di Federica Pezzoli
Due pesi e due misure, è l'ideologia Berlusconiana di (centro) destra, quella del bastone e della carota - dove il bastone (o manganello), viene usato contro i "diversi": immigrati, rom, sinti, rumeni (a torto, ritenuti geneticamente dei pericolosi criminali da 41 bis), lesbiche, gay, transgender (in attesa, da anni, di una pari dignità sociale), clochard, disabili, pensionati (alle prese con la Social Card, ancora scarica), lavoratori (ormai quasi tutti precari o disoccupati) studenti e poveri; mentre, la carota (o zuccherino) è per la "razza" rigorosamente nostrana, cafona e razzista, ariana, eterosessuale, rondista, benestante, e omologata giustappunto al regime-berlusconiano. I cosiddetti "normali", e "protetti". Un'ideologia che sta producendo effetti devastanti in un'Italia sempre più povera, affamata, e dove, con frequenza giornaliera, grazie al dilagare della "cultura della caccia al diverso", il "diverso", infatti, patisce le persecuzioni (insulti, aggressioni squadriste, attentati incendiari etc.) dei cosiddetti "normali" - miseri criminali, che in alcuni casi agiscono secondo modalità definite dagli inquirenti da "Arancia meccanica", come nel caso dell'omicidio di Samanta, una persona straniera, ma transessuale, che il 29 luglio dello scorso anno, a Milano, è stata rapita da due balordi - di cui uno italiano - ferita con numerose coltellate, stuprata, ed infine gettata in un fosso - dov'è morta -, così leggiamo in una nota relativa alla richiesta di rinvio a giudizio di Davide Giuseppe Grasso, ventunenne, a firma del pm di Milano, Roberto Pellicano.
Se poi disgraziatamente sei disabile e gay, allora gli effetti punitivi dei "normali" si moltiplicano. Per loro, fanatici della razza pura, esiste un doppio motivo per massacrare con calci e pugni - e poi, si sa, nessuna testata giornalistica metterà in prima pagina la foto di questi squadristi criminali. Forse, godono di un'immunità mediatica ordinata dal presidente del consiglio editore? Di certo, se condannati, beneficiano di una sorta di sconto sulla pena perchè nel nostro ordinamento giuridico non esiste l'aggravante per i reati commessi per finalità di discriminazione o di odio fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere. Insomma, dei criminali privilegiati - indirettamente tutelati - che a modo loro, secondo le loro modalità - da Arancia meccanica - "collaborano", facendo pulizia etnica, e contro il diverso da loro, anche LGBT. E' il fare militanza dei simpatizzanti del partito della sottomissione - sicuramente antidemocratico, e razzista. In una parola: (neo)fascisti, del terzo millennio.
Cosi succede che a Pordenone, in pieno centro, tra l'indifferenza dei passanti, un trentenne disabile e gay viene prima insultato e poi aggredito e pestato a sangue,. Eseguito dalle forse dell'ordine l'arresto dei balordi, viene fuori che i presunti responsabili sono dei maggiorenni italiani che "volevano dare una lezione ai froci". Segue, il silenzio mediatico - nessuna foto pubblicata sui giornali, e in pochi hanno riportato le loro generalità: Nicola Tuan, 22 anni di Pordenone, Federico Scabbio, 21 anni di Porcia, Stefano Ostaria, 43 anni di Pordenone - tanto per onorare il diritto/dovere di cronaca.
Lascia basiti l'indifferenza del Governo Berlusconi che non ha proferito verbo anche su questo ennesimo episodio criminale consumato dal boia omo/trans-fobico, sempre a caccia del "diverso". Un grave silenzio, che preoccupa, e molto. Un martirio che può e deve essere fermato con l'estensione della legge Mancino inserendo l'aggravante per i reati commessi per finalità di discriminazione o di odio fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere. Motivo per il quale Sabato 14 marzo, davanti a Montecitorio, si è svolto un sit-in di protesta organizzato da Imma Battaglia, presidente dell'associazione Di'Gay Project, manifestazione alla quale ha aderito e partecipato Articolo 21 con una sua delegazione.
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