di Roberto Schinardi
Al Turin Photo Festival, dal 30 settembre al 3 ottobre, il saggio di Pedro Stephan "Luana Muniz, la Regina della Lapa" sulla trans più temuta di Rio, personaggio eccentrico tra realismo e glam.
A Rio de Janeiro, se fai il nome di Luana Muniz, fai tremare le pareti. Nel suo ambito, è come citare il boss del quartiere che è diventato il padrone del mondo. Transessuale, impresaria, produttrice culturale, più volgarmente ‘pappona’ delle ‘sue’ trans, Luana Muniz controlla l’intero mercato della prostituzione gender di Rio ma in realtà è molto di più. È un personaggio postmoderno, dalla vita avventurosa, sempre borderline, pronta a flirtare pericolosamente con la criminalità più dura ma in realtà mossa dalla nobile causa di proteggere i suoi simili, la popolazione più a rischio delle favelas brasiliane, quella destinata al marciapiede nella migliore delle ipotesi, se riesce a non venire ammazzata da un parente prima di diventare maggiorenne. La chiamano "La Regina della Lapa", il quartiere più vivace di Rio. E così dicono tutto. Il suo nome va pronunciato a bassa voce, non si sa mai.
Occhi di giada, penetranti e giudicanti, incastonati in un corpo statuario da sballo. Un incedere maestoso, una personalità decisa, sicuramente una presenza che non lascia indifferenti.
L’occasione per conoscere il misterioso mondo di Luana Muniz sarà il Turin Photo Festival che si terrà dal 30 settembre al 3 ottobre nel capoluogo piemontese nell’edificio dell'ex Manifattura Tabacchi, ribattezzata "Città della Luce", in Corso Regio Parco 134/H.
Nel focus dedicato alla produzione brasiliana, il fotografo e giornalista Pedro Stephan, collaboratore di "Têtu" e "Siegessäule", molto attivo nell’associazionismo gay e autore di varie campagne per la prevenzione contro l’Aids, presenta "Luana Muniz, la Regina della Lapa", saggio fotografico dedicato a questo eccentrico animale metropolitano, dal corpo in continua mutazione, inondato di tatuaggi, "una mappa e un territorio" in inquieto divenire, come direbbe Houellebecq.
Senza infingimenti e con un realismo insolito, mescolato a un tocco glam che le dona un’aura da diva, Stephan ci presenta Luana nel suo ambiente naturale, il marciapiede, insieme agli amici/nemici di sempre, in posa come una star hollywoodiana o pronta a darsi sul luogo di lavoro in modo spiccio, senza mezzi termini.
L’opera di Stephan ha debuttato al festival internazionale FotoRio 2009, ottenendo grande successo alla Galleria LGC d’Arte Contemporanea. È il secondo saggio del 2010 che l’autore brasiliano ha dedicato al tema glbt, dopo la mostra queer "Fra Amici & Amori – Spazi di socializzazione glbt di Rio" allestita a luglio presso la galleria madrilena "Spazio F". Secondo il critico Marco Bonisson, "il transgender è un tema quasi sconosciuto nella fotografia brasiliana, è un tabù, pur essendo evidente e costante nella forma del nostro quotidiano. La fotocamera rivela il campo occulto di un mondo che sappiamo esistere ma che si conosce poco per lo stigma del ripudio, del pregiudizio e della battuta travestita di paura”.
Fonte:http://www.gay.it/channel/arti/30544/Luana-la-regina-delle-trans-di-Rio-in-mostra-a-Torino.html
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