L'OBBLIGO DELLA VIRILITà

di NATALIA ASPESI

Ho un bimbo gay? Pare che questa domanda se la pongano i genitori di maschietti così anomali da non prendere a calci il cuginetto o da annoiarsi a guardare le partite in tivù. Bambini di 6 anni ma anche più piccoli che mamma e papà spiano sperando che sfascino i giocattoli o azzannino il gatto, per rassicurarli sulla loro futura simpatica virilità. È il mensile gay italiano "Pride" a segnalare i dubbi di non pochi genitori di bambini gentili e pensosi, che a scuola vengono emarginati dai rabbiosi piccoli bulli che li chiamano froci. Il bersaglio della crudeltà infantile di imitazione televisiva, non capisce, si dispera, e ci sono madri e soprattutto padri che anziché prendersela con i suoi piccoli aguzzini se la prendono con lui. Altro che matrimoni gay anche in California: da noi gli stereotipi sono già introiettati a tre anni, con l´aiuto dei genitori che al maschietto timido dicono, "non fare la femminuccia" come fosse un insulto. E non importa se l´orientamento sessuale non si definisce prima dei 12-14 anni e se solo il 10% dei piccini che da grandi non vogliono fare il pompiere, ma già avidi di ricchezza, lo stilista, ha poi quelli che vengono chiamati, elegantemente, problemi d´identità.


venerdì 18 luglio 2008 , di la Repubblica

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