Perché si candida con Sinistra e Libertà?
“Perché Nichi Vendola da sempre ha lottato per la sua omosessualità ma anche e soprattutto perché è un politico di carriera e ha dimostrato di essere un gran politico, onesto moralmente, culturalmente e intellettualmente. Poi nel Paese c’è un problema enorme. Manca l’identità di sinistra e tra Franceschini e Vendola io scelgo quest’ultimo. C’è un pericolo per la nostra democrazia dovuto al fatto che non c’è un’opposizione. Da solo Di Pierto non basta e il Pd è in una fase di assestamento. Intorno a Vendola può invece ripartire un progetto di sinistra”.
Che non è possibile con Franceschini?
“Lui rappresenta l’indeterminazione del Pd”.
La sua è quindi una candidatura che vuole lottare per il riconoscimento dei diritti civili. Ma i Dico sono praticamente spariti dall’agenda politica…
“Purtroppo sì. Ma nel programma di Sinistra e Libertà sono al primo posto. Diritti civili non vuol dire solo diritti delle coppie ma anche testamento biologico, fecondazione… L’unica speranza che ci rimane in questo Paese è che dall’Europa, dove ormai siamo rimasti gli ultimi insieme alla Grecia, riparta un’ondata di civiltà”.
E’ ottimista sulla possibilità di un riconoscimento delle coppie di fatto in Italia?
“No. Il mio è un impegno civile per una lista che spero superi il 4%. La mia candidatura è un grido di dolore. Sono ottimista su una ricompattazione della sinistra. Affinché in futuro possa fare da leva sulla questione dei diritti civili”.
Se dovesse dare un voto a Franceschini e a Berlusconi sull’impegno sui diritti civili?
“Zero a zero e palla al centro. Vendola presidente del Consiglio aprirebbe una nuova era per questo Paese”.
Sulla scia di Zapatero in Spagna?
“Sì, spero che Nichi Vendola possa diventare lo Zapatero italiano. E’ un augurio, un desiderio, un sogno. Non ho mai voluto candidarmi ma credo in questo progetto così come inizialmente ho creduto nel Pd. Mi auguro che con Nichi riparta una nuova stagione. E’ una speranza che si può realizzare. L’Italia ha bisogno di sinistra, di riformismo, di socialismo”.
Nella lotta per i diritti civili quale ruolo ha la Chiesa?
“E’ uno Stato estero e una rappresentanza religiosa è giusto che ci sia. Mi auguro che si possa iniziare un dialogo aperto e sincero con tutti. Che si possa ricominciare con la stagione dei diritti, senza scontri. Che sia una stagione di approfondimento, di conoscenza, di comprensione e di condivisione”.
Qual è la sua posizione sulla Turchia?
“Sono completamente a favore dell’ingresso nell’Ue. Il Papa, nel suo recente viaggio, ha parlato di unione e di vicinanza tra le religioni. Sono convinta che l’ingresso sia importante per garantire una visione moderna e moderata dell’Islam, che invece passa sempre come una religione integralista e nemica. Sono le frange estreme che fanno prigionieri i moderati. Ankara in Europa sarebbe una ricchezza per tutti. Soprattutto dal punto di vista culturale. Io sono per le contaminazioni”.
E quindi è anche favorevole a una società multietnica?
“Sì, nel momento in cui non ci sono più i confini. Che sono stati abbattuti soprattutto dalla rete. La multietnicità è fondamentale in una nazione che si definisce democratica, civile ed accogliente. Diverso è però il problema dello sfruttamento della povertà e del commercio dei barconi. Il problema dell’immigrazione è mondiale e va affrontato con serietà. Deve essere garantita la possibilità per tutti di poter accedere a una vita migliore. Ed è un problema che non deve riguardare una sola nazione”.
Perchè la chiamano “il Mastella dei froci”?
“(ride, ndr). E’ un modo per ferire la mia libertà di pensiero. Intanto non lo sono mai stata, né sono comunista. Sono convinta che si cresce attraverso il confronto sereno anche con i nemici. Per esempio ho accolto con piacere la proposta sulle Unioni Civili di Brunetta e Rotondi (nel 2008). Sono convinta che faremo dei passi avanti solo lavorando insieme. I diritti civili non possono essere l’ago della bilancia tra destra e sinistra. Si tratta di diritti umani. Il rispetto passa dall’avere rispetto delle differenze”.
Un giudizio sul premier…
“Non sono anti-berlusconiana. Il presidente del Consiglio ha portato delle grandi novità di comunicazione nella politica e ha introdotto una novità nei tempi di reazioni rispetto alle azioni che sono esempi da studiare e comprendere piuttosto che avversare. Ho sempre detto che Berlusconi non è il mio nemico. Il mio nemico è l’integralismo, l’ignoranza, i concetti precostituiti, i pregiudizi. Le persone devono confrontarsi per cambiare idea. La ricchezza è pensare, il pensare è libero e anche l’agire. La contraddizione è un pregio. L’immobilismo è il mio nemico”(Affari italiani)
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