all’esercizio intellettuale della ragione e del vero tornaconto, sia individuale, sia collettivo.
Non si tratta di essere filantropi, né di avere un animo buono, né tanto meno di essere poeti dall’animo sensibile. Si tratta di guardare in faccia la realtà e scoprire l’arricchimento che io, e insieme la collettività nella quale vivo, guadagniamo dalle diversità di un colore di pelle, di una cultura diversa, di un’altra religione. Il mio smarrimento non è dettato dalla scandaloso razzismo sottinteso dai promotori del White Christmas, quanto dalla constatazione che essere giunti ad una siffatta proposta indica chiaramente una totale mancanza di intelligenza sociale e incapacità di decidere per la propria collettività e per la propria singola esistenza.
Siete davvero poco intelligenti se pensate che la nostra società debba rinunciare alla ricchezza dei diversi. Io, e molti altri con me, lotteremo sempre per fare in modo invece che la nostra società scopra, valorizzi e finanche utilizzi le infinite diversità di ogni singolo individuo per arricchire, moltiplicare, evolvere il bene e il vivere comuni e insieme l’organizzazione di essi.
Sulla notizia dell'aggressione a Fabiola, la trans aggredita sullo stesso pianerottolo di Brenda, avvenuta in queste ultime ore interviene Imma Battaglia: "Come tutti temiamo la situazione è incandescente. Occorre che le forze dell'ordine facciano tutto il possibile per fare luce subito su questa nuova aggressione a via Due Ponti e che sia garantita sicurezza alle trans a prescindere anche dal loro status o meno di clandestinità. Il giro di criminalità coinvolto è tale da creare lo stato di massima allerta".
CASO MARRAZZO Brenda e le altre: «Trans minacciate» Imma Battaglia chiede sicurezza per tutti. L'esponente della comunità omosessuale attacca: «Testimoni terrorizzate e sotto ricatto. Sono in pericolo»
ROMA - Un'altra trans aggredita a casa di Brenda, la testimone del caso Marrazzo morta nella notte tra giovedì 19 e venerdì 20 per le esalazioni di un incendio. E nella comunità di gay, transgender, lesbiche romani è ormai psicosi. Imma Battaglia presidente di Dgp (Di’ Gay Project) denuncia «una situazione incandescente» dopo «l’aggressione di domenica sera a Fabiola, trans malmenata sullo stesso pianerottolo di Brenda» e sottolinea: «Bisogna garantire la sicurezza di tutti».
MINACCE ANTI SCANDALO - Ma la combattiva esponente della comunità omosessuale va oltre. E accusa: «Vogliono affossare uno scandalo, qui si usano metodi intimidatori - dice - la parte più debole della società viene usata per nascondere verità inquietanti e destabilizzanti». Proprio domenica, l'organizzazione Di Gay Project aveva lanciato un appello perchè i trans che vivevano a stretto contatto con Brenda collaborassero all'inchiesta per omicidio: «Chi sa parli». Ma le trans di Roma «sono terrorizzate: stiamo parlando di una comunità sotto ricatto delle autorità, delle bugie dei potenti e del racket dei romeni», spiega Battaglia. E sottolinea: «Dopo che per anni avevano vissuto in una clandestinità nota ma pulita, ora le trans stanno nel mirino: sono a Tor Di Quinto, lo sanno tutti, lavorano all'aperto... Sono in pericolo. In più hanno tutte i fogli di via. Come mai fino a ieri non avevano i fogli di via? Chi le proteggeva?».
FAR LUCE SULLE INTIMIDAZIONI - «Come tutti temevamo, la situazione è ormai incandescente. Occorre che le forze dell’ordine facciano tutto il possibile - chiede Battaglia - per fare luce subito su questa nuova aggressione a via Due Ponti. Occorre sia garantita sicurezza alle trans, a prescindere anche dal loro status o meno di clandestinità». Perchè «il giro di criminalità coinvolto è tale da creare lo stato di massima allerta».
PERMESSO A CHI PARLA - «È un ambito ristretto, altre trans sanno sul caso Marrazzo ma stanno zitte perchè hanno paura di fare la stessa fine di Brenda. Noi le invitiamo a parlare senza timore perchè la verità eviterà altre vittime», dice la leader di Dì Gay Project. Secondo Battaglia, durante l'incontro - tenutosi lunedì 23 nella questura di Roma - fra le associazioni gay e trans e il capo della Mobile capitolina, Vittorio Rizzi, sarebbe stato garantito che «chi testimonia e denuncia il giro di sfruttamento nel quale è implicata sarà inserita in un programma di protezione sotto responsabilità della magistratura con assoluta riservatezza, e in un programma di inserimento sociale. E otterrà un permesso di soggiorno per ragioni di giustizia» Fonte: www.roma.corriere.it 24 novembre 2009
Imma Battaglia, presidente di Dgp (Di’ gay project) ha denunciato «l’aggressione di domenica sera a Fabiola, trans malmenata sullo stesso pianerottolo di Brenda», aggiungendo che le transessuali brasiliane presenti a Roma sono «testimoni terrorizzate e sotto ricatto. Sono in pericolo». Frattanto il computer portatile di Brenda starebbe svelando i primi segreti: gli investigatori hanno ritrovato nell’hard disk centinaia di file, nonostante siano gli stessi stati cestinati e cancellati.
In queste ore, sta poi facendo il giro della rete una video-intervista a una Brenda 23enne, realizzata circa 9 anni fa dal noto disturbatore televisivo, Gabriele Paolini.
Voglio evidenziare questo video fra tutti i casting.
Chiunque adesso penserà…”Ah certo! Zoppi inserisce il video della trans per riderci un po’ su… per prendersi gioco della provinante Morgana…”
Io, invece, ho scelto fra tutti questo video perché la protagonista, in modo schietto e sincero, presenta se stessa per colei che è.
Questo video è dedicato a tutta quella gente che si ritiene “normale”, che si nasconde dietro ad un matrimonio, un lavoro, un crocifisso, un colletto bianco. Per tutti coloro che ritengono, attraverso la loro vita bigotta, che le diversità possono creare solo fastidio ed emarginazione.
La diversità è da valorizzare, non da temere; Come potrebbe esistere, ad esempio, un pensiero laterale senza considerazione per la diversità?
grazie tante maria antonietta 6 piacevolissima anke te!!!sappiate cmq ke io nn ho fatto il provino x “sfondare” se capita bene altrimenti è lo stesso.sono andata al provino x fare capire alla gente ke noi trans nn siamo solo cocaina e prostituzione!!!siamo sopratutto xsone con dignità cervello passioni sentimenti…nn è un aspetto da donna con tra le gambe il pistolino come viene kiamato ke ci rende “diverse”…..xkè se fosse cosi basterebbe cambiare sesso!!!ma x voi xsone “normali” noi saremo sempre i “diversi”(nonostante la correzione dei genitali) quindi siate tutti realisti xkè nn è la”diversità fisica” ke nn ci fa accettare dalla società!!! è la paura,l’ignoranza,la mancanza di informazione ke vi spinge a diffidare di noi e definirci “diversi”.concludo dicendo ke siamo sempre esistite nn siamo spuntate come i funghi dall’oggi al domani.grazie marazzo x la publicità anke se negativa ma l’importante è ke se ne parli!!!!solo cosi possiamo sperare in una integrazione sociale!!!buona giornata
ROMA - Si infittisce il mistero sul caso Marrazzo. E' stata trovata morta carbonizzata in casa sua la trans brasiliana Brenda, 32 anni, coinvolta nella vicenda di sesso, droga e ricatti che ha portato alle dimissioni del presidente della Regione. La Procura di Roma sta indagando sull'ipotesi di omicidio volontario. Ben quattro magistrati hanno effettuato questa mattina il sopralluogo presso l'abitazione dove è stato trovato il corpo del trans: si tratta del pm Pierluigi Cipolla (che era di turno esterno), del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani (che ha la delega per gli omicidi) e dei due che indagano sul caso Marrazzo, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli.
Brenda era in queste condizioni - seminuda - in un seminterrato di via Due Ponti, a Roma. Il corpo, secondo la polizia scientifica, non mostra segni di violenza. Accanto al cadavere è stata trovata una bottiglia di whisky. Ma un particolare pare più significativo di altri: nel suo appartamento sono stata trovate delle valigie pronte. Forse si preparava a lasciare Roma e l'Italia. I vicini hanno riferito di aver sentito del trambusto nella notte provenire proprio da lì, ma solo poco dopo le 4, quando si è sviluppato l'incendio, sono stati chiamati i pompieri.
Parlano le amiche. "L'hanno ammazzata, non so chi. Stava male psicologicamente, voleva tornare in Brasile: ora devono trovare chi ha fatto tutto questo". Visibilmente scossa, Barbara, parla così una transessuale brasiliana amica della vittima. "Ieri con Brenda ci siamo incontrati in un parcheggio, abbiamo bevuto un bicchiere di Ballantynès, poi lo abbiamo lasciato in casa a vedere la televisione", dice Barbara. La trans brasiliana ha affermato inoltre che "né polizia né carabinieri hanno fatto nulla" spiegando che "tutti i trans che abitano in questa zona sono a rischio di morte, abbiamo molta paura dei romeni".
Brenda dopo Cafasso. La transessuale è il secondo morto della vicenda Marrazzo. Il primo è Gianguarino Cafasso, protettore di transessuali, stroncato da un'overdose di cocaina nel settembre scorso. Era lui il pusher che, secondo i carabinieri coinvolti nel caso, girò il filmato di quanto avveniva nell'appartamento di via Gradoli. La morte di Cafasso ha insospettito la procura di Roma che ha disposto una serie di accertamenti tossicologi per cooscere in maniera chiara le cause del decesso.
Testimone dai pm. La transessuale brasiliana coinvolta nel caso per i rapporti che avrebbe intrattenuto con Marrazzo, era stata ascoltata in procura a Roma, come testimone, nell'ambito dell'inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell'ex presidente della Regione Lazio il 2 novembre scorso. L'audizione del viado di fronte al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli doveva chiarire tra l'altro, la questione dell'esistenza di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo e del quale hanno fatto cenno alcuni transessuali.
I rapporti con Marrazzo. Rispondendo alle domande dei pm il 2 novembre scorso, nell'ambito dell'inchiesta che lo vede vittima di un presunto tentativo di ricatto, Piero Marrazzo aveva dichiarato: "Ho avuto incontri di questo tipo con un'altra persona, un certo Blenda, nome che ho letto sui giornali in questi giorni e che mi sembra di ricordare. Nell'occasione di un incontro con Blenda ricordo che è passato anche un altro trans di cui non rammento il nome. Mi sembra che ho avuto solo due incontri con Blenda. Né Blenda o Natalie - aveva aggiunto l'ex governatore - mi hanno mai chiesto del denaro o ricattato in relazione a foto o video che mi ritraevano. Non sono a conoscenza di video o foto scattate da Blenda in occasione di questi incontri ma il mio stato confusionale negli stessi dovuto all'assunzione occasione della cocaina non mi mette in condizioni di saperlo. Non ricorso se ho dato a Natalie degli assegni per pagare le sue prestazioni, assegni poi restituitimi in cambi di contanti".
L'avevano picchiata e rapinata. L'8 novembre Brenda era rimasta coinvolta in una rissa dalla quale era uscita con ferite al volto. I carabinieri la trovarono in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all'assunzione di alcool e con alcune escoriazioni. In quell'occasione Brenda ebbe atteggiamenti autolesionistici, sbattendo la testa su un'autovettura in sosta. Poi dette in escandescenze anche all'ospedale, minacciando il personale sanitario con un paio di forbici da medicazione e procurandosi lesioni alle braccia. Dalle testimonianze dagli inquirenti si accertò che Brenda era stato avvicinata da alcuni ragazzi, probabilmente dell'est Europa, i quali gli avrebbero portato via la borsa, restituendogliela subito dopo, senza il cellulare.
Il legale di Marrazzo: "Inquietante". La morte della transessuale è un fatto "inquietante", ha commentato Luca Petrucci, legale di Marrazzo. "Bisogna indagare per vedere se c'è qualcosa di più grosso di quel che sia già emerso". "Non posso pensare - ha spiegato i legale - che la settimana scorsa questa persona è stata aggredita e rapinata e da poche ore è morta bruciata. Vanno approfondite le cause, capire che cosa c'è dietro. Anche se non ho nessun elemento per aggiungere qualcosa in più se non quello che apprendo dai media, dico che forse le indagini stanno scoperchiando un sistema simile a quello della Uno Bianca dove si mettevano, tra l'altro, a tacere i testimoni. In questo senso - conclude l'avvocato Petrucci - ritengo giusto mettere sotto protezione Natalie (altro trans che frequentava Marrazzo, ndr)".
Vladimir Luxuria. "Brenda non si è suicidata, poteva essere vista come una persona troppo scomoda". Così si è espressa Luxuria, la prima parlamentare italiana transgender, commentando la morte di Brenda. "Nella giornata del Transgender day of Remember in ricordo di tutte le vittime trans della violenza - spiega Luxuria - viene trovato il corpo carbonizzato di Brenda. Io ho sentito le prime dichiarazioni che parlano di suicidio e del fatto che lei avrebbe mostrato l'intenzione di suicidarsi. Confido nelle indagini - prosegue Luxuria - tuttavia so in cuor mio che di suicidio non si è trattato, perchè sono successe troppe cose che mi lasciano perplessa sulla casualità. Pochi giorni fa era stata picchiata, le hanno sottratto il cellulare con tutti i numeri e i messaggi - sottolinea Luxuria - Mi viene il sospetto che probabilmente qualcuno sapeva che Brenda sapeva. Forse c'era qualche altro nome di politico importante che Brenda frequentava".
Il 20 novembre 2009 viene celebrato in tutto il mondo l'11° Transgender Day Of Remembrance.
Il 28 novembre 1998 , viene assassinata Rita Hester, donna Trans vittima di un crimine d’odio. come molti casi analoghi, il caso è tutt’ora non risolto.
L’anno dopo, in suo onore a San Francisco, viene avviato il progetto web ‘Remembering our dead’ ( Ricordando i nostri Morti ), e viene organizzata la prima veglia a lume di candela, il primo TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE ( Giorno della memoria Transgender ).
Da undici anni a questa parte, la comunità Transgender internazionale, si trova a dover fare un triste resoconto, la contadelle persone uccise da un cieco odio transfobico.Il nostro paese è sempre tristemente presente nella conta delle vittime,segnale che le azioni svolte dalle istituzioni, contro questo genere diviolenze, non solo risulta insufficiente, ma spesso neanche compreso.I dati che ci permettono di dare un nome alle persone assassinate, non è chesolo una parte delle vittime.Ci basiamo solo sulle denunce fatte, sulle rassegne stampa internazionali esu quanto le singole associazioni riescono a raccogliere direttamente.In molti paesi l’uccisione di persone transgender passa sotto assolutosilenzio (ancora in molte nazioni la transessualità è un reato), in altri lacostruzione di una rete informativa trans/LGBTQ è resa impossibile dallecondizioni politico/sociali locali e, molto spesso, i familiari cercano diomettere la condizione transgender delle vittime per vergogna e paura delgiudizio sociale.Ricordando la storia che ci ha portate/i a commemorare in tutto il mondoquesto giorno, non dobbiamo dimenticare le azioni di tutte quelle personeche hanno lottato e che lottano tutt’ora per far si che questa lista di personeuccise sia azzerata, da una politica forte contro la discriminazione e laviolenza, e dalla volontà di tutte/i i cittadini di rendere il nostro mondomigliore, debellando l’odio verso le differenze di qualsiasi natura esse siano,rivalutando le stesse come bene prezioso per tutta l’umanità. Le celebrazioni quest’anno assumono un valore particolare a causa della crescente violenza transfobica che si è diffusa nel paese e del pesante clima politico e culturale che si è creato in particolar modo dopo il no alla legge contro le discriminazioni e dopo che da questa è stato tolto ogni riferimento alle persone transessuali.
Le transessuali sono considerate in tutto il mondo, le più
esposte al suicidio causato da emarginazione sociale e discriminazione che si
esprime in modo variamente profondo nelle diverse culture e società. Suicidi
stimolati da pressioni psicologiche esterne talvolta troppo forti da essere
sopportate. In molti di questi casi il suicidio altro non è che un omicidio
realizzato da un intera società.
Le dimensioni del fenomeno potrebbero far parlare di un vero e proprio
genocidio, alimentato dal pregiudizio e dalla Transfobia che affonda le sue radici in quella morale
che considera come anormale e pericoloso tutto ciò che si discosta dal modello di genere, di
sesso e di famiglia imposto.
Le persone transessuali secondo questa logica sono considerate degenerate e non degne di
rispetto, il loro assassinio risulta quindi giustificato e considerato meno grave di quello di
altri individui.
Questo clima transfobico viene alimentato in Italia e nel mondo dalle parole periodicamente pronunciate dai pulpiti vaticani dai politicanti teo-conservatori e dai giornali, con parole di odio che non solo istigano ma quasi approvano aggressioni verbali e fisiche, discriminazioni e violenze sociali verso le persone che non si allineano ad un certo modello sociale e che decidono di autodeterminare quotidianamente le poprie vite a partire dalla propria sessualita', affettivita' e identita' di genere.
Vegliamo e onoriamo la memoria di tutte le persone trans, ma non solo, vittime di crimine di odio.
Ci ricordiamo dei nostri fratelli e sorelle che la stampa e l’opinione pubblica nel migliore dei casi dimentica, nel peggiore dei casi li depreda dell’ultimo orgoglio, ricordandoli come uomini o donne biologici e rendendoli vittime di un sensazionalismo che dura il tempo di un Telegiornale, ma sufficiente per ucciderli una seconda volta, nuovamente vittime di una società che giudica e poi volta la testa dall’altra parte.
Noi vogliamo prenderci questo momento per vegliarli e amarli.
Noi, e le persone non transgender che ci sono vicine, ci ricordiamo che queste persone erano figli, figlie, padri, madri, amici, fratelli sorelle e partners.
Lanciamo un urlo silenzioso di cordoglio e orgoglio addosso al muro di indifferenza e odio della società.
Noi non dimentichiamo e non dimenticheremo.
Il programma delle manifestazioni in tutta Italia Il 20 novembre, quindi,
Sono in via di organizzazione iniziative a Bologna [a cura del Mit, Movimento italiano transgender, www.mit-italia.it], Verona [circolo Pink, www.circolopink.it], Torino [circolo glbt Maurice, www.mauriceglbt.org], Napoli [Associazione transessuali Napoli e cooperativa sociale Dedalus, www.coopdedalus.it].
venerdì 20 novembre 2009
Ora:
21.00 - 22.00
Luogo:
Milano, via Bezzecca
Tutte le informazioni sugli eventi nel mondo sono reperibili sul sito
Pubblichiamo qui sotto i casi comparsi sui giornali nel solo 2009.
REPORT dei principali atti di violenza transfobica
accaduti in Italia nel corso del 2009
tratti dagli articoli comparsi sulla stampa
3/01/2009
NAPOLI.
Una transessuale, della quale non si conosce ancora l'identità, è stata trovata morta in vico Sant'Alessio, nella zona del Lavinaio, vicino a piazza Mercato, nel centro di Napoli. Gli investigatori ancora non hanno chiarito se sia stato ucciso a coltellate o a colpi di pistola.
03/01/2009
PERUGIA.
Non aveva più’ una casa dove andare (era stata sequestrata dalla Polizia giorni fa perchè lì dentro si esercitava la prostituzione) e l’unico rifugio che era riuscita a trovare era una vecchia Ford Escort parcheggiata e, pare, abbandonata dal proprietario in via del Macello. Lei D.S., transessuale brasiliana di 24 anni, clandestina, che fino a poco tempo fa abitava in un palazzo della zona, dopo avere sfondato un vetro, si era sistemata nella vecchia Ford. Una coperta, il sedile posteriore come letto: era tutta la sua casa, un posto dove andarsi a riposare. Quell’auto però con il vetro rotto ha insospettito una pattuglia della volante, che l’altra sera è andata a scoprire cosa fossse successo. Gli agenti si sono trovati davanti a una giovane trans avvolta nella sua coperta profondamente addormentata. Dal momento che non aveva rubato l’auto, la trans è stata solo denunciata per danneggiamento e subito è stata avviata la pratica per il rimpatrio. Ma non sarà facile rimandarla in Brasile — almeno in tempi rapidi — perchè la giovane, che pare abbia diverse gravi patologie, dovrà essere prima sottoposta a una lunga serie di accertamenti clinici. Dopodiché se le sue condizioni di salute lo consentiranno sarà rimpatriata.
14/01/2009
MILANO.
Rifiuta una prestazione gratuita e viene rapinata. Vittima una transessuale brasiliana che, dopo aver detto di no a un egiziano, è stato spinto a terra e rapinato della borsetta. Il nordafricano, con precedenti per rapina e furto, è poi scappato, ma non ha fatto molta strada: è stato fermato ed arrestato da un equipaggio dei carabinieri. L'episodio è avvenuto l'altra sera, poco prima delle 22.30, in via Novara, all'angolo con via Romanello.
20/01/2009
ROMA.
Due pregiudicati romeni, di 26 e 35 anni, sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma, dopo aver tentato di rapinare una transessuale brasiliana di 31 anni. I romeni, dopo aver colpita la transessuale con una bottiglia, hanno tentato di scippargli la borsa: la brasiliana, seppur dolorante, ha opposto resistenza al tentativo dei due, che se la sono data a gambe elevate. Un equipaggio del Nucleo Radiomobile, in transito proprio in quel momento, attirato dalle urla della brasiliana, dopo essersi accertato delle condizioni della trans, si è messo sulle tracce dei due fuggitivi, intercettandoli e bloccandoli nei pressi di via Emilio Longoni. Arrestati con l'accusa di tentata rapina e lesioni personali, i due romeni sono stati associati al carcere di Regina Coeli. La trans, visitata dai sanitari dell'ospedale Sandro Pertini, è stata dimessa con una prognosi di 8 giorni.
29/01/2009
PARMA.
Un ucraino di 20 anni è stato arrestato la scorsa notte dai carabinieri a Ponte Taro dopo aver tentato di rapinare una transessuale armato di una pistola ad aria compressa. Il giovane, attorno all’1.30, si è fermato in un’area di servizio dove la trans stava aspettando i clienti. Dopo averla fatto salire in macchina, gli ha però puntato al collo la pistola intimandogli di consegnare quello che aveva nella borsa. la transessuale ha reagito mordendogli una mano, ma l’altro gli ha sparato sette colpi ferendola leggermente. A quel punto la trans ha sfilato dal cruscotto le chiavi dell’auto ed è scappata nei campi. L’ucraino prima ha provato a inseguirla, poi ha chiamato i carabinieri dicendo di essere stato aggredito
22/02/2009
CASERTA.
Provincia di Caserta, l´aggressore sceglie la sua vittima: è una transessuale in attesa di clienti. Punta al telefonino che ha in mano. Così, a bordo della sua Smart, si avvicina con fare ammiccante lungo la strada di periferia di Maddaloni (Caserta) e chiede alla trans il prezzo per una prestazione sessuale. La vittima si avvicina, si china verso il finestrino aperto e a quel punto il bandito gli strappa il cellulare di mano. Quindi schiaccia il piede sull´acceleratore, e fugge via con il bottino. Solo che la vittima non molla, si aggrappa alla portiera e il bandito la trascina per alcuni metri. La vittima si ferisce in più parti del corpo: lividi e contusioni fino a quando, stremata, non lascia la presa. Il malvivente è intanto lontano. La sua auto però viene segnalata alla polizia, e gli agenti del commissariato di Acerra, ieri, notano la Smart in via Calabricito. Alzano la palina dell´alt ma il bandito non si ferma. Forza il posto di blocco, fugge. Inseguito e preso lungo la strada statale 162. Sotto il sedile, il malvivente - Fabio Scognamiglio, 24 anni - nasconde ancora il cellulare della transessuale. Viene arrestato.
07/03/2009
MONTESILVANO (PE).
Il suo sogno era operarsi per diventare davvero, finalmente, una donna. Ma non ce l’ha fatta M.T., in arte Michelle, transessuale di 32 anni originaria di Giulianova che ieri mattina si è impiccata dopo aver affidato le sue ultime parole a un cartellone alto un metro trovato dai carabinieri sul tavolo di casa sua, in via Grecia. Quasi a voler gridare la disperazione che le scoppiava nel cuore, Michelle ha scritto «La vita era diventata impossibile» e poi, dopo aver firmato quattro lettere indirizzate a parenti e amici, ha messo in atto il suo gesto estremo. Sono stati i vicini di casa a dare l’allarme, alle sette e mezza di ieri mattina: il corpo era sul balcone, al primo piano di una delle palazzine di fronte a Porto Allegro.
27/04/2009
ROMA.
Due 40enni hanno rapinato la borsetta a una trans: a bordo della loro auto, nella notte hanno avvicinato una transessuale brasiliana sulla via Casilina, e minacciandola con una pistola lo hanno costretta a consegnarla. Ha però assistito un carabiniere, che dopo aver chiesto l´intervento di altri militari le ha seguite, bloccate e arrestate. La pistola era ad aria compressa, senza tappo rosso. Risponderanno di concorso in rapina aggravata
04/05/2009
FIRENZE.
Nella notte tra il 2 e 3 maggio, al parco delle Cascine di Firrenze due ragazze trans sono state aggredite da una decina di ragazzi italiani tra i 17 e i 25 anni armati di spranghe di ferro: lo denuncia Matteo Pegoraro, attivista per i diritti umani col Gruppo Everyone, il quale afferma che "il gruppo di transfobici le ha dapprima minacciate, insultate e successivamente ha scagliato la propria violenza sulle loro automobili. Si tratta di un episodio gravissimo, che riporta all'attualità il dramma di migliaia di persone omosessuali e transessuali che nel nostro Paese devono fare i conti, rimettendoci in prima persona, con la discriminazione e il pregiudizio, che sfociano ormai sempre più frequentemente in episodi incontrollati di violenza".
30/06/2009
BOLOGNA.
Due transessuali sono finite in ospedale questa notte a Bologna dopo essere stati vittime di uno scherzo di cattivo gusto: due auto li hanno affiancati, mentre ieri sera si prostituivano in via Stalingrado, e hanno sparato contro di loro con un estintore. le due sono stati colpite agli occhi e hanno dovuto farsi medicare, ricevendo cinque e sette giorni di prognosi. Una terza transessuale che ha assistito alla scena, però, e' subito balzata in macchina e si e' messa a inseguire gli aggressori. Gli e' stata dietro fino a via Massarenti, schivando anche l'estintore che a un certo punto gli e' stato lanciato contro da una delle due auto in corsa. Imperterrito, e' riuscito a inseguire gli autori del gesto fino a Massarenti, poi li ha persi di vista. Il fatto e' successo stanotte intorno alle tre in via Stalingrado all'altezza del Mercatone Uno: due auto, una grigia e una nera, si sono accostate ai due trans ed e' subito partito il getto dell'estintore. La Polizia e' stata poi allertata dal personale del Pronto soccorso dell'ospedale Sant'Orsola.le due feriti sono una ragazza di Ragusa di 32 anni e una comasca di 38. la terza trans che si e' messa a inseguire le due auto e' anch'egli di Ragusa e ha 31 anni: secondo quanto ha riferito alla Polizia, non e' la prima volta che capitano fatti del genere. Lei stessa aveva sentito parlare di precedenti episodi di scherno contro le sue "colleghe". L'estintore e' stato ritrovato all'incrocio tra via del Lavoro e via Vezza.
04/07/2009
BOLOGNA.
Pochi giorni dopo essere finita nel mirino di alcuni teppisti, è stata rapinata da un finto cliente ma l'ha fatta arrestare dalla polizia. Ancora una disavventura per una transessuale di 32 anni, originaria di Ragusa, che si prostituisce in via Stalingrado. Verso le tre dell'altra notte è stata avvicinata da uno straniero che, spacciandosi per un cliente, gli ha strappato di mano la borsetta, trascinandola a terra. Il rapinatore è scappato in auto ma la trans ragusana, nonostante la caduta che gli ha provocato lesioni guaribili in tre giorni, è riuscita ad annotare la targa dell'auto. La polizia ha rapidamente individuato l'aggressore, Tesfaj Tewelde, etiope di 43 anni, regolare e con precedenti specifici, rintracciato nella sua abitazione e ancora in possesso della borsa appena trafugata. Già nel 2001 era stato denunciato per avere derubato una transessuale, sempre in zona Fiera. Questa volta l'etiope è stato arrestato per rapina e lesioni finalizzate alla rapina. la trentaduenne siciliana è una delle due transessuali che, lunedì scorso, erano stati bersagliati del raid di alcuni giovani, che avevano scaricato loro in faccia il getto di due estintori.
10/07/2009
BELLUNO.
Due tappe probatorie fondamentali per l’agente penitenziario di Belluno accusato da una detenuta transessuale, rinchiusa nell’apposita sessione di Baldenich, di averla costretta ad un rapporto orale. Ieri il magistrato titolare dell’inchiesta ha affidato l’incarico ad un professionista di eseguire l’esame del Dna.. Nel pomeriggio, in carcere, si è svolto invece un confronto tra le parti, alla presenza dell’avvocato difensore e del pubblico ministero, per raccogliere le testimonianze di tutti i soggetti coinvolti. Ma sarà il risultato del Dna a scrivere la parola decisiva, senza possibilità di errore. L’indagato non si è sottratto all’esame, affermando di essere stato accusato ingiustamente. Diversa la versione che sarebbe stata resa da altri detenuti, secondo la quale l’uomo avrebbe più volte abusato della sua posizione, costringendo le trans a soddisfare le sue voglie, forte del potere che la divisa e il ruolo gli conferiscono. Ma, in questo caso, la vittima ha fatto scattare la trappola. Ora l’agente è indagato ufficialmente per violenza sessuale commessa con abuso di potere. Reato pesantissimo per il quale rischia davvero di passare dall’altra parte delle sbarre.
13/07/2009
RIVA LIGURE (IM).
Una transessuale di 26 anni, italiana, è stata soccorsa dai medici del 118, dopo la segnalazione di due passanti, che hanno vista a terra, ieri alle 12.30, sanguinante, sulla strada verso Pompeiana. la 26enne, che lavora nelle discoteche della zona, sarebbe stata violentata. I Carabinieri della locale stazione hanno parlato con la 26enne che, però, avrebbe deciso di non sporgere querela. Molte le ipotesi sul fatto, tra cui quella che la giovane possa essere stata violentata da qualche persona, che aveva conosciuto la transessuale, poco prima in un locale.
22/07/2009
FIRENZE.
Dopo una breve vacanza trascorsa a Gardaland, 3 amiche, 2 transessuali ed una donna, si sono fermate a Firenze per qualche ora. Verso l’una, nella centrale piazza della Signoria, le tre sono state avvicinate da 3 giovani stranieri che hanno iniziato a fare volgari apprezzamenti contro di loro. Alle rimostranze verbali da parte di una di loro, i 3 hanno cominciato ad inverirle contro, a picchiarla selvaggiamente colpendola alla testa. Vanessa, la giovane transessuale, è caduta a terra priva di sensi. Il fortunoso intervento di una pattuglia dei carabinieri, che ha chiamato un’ambulanza, ha evitato che la situazione degenerasse ancora di più. Condotta in ospedale la transessuale ha passato lì la notte. I tre aggressori sono stai identificati e denunciati.
04/09/2009
MILANO.
E' accusato di ripetuta violenza sessuale ai danni di una transessuale brasiliana, condannata per furto. L'indagato è un agente della polizia penitenziaria in servizio nel carcere milanese di San Vittore dove la trans è detenuta. I fatti si sarebbero svolti tra giugno e settembre del 2008, ma la notizia si è diffusa solo adesso perché pare che l'imputazione ai danni dell'agente non sia stata immediata. Il sostituto procuratore della Repubblica Isidoro Palma avrebbe svolto prima delle lunghe indagini per verificare la possibilità di iscrivere l'uomo nel registro degli indagati dato che le uniche prove ai suoi danni erano le dichiarazioni della trans. Secondo la vittima, le violenze sarebbero state quattro, tutte verificatesi durante le ore notturne, tranne una avvenuta nel pomeriggio. Il luogo prescelto dall'agente per consumare la violenza sarebbe stato il locale utilizzato dai sottufficiali nel quale portava la trans dopo averla prelevata dalla sua cella.
I colleghi dell'uomo, come era prevedibile, si sono schierati tutti in sua difesa sostenendo, tra l'altro, che sarebbe impossibile portare qualcuno in quella stanza senza essere notati.
08/09/2009
LECCE.
Luana Ricci, anni 46, sposata con due figli, un ragazzo di 18 anni e una ragazza di 15, all’anagrafe risulta ancora essere Marco Della Gatta. Diplomata in pianoforte al Conservatorio di Lecce e in musica jazz a quello di Bari, Luana vanta un curriculum di tutto rispetto, nell’ambiente musicale gode di grande rispetto e la sua arte è molto apprezzata. Dal 1991 lavora per la Diocesi, pur non avendo mai firmato un contratto e non avendo mai percepito i contributi. Ora che la Curia l’ha cacciata senza nemmeno una spiegazione e lei farà valere i propri diritti. Però prima di abbandonare per sempre il suo lavoro di organista , tornerà in chiesa ancora un paio di volte vestita da uomo per rispetto alle coppie che si devono sposare. Il ben servito lo ha ricevuto il 31 agosto scorso perché grazie all’Onig (Osservatorio nazionale sull'identità di genere che ha una sede anche a Bari) da un anno e mezzo ha iniziato il suo percorso di transizione e ora grazie agli ormoni le è cresciuto il seno.
29/09/2009
ROMA.
Costringeva la convivente transessuale argentina a prostituirsi, ma è stato arrestato dai carabinieri del nucleo operativo di Pomezia per favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina e anche per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. C.P., catanese di 39 anni, viveva con la transessuale in un appartamento di Torvaianica da dove partiva ogni sera per accompagnare l’argentina a lavorare sui marciapiedi di Trigoria. la sudamericana era guardata a vista dal suo aguzzino che aspettava in auto, lontano dalla strada, che la convivente finisse la giornata di “servizio” per poi riportarla a casa.
29/09/2009
PISA.
Una bravata pagata a caro prezzo da tre giovani pisani di buona famiglia', finiti nella casa circondariale Don Bosco dopo aver derubato una transessuale. I protagonisti di questo ennesimo squallido episodio microcriminalità sono tre ventenni che abitano a Marina di Pisa. C.A. di 28 anni, S.M. di 22 anni ed E.V di 21 anni sono stati tratti in arresto dalla polizia perché responsabili, in concorso tra loro, del furto con strappo in danno di una transessuale ventiquattrenne.
15/10/2009
ROMA.
Una trans di circa 45 anni è stata investita nella notte tra martedì e mercoledì all'Eur da un'auto che poi è fuggita. Secondo le prime informazioni, la donna, circa 45 anni, è stata investita da un'auto tra mezzanotte e le due nella zona dell'Eur intorno al Palalottomatica. I ricordi sono molto confusi, ma le amiche presenti al fatto, raccontano che la macchina, con all'interno un paio di persone, avesse girato intorno alla donna più di una volta. Poi, ha cominciato a seguirla fino ad investirla. A qual punto la 45enne, straniera, ma in Italia da 25 anni, sarebbe stata investita. L'auto a quel punto è fuggita lasciandola lì per terra senza sensi.
Una storia che fa riflettere sulla maturità dei bambini e soprattutto sulla sensibilità e sul coraggio che spesso nemmeno gli adulti hanno. Will Phillips ha 10 anni e una mattina, mentre tutti i compagni si sono alzati in classe per giurare fedeltà alla bandiera americana, lui è rimasto seduto. Quando la maestra lo ha rimproverato e gli ha detto di alzarsi, lui ha risposto: “Con tutto il rispetto… vada e si butti dal ponte”. La maestra ha quindi reso noto il fatto al preside e convocato i genitori del bambino.
I genitori di Will non si sono stupiti o arrabbiati per l'accaduto; le motivazioni del piccolo per non alzarsi erano del tutto legittime: “Non penso che oggi ci siano libertà e giustizia per tutti“, dice il ragazzino di dieci anni.
Will non ha madre o padre omosessuali, ma ha una famiglia eterosessuale molto attenta alla situazione lgbt americana e lo hanno sensibilizzato fin da piccolo alla causa. Will si rende conto che per adesso il suo Paese non è come dovrebbe essere: ovvero un luogo in cui vi sia “libertà di parola. Libertà di non essere d’accordo. Penso che essere Americani voglia dire questo, pressappoco”. Quante di queste parole provengono dal pensiero spontaneo di Will e quante invece dei suoi genitori?
Twoleroad ha riportato la notizia che un ragazzo gay portoricano di 19 anni,Jorge Steven Lopez Mercado, è stato brutalmente ucciso. Il suo corpo è stato ritrovato bruciato, smembrato e decapitato a Cayey, il 14 novembre. Secondo un iRporter,Christopher Pagan: "Lui era una persona molto conosciuta e amata all'interno della comunità lgbt di Puerto Rico." E aggiunge: " Mai nella storia di Puerto Rico un omicidio è stato classificato come un crimine d'odio. Anche se dobbiamo seguire molti mandati federali e leggi, molti di questi che sono passati in America, come il "New Bill" di Obama, non sempre vengono messi in pratica a Puerto Rico."
Pagan inoltre ha reso pubblica la dichiarazione di uno degli investigatori della polizia, che ha affermato che: "Persone che seguono questo stile di vita devono stare attenti perchè possono accadere cose del genere".
Julio Serrano, attivista lgbt, ha risposto a queste affermazioni, dicendo che:" E' inammissibile che un investigatore pensi che la vittima è stata causa del proprio destino, come se una donna si meritasse una violenza perchè indossa una minigonna. Noi chiediamo la condanna per questo poliziotto e chiediamo che il Sovraintendente Figueroa Sancha lo sostituisca con qualcuno capace di fare delle indagini senza pregiudizi." Pagan conclude: "Per ora la storia ha avuto un'eco solo locale, mentre le copertine internazionali non ne hanno parlato."
Il governo austriaco ha dato oggi il via libera all'introduzione di una unione civile per le coppie omosessuali che esclude però il matrimonio tout-court. Dopo mesi di negoziati all'interno della "Grande coalizione" al potere in Austria, le coppie gay potranno, a partire dal prossimo primo gennaio, dopo l'adozione finale del progetto dal parte del Parlamento, godere delle stesse disposizioni a favore delle coppie eterosessuali in materia di pensioni.
Le coppie gay e lesbiche potranno anche portare lo stesso cognome, ma per contro l'adozione di un bambino o la procreazione assistita resteranno off-limit, ha sottolineato il ministro della Giustizia Claudia Bandion-Ortner.
La legge approvata oggi è frutto di un compromesso conseguito dopo una feroce opposizione del partito conservatore Oevp che è riuscito ad ottenere il divieto del matrimonio civile. Unicamente autorizzata è la registrazione dell'unione presso le anagrafi sullo stato civile.
Secondo Gabriele Heinisch-Hosek, ministro della Condizione femminile, che si è battuta per ottenere il matrimonio, il progetto di legge "non è ancora definitivo" lasciando intendere che potrebbero esservi apportati degli emendamenti. L'adozione del testo da parte del Consiglio dei ministri è stata preceduta da una settimana di campagna mediatica orchestrata dall'arcivescovo di Vienna, il Cardinale Christoph Schoenborn, che ha insistito sul fatto che per la Chiesa cattolica una unione o un matrimonio può esistere solo fra un uomo e una donna.
di Gabriella Meroni - pubblicato il 13 Novembre 2009 da Vita.it
La Commissione elettorale indiana ha concesso agli eunuchi un'identità di genere separata, per consentire loro di scrivere «altro» nella casella del sesso sui documenti elettorali. La Commissione ha fatto sapere di aver ricevuto diversi contributi di gruppi e individui sul tema, prima di pronunciarsi. Lo riferisce la Bbc. Finora nel paese gli eunuchi, che si stima siano circa 500mila, erano costretti a registrarsi come uomini o donne; tra loro si annoverano indistintamente ermafroditi, travestiti e transessuali, e il loro status sociale è controverso, poiché oscilla tra la repulsione e il massimo rispetto, in quanto in alcune zone dell'India si crede che posseggano poteri soprannaturali. Secondo la Bbc questo provvedimento storico «potrebbe essere il primo passo verso il riconoscimento ufficiale della comunità di eunuchi, finora ufficialmente tenuta ai margini dello spazio pubblico». fonte:http://www.gaynews.it/view.php?ID=83493
Buenos Aires, 17 nov. (Ap) - Il primo dicembre José Maria Di Bello e il suo partner Alex Freyre diventeranno "marito e marito": la città di Buenos Aires ha dato per la prima volta il premesso a due uomini di sposarsi, dato che il sindaco della capitale argentina Mauricio Macri ha annunciato ufficialmente che non intende presentare ricorso nei confronti di quello che diventerà il primo matrimonio omosessuale nel Paese.
"Dobbiamo accettare la realtà e viverla: il mondo va in questa direzione", ha detto Macri, sottolineando che è importante che i funzionari pubblici "garantiscano il diritto di ogni persona di scegliere liberamente con chi vogliono formare una coppia e vivere felici". Ma la felicità di Freyre, direttore trentanovenne della Fondazione Aids di Buenos Aires e di Di Bello, impiegato di 41 anni della Croce Rossa argentina, è arrivata come spesso accade in questi casi dopo una battaglia legale: lo scorso aprile, dopo un primo rifiuto del comune, si erano rivolti al tribunale. E la giudice Gabriela Seijas ha deciso che le leggi che limitano i matrimoni a a "uomini e donne" violano le leggi costituzionali.
Il Congresso (parlamento) argentino sta considerando una riforma del codice civile per consentire il matrimonio fra persone dello stesso sesso: nonostante l'appoggio del Partito Justicialista della presidente Cristina Fernandez Kirchner, il maggiore del paese, la riforma si scontra con l'opposizione della chiesa cattolica e dei gruppi cristiani. Attualmente nessun paese latinoamericano permette il matrimonio gay, ma alcune giurisdizioni - la stessa città di Buenos Aires, Città del Messico e l'Uruguay - consentono unioni civili. Freyre e Di Bello, entrambi sieropositivi, si sposeranno nella giornata mondiale sull'Aids nel quartiere di Palermo. La decisione di Seijas non fissa un precedente vincolante, ma può fare giurisprudenza. fonte:http://www.gaynews.it/view.php?ID=83516
Protagonista indiscusso dell’universo letterario di Virginia Woolf, Orlando attraversa la storia e la sessualità nelle sue innumerevoli avventure lunghe sei secoli. A Teatri di Vita, capitolo per capitolo si sviscera la trama di quello che è il primo romanzo transgender della letteratura, pubblicato dalla famosa scrittrice femminista nel 1928: l’Orlando.
Prosegue così l’appuntamento di Teatri di Vita dedicato alle letture dal vivo “al femminile” con la lettura del secondo capitolo di Orlando di Virginia Woolf, interpretato dall’attrice Francesca Ballico (foto), giovedì 19 novembre alle ore 21,15 a Teatri di Vita (Via Emilia Ponente 485, Bologna - e-mail - 051.566330).
Dopo la prima lettura di Olga Durano, continua la serie di serate che Teatri di Vita dedica alle donne, all’interno di una stagione che affronta numerosi momenti di approfondimento sull’universo femminile.
L’attrice Francesca Ballico ha attraversato diversi ambiti della scena contemporanea indagandone i meccanismi alla ricerca della linea di confine che sta tra i sensi e il corpo dei diversi linguaggi. Oltre a numerose performances e creazioni di teatro danza, ha seguito il lavoro sulle nuove scritture di Luigi Gozzi ed è stata voce recitante in prestigiosi festival musicali internazionali. Per Andrea Adriatico ha interpretato numerosi ruoli tra cui quello di protagonista nell’estrema drammaticità e carnalità di Orgia di Pier Paolo Pasolini e del monologo Quel che si chiama vita, e quello vorticosamente comico nelle Quattro gemelle di Copi e nelle Cognate di Michel Tremblay.