È stata presidente del MIT e vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere (ONIG. Nella politica nazionale è stata più volte candidata alle elezioni parlamentari ed è stata consigliere comunale dal 1995 al 1999, prima trans eletta al mondo, alle politiche sociali di Bologna. Nel cinema ha lavorato per registi come Federico Fellini e Roberto Rossellini.
I primi anni
Nel dopoguerra, una condizione finanziaria difficile e la sua diversità precoce la mettono davanti ad una difficile situazione.
Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica, nel 1961 inizia a lavorare presso l'Hotel Rivoli di Roma, come portiere. Fra il 1965 e 1978 lavora al Piper Club di Roma e di quel posto e di quel periodo eredita tutta la carica rivoluzionaria e trasgressiva. In seguito, fino al 1981 è un'operatrice intercontinentale dell'Italcable[2].
Subito dopo inizia un’attività cinematografica come attore che la porta a lavorare con grandi registi, primo suo pigmalione Federico Fellini, notevole il personaggio del principe (Umberto di Savoia) nel film Amarcord, poi Rossellini, Petri, Sordi ed altri.
Il cinema
Marcella di Folco, che si era recata a Cinecittà per consegnare una lettera, venne notata da Fellini e da lui scritturata. Da quel momento ebbe numerosi ruoli in diversi film, apparendo con il cognome d'arte Di Falco, in realtà il cognome originario della sua famiglia. Tra i tanti ruoli suo quello del principe Umberto di Savoia, in Amarcord (1973) di Federico Fellini e, nello stesso anno, del protagonista in L'età di Cosimo de' Medici di Roberto Rossellini.
Una rara intervista con spezzoni da alcuni film della carriera cinematografica di Marcella Di Folco, storica leader del Movimento di Identità Transessuale Italiano. Dal Programma Stracult - Corpi Mutanti di Rai DueFilmografia [modifica]
- 1969 - Fellini Satyricon, regia di Federico Fellini
- 1971 - In nome del popolo italiano, regia di Dino Risi
- 1972 - Sotto a chi tocca!, regia di Gianfranco Parolini
- 1972 - I racconti di Canterbury N. 2, regia di Lucio Dandolo
- 1972 - Anche se volessi lavorare, che faccio?, regia di Flavio Mogherini
- 1972 - Decameron No. 2 - Le altre novelle del Boccaccio, regia di Mino Guerrini
- 1973 - L'età di Cosimo de Medici, regia di Roberto Rossellini (film TV)
- 1973 - Amarcord, regia di Federico Fellini
- 1974 - Il poliziotto è marcio, regia di Fernando Di Leo
- 1974 - Finché c'è guerra c'è speranza, regia di Alberto Sordi
- 1974 - Cartesius, regia di Roberto Rossellini (film TV)
- 1975 - Quant'è bella la Bernarda, tutta nera, tutta calda, regia di Lucio Dandolo
- 1975 - Di che segno sei?, regia di Sergio Corbucci
- 1975 - Mondo candido, regia di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi
- 1976 - Vinella e Don Pezzotta, regia di Mino Guerrini
- 1976 - Todo modo, regia di Elio Petri
- 1976 - Tutti possono arricchire tranne i poveri, regia di Mauro Severino
- 1979 - Squadra antigangsters, regia di Bruno Corbucci
- 1979 - Joséphine ou la comédie des ambitions, regia di Robert Mazoyer (miniserie TV)
- 1980 - La città delle donne, regia di Federico Fellini
- 1981 - I carabbinieri, regia di Francesco Massaro
Il Movimento Identità Transessuale
Nell'agosto 1980, dopo un lungo periodo di conflitto con la sua identità di genere, si opera a Casablanca. In quegli anni partecipa attivamente al Movimento Italiano Transessuali (nome in uso fino all'anno 1999), che aveva lo scopo di ottenere una legge per il cambio di sesso in Italia (ottenuta nel 1982).
Nel 1986 si trasferisce a Bologna e nel 1988 diventa presidente del MIT, rifondandolo e dando alle sue attività un nuovo impulso. Sarà sua infatti l'idea di creare un consultorio per l'identità di genere, che diventerà il primo al mondo gestito da trans. Uno dei numerosi risultati messi a segno negli anni della sua intensa attività politica in relazione con le istituzioni della città è quella che il consultorio oggi fa parte a tutti gli effetti del servizi A.S.L. della città di Bologna.
Attività politica
- Nel 1990 viene eletta a Bologna come consigliere circoscrizionale del quartiere Saragozza.
- Fra il 1995 e 1999 è consigliere comunale di Bologna (Verdi). È la prima trans al mondo ad ottenere questa carica.
- Nel 2000 ottiene l'istituzione della Commissione "Diritti per l’identità di genere", da parte del ministro per le pari opportunità Katia Belillo.
- Nel 2001, in occasione delle elezioni politiche del 13 maggio (XIV Legislatura), è stata candidata del Girasole (Verdi, SDI) nelle liste proporzionali dell'Emilia-Romagna.
- Nel 2004, durante le elezioni amministrative, è stata una candidata del PDCI per il Parlamento Europeo e candidata per il Consiglio Provinciale di Bologna.
- Nel 2006, per le elezioni politiche del 9 e 10 aprile (XV Legislatura), era candidata al Senato della Repubblica (circoscrizione Emilia-Romagna, Verdi).
si legge in una nota del Mit - le parole e i discorsi hanno un loro limite, affidiamo ai pensieri, alle emozioni, ai ricordi tutto quello che è stata Marcella Di Folco''. E continua: ''Compagna, amica, sorella, mamma di tutte/i noi, il Mit perde la leader maxima, la sua traccia essenziale resta indelebile nella storia della nostra associazione e del movimento tutto. Il coraggio con cui ha dedicato la sua intera vita alla dignità e ai diritti di tutte e tutti indistintamente, rende difficile l'elaborazione della sua perdita. Il Mit, il movimento Lgbt, la politica e la cultura tutta perdono oggi una loro parte importante''.
Arcigay-Arcilesbica: "Modello insostituibile". "La sua perdita - scrivono l'Arcigay e Arcilesbica di Bologna - è un lutto che ci sottrae in un colpo solo una grande amica e un modello insostituibile''. Domenica sera, a Palazzo Re Enzo, Marcella Di Folco sarà ricordata dalla passerella di Miss Alternative, l'evento a sostegno della lotta all'Aids che nel 2005 la incoronò regina.
Luxuria: "Continuerò la lotta". ''E' per me una giornata di profondo dolore per la perdita della mia amica Marcella Di Folco", scrive Vladimir Luxuria. ''Sento di avere una ragione in più per continuare la mia lotta: preservare la memoria e l'eredità della sua vita tesa al riconoscimento della dignità di noi persone transgender''.
Concia: "La portai al Quirinale". "Con lei scompare uno spirito libero - dichiara Anna Paola Concia, deputata Pd - , una voce costantemente fuori dal coro, la madre di tutte le trans italiane. L'ultimo ricordo che ho di lei risale allo scorso maggio, quando il presidente Napolitano ha ricevuto al Quirinale i rappresentanti di tutte le associazioni del mondo lgbt per celebrare la giornata internazionale contro l'omofobia. Un incontro al quale ho fortemente voluto la presenza di Marcella, che si meritava di essere lì per tutto quello che ha fatto. La ricordo felice di essere lì, al posto giusto, nel momento giusto, in un'occasione storica, e sono contenta di poter conservare di lei questo ricordo tanto speciale".
Grillini: "Perdo un'amica". ''La morte di Marcella- scrive Franco Grillini, storico leader del movimento omosessuale italiano e oggi consigliere regionale dell'Idv in Emilia-Romagna - rappresenta per me in primo luogo la perdita di una cara amica con la quale ho condiviso alcuni decenni di militanza politica e di lotta per i diritti civili del movimento Lgbt. Marcella ci mancherà, come amica prima di tutto, come militante e come leader del movimento''.
Lo Giudice: "Figura innovativa". Il presidente onorario di Arcigay Sergio Lo Giudice ricorda così Marcella Di Folco: ''E' stata una figura importante e innovativa della sinistra cittadina e nazionale. Grazie a lei Bologna si è dotata di un Consultorio per le persone transessuali che ha costituito un'eccellenza nel Paese ed è stato un punto di riferimento per tante persone che hanno trovato in Bologna una città accogliente ed inclusiva".
Vitali: "Sempre in prima fila". Il senatore Pd - ed ex sindaco di Bologna - Walter Vitali: ''Sono stati anni belli e difficili, anni di forti innovazioni politiche e amministrative. Lei era sempre in prima fila nelle battaglie per i diritti civili, per la difesa dell'ambiente, per rendere la città più vivibile ed inclusiva''. (Fonte:http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/09/07/news/se_n_andata_marcella_di_folco_simbolo_delle_lotte_dei_transessuali-6837828/)
Il suo nome è legato a tante battaglie che culminavano sempre verso pochi, imprescindibili obbiettivi: il rispetto, l'uguaglianza, i diritti. Marcella Di Folco è morta a 67 anni, consumata da una dura malattia, all'hospice di Bentivoglio, alle porte di Bologna il 07/09/2010.
con la sua passione e con un grande coraggio ha contribuito notevolmente all'affermazione dei diritti e dell'orgoglio di un movimento, quello delle persone transessuali. Ma il suo impegno non si e' fermato qui: la sua generosità' l'ha portata spesso a impegnarsi dove le cause degli ultimi avevano bisogno di una voce e un sostegno. lo scorso maggio aveva incontrato il Presidente della Repubblica in occasione dell'invito in Quirinale delle rappresentanze dei movimenti LGBT per la Giornata internazionale contro l'omofobia.
Il suo impegno in favore di quelli come lei, che in fondo sono considerati la minoranza nella minoranza e ottengono attenzione solo quando "fanno notizia" e/o "vendono", non ha raggiunto l'attenzione il grande pubblico: quella dei bolognesi e di chi ne aveva bisogno, però, sì. La camera ardente, allestita nei giorni di giovedì e venerdì nei locali di Palazzo D’Accursio sede del Comune di Bologna, è stata visitata da una piccola folla di persone tra le quali, oltre agli amici esponenti del mondo LGBT e a personalità della politica locale, il vescovo ausiliare della città. Le istituzioni promosse da Marcella rimangono un punto di riferimento e soluzioni d'eccellenza ancora uniche nel loro genere per il territorio italiano a cui sarebbe opportuno, peraltro, fare un po’ più di pubblicità e la sua figura un esempio di dignità, di costanza, di solidarietà e di serena accettazione di sé. Esattamente per come si è."Marcella lascera' un grande vuoto in tante persone che le hanno voluto bene".Marcella ci mancherà, come militante e come leader del movimento''. Una donna poliedrica che amava la vita, e che si batteva per un mondo in cui i diritti di tutti venissero rispettati. Lascerà un grande vuoto nel nostro Paese.
La sua energia, la sua saggezza, la sua tenacia e il suo coraggio rimarranno un limpido esempio per tutta la comunità LGBTQ italiana.
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