APPELLO DI SOLIDARIETà AL GENOVA PRIDE


Appello di solidarietà



Il Coordinamento Donne Lesbiche Genova esprime tutta la sua solidarietà al Comitato Pride, al Direttore Francesco Langella e alla Biblioteca De Amicis così ferocemente e ottusamente attaccati per la pregevole iniziativa "Due Regine e Due Re" svoltasi sabato 16 maggio 2009.

In un clima di preoccupante recrudescenza omofobica e discriminatoria nei confronti di tutte le diversità, sentiamo forte e improrogabile una presa di posizione coesa di tutte le associazioni e i gruppi del movimento glbt e di tutta la comunità, cittadini e cittadine, che credono nella libertà e nel rispetto come valori fondanti di una società civile e laica.

Invitiamo tutte le associazioni genovesi glbt e non, a dare un segnale chiaro a chi vorrebbe imporre un unico modello di riferimento (bianco, cattolico, eterosessuale) sostenendo le iniziative del Comitato con la partecipazione attiva e chiediamo la massima diffusione delle informazioni anche ai contatti di associazioni di altre città, perché non si tratta di un affaire genovese, ma di una questione nazionale che sta riportando l'Italia alla preistoria della democrazia.

Riteniamo che educare i bambini di oggi, che saranno la società di domani, alla conoscenza e al rispetto di tutte le diversità sia un atto di estrema responsabilità da parte degli adulti. E' innegabile che il disagio giovanile oggi sia quanto mai evidente e scaturisce da un vuoto interiore assordante, dall'incapacità di vivere la propria individualità e quindi diversità perché l'accettazione sociale richiede omologazione, perché si è persa la capacità di ascolto e la capacità di riconoscersi come esseri umani.

Perché dobbiamo essere bombardati fin dalla più tenera età da una cultura eterosessista, patriarcale e maschilista che ci induce a pensare che tutto ciò che è diverso è sbagliato? Perché dobbiamo assistere silenziosamente e quotidianamente a episodi di razzismo omofobico? I pregiudizi che portano ragazzi e ragazze a essere crudeli con coetanei bollati come diversi non sono innati, ma vengono insegnati. Ed è grazie a iniziative come quella di sabato scorso che forse si può evitare l'inoculazione del pregiudizio e si può pensare di costruire una società migliore. La conoscenza è l'arma più potente contro chi si erge a giudice e censore.

Auspichiamo la nascita di una rete di contatti tra tutte le associazioni sensibili a valori come libertà, solidarietà, rispetto affinché si possa costruire insieme un argine efficace alle dilaganti varie fobie italiane e affinché si arrivi al Pride del 27 giugno con la massima partecipazione possibile.

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