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venerdì 15 gennaio 2010

Il sindaco scrive alla coppia gay "Un'ingiustizia non potervi sposare"

di Silvia Bignami

A suo modo una piccola svolta laica. Flavio Delbono sdogana le nozze gay e definisce «di serie B» i paesi in cui non sono consentite. L´assessore alle Pari Opportunità Simona Lembi "sposa" la causa e accoglie in Sala Rossa i rappresentanti di Arcigay. La giunta cambia passo nel giorno chiave per il Cinzia-Gate, tra ansia di distogliere l´attenzione dalla Procura e voglia di tendere la mano al Cassero, deluso un mese fa dal no del sindaco a celebrare un matrimonio gay sull´esempio di Sergio Chiamparino. «Vorrei ma non posso, manca una legge nazionale», disse allora Delbono rispondendo alla lettera del portavoce della Rete Laica Maurizio Cecconi, che chiedeva di essere impalmato dal primo cittadino. Ma ieri, quando due donne hanno chiesto la registrazione delle loro partecipazioni di nozze a Palazzo D´Accursio (sul solco di quanto già fatto da una coppia lesbica a Casalecchio), il tono del sindaco è cambiato. «I nostri uffici hanno dovuto rifiutare. Una scelta dolorosa fatta a malincuore, perché l´Italia è un paese dell´Ue, dove ci sono molti Stati che riconoscono personalità giuridica ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. E´ paradossale che su un diritto fondamentale come il riconoscimento pubblico della propria affettività ci siano europei di serie A e altri di serie B. Credo fortemente che si debba superare una volta per tutte questa discrepanza col resto d´Europa e il Comune guarderà con favore ogni iniziativa di queste coppie per portare la questione all´attenzione delle sedi giuridiche». Parole nette che fanno sorridere il presidente del comitato provinciale Arcigay Emiliano Zaino, ricevuto ieri dalla Lembi nella Rossa sala dei matrimoni. «La burocrazia rifiuta le pubblicazioni, ma la giunta dice sì ai matrimoni gay» dice Zaino, che apre le porte al pellegrinaggio di altre coppie gay in Comune per chiedere la simbolica pubblicazione delle partecipazioni di nozze. Meno tenera la numero uno di Arcilesbica Elisa Manici, che non si accontenta: «Delbono non si limiti alle belle parole e agisca. Celebri un matrimonio gay». Resta spiazzata la Curia, che aveva già criticato i Dico all´emiliana di Errani: «Non possiamo essere d´accordo. Per noi il matrimonio civile è quello della Costituzione» dice il portavoce di via Altabella Adriano Guarnieri. Diviso invece il Pd, con il capogruppo Sergio Lo Giudice che esulta - «Condivido la nettezza del sindaco» - e il cattolico Luca Rizzo Nervo che rimanda al Parlamento: «Decide Roma, ma l´evocazione del matrimonio lascia perplessi e complica la discussione». C´è spazio, alla fine, anche per la battuta («in stile Paperissima» dice la Lembi) di Paolo Foschini, Pdl: «Delbono mi pare confuso tra uomo e donna».

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