La rivolta degli abruzzesi a Roma tra cariche e manganellate
Maroni convoca un vertice per far chiarezza. Malmenati anche Cialente e Lolli.
Davide Sfragano
Piazza Colonna, Palazzo Chigi, Palazzo Grazioli: sono tutte zone off limits. Lì non si può assolutamente manifestare. Tant'è che per evitarlo le forze dell'ordine stamattina hanno caricato il corteo dei terremotati de L'Aquila.
E' avvenuto in via del Corso, quando i manifestanti hanno provato a forzare il blocco imposto dalle forze dell'ordine, per evitare di essere dirottati in piazza di Pietra.
Nonostante il blocco, però, alcuni manifestanti in un primo momento sono riusciti a raggiungere Piazza Colonna.
E dopo una lunga trattativa è stato concesso al corteo di raggiungere Palazzo Chigi, dove sono stati intonati cori contro Berlusconi e il presidente dell'Abruzzo Chiodi.
Le forze dell'ordine, dal canto loro, hanno giustificato le cariche sostenendo che il corteo non era stato autorizzato.
Governo valuta proposta Cialente
Ad ogni modo una delegazioni di politici aquilani, tra cui anche Massimo Cialente, è stata ricevuta dal presidente del Senato, Renato Schifani. A termine del vertice il sindaco de L'Aquila ha detto: "Restituzione del 40 per cento delle tasse in 10 anni dal primo gennaio 2011. È l'ipotesi avanzata dall'opposizione che il governo sta valutando e potrebbe inserire con un emendamento dell'ultimo minuto".
L'ipotesi è stata avanzata da Cialente alla senatrice Pd Anna Finocchiaro. Questa ha chiamato l'esponente del Pdl Maurizio Gasparri che ha presentato la proposta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Anche il ministro degli Esteri Frattini conferma l'ipotesi.
Tensioni anche sotto Palazzo Grazioli
Ma non si è esaurita qui la manifestazione del popolo delle cariole. Dopo esser stati a piazza Montecitorio i manifestanti hanno deciso di dirigersi verso il Senato. Ma prima passando per via del Plebiscito, dove c'è la residenza romana del premier: Palazzo Grazioli. Qui ci sono stati altri momenti di tensione con spinte tra forze dell'ordine e manifestanti che hanno cercato di forzare il blocco.
E' la prima volta che un corteo riesce a passare sotto la "casa" di Berlusconi.
Poi hanno raggiunto piazza Navona, dove ci sono stati nuovi episodi di tensione tra le forze dell'ordine che bloccavano l'accesso a Palazzo Madama e i manifestanti che cercavano di passare.
Tafferugli anche a piazza Venezia
E pensare che dei tafferugli c'erano stati già a piazza Venezia: quando i manifestanti, dopo aver occupato simbolicamente la piazza, hanno cercato di raggiungere piazza Colonna per protestare sotto Palazzo Chigi, e quindi sono stati fermati dalle forze dell'ordine con due bindati che sbarrano l'entrata di via del Corso.
Solo dopo un'ora circa i blindati si sono spostati permettendo così al corteo di proseguire cerso piazza Montecitorio.
3 feriti: rotta la testa a 2 ragazzi
Ma ci soni anche tre feriti per gli scontri. Un ragazzo è stato colpito alla testa: la sua maglietta rossa è compeltamente insanguinata.
Un altro manifestante è stato ferito alla testa dalle forze dell'ordine: indossa una maglietta gialla compeltamente insanguinata.
Il terzo ferito, invece, è stato colpito da una manganellata nei tafferugli di piazza Venezia.
"Guardate il sangue di un aquilano. La mia unica colpa è essere un terremotato". Lo ha detto uno dei due giovani feriti alla testa in via del Corso. Il ragazzo racconta di aver ricevuto due manganellate ed è sanguinante alla testa.
Maltrattato anche Cialente
Ed anche il sindaco de l'Aquila, Massimo Cialente (nella foto), e il deputato del Pd Giovanni Lolli, sono stati spintonati. "Siamo gente tranquilla, non meritavamo di essere trattati così. Ho preso degli spintoni e delle pedate. Ho una caviglia dolorante. Sento dolore, ma non è nulla di grave", ha detto il sindaco de L'Aquila Massimo Cialente.
E pensare che tra i manifestanti ci sono anche molti poliziotti de L'Aquila.
Un'ora di tensione
Ma per molto tempo c'è stata tensione. Così i manifestanti hanno gridato: "Aprite e aprite...". E invitano gli agenti delle forze dell'ordine a disobbedire agli ordini: "Vi hanno anche tagliato gli stipendi", "Lasciateci manifestare", "Siamo come voi", "Con gli scudi e i manganelli contro gli sfollati: vergogna!".
Tutto ciò alla manifestazione ribattezzata 'la marcia su Roma', quella organizzata dai cittadini aquilani che stanno manifestando a Roma e hanno occupato gran parte di piazza Venezia.
Maroni vuol fare chiarezza
"Sto andando al ministero per fare una riunione su quanto accaduto". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, rispondendo a una domanda sugli scontri. Per ora, ha spiegato il ministro, "ho solo notizie frammentarie, al ministero mi farò raccontare come sono andati i fatti. Io verifico i fatti non le opinioni riportate da qualcuno".
Maroni poi a anche detto di "essere favorevole alle manifestazioni quando si svolgono pacificamente, senza violenze e voglio capire perché questa non si è svolta in questo modo, voglio capire se ci sono responsabilità e da che parte".
Diritti non privilegi
E pensare che non chiedono privilegi ma equità e diritti, chiedono "un futuro per il territorio aquilano, per il quale serve una legge organica sul dopo terremoto, per la ricostruzione che non è mai partita, una tassa di scopo e fondi certi", dicono gli organizzatori dei numerosi comitati cittadini.
In 5mila, con più di 40 pullman
Sono circa 5 mila le persone arrivate dal 'cratere', oltre al comune dell'Aquila paesi limitrofi come San Demetrio, Fossa, Torre dei Passeri, in provincia di Pescara, e Sulmona, che pur non essendo stata inserita nell'area dell'epicentro del sisma del 6 aprile 2009 ha subito danni.
Alla manifestazione, organizzata dal Popolo delle carriole del presidio di piazza del Duomo, hanno aderito tra gli altri i comitati '3 e 32', 'Rete Aq', 'Evà (Eco villaggio autocostruito), 'Cittadini per i cittadini' e gli universitari che abitavano la Casa dello studente.
I manifestanti vestono magliette con su scritto "forti e gentili", come diceva D'Annunzio, "ma non fessi", e portano bandiere nere e verdi, i colori della città .
Bersani: "Sì a una tassa per l'Aquila
E la questione, dopo gli scontri di stam attina diventa anche politica. "Sono d'accordo ad una tassa di scopo per l'Aquila" ha detto il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Che ha incassato applausi ma anche qualche contestazione una volta tra i manifestanti.
Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, a proposito dei tafferugli, ha rivolto invece un appello a Gianfranco Fini: "La presidenza della Camera intervenga sul governo perchè si dica alle forze dell'ordine che svolgono il loro dovere che hanno di fronte persone disperate, esasperate e spesso prese in giro".fonte;http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=La%20rivolta%20degli%20abruzzesi%20a%20Roma%20tra%20cariche%20e%20manganellate&idSezione=7553
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