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venerdì 11 luglio 2008

COMUNICATO STAMPA - RIFLESSIONI SUL REATO DI PROSTITUZIONE


Il Ministro Maroni ha invitato pubblicamente alla riflessione riguardo il reato di “adescamento”, quindi di prostituzione. Nella speranza che l’invito non fosse esclusivamente rivolto ai Parlamentari, ci permettiamo alcune riflessioni che sottoponiamo al Ministro ed a chiunque dovrà assumersi responsabilità in merito all’argomento.

Come è noto, la prostituzione – specie quella “in strada” – è formata da donne in gran parte extracomunitarie e sotto trafficking e da persone transessuali, anch’esse spesso extracomunitarie e sotto trafficking (fatto che si vuol rendere poco noto per affermare l’immagine della “trans” che “batte” perché le piace farlo), ma con una più alta percentuale anche di italiane.

Come responsabili nazionali di AzioneTrans, la nostra competenza è più specifica per la prostituzione transessuale e su questa ci permetteremo alcune considerazioni più approfondite, dopo una più generale sul “reato di prostituzione” in sé. Pensare di mettere nelle carceri donne che spesso arrivano in Italia attraverso dei veri traffici di carne e sono costrette a prostituirsi, dovrebbe far ribollire il sangue ad ogni uomo e donna, di qualunque “colore politico” sia. Punire le vittime è operazione semplice ma inutile (dove sono tutte queste carceri femminili? Quanti giudici e processi?) ed ha il sapore pesante della beffa.

Per quanto riguarda la prostituzione transessuale - spesso la più biasimata dalla gente e dai media - per quanto riguarda le extracomunitarie valgono le stesse considerazioni fatte per le donne sotto trafficking.

Per le “trans” cittadine italiane che si prostituiscono, crediamo di poter dire senza tema di smentita, che considerarle criminali in uno Stato che non ha mai applicato le Direttive Europee e le pronunce della Corte di Giustizia Europea che, in modo esplicito, stabiliscono l’obbligo di applicazione delle norme sulle pari opportunità fra i sessi, anche per chi intenda o sia nel percorso di transizione da un sesso all’altro, rappresenti un vero accanimento anti umanitario, ai limiti della violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Invitiamo il Ministro Maroni e tutte le forze politiche del parlamento a riflettere sull’incredibile ingiustizia che comporterebbe punire chi si prostituisce perché non ha una chance di trovare lavoro. Potremmo elencare centinaia di casi di transessuali che, superati i primi test in Aziende che cercavano personale, sono poi state respinte perché con documenti “non in regola” (con cosa? In realtà sono perfettamente in regola secondo le leggi italiane) o “perché si vede” anche se già rettificate all’anagrafe.

Se prima non si mettono in atto tutte quelle disposizioni che obbligano alle pari opportunità anche per le persone transessuali, se non si combatte contro uno stigma sociale ingiustificato dai fatti (la transessualità non produce alcun danno alla comunità), se non si provvede a dare documenti adeguati anche a chi non possa o intenda sottoporsi ad una chirurgia “pesante”, se insomma, da una parte lo Stato induce alla prostituzione proprie cittadine e dall’altra le punisce, si determina un vero sopruso inumano ed ingiusto.

Ci permettiamo di ricordare al Ministro, al Governo tutto, che la richiesta di AzioneTrans su questi temi, presentata da poco al Comune di Roma, è stata fatta immediatamente propria dal sindaco, Gianni Alemanno, importante esponente dei partiti che compongono l’attuale Governo.

Attivarsi contro palesi ingiustizie, evidenti distorsioni di un sistema che rinchiude proprie cittadine nei ghetti, per la semplice condizione umana che vivono, non dovrebbe essere né di sinistra né di destra, ma di semplice buonsenso e umanità.

Rifletta sig. Ministro e riflettano tutti i parlamentari anche su questo, prima di procedere con norme che servono solo a stigmatizzare ancora di più, chi è costretta alla prostituzione e a nient’altro.

E per quanto riguarda la regolamentazione della prostituzione, pur essendo preferibile al reato, resta un “cerotto” che non interviene nell’unico processo che potrebbe contrastarla. Uno Stato attivo nel combattere tutte quelle situazioni sociali, culturali ed economiche, che portano donne e transessuali a vendere il proprio corpo.

Genova – Roma, 9 giugno 2008

Per AzioneTrans

Mirella Izzo Francesca Busdraghi

Presidente Nazionale Segretaria Nazionale

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