Spostato il Pride 2009 di Genova, si svolgerà il 27 giugno


"Vogliamo incontrare Bagnasco". E la Vincenzi benedice il cambio di data
di Ava Zunino

IL DADO è tratto: il Genova Pride si svolgerà il 27 giugno. Lo hanno deciso domenica, alla fine di una riunione fiume iniziata di buon mattino e finita alle quattro e mezza del pomeriggio, gli oltre cinquanta rappresentanti delle associazioni gay, trans e lesbiche di tutta Italia. Si sono incontrati in un locale del porto antico di Genova, hanno pranzato sulla terrazza affacciata sul mare e hanno messo a punto date e programmi del gay pride nazionale e di quelli locali che, in giro per l´Italia, precederanno la manifestazione di Genova. La scelta del 27 giugno ha un significato simbolico per la comunità omosessuale (è la vigilia del giorno in cui, 40 anni fa a New York, per la prima volta gli omosessuali si sollevarono contro la polizia) ma ne ha anche uno più squisitamente politico e rivolto alla chiesa cattolica. La scelta iniziale, infatti, era caduta sul 13 giugno, giorno del Corpus Domini e la decisione di spostarlo al 27 viene dopo le riserve espresse dalla stessa Chiesa e dal sindaco Marta Vincenzi sulla coincidenza delle date.

E proprio il sindaco, ieri sera, ha commentato subito con una nota di soddisfazione: «In questo modo sono stati superati tutti i problemi. Nel giorno dell´otto marzo, mi hanno fatto anche un bel regalo. Sono proprio contenta. Il Pride si colloca in questa nuova Genova che vuole farsi carico dei diritti di tutti: è una delle tappe del percorso con cui cerchiamo di costruire la convivenza civile, garantire la laicità dello stato, il ruolo delle comunità locali, la cultura del rispetto delle diversità. Si va avanti anche con atti simbolici».

Il portavoce del comitato Genova Pride, Alberto Villa, sottolinea che la scelta è voluta: «abbiamo cambiato la data in segno di rispetto verso la sensibilità religiosa dei cittadini. Ci auguriamo di poter finalmente incontrare il cardinale Bagnasco, per spiegargli quali messaggi intendiamo lanciare con questo gay pride». E questo in particolare è ciò che è stato discusso ieri: i contenuti della manifestazione di sabato 27 giugno, che sarà una festa ma anche un momento per riflettere su questi tempi di crisi economica e lanciare messaggi perché si vigili sul rispetto dei diritti e contro le discriminazioni, che in tempi cupi, rischiano di passare più facilmente in secondo piano nei posti lavoro. «Da Genova vogliamo lanciare un messaggio politico di aggregazione di tutte le forze sociali e culturali italiane - ha detto ieri sera il segretario nazionale di Arci Gay, Riccardo Gottardi - affinché da crisi economica, assenza di diritti civili e incertezza del lavoro sia possibile uscire costruendo una nuova idea di società plurale e solidale».

L´aspetto della riflessione sociale è stato sottolineato ieri nel comunicato diffuso alla fine dell´assemblea al porto antico. «Le persone Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali) - si legge nella nota - condividono la preoccupazione per la perdita del posto di lavoro, per la restrizione della disponibilità di reddito, per la precarizzazione esasperata della propria esistenza. Ribadiamo che l´Italia cambierà solamente quando diritti civili e diritti sociali saranno collegati insieme in un progetto di mutamento delle condizioni concrete delle persone. La nostra piattaforma rivendicativa, è rimasta sostanzialmente immutata dal Pride nazionale di Roma del 2007 passando per il Pride nazionale di Bologna del 2008. Questo dimostra l´arretratezza e l´immobilismo della politica italiana».

Fonte: Repubblica - Genova

http://www.digayproject.org

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