Mosca, manganelli contro il Gay pride Ammanettati venti manifestanti








MOSCA - Tensioni tra polizia e dimostranti del Gay pride a Mosca nel giorno della festa canora Eurovision che oggi terrà la sua finale nel megastadio dell'arena olimpica della capitale. La polizia ha arrestato stamane almeno 20 attivisti poco prima dell'avvio della manifestazione costata oltre 42 milioni di dollari.

Le organizzazioni degli omosessuali russe hanno deciso di tenere lo stesso la loro parata nonostante il divieto del sindaco omofobo Jurij Luzhkov. La polizia è in stato di allerta da ieri con migliaia di reparti speciali antiguerriglia pronti a intervenire in tutta la città. In Russia fino al 1993 l'omosessualità era considerata un crimine e solo nel 1999 ha smesso di essere classificata come una malattia mentale.

Proprio per la visibilità di Eurovision, che fa impazzire i russi come soltanto il festival di Sanremo in Italia, gli omosessuali hanno deciso di scegliere il 16 maggio per la loro manifestazione. All'appuntamento non autorizzato vicino ad un ateneo nella parte sudoccidentale di Mosca, i manifestanti gridavano "L'omofobia è una vergogna per la Russia!" e "Diritti uguali per tutti". Una ventina di loro sono stati ammanettati poco dopo, mentre cercavano di parlare con i giornalisti. Fra i fermati c'è anche Nikolai Alekseev, fondatore del sito gayrussia.Ru e principale organizzatore della manifestazione.

Le prime avvisaglie di disordini si erano avute giovedì, quando diversi manifestanti si sono messi a lanciare uova contro i concorrenti di Eurovision 2009, giunti allo stadio Olympiisky per le prove. "Il 7% dei russi è gay" ha sottolineato Alekseev, eppure "negli ultimi 4 anni abbiamo cercato in tutti i modi di ottenere il permesso di sfilare, e non ci è mai stato concesso dalle autorità". E ancora una volta, nel 2009, è venuto un niet secco dal sindaco Yurij Luzhkov.

Da qui l'idea di salire in qualche modo sul carro della 54esima edizione dell'Eurovision, organizzata dalla Russia. Oltretutto all'inizio della settimana una coppia di lesbiche, Irina Fedotova e Irina Shapitko avevano chiesto per provocazione di ufficializzare il loro legame a uno dei municipi più omofobici in Europa, Mosca appunto. Ma la risposta è stata secca: "Non possiamo accettare la loro richiesta" poiché non "conforme al principio della volontaria unione tra un uomo e una donna".

fonte:
http://www.repubblica.it/

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