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sabato 16 maggio 2009

"Non si banalizzino certi episodi"

Il presidente dell’Arcigay di Bergamo interviene sulla scritta contro omosessuali e transessuali comparsa su un muro di Città Alta, a pochi passi da porta San Giacomo. L’invito è a “non banalizzare” certi episodi.

"Una studentessa universitaria, Laura, ha segnalato con preoccupazione e sconcerto la scritta che invitava all’uccisone con il gas di gay e trans, trovandola offensiva per gay e trans, ma anche e certamente pure per gli eterosessuali. Siamo contenti che questa mattina una privata cittadina, Carla Turolla Turati, candidata alle prossime elezioni per il Consiglio comunale, si sia presa il disturbo di andare a cancellare la scritta che invitava all’uccisone con il gas di gay e trans, testimoniando la sensibilità di chi non accetta queste cose.
La banalizzazione “politica” degli episodi di omofobia va presa molto sul serio: punta a screditare qualunque di azione volta a censurare o a criticare l'omofobia; accredita come lecite parole e posizioni razziste e antigay; genera un pressapochismo confuso per cui scritte di questo tenore sono assimilabili a scarabocchi sul muro e, per analogia, la violenza (verbale o fisica) contro la nostra comunità è comparabile a qualunque altro fatto sgradevole;
Nei primi cinque mesi del 2009 le cronache hanno riferito di sei omicidi di tipo omofobico, 26 aggressioni, 5 casi di estorsione e 2 episodi di bullismo. Naturalmente questi dati sottostimano largamente il numero di abusi e violenze contro gli omosessuali, perché spesso la vergogna spinge le vittime dell'omofobia al silenzio.
Il nostro parlamento nazionale non è riuscito a emanare nemmeno una legge contro i crimini d'odio diretti agli omosessuali; qui in lombardia il leghista Prosperini ha chiesto per noi l'esecuzione con la garrotta, il consigliere comunale di Bergamo Paparo ha paragonato l'amore omosessuale alla zoofilia.
Bene, cara Laura, a te che hai visto la scritta mentre andavi in pullman all'Università e l'hai segnalata chiedendo di cancellarla, io voglio chiedere scusa perché come adulti non siamo riusciti a lasciare alla tua generazione un paese migliore, ma solo questo desolante paesaggio.
Trovo rincuorante che ci siano persone come te non disposte a tollerare questo stato di cose ed invitiamo tutti quanti a reagire contro questa violenza verbale e fisica e a spendersi un po’ per reclamare la giustizia che ci spetta".

Luca Pandini
presidente del Comitato Provinciale Arcigay Bergamo “Cives”
Presidente@arcigaybergamo.it

Sabato 16 Maggio 2009

redazione@bergamonews.it

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