Rimane anonimo e dice solo che ha 25 anni, è fidanzato con una ragazza e gioca nella “Lega Pro” (la vecchia serie C). E' un escort d'alto bordo, e confessa di avere almeno 30 clienti calciatori, una dozzina di serie A. Il giovane lo ha raccontato a Paolo Colombo nel programma V-ictory che andrà in onda oggi alle 22.30 su La7.
“Vendo le mie prestazioni a giocatori di squadre importanti, ce ne sono alcuni, non tanti, che fanno parte della nazionale, e anche sposati – si legge dalle pagine de “la Repubblica” - In tre occasioni mi hanno chiesto di farlo in gruppo. Con più giocatori sia della stessa squadra che di altri club. E' solo una questione di sesso, niente parole. Tengono molto alla privacy e hanno una dannata paura di essere scoperti. Mi chiamano per una questione di delicatezza, preferiscono una cosa soft. Sono più attivi che passivi. Il prezzo varia, chiedo da 500 a 2000 euro, ma se capita di rimanere tutta la notte il prezzo lievita. Mai avuto una discussione sui soldi. I calciatori pagano senza fiatare. In Italia nessun calciatore del campionato ammetterà mai si essere gay. Ci sono troppi condizionamenti sociali, e forse è giusto così”. Esattamente, nessuno calciatore si dichiarerà mai, “è giusto così”. Il perché lo spiega perfettamente l'attaccante della Sampdoria Claudio Bellucci: “L'immagine del calciatore è rude. E' quella di Gattuso e Materazzi”.
La realtà sportiva più omofoba è di certo quella calcistica: gli ultras di estrema destra, i club che vietano ai calciatori di fare coming out per mantenere l'immagine. Ma le parole di questo calciatore-escort sono inequivocabili: “Gli incontri sono quasi sempre in albergo o a casa di amici, Negli hotel la scusa è sempre quella, un documento da ritirare, un autografo da far firmare, e così si riesce a non farsi registrare. I calciatori non hanno problemi a farsi baciare sulla bocca. Però sono terrorizzati dall'idea di essere scoperti. Nella divisione dove gioco è capitato che alcuni si dichiarassero privatamente e di fare sesso nello spogliatoio, ma per fare un passo pubblico bisogna avere molto coraggio”. Coraggio che questi “gladiatori” moderni non hanno.
Ormai “alea iacta est”, non ci resta che vedere cosa accadrà.
fonti e approfondimenti: la Repubblica.it, Arcigay.it, La7.it
Davide Bombini
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