Come tanti bambini anche mio figlio ha paura della guerra, ma questo per ora è soltanto un dialogo immaginario... reali purtroppo sono queste immagini...
Mai più"!
"guai a chi scandalizza o fa del male a uno di questi piccoli! sarebbe meglio per lui che non fosse mai nato! mettetegli al collo una macina d'asino e gettatelo in fondo al mare!"
l'orrore e la violenza contro i bimbi è forse il crimine più grande che l'uomo possa perpetrare e che nemmeno Dio può perdonare o giustificare!
ma di fronte a queste immagini ci chiediamo attoniti "dov'è Dio?"
Mamma e papà non accettano l’orientamento sessuale del proprio figlio adolescente che si è dichiarato gay o bisessuale? La salute del ragazzo è destinata a peggiorare più avanti con l’età. È quanto ha rilevato uno studio condotto dagli esperti del Family Acceptance Project del Cèsar E. Chavez Institute di San Francisco (Usa), pubblicato sulla rivista “Pediatrics”. Per la prima volta - affermano gli autori - è stato stabilito un collegamento fra le reazioni negative della famiglia di fronte all’outing di un figlio che si credeva eterosessuale e il rischio che il ragazzo possa cadere vittima di depressione, dipendenza da sostanze stupefacenti o da alcol, Hiv e suicidio. In particolare, studiando un gruppo di famiglie con una situazione del genere al loro interno, gli esperti hanno rilevato che i giovani gay o bisessuali rifiutati dai genitori corrono un pericolo 8,4 volte superiore di suicidarsi, 5,9 volte maggiore di cadere nella morsa del “mal di vivere” e 3,4 volte superiore di non utilizzare protezioni durante i rapporti sessuali, esponendosi al rischio di contrarre malattie.
«Questa indagine - sottolineano gli studiosi - mostra quanto possa nuocere alla salute un rifiuto da parte di una madre o di un padre o di entrambi davanti alla rivelazione della propria identità sessuale. Anche le statistiche sulla crescita dell’epidemia di Hiv, soprattutto fra maschi gay in America, ci fa rendere conto del problema. Occorre dare più sostegno a queste famiglie per assicurare una vita migliore ai loro figli».
Roma, 30 dic. (Apcom) - Liberazione potrebbe finire nelle mani dell'editore di 'Left' Luca Bonaccorsi, ma i redattori protestano con un sit-in e raccolgono la solidarietà dei rappresentanti dell'associazionismo omosessuale, in testa l'ex deputata transgender del Prc Vladimir Luxuria, recente vincitrice dell'Isola dei Famosi. Il motivo sta nelle critiche che l'aspirante acquirente del quotidiano di Rifondazione ha rivolto di recente al giornale, accusato di dare troppo rilievo alle questioni del sesso e alle battaglie degli omosessuali. Bonaccorsi è considerato molto vicino allo psichiatra Massimo Fagioli, sdoganato a sinistra, a suo tempo, da Fausto Bwertinotti. Lo psichiatra oggi sul Corriere della Sera interviene a rafforzare le critiche di Bonaccorsi e attacca a testa bassa l'attuale direttore di Liberazione Piero Sansonetti.
La vicenda è solo una delle ricadute della spaccatura fra il segretario del partito-editore, Paolo Ferrero, e l'area ex bertinottiana che fa capo oggi a Nichi Vendola. E così il Comitato di redazione e l'assemblea dei giornalisti sottolineano in un comunicato pubblicato sul giornale il timore di rimanere "prigionieri di logiche non proprie di un corretto rapporto sindacale" mentre "infuriano le polemiche fra le diverse posizioni politiche e tutta la vicenda sembra incentrarsi e ridursi alla campagna pro o contro l'attuale direttore".
Sta di fratto che la pietra dello scandalo oggi è Fagioli, e non a caso tra i cartelli esibiti al sit-in all'ingresso della sede del giornale e della direzione del partito ce n'è uno molto eloquente che recita: "Rifondazione ha bisogno di uno psicanalista, Liberazione no". Il presidente dell'Arcigay Aurelio Mancuso, presente al sit-in, si dice preoccupato dell'ipotesi che il quotidiano del Prc "venga venduto a qualcuno che ritiene che i gay siano malati. E' grave- aggiunge - che l'omofobia sia oggi un problema anche dentro la sinistra". Posizione ispirata alle tesi di Fagioli ma non espressa apertamente, per quanto se ne sa, finora dal possibile editore di Liberazione. Anche Luxuria denuncia i rischi di "omofobia e teme di dover "chiedere ad Avvenimenti o al Giornale opsitalità per parlare delle tematiche dei diritti civili", e avverte: "Noi vogliamo farlo su un giornale di sinistra, la libertà sessuale è strettamente legata al tema dell'uguaglianza". E Franco Grillini, che dell'Arcigay è stato storico leader, avverte che "i 'fagiolini' (seguaci di Fagioli, ndr) sono una specie di setta che non ha nulla a che vedere con la sinistra".
Secondo il direttore Sansonetti, infine, "vendere Liberazione a un gruppo che non pu dare garanzie né sul piano economico né su quello culturale è una follia, un suicidio che spero sia evitato".
Roma, 30 dic. - (Adnkronos) - I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno arrestato un uomo ritenuto responsabile dell'omicidio della transessuale brasiliana, trovata morta all'alba del 24 novembre scorso, in via Ribes con ferite al torace. Ulteriori particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra' alle ore 11.30 presso la sede del comando provinciale dei Carabinieri di Roma, in piazza San Lorenzo in Lucina 6.
ROSATE29/12/2008 - Potrebbe essere arrivato ad una svolta il caso della transessuale brasiliana ritrovato cadavere in un fosso a Rosate alcuni giorni fa, prima di Natale. I carabinieri hanno arrestato due uomini di origine marocchina. Uno è stato rintracciato a Milano, l'altro a Voghera. Il gip del Tribunale di Milano ha convalidato l'arresto e i due si trovano ora in carcere a San Vittore. L'accusa nei loro confronti è di omicidio aggravato.
Una voce d'angelo intrappolata nel corpo di un gigante. Troppo dolce per essere maschile. Troppo intensa per venire da una donna. Quando sente quella definizione Antony Hegarty, 37enne cuore e cervello degli Antony and the Johnsons, sempre delicatissimo e con lo sguardo innocente da bambino, si scompone e scoppia a ridere: «Direi pollo che qualcuno, forse per le ali, confonde con un angelo. Per me Nina Simone aveva la voce d'angelo: era una naturale espressione di gioia, della misteriosa esperienza dell'essere vivi ». Modesto.
Nato in Inghilterra, ma cresciuto negli Usa, Hegarty è stato scoperto da Lou Reed che lo ha voluto in molti progetti e che lui vede «come un padre perché ha spinto la gente a conoscermi e mi ha protetto». Ora che sta per uscire il terzo album («The Crying Light», 16 gennaio), Antony and the Johnsons sono una band cult per palati rock-snob che aspettano con ansia il tour di primavera: 28 marzo Ancona, 29 Roma, 31 Prato, 1˚aprile Milano. Lui parla così della sua voce: «Non è che quando sono nato, al mio primo vagito il dottore abbia gridato "wow!"... È stato un processo di crescita. La cosa più importante è stata ascoltare Ray Charles e altri artisti con voci che esprimevano emozioni». Come mai «The Genius»? «La sua cover di "Yesterday" dei Beatles, sentita a 18 anni, mi ha cambiato la vita. È una ballad malinconica, ma lui la rendeva elettrica e il suo era un canto estatico ». La lista è lunghissima, tanto con uno stile unico come il suo nessuno può accusarlo di copiare... «I cantanti pop di quando ero ragazzino come Boy George, Marc Almond, Kate Bush, Alison Moyet, e quelli che ho amato come Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, Otis Redding e Miriam Makeba che mi faceva ballare anche senza capirne la sua lingua».
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In «The Crying Light » abbondano i riferimenti alla natura. «Per me quello di Madre Natura è un concetto letterale. Sono fatto degli stessi elementi della Terra: carbone, acqua, ossigeno, minerali». Antony non parla però di album ecologista: «Dovremo chiedere agli scienziati le risposte. Forse ci vuole un accordo internazionale sui combustibili fossili perché come singoli siamo troppo piccoli e non possiamo mollare tutto e smettere di guidare: è il consumismo e noi ne siamo parte ». «I Am a Bird Now», successo del 2005, parlava spesso di ambiguità sessuale (commovente il duetto con Boy George in cui si dicevano «sei mia sorella»); il nuovo cd è dedicato al ballerino giapponese Kazuo Ohno («Incarnava il bambino e il divino al femminile»); nella sua carriera c'è un passato da drag queen e spesso usa abiti da donna: Antony è anche un'icona gay. E allora come vede la situazione negli Usa con da un lato le speranze per l'arrivo di Obama, dall'altro la California che vieta i matrimoni gay? «Ogni volta che si vota i conservatori agitano lo spettro di due falsi problemi morali: omosessuali e aborto. Vorrei che non si parlasse più di gay sotto elezioni, ma la comunità viene sedotta dal dialogo». E nel dibattito che ruolo sente di avere come artista? «Non ho un piano strategico, il mio lavoro è come un capello che cresce e credo sia utile per altri transgender vedersi rappresentati, aiuta a rompere l'isolamento».
Ci apprestiamo tutti a lasciarci alle spalle l’anno 2008, chi felicemente chi in maniera nostalgica ma per Lgbt (acronimo per Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), l’anno che sta per lasciarci è stato “un anno da dimenticare” da ogni punto di vista.
In una nota, il presidente di ArcigayAurelio Mancuso sottolinea che “continuano gli omicidi e le aggressioni” e che “il governo è completamente assente“.
“Nove omicidi, di cui 5 di persone trans, decine edi aggressioni, estorsioni, atti di bullismo e di vandalismo, questo il bollettino di guerra, che con orrore tutti i giorni dobbiamo aggiornare, senza tener conto delle migliaia di segnalazioni che pervengono ai nostri telefoni amici, di gay, lesbiche e trans che non hanno il coraggio di denunciare”.
“Nessuna risposta e’ per ora giunta dalla politica - continua il presidente dell’Arcygay - alla Commissione Giustizia della Camera è iniziato l’iter per arrivare, se sarà possibile, ad un testo condiviso sull’estensione della legge Mancino sui reati d’odio, anche per le persone omosessuali e trans“. In attesa che accada qualcosa qualcosa di concreto dal punto di vista legislativo, Arcigay ha registrato il fatto che nessuna azione di tutela è stata svolta dal Ministero degli Interni. Inoltre il ministro delegato ad occuparsi delle tutele per le persone lgbt, ha tenuto un atteggiamento “scandalosamente omissorio” secondo Mancuso.
“Da quando è stato nominato, non ha mai promosso un incontro con le associazioni, non è mai stata convocata la Commissione di esperti sulle tematiche lgbt, nominata dal precedente ministro - continua Mancuso - per non parlare del Forum nazionale delle associazioni che si occupano di violenza sulle donne e sulle persone lgbt, di cui pensiamo la Carfagna non conosca neppure l’esistenza. Insomma siamo alla paralisi assoluta“
Oggi elezioni generali in Bangladesh sarà la prima volta a consentire alle persone transessuali di votare.
. Un tribunale del Bangladesh ha stabilito che le persone transessuali sono a pieno titolo cittadini e devono avere il diritto di voto.
anche le Donne in fila per votare in un seggio elettorale a Dhaka, capitale del Bangladesh. Almeno dodici persone sono state ferite in un seggio nella zona meridionale del Paese in scontri tra la polizia e i sostenitori di due partiti rivali. A contendersi la poltrona di primo ministro due candidate che hanno già ricoperto l'incarico in passato: Sheikh Hasina, leader della Lega Awani, e Khaleda Zia, che guida il Partito nazionalista Bnp (Abir Abdullah/Epa)
NEW YORK (26 dicembre) - La cantante e attrice statunitense Eartha Kitt è morta nel Connecticut, nel pomeriggio di Natale, per un tumore al colon, per il quale era stata di recente ricoverata in un ospedale di New York. Non solo cantante, voce bellissima con un repertorio sia in inglese che in francese (Santa Baby, I Want to Be Evil e C'est Si Bon tra i suoi hits più famosi), era stata definita da Orson Welles, che l'aveva scelta per impersonare Elena di Troia, "la donna più eccitante al mondo".
Da Catwoman alla lite con la Casa Bianca. Negli anni '60 era divenuta popolarissima negli Usa interpretando il ruolo di Catwoman nella serie televisiva Batman. Nel 1968 la sua carriera americana subì uno stop per una violenta diatriba con la moglie dell'allora presidente americano Lyndon Johnson sulla guerra nel Vietnam e la delinquenza giovanile, una lite che la costrinse per un decennio a proseguire la sua attività in Europa (quello stesso anno fece la sua apparizione anche al Festival di Sanremo, in coppia con Peppino Gagliardi). Cotone e caviale. Era nata in una famiglia poverissima del South Carolina (padre bianco, madre Cherokee) il 17 gennaio 1927 e scalò con impegno e talento le vette del successo, tanto che lei stessa definì nella sua autobiografia Alone with me la propria vita come fatta "di cotone e caviale". «In sostanza - scrisse - sono una sofisticata raccoglitrice di cotone». Amava far discutere con atteggiamenti sopra le righe: nel 2005, alla produzione di uno spettacolo che le aveva fatto trovare delle orchidee in camerino rispose «Grazie, ma la prossima volta fatemi trovare un uomo».
Il cadavere di una trans sui 50 anni, forse di origine brasiliana è stato trovato sul ciglio di una strada di campagna nei pressi della cascina Contina a Bubbiano, piccolo centro vicino ad Abbiategrasso (Milano). A scoprire il corpo della'trans, priva di documenti, sono stati alcuni cacciatori che hanno poi dato l'allarme, chiamando i carabinieri. Sul suo corpo non ci sono ferite ma solo un ematoma sullo zigomo destro.
Quando si è accorta di non essere un maschio eterosessuale?
"Ma io in realtà mi sentivo eterosessuale. Mi sentivo donna ed ero attratta dagli uomini. Però non era proprio in linea con i dettami sociali del Fascismo….".
Poi furono due anni di università a Firenze, e l'arrivo a Roma. L'iscrizione al Centro sperimentale, e i primi film. Quali?
"Feci un ufficiale di cavalleria in un film che si chiamava 'La rivale', Ma giurai a me stesso di evitare qualsiasi altro ruolo virile. Nel secondo film, 'Caccia all'uomo', fui un giovane spacciatore di droga omosessuale, che fornisce droga a Eleonora Rossi Drago. Poi feci il press agent gay nel film di Dino Risi 'In nome del popolo italiano', e altri ruoli omosessuali in film come 'Il comune senso del pudore' di Alberto Sordi, e in 'Nerone' di Pingitore… Tutti ruoli che mi divertivano molto".
Lei ha incontrato centinaia di politici, nella Roma-bene che frequentava. Come andò con Andreotti?
"Semplicissimo: eravamo a un premio Strega, la serata finale. Io ero vestita da sera, e piuttosto bella, direi. Ci incrociammo, e io gli feci le mie congratulazioni per il suo lavoro e il suo successo. Lui sembrava piacevolmente colpito: mi strinse la mano ed era piuttosto ben disposto alla conversazione".
Poi che cosa accadde?
"Sentendo questa sorta di calore da parte sua, gli dissi: 'onorevole, guardi che io…', e gli spiegai la mia situazione. Andreotti ritrasse subito la sua mano, che divenne molle molle. La ritrasse rapidamente, ma non abbastanza da evitare i flash dei fotografi. E così, c'è una fotografia a documentare quel nostro incontro, e la sua fuga".
Invece con papa Giovanni XXIII come andò?
"Eravamo vicino a San Pietro, io e un bellissimo ragazzo. Abbracciati. Passò l'auto papale, e per un lungo attimo papa Giovanni XXIII ci guardò. Io sono sicurissima che avesse capito la nostra condizione e la situazione nella quale eravamo. Ma fece a tutti e due un gran sorriso e ci benedisse. Io non credo proprio che si fosse ingannato, credendo di benedire una coppia 'qualunque'….".
Con Fellini ci fu un episodio poco chiaro. Prima Fellini la volle per "La dolce vita". Poi la sua parte fu cancellata, ed è stata recuperata solo adesso, nelle versioni in dvd.
"A quell'epoca, ero già abbastanza famosa a Roma. Avevo scritto Roma capovolta, in cui raccontavo i retroscena gay della capitale. Il romanzo era stato sequestrato, ma c'era stato molto clamore intorno alla vicenda. Fellini mi chiamò, voleva me per la parte di un giovane scrittore omosessuale. Però, una volta arrivato sul set, capii che Fellini voleva fare di questo personaggio una caricatura, tutto mossette e moine. Io non me la sentivo di fare sberleffi di me stesso e di quelli come me. Così litigammo su questo. Risultato: nel film sono rimasto in una sola scena, e poi sono stato sostituito da qualcuno che mi somigliava vagamente, e che era più malleabile di me…".
Era difficile vivere l'omosessualità a Roma negli anni '50?
"Non così tanto. C'era un ambiente di artisti, scrittori, nobili che accettava meglio di altri ambienti le 'deviazioni'. Così, mi sono trovata sempre piuttosto bene, in una élite intellettuale che non mi creava problemi più di tanto. Anzi, c'erano molti giovanotti che mi si rivolgevano, pensando che frequentando me potevano fare del cinema…".
Che cosa sta preparando, adesso?
"Insieme a Willy Vaira, stiamo curando la ripubblicazione di tutti i miei libri e romanzi. E poi sto a casa, e prego. Questo conta per me. E contano le poche persone care".
Un incubo lungo una notte intera quello che una transessuale periviana è stata costretta a subire a Parma. In un locale conosce un uomo, un manovale polacco che le piace. Escono insieme dal locale, ma la trans non vuole allontanarsi, invece, salita in macchina arriva un secondo uomo che la blocca dalle braccia. Parte il veicolo e si ritrovano davanti ad un edificio in cui lavorano i due manovali.
Hanno le chiavi sia del cancello automatico, sia dell'appartamento in ristrutturazione. Superano il cancello, la trans cerca di scappare, ma il cancello di richiude tropo velocemente. Si ritrovano dentro l'appartamento e i due polacchi cominciano a bere, anche se sono già ubriachi. La trans prova a calmarli, quindi tenta di nuovo la fuga. Niente da fare: la bloccano nel cortile interno e la stuprano.
Piangendo e dolorante, la transessuale cerca di nuovo di scappare. I due delinquenti la fermano ancora e partono le botte: calci, pugni e percosse di ogni genere che fanno urlare la trans talmente forte che una codomina chiama la polizia. Al loro arrivo gli agenti si trovano davanti ad una scena che non esitano a definire "Pietosa": la trans con il volto coperto di sangue e gli evidenti segni di quello che è appena accaduto. Alla vittima, ricoverata in ospedale, sono stati dati 10 giorni di prognosi, mentre i suoi due aguzzini non smentiscono e non confessano il loro terribile gesto.
Un incubo lungo una notte intera quello che una transessuale periviana è stata costretta a subire a Parma. In un locale conosce un uomo, un manovale polacco che le piace. Escono insieme dal locale, ma la trans non vuole allontanarsi, invece, salita in macchina arriva un secondo uomo che la blocca dalle braccia. Parte il veicolo e si ritrovano davanti ad un edificio in cui lavorano i due manovali.
Hanno le chiavi sia del cancello automatico, sia dell'appartamento in ristrutturazione. Superano il cancello, la trans cerca di scappare, ma il cancello di richiude tropo velocemente. Si ritrovano dentro l'appartamento e i due polacchi cominciano a bere, anche se sono già ubriachi. La trans prova a calmarli, quindi tenta di nuovo la fuga. Niente da fare: la bloccano nel cortile interno e la stuprano.
Piangendo e dolorante, la transessuale cerca di nuovo di scappare. I due delinquenti la fermano ancora e partono le botte: calci, pugni e percosse di ogni genere che fanno urlare la trans talmente forte che una codomina chiama la polizia. Al loro arrivo gli agenti si trovano davanti ad una scena che non esitano a definire "Pietosa": la trans con il volto coperto di sangue e gli evidenti segni di quello che è appena accaduto. Alla vittima, ricoverata in ospedale, sono stati dati 10 giorni di prognosi, mentre i suoi due aguzzini non smentiscono e non confessano il loro terribile gesto.
Il quotidiano cubano ha denunciato il fatto che gli Usa di Bush non hanno votato a favore della depenalizzazione dell'omosessualità in sede Onu. Ecco cosa scrive il Granma.
"Giovedì 18 dicembre sessantasei paesi hanno votato a favore d’una Dichiarazione che esige la depenalizzazione dell’omosessualità e l’uguaglianza dei diritti per omosessuali e transessuali. La maggior parte dei voti a favore sono stati dell’Europa e l’America Latina. Il governo di Bush non ha accettato la misura, come la Russia, il Vaticano, la Cina e altri Stati arabi. Maxime Verhagen, Ministro degli esteri olandese ha criticato la posizione degli Stati Uniti d’America ed ha detto : 'Quello che vogliamo dire è che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani significa che la si deve applicare alle persone omosessuali, bisessuali e transessuali.
Non stiamo dicendo che la gente deve comportarsi come certe persone fanno; non stiamo dicendo che dobbiamo adottare certi stili di vita. Quel che vogliamo dire è che non si deve usare questo come scusa per discriminarli, per violare i loro diritti umani o per punirli. Per questo speriamo che gli Stati Uniti siano il prossimo paese che appoggerà questa Dichiarazione' ha sottolineato. Il governo di Bush sostiene che si è opposto alla misura perchè si potrebbe interpretare come una revoca delle proibizioni statali dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Questa Dichiarazione è la prima letta nell’Assemblea Generale della ONU sui diritti degli omosessuali".
oma «Mi piacerebbe ottenere un’audizione dal Papa insieme con altri transgender in modo da farci conoscere. Non siamo anticlericali, non vogliamo trasgredire o lanciare provocazioni, vogliamo soltanto seguire la nostra natura». Non è «una metafisica superata» rispettare la differenza tra un uomo e una donna. La sua stessa esistenza sembra contraddire questo assunto del Papa, Vladimir Luxuria. «Il Vaticano si era già fermamente opposto alla mozione per la depenalizzazione dell’omossessualità presentata dalla Francia all’Onu. Proprio perché si parlava di identità di genere: un concetto che la Chiesa ha sempre condannato. Non si accetta l’idea che si possa mettere in discussione la propria identità di genere di nascita». Lei invece lo ha fatto. «Per me ci sono due modi di affrontare la questione. Ritenere il corpo primario rispetto all’anima, come fa la Chiesa ma, mi sembra, in contraddizione con quanto predica da sempre. Oppure al contrario adeguare il corpo all’anima. Se la nostra interiorità è femminile io in realtà non sto cambiando genere. Se le mie emozioni, se il mio cervello è donna mi sto semplicemente adeguando alla mia natura. Rifiutarmi mi sembra una soluzione da un lato semplicistica e dall’altro egoistica». Perché egoistica? «Le persone che hanno la fortuna di una identificazione immediata tra il proprio fisico e la propria mente dal punto di vista sessuale rifiutano l’idea che non per tutti sia così. I transgender sono ancora più discriminati degli omosessuali. Questi ultimi se sono casti vengono accettati dalla Chiesa mentre i trans per il solo fatto di aver cambiato sesso sono nel peccato». Il mancato rispetto dell’ordine della creazione appare «autodistruttivo». «Mi sento comunque una creatura di Dio e non una rappresentazione del disordine. Non sono autodistruttiva e non mi sento una scheggia impazzita». La Chiesa afferma che l’uomo non può disporre di ciò che non gli appartiene. «Ma la mia non è una scelta perché non ho fatto che seguire la mia natura. Non è per capriccio o per anticlericalismo che si decide di affrontare il rifiuto degli altri, la solitudine, operazioni dolorose e dispendiose. Si tratta del bisogno di riconoscere chi si è veramente».
ROMA - Solo tre parole, ma tante bastano all'Arcigay per dichiarare guerra. Pronti anche a bloccare il Festival di Sanremo. Motivo della protesta il titolo della canzone che Povia porterà in gara all'Ariston: Luca era gay. Appena annunciato il cast e i brani in gara nella nuova edizione targata Bonolis, subito la prima polemica sul titolo della canzone che, secondo Arcigay, "sembra già non lasciare dubbi sul tema trattato e sulle posizioni dell'autore".
"Ricordiamo molto bene - dice il presidente Aurelio Mancuso - come Povia non sia del tutto nuovo a prese di posizione pubbliche su questioni del mondo lgbt" (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Mancuso rammenta l'intervista a Panorama, "rimasta celebre", in cui Povia dichiarava: "Gay non si nasce, lo si diventa in base a chi frequenti. Anche io ho avuto una fase gay, è durata sette mesi e poi l'ho superata. E ho anche convertito due miei amici che credevano di essere gay e invece adesso sono sposati".
"Ora da più parti - continua Mancuso - arriva la segnalazione di una curiosa coincidenza: che il Luca della canzone di Povia sia proprio quel Luca Tolve che dichiara di essere un ex gay, guarito grazie alle teorie riparative di Joseph Nicolosi, cattolico integralista Usa, le cui tesi sono state ampiamente confutate dalla comunità scientifica mondiale". L'Arcigay fa riferimento al gruppo ultracattolico statunitense che pretende di curare l'omosessualità, metodo importato anche in Italia.
"Se Bonolis e il suo direttore musicale, intendono mandare in scena uno spottone clerical reazionario contro la dignità delle persone omosessuali, sappiano fin d'ora - avverte quindi Mancuso - che la nostra reazione sarà durissima, rumorosa e organizzata. Siamo i primi a combattere per il diritto alla libera espressione, ma altra cosa è avallare posizioni omofobe, che tra l'altro alimentano odio e pregiudizio nei confronti delle persone gay e lesbiche".
"Già da questa mattina è iniziato il passa parola in tutta Italia, che partendo da Facebook si sta ampliando in tutto il web" aggiunge Mancuso che conclude: "Attendiamo subito delle spiegazioni dalla Rai e da Bonolis, così da poter sapere se le nostre intuizioni abbiano o no fondamento".
La carriera di Povia, giovane promessa della canzone d'autore, vincitore del premio Recanati nel 2003, ha preso il volo proprio dal palco dell'Ariston nel 2005. E' stato infatti proprio Bonolis che ha voluto I bambini fanno oh come colonna sonora di uno spot benefico che ha mandato in onda ogni serata del Festival. Il successo è stato immediato, l'artista è stato invitato a Sanremo "fuori gara", la canzone è diventata un tormentone, rimasta per mesi in classifica, consumata da nuove campagne pubblicitarie, e quando Povia è tornato due anni fa con Vorrei avere il becco, ha conquistato tutte le giurie vincendo il Festival.
NONOSTANTE CRISI,'INCUBO VISIONARIO, ASSAI VICINO A POSSEDIMENTO'
(DIRE) Roma, 22 dic. - "Colpisce che mentre i cittadini italiani sono alle prese con una delle crisi economiche piu' dure della storia del paese, la chiesa cattolica da settimane non abbia altro da dire che esiste un pericolo gay mondiale, che utilizzando dubbie dichiarazioni Onu minerebbe la famiglia e stravolgerebbbe il progetto di Dio, e favorirebbe, attraverso le teorie gender, l'autodistruzione dell'uomo". Lo afferma Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, sottolineando che "al Papa farebbe bene leggere meglio i giornali del mondo, e risvegliarsi da questo delirio omofobo, per accorgersi di quali drammi il pianeta sia oggi afflitto".
Secondo Mancuso, dunque, la Chiesa sarebbe afflitta da "questo incubo visionario, assai simile al possedimento, che le impedisce di ascoltare il vero dolore dell'umanita', l'immenso pianto della fame, della carestia, dell'ingiustizia, dell'oppressione di cui soffre i due terzi della popolazione della terra". I gay, aggiunge il presidente dell'associazione, "sono davvero diventati un'ossessione per Raztinger, che spende tutte le sue energie per disquisire sul gender, argomento che appassiona patologicamente le gerarchie, ma che e' questione che non fa vedere alla chiesa cattolica una naturale verita': esistono milioni di gay, lesbiche e trans, che- conclude- per il solo fatto di esser tali sono uccisi e perseguitati".
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Nota stampa. Grillini al Papa: Trito maschilismo
Se a pochi giorni dal Natale la principale preoccupazione del papa tedesco è quella delle teorie gender la spiegazione non può essere che una sola: la solita reiterata difesa del maschilismo.
Non a caso l'intera struttura vaticana è dominata da una gerontocrazia maschile che non solo difende i suoi privilegi in quanto tale ma è chiusa a qualunque confronto non solo con omosessuali, lesbiche e transessuali ma persino con le donne che nell'organizzazione ecclesiastica hanno ruoli secondari e di servizio.
D'altra parta il vetero maschilismo della gerarchia vaticana è comune alle confessioni monoteiste tutte basate sul predominio maschilista.
Ciò che turba i sonni del pontefice è l'idea che ogni essere umano cerchi la propria identità sessuale e si sforzi di autodeterminarsi nella prospettiva di una vita felice.
E' proprio il caso di dire: il,corpo è mio e me lo gestisco io, come urlavano le femministe.
Il papa si gestisca il suo se ci riesce e lasci in pace quello degli altri.
Franco Grillini
Presidente di Gaynet, Associazione omosessuale d'informazione
CITTA' DEL VATICANO - Contro il «gender» il Papa ricorda la natura umana di «uomo» e «donna» e auspica una «ecologia dell'uomo» che lo protegga dalla autodistruzione. «Non è una metafisica superata - ha detto nel discorso di Natale alla Curia - se la Chiesa parla della natura dell'essere umano come uomo e donna e chiede che quest'ordine della creazione venga rispettato; qui si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell'ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un'autodistruzione dell'uomo e quindi una distruzione dell'opera stessa di Dio».
GENDER - «Ciò che spesso viene espresso e inteso come 'gender'- ha detto il Pontefice - si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell'uomo dal creato e dal Creatore; l'uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda; ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore». «Le foreste tropicali - ha osservato - meritano sì la nostra protezione, ma non la merita meno l'uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione con la nostra libertà, ma sua condizione». A partire da questa prospettiva papa Ratzinger ha suggerito di «rileggere la Humanae vitae: l'intenzione di papa Paolo VI - ha detto - era di difendere l'amore contro la sessualità come consumo, il futuro contro la pretesa esclusiva del presente e la natura dell'uomo contro la sua manipolazione.
LA RESPONSABILITA' DELLA CHIESA - «La Chiesa non può e non deve limitarsi a trasmettere ai suoi fedeli soltanto il messaggio della salvezza. Essa - ha proseguito il Papa - ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere anche l'uomo contro la distruzione di se stesso». In un passaggio successivo del discorso alla Curia il Papa, riflettendo ancora sulla Gmg di Sydney, è tornato sul tema della protezione del creato. Con il tema dello Spirito Santo, ha detto, «si rende visibile tutta l'ampiezza della fede cristiana, un'ampiezza che dalla responsabilità per il creato e per l'esistenza dell'uomo in sintonia con la creazione conduce, attraverso i temi della Scrittura e della storia della salvezza, fino a Cristo e da là alla comunità vivente della Chiesa, ...». Prima di concludere papa Ratzinger ha ricordato infine che «lo spirito missionario della Chiesa non è altro che l'impulso di comunicare la gioia che ci è stata donata...» e che «fa parte della natura della gioia l'irradiarsi, il doversi comunicare».
Un tribunale turco ha assolto un celebre cantante e attore transessuale, processato per aver messo in discussione la campagna militare di Ankara contro la guerriglia del Pkk. Il capo d’imputazione contro Bulent Ersoy è stato quello di “incitare la popolazione contro il servizio militare”, un’accusa che nella nazionalista Turchia è un crimine. Il suo caso ha sollevato un intenso dibattito nel Paese, ma alla fine il tribunale ha deciso che i commenti di Ersoy rientravano nell’ambito della libertà di espressione anche se erano rivolti contro un istituzione potente come è l’esercito in Turchia: “La Corte ha assolto Ersoy deliberando che i suoi commenti non costituiscono un crimine e sono in linea con la libera espressione di opinioni personali”, questa la motivazione per la sentenza che viene riportata dai media turchi.
Il caso Ersoy, che in Turchia è un cantante molto famoso, è scoppiato lo scorso mese di febbraio, quando il transessuale sostenne che, se avesse potuto avere un figlio, non gli avrebbe permesso di andare a combattere in Iraq, dove l’esercito turco compie raid militari contro i ribelli del partito dei lavoratori curdi, il Pkk. Ad incendiare le polemiche, il fatto che le controverse dichiarazioni furono rese in televisione, proprio mentre le forze armate di Ankara erano impegnate in una grossa operazione nel nord dell’Iraq. Se la corte lo avesse condannato, Ersoy avrebbe potuto scontare fino a due anni e mezzo di carcere.
L’esercito turco è stato autorizzato dal governo a compiere attacchi in territorio iracheno a partire dall’autunno 2007. L’offensiva, che ancora prosegue, mira a distruggere le basi dei ribelli curdi nella zona dei monti Qandil, nel nord del territorio Iracheno. Da allora i bombardamenti su quelle alture hanno avuto cadenza quasi quotidiana, facilitati anche dal supporto militare statunitense e iraniano, che mettono a disposizione di Ankara le loro tecnologie di spionaggio: gli aerei spia senza pilota che aiutano l’artiglieria turca a colpire le postazioni della guerriglia. Gli ultimi attacchi turchi sono avvenuti lo scorso 18 dicembre, quando l’artiglieria turca ha colpito alcuni villaggi curdi poco oltre la frontiera con l’Iraq, e il giorno prima, quando la stessa area è stata martellata da un bombardamento dell’aviazione. Nessuna delle fonti che hanno riportato le notizie degli ultimi attacchi è però stata in grado di riportare se ci siano state vittime. Statistiche approssimative sostengono che, dall’inizio delle operazioni di guerriglia del Pkk, nel 1984, le vittime tra curdi e turchi siano state almeno 40mila.
Il Procuratore Generale della California Jerry Brown ha chiesto alla Corte Suprema di invalidare la proposition 8, il referendum che ha abolito i matrimoni gay in California. Nella sua esposizione il Procuratore ha stabilito che la prop 8 elimina dei diritti civili acquisiti, che la stessa corte suprema ha stabilito essere integranti al diritto di libertà. "Non esistono giustificazioni legali impellenti" per limitare un diritto fondamentale, l'unico caso previsto dalla Costituzione. Per il Procuratore, per ora, rimangono validi i matrimoni celebrati in questi mesi. La Corte Suprema si esprimerà a Marzo 2009.
i è costituita a Genova l’associazione Comitato Genova Pride 2009, ente promotore della programmazione culturale e sociale del maggiore evento Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuati) nazionale del prossimo anno.
Il capoluogo ligure ospiterà circa 50 eventi, tra spettacoli, incontri, conferenze, esposizioni, party, tra gennaio e giugno: in pratica più di due iniziative alla settimana. Il Comitato è stato fondato da Mirella Izzo, Ostilia Mulas e Francesco Serreli, una transessuale, una lesbica ed un gay, in rappresentanza delle diverse identità presenti nella comunità Lgbtqi: «Lunedì prossimo depositeremo lo statuto del nostro Comitato organizzatore e presenteremo alle istituzioni e alla città la prima proposta di un ricco calendario di eventi», dichiara Izzo, «il corteo finale è solo la `ciliegina sulla torta´ del Pride, che è invece un grande percorso culturale di oltre sei mesi che propone stimoli e attività diverse per coinvolgere tutta la cittadinanza sui temi dell`integrazione e dei diritti civili». «Speriamo nel sostegno concreto di tutte le istituzioni e della società civile - continua Mulas - in questi mesi abbiamo già avviato il percorso di presentazione della nostra idea di Pride, aprendo il dialogo con tutte le realtà della città e della regione Liguria».
«Invitiamo tutte le associazioni, i gruppi, le diverse realtà e istituzioni, partendo da quelle genovesi e liguri, ad aderire e a collaborare con noi», conclude Serreli, «e invitiamo tutte le cittadine e tutti i cittadini, omosessuali o eterosessuali, a dare una grande prova di partecipazione, sostenendo le nostre iniziative culturali». (Il secolo XIX)
Quale sarà il film gay del Natale 2008? Senza ombra di dubbio sembrerebbe che il più divertente e intelligente sia il francese «Baby love» del regista francese Vincent Garenq, dove una coppia di papà gay hanno un figlio da una donna surrogata
Campione di incassi in Francia con 7 milioni di euro, il film distribuito dalla Archibald ha come protagonisti Emmanuel (Lambert Wilson), pediatra 40enne e gay che va in crisi dopo anni di felicità con il compagno Philippe (Pascal Elbè), per via di un desiderio di “paternità”. Impossibile l’adozione, conosce Fina (Pilar Lopez De Ayala) argentina senza permesso di soggiorno e le propone di sposarla e quindi di salvarle la permanenza in patria in cambio del “prestito” dell’utero con fecondazione in vitro. Tutto ok, se non fosse che Fina si innamora di Emmanuel… Bravissima Pilar Lopez de Ayala, 30enne spagnola che in carriera ha già vinto un Goya. Un film da non perdere!
Il Senato uruguayano ha approvato la legge che permette di cambiare nome e genere nei documenti. Non c'è bisogno di mostrare d'esser stati sottoposti a una operazione di cambiamento di sesso. Anche i minori senza l'approvazione dei genitori potranno sollecitare l'applicazione della norma. Il limite d'età è stato fissato ai dodici anni. In questo caso il cambiamento d'identità è considerato provvisorio e potrà essere confermato a diciotto anni.
«La questione emerge quasi sempre nell'adolescenza - dice Maria Paz Gorostizaga, del collettivo trans Ovejas negras di Montevideo, attivissima lobby a favore della nuova legge che dovrà ora essere votata alla Camera - e qualsiasi ragazzino ha diritto a veder rispettata la sua identità sessuale, anche di fronte ai genitori. Perché costringerlo ad aspettare?».
La richiesta deve essere sottoposta a un giudice, che la esamina insieme a un gruppo di psicologi. Basta dire che da almeno due anni si vive con un'identità sessuale diversa da quella dichiarata nei documenti.
La norma, assai controversa, è stata promossa dalla maggioranza del Frente Amplio, un'ampia alleanza che tiene insieme ex guerriglieri Tupamaros e cattolici di centro e che governa senza grandi sussulti da quattro anni l'Uruguay, Paese cattolico ma con una classe politica tradizionalmente laica rispetto al resto del continente.
I numeri con cui è passato il progetto sono simili a quelli con cui è stato approvato il diritto al divorzio e alle unioni civili. Il diritto all'aborto invece non è diventato legge, è stato l'attuale presidente Tabaré Vazquez ad opporsi. Temeva di perdere voti cattolici in vista delle prossime presidenziali. Ha bloccato la legge, già approvata, ed è uscito per questo dal partito socialista, che si era invece battuto per l'approvazione.
La norma sul cambiamento di genere non piace a tutti. La destra promette battaglia. «Un'aberrazione, una mostruosità, uno scandalo!» grida il senatore Francisco Gallinal, del partido nacional. «E' il segno che ormai siamo in tempi in cui la rettitudine morale non è più un valore».
La stampa cattolica titola "siamo a un passo dal matrimonio gay". I trans di Ovejas negras ridono: «Non si preoccupino: quando in Spagna il matrimonio tra persone dello stesso sesso fu approvato non sono saltati fuori dai tombini eserciti di maricones col vestito bianco! - dicono - E' solo un diritto riconosciuto, un diritto umano, il diritto al proprio nome».
Maria Paz spiega perché ha voluto la legge: «Lasciamo stare il principio, guardiamo il quotidiano. Vado a votare, vado a fare un esame del sangue, cerco un lavoro. Devo ogni volta spiegare perché sono Maria Paz e sulla carta d'identità c'è scritto Julian. Non è simpatico».
La senatrice Margarita Percovich, del Frente Amplio, si occupa dei numeri. «Siamo tre milioni in Uruguay, aspettano questa legge per sollecitare subito il cambiamento del nome almeno in tremila. Certo, la legge da sola serve a poco, siamo lontani dall'accettazione della transessualità come genere, ma è comunque importante approvare questo progetto così come è perché nei testi normativi vigenti appare una concezione rigidamente binaria del sesso. O sei uomo o sei donna. Chiunque non sia ipocrita sa che può esistire una identità sessuale differente, perché non riconoscerlo? Per proteggere cosa? E da chi?».
Nel primo articolo c'è scritto: «Ciascuna perona ha diritto al libero sviluppo della propria personalità, d'accordo con la propria identità di genere, indipendentemente dal suo sesso biologico». Se il testo sarà approvato alla Camera dovrà passare al vaglio del presidente Tabaré Vazquez. Che per adesso tace.
Sessantasei paesi hanno firmato una dichiarazione congiunta a sostegno dei diritti umani LGBT, che è stata depositata presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2008. L’elenco completo é il seguente:
Albania, Andorra, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Belgio, Bolivia, Bosnia ed Herzegovina, Brasile, Bulgaria, Canada, Capo Verde, Repubblica Africana Centrale, Cile, Colombia, Croazia, Cuba, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Ecuador, Estonia, Finlandia, Francia, Gabon, Georgia, Germania, Grecia, Guinea-Bissau, Ungaria, Iceland, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Latvia, Liechtenstein, Lithuania, Lussemburgo, Malta, Mauritius, Messico, Montenegro, Nepal, Netherlands, Nuova Zealanda, Nicaragua, Norvegia, Paraguay, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Sao Tome e Principe, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, l’ex Repubblica di Macedonia, Timor-Leste, Gran Bretagna, Uruguay, e Venezuela.
Gli assenti più importanti sono stati gli Stati Uniti e il Sud Africa.
La dichiarazione delle Nazioni Unite, che include una richiesta per la depenalizzazione dell’omosessualità in tutto il mondo, è stata letta dall’ Argentina.
“Qui si sta facendo la storia. E’ la prima volta che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite si sia presentata con una dichiarazione dei diritti umani a sostegno di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Difendere questa dichiarazione presso le Nazioni Unite è il risultato di un ispirato sforzo collettivo a livello mondiale di molte organizzazioni LGBT e per i diritti umani. La nostra collaborazione, coesa e solidale ci ha procurato questo successo “, ha detto Peter Tatchell del movimento britannico per i diritti umani LGBT “Outrage!“, che si è impegnato per convincere i Paesi a sostenere la dichiarazione.
“Depenalizzare l’omosessualità in tutto il mondo è una battaglia per i diritti umani“, ha aggiunto Louis-Georges Tin, Presidente e fondatore della Giornata internazionale contro l’omofobia (IDAHO), che nel 2006 ha avviato la campagna globale per porre fine alla criminalizzazione delle relazioni tra persone dello stesso sesso e garantito il sostegno di decine di personalità internazionali, che vanno da Premi Nobel a scrittori, il preti, attori, musicisti e docenti universitari.
“IDAHO ha lavorato sodo per due anni per far conoscere questo problema. Per noi, questa è una grande conquista. Voglio ringraziare le tante altre persone e organizzazioni che hanno lavorato con noi fin dall’inizio, anche più recentemente. Vorrei anche ricordare a tutti che porre fine alla criminalizzazione dell’amore omosessuale sarà una lunga e difficile battaglia. Amare non è un crimine “.
“IDAHO esprime il suo particolare apprezzamento per il segretario di Stato francese per i diritti umani, la signora Rama Yade, per il suo ruolo nell’organizzazione di questa dichiarazione e nell’ averla portata alle Nazioni Unite“, ha detto Mr. Tin.
Mr. Tatchell ha aggiunto:
L’originale iniziativa della campagna per la depenalizzazione universale dell’omosessualità è nata grazie all’ ispirazione del fautore francese nero attivista gay e attivista dei diritti, Louis-Georges Tin, coordinatore della Giornata internazionale contro l’omofobia (IDAHO). Ha convinto il governo francese, che ha accettato di farsi carico dell’iniziativa di organizzare la presentazione della dichiarazione alle Nazioni Unite.
“Oltre a Idaho, rendo omaggio al contributo di convincimento di Amnesty International; ARC International, Centro per le donne della Global Leadership; COC Netherlands; Global Rights; Human Rights Watch; il Comitato Internazionale per Idaho (la Giornata internazionale contro l’omofobia) ; Internazionale Gay e Lesbiche Commissione per i diritti umani (IGLHRC); International Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender and Intersex Association (ILGA); International Service for Human Rights; Pan Africa ILGA; and Public Services International“.
La dichiarazione delle Nazioni Unite va ben oltre il tentativo di depenalizzare gli atti omosessuali. Essa condanna tutte le violazioni dei diritti umani basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, invita i paesi a proteggere i diritti umani delle persone GLBT e ad assicurare alla giustizia coloro che violano tali diritti, e chiede che i difensori dei diritti umani che si oppongono alla vittimizzazione omofoba e transfobica siano ammessi a svolgere il loro patrocinio e il lavoro umanitario senza ostacoli.
“Anche se non vincola gli Stati membri, questa dichiarazione di principio presso le Nazioni Unite ha un immenso valore simbolico, dal momento che 60 anni di presecuzioni omofobiche e transfobiche sono state ignorate dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite”.
I diritti umani GLBT sono stati, comunque, sollevati in precedenza in altre riunini e commissini delle Nazioni Unite. Nel 1994 nella sentenza Toonen contro l’Australia, il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha stabilito che l’orientamento sessuale è uno status che va protetto dalla discriminazione in base alla Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici.
“Anche oggi, nememno una singola convenzione internazionale per i diritti umani riconosce esplicitamente i diritti umani delle persone GLBT. Il diritto di amare fisicamente la persona scelta non è sancito da nessuna parte in modo chiaro in nessuna legge umanitaria. Nessuna convenzione riconosce espressamente i diritti sessuali come diritti umani. Nessuna offre esplicita tutela contro le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o l’identità di genere“.
Alcuni strumenti internazionali per i diritti umani sono, naturalmente, stati interpretati per includere l’orientamento sessuale, ma ciò non coincide con l’esplicita proibizione che esiste in materia di discriminazione basate sulla razza, nazionalità, sesso e così via.
“Attualmente, 86 paesi (quasi la metà delle nazioni sulla Terra) hanno ancora un divieto totale per l’ omosessualità maschile e un numero minore un divieto anche per il sesso tra donne. Le sanzioni in questi paesi vanno da pochi anni di carcere all’ergastolo. In almeno sette paesi o regioni di paesi (tutti sotto giurisdizione islamica), la sentenza è la morte, tra cui l’Arabia Saudita, Iran, Yemen, Sudan, Mauritania e zone della Nigeria e Pakistan “, ha dichiarato l’onorevole Tatchell.
La Chiesa: complice dello sterminio e della tortura degli omosessuali
manifestazione a piazza s. pietro contro l'opposizione del vaticano alla proposta UE di depenalizzazione dell'omosessualità in 90 paesi del mondo
A Milano Sabato 20 Dicembre 2008, cristiani provenienti da diverse chiese e cammini daranno vita ad una veglia di preghiera ecumenica "per chiedere al Signore di aiutare chi guida le chiese a riconoscere il Suo volto nel volto delle persone omosessuali".
Il Gruppo evangelico VARCO-Refo, il Gruppo dei cristiani omosessuali del Guado, l'associazione Noi Siamo Chiesa, la Chiesa Evangelica Valdese di Milano, la Parrocchia Veterocattolica Gesù di Nazareth daranno vita ad momento di preghiera che vuol riunire quei cristiani che vogliono opporsi alla barbarie di vedere le persone omosessuali condannate, nel mondo, a pene che spesso prevedono la morte, solo perchè sono gay o lesbica, perchè "non riconoscere il valore della dignità umana ... tradisce l'annuncio cristiano che ci ricorda come in ogni uomo risplende, in maniera unica e irripetibile, l'immagine dell'unico Dio" perché non risuoni, ancora una volta, nelle nostre chiese quel "per loro non c'era posto" (Luca 2,7s).
Altre Veglie e momenti di preghiera, in comunione con la Veglia Milano, sono stati organizzati anche a Cremona dal gruppo La Goccia, dal gruppo Ponti Sospesi di Napoli, da Nuova Proposta di Roma, dal gruppo Emmanuele di Padova e dal gruppo Kairos di Firenze.
Jose' Sucuzhañay aveva messo da parte i soldi per questo viaggio, e raggiungere, dal nativo Equador, il fratello emigrato a New York, coronando il sogno di rivederlo dopo anni di separazione. Il fratello Romel, intanto aveva fatto fortuna e aveva aperto una agenzia immobiliare dopo anni passati come semplice operaio. La festa per il ricongiungimento e' stata sancita nella chiesa a cui appareneva Romel e continuata poi in un bar locale frequentato da altri Latino-Americani. Una birra in piu', e Jose', che indossava solo una T-shirt nella fredda notte americana, si appoggiava al fratello maggiore, mentre camminavano per ritornare a casa.
All'improvviso un'auto nera e' sbucata dal nulla e ne sono scesi tre tipi brandendo mazze da golf e urlando epiteti antigay e antilatini. Romel e' riuscito a scappare ma Jose' e' stato investito dalla furia dei tre omofobi. Si e' accasciato a terra sotto i colpi tremendi delle mazze. Il fratello e' riuscito a chiamare il 911 e la polizia e' arrivata immediatamente, ma troppo tardi per Jose'. Trasportato in ospedale, e' deceduto alcuni giorni dopo l'attacco per morte cerebrale; il giorno prima che la madre potesse arrivare dall'Equador per l'ultimo saluto.
Ora l'America e' scossa e si chiede il senso di questo attacco, mentre Jose' Sucuzhañay, anche se eterosessuale, va ad aggiungersi alla lunga lista delle persone morte a causa dell'omofobia.
Brasile,San Paolo,
La polizia civile di Carapicuíba, in San Paolo, arrestato lo scorso Mercoledì, 10 dicembre, il sospetto di 13 omicidi nel Parco Paturo(Sargento de polizia ,Jairo Francisco Franco), che da luglio 2007 ad agosto 2008 ha assasinato 13 omosessuali ali' interno de un parco(Paluris in carapicuiba). E stato catturato dopo l' assasinio de una transessuale, e stato riconosciuto da una testimone che si trovava nel luogo. la polizia ha rafforzatto la presenza ,perche ipotizza la possibilita di complici ancora liberi.
Il sospettato e anche oggetto di indagine da parti del pm per essere integranti di un famoso grupo di sterminio formato da polizionti militare ,chiamato "io sono la morte".il comando del pm no si è ancora pronunciato sul caso.
A nome di tutta la comunità LGBT, l'Associazione Brasiliana di gay, lesbiche, e transessuali ha chiesto in una lettera che il governatore José Serra adottare misure per accelerare le indagini.Il killer a guadagnato il soprannome di "maniaco del arcobaleno", in quanto la maggior parte delle vittime erano omosessuali o transessuali. >
Incontra altri storie di assassini di omosessuali in serie:in brasile.
Paulo Jose Lisbona.39
Ucciso sei persone, egli è ancora oggetto di indagini da parti della polizia per altre quattro morti nella capitali(spirito santo, vitoria)
Mato Grosso . adolescente di 16 anni. accusato di morte di tre persone che "non sono pure".. Egli ha negato la responsabilità per i crimini , ma poi confessato tutto.. Due delle vittime erano omosessuali, il terzo è un giovane uomo di 13 anni che è stato ucciso per indossare abiti audaci, che, per l'imputato a dimostrare che era "una cagna".
Conosciuta come la croce maniacali, il ragazzo di buona famiglia, socievole e lavoratore . scegliere le loro vittime. Egli puxava conversazione con loro nel corso di una breve intervista e classificare il profilo della vittima tra puro o impuro.. Chiesto se credeva in Dio, se questi sono stati felici con la loro vita
Augusto dos Santos * - .Nel settembre 2004, è stato arrestato il rivenditore Augusto dos Santos *, che con 29 anni sotto il sospetto di essere un assassino di omosessuali in serie.. Secondo il responsabile per le indagini, ha messo in contatto con le loro vittime tramite chat room su Internet.
In principio, la loro intenzione era rubare denaro e oggetti personali, ma poi ha iniziato a praticare la tortura, e poi uccidere .. Si sospetta che ha ucciso cinque omosessuali nei quartieri di pino, e County Center, il tutto in Sao Paulo
"Oggi è il giorno per pulire la città.. bastone nelle bambole.. La mia missione è quella di tirare tutta questa merda di circolazione. " E 'stato con queste parole che Paulo Sergio de Oliveira, 32, conosciuto anche come Calvo, . Nel corso del 1990, Paolo è stato accusato di aver ucciso almeno 60 gays e tansessuale nella regione di Dourados, nello stato del Mato Grosso do Sul, e di altri omosessuali in Sao Paulo.. avvicinando le vittime nei loro luoghi di lavoro e desferir scatti o facadas diretto alla testa, viso, gambe e cuore.
"Il maniaco del Trianon" Nel 1986, una serie di omicidi misteriosi attirato l'attenzione delle forze di polizia a Sao Paulo. Questo è stato un periodo in cui vi è stato un aumento nella violenza contro gli omosessuali in tutto il paese a causa dello scoppio di un altro focolaio in Sao Paulo: la diffusione del virus dell'AIDS, allora una sconosciuta malattia e attribuito principalmente agli omosessuali.Invece di essere visto come le prime vittime di questa malattia, in cui sono state svalutate come socialmente responsabile.
In primo luogo, la storia di Fortunato Botton Neto, conosciuto come maniacali di Trianon. Egli ha ucciso almeno 10 vittime tra il 1986 e il 1989.I suoi principali obiettivi sono stati gay successo professionale e di età compresa tra i 40 ei 60 anni.