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martedì 29 marzo 2011

Mi hanno appena inviato questo video, tremenda la crudeltà, un ragazzo vieni picchiato a morte con blocchi di cemento perché gay.

Mi hanno appena inviato questo video, tremenda la crudeltà, un ragazzo vieni brutalmente picchiato a morte con blocchi di cemento perché gay. Il vaticano fa appello alle Nazione Unite per proteggere chi commetti questi crimini contro gli omosessuali. Il video e strema menti violento, per vedere qui .http://www.heaven666.org/gay-man-get-dead-50432.php

Il Vaticano benedice l'omofobia

di Luigi Nervo

Ennesima crociata contro chi critica l'omofobia. Il Vaticano fa appello alle Nazioni Unite per proteggere chi discrimina gli omosessuali. «La gente viene attaccata perché prende posizione contro le relazioni fra persone dello stesso sesso – ha detto oggi l'arcivescovo Silvano Tommasi di fronte al Consiglio dei diritti Umani dell'Onu – Quando esprimono dei pareri del tutto normali basati sulla natura umana vengono stigmatizzati, e ancor peggio, perseguitati e sviliti. Questi attacchi sono una chiara violazione dei diritti umani fondamentali e non possono essere giustificati in nessun caso».

Dichiarazioni choc che hanno lasciato ammutolita una platea internazionale che si aspettava di sentire parole in difesa e non contro i diritti umani. E poi un paragone azzardato tra l'omosessualità e quelli che sono reati sessuali a tutti gli effetti: «In tutto il mondo è sentore comune che alcuni comportamenti e orientamenti sessuali devono essere regolati dalla legge – ha proseguito il rappresentante della Chiesa Cattolica – Cosa che accade già con alcuni comportamenti che sono vietati dalla legge, come ad esempio la pedofilia e l'incesto». Argomenti quest'ultimi ben conosciuti negli ambienti ecclesiastici.


ONU, Dal Vaticano un’assurda difesa dell’omofobia

La democrazia ha le sue regole, che non godono dell’extraterritorialità e del dogmatismo vaticano. Questa difesa attiva di coloro che pervicacemente si oppongono a diritti umani negati a gay, lesbiche e transessuali, è vergognosa ed assurda ed arma la mano di coloro che si fanno portatori di odio e di violenza.

“Da parte nostra abbiamo sempre solidarizzato con tutte le minoranze discriminate e colpite, come nel recente caso dei cristiani copti d’Egitto, colpiti da un attentato.Non ci risulta una sola dichiarazione di solidarietà da parte vaticana verso le migliaia di atti di violenza omofobica che ogni anno si compiono nel mondo.” ha dichiarato Paolo Patanè presidente dell’Arcigay.

“Di contro la gerarchia cattolica continua ad opporsi in ogni sede alla depenalizzazione dell’omosessualità, proposta all’Onu dall’Unione europea, che contribuirebbe ad abbattere le legislazioni che ancora oggi condannano lesbiche gay e trans alla pena di morte in 7 paesi e a pene detentive in oltre ottanta.

“Negare il diritto all’integrità fisica, alla felicità, alla piena cittadinanza di lesbiche, gay e trans significa lavorare contro il progresso sociale e civile ed agire contro i diritti umani fondamentali.

“Se ne ricordi monsignor Tomasi, – ha concluso Patanè – e chieda perdono per questo ennesimo vergognoso atto farisaico e dogmatico che chiude gli occhi di fronte all’ingiustizia e giustifica la violenza di chi discrimina ed uccide, pur di salvaguardare la “purezza” della dottrina cattolica.”

Per maggiori informazioni:

http://www.canada.com/life/Vatican+tells+that+critics+gays+under+attack/4485023/story.html


Fonte:http://www.vogliosapere.org/2011/03/23/onu-dal-vaticano-un-assurda-difesa-dell%E2%80%99omofobia/

Fonte:http://www.nuovasocieta.it/attualita/12727-il-vaticano-benedice-lomofobia.html

commoventi

In una notte normale con l'ultimo ricordo dimenticato dalla memoria, un uomo ritrova nel luogo che chiama casa, la nostalgia di un tempo vissuto.

Frammenti di pura felicità e momenti sublimi di condivisione, appaiano come un appuntamento di speranza di un presente che non tornerà a essere mai più le stesse .


Momentos (2010), un film di Nuno Rocha.

“Life’s good” è il tema di questo cortometraggio girato dal regista portoghese per LG Portugal.

Un film semplice e genuino. Come il protagonista, che non ha bisogno di parole per dialogare con lo spettatore, gli basta il volto, espressivo come pochi.

Una colonna sonora cruciale e commovente ci guida nel racconto di un’emozione:

- Solitary di Burt Goldstein;

- Tokyo Girl dei Noiserv;

- Back in the day di Darren e Stephen Loveday.

Buoni frammenti di vita!

Per saperne di più:http://nunorocha.net/sobre/


lunedì 28 marzo 2011

'Indignatevi!' di Stéphane Hessel


La prima edizione, a ottobre 2010, era di 8 mila copie. A dicembre ne aveva già vendute 650 mila. Non si sta parlando dell’ultimo best seller americano con la copertina laccata nera, ma di un libro che non sfiora il centinaio di pagine, scritto da Stéphane Hessel e pubblicato in Francia da una piccola casa editrice di Montpellier, Indigène Editions.


Nonostante abbia già novantatrè anni
, il tedesco, ma naturalizzato francese, Stéphane Hessel, che fu partigiano nella Seconda guerra mondiale e poi diplomatico, conserva una lucidità ed una voglia di lottare per i diritti degli uomini, veramente invidiabile. Un libro breve, il suo, per ricordarci che non possiamo arrenderci di fronte alle cose che non vanno come dovrebbero, ma che abbiamo il dovere morale di non smettere di lottare affinché uguaglianza e giustizia trionfino. Perché per svegliare le coscienze di tutti noi, è necessario non smettere di indignarsi.

Stéphane Hessel è nato a Berlino, il 20 ottobre 1917. Naturalizzato francese, combatté nella Resistenza per salvare la Francia dall’invasione dei nazisti. Catturato, fu internato nel campo di concentramento di Buchenwald, dal quale riuscì avventurosamente a fuggire. Ripreso, fugge ancora e si unisce alle truppe americane. Terminato il conflitto, collaborò con l’ONU, partecipando alla stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Viene nominato Ambasciatore di Francia nel 1981, lotterà per la causa dei sans- papiers e per quella palestinese, scelta che gli costerà molte critiche. Politicamente impegnato, ha pubblicato il breve libro Indignatevi! nel 2010, ma il successo è stato tale da renderlo un vero caso letterario. Tra le sue opere precedenti segnaliamo Danse avec le siècle (1997) e Dix pas dans le noveau siècle (2002).

Intervista a Stéphane Hessel

Intervista di Liana MISTRETTA

http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=22510














Fonte:http://sienafree.it/arte-e-cultura/157-arte-e-cultura/19455-indignatevi-di-stephane-hessel

sabato 26 marzo 2011

“Orgogliosamente una parte di me”, Toninho Cerezo alle Invasioni Barbariche legge una lettera per la figlia trans Lea T

26 marzo 2011
18:36
pubblicato da ramon
Il mondo della moda è una realtà molto creativa, si sa, abituata agli eccessi e alle eccentricità. Quando, però, si è saputo che la modella trans Lea T. è la figlia del calciatore Toninho Cerezo, è stato il mondo del calcio ad entrare in subbuglio. La campagna Givenchy che l’ha vista protagonista ha fatto il giro del pianeta, rivelando una realtà che finora era ammantanta di segreto e mistero. Per la prima volta in Italia, dopo le interviste nel resto del mondo, Lea T. si confessa durante una lunga intervista con Daria Bignardi nella puntata di ieri delle Invasioni Barbariche.

Le discrete domande della conduttrice di La7 hanno permesso che la modella sviscerasse ogni aspetto della sua condizione, rivelando le sofferenze e le paure che l’hanno colpita fin da quando si è resa conto che, il sesso maschile che aveva avuto alla nascita, non era quello che in effetti sentiva come rapprensentativo di se stessa. Per ora, legalmente, Lea T. è ancora Leandro Cerezo, ma ancora per poco: “Ho appena avuto notizia che ancora 5 mesi avrò il nome maschile Leandro sui documenti, poi sarò finalmente Lea” confessa sorridente. Lea T. mentre racconta della sua adolescenza in Italia

Toninho Cerezo, il padre di Lea, è stato un calciatore molto amato in Italia, dove giunse nell’82 per giocare nella Roma. “Ho trascorso la mia infanzia e adolescenza in Italia, come ragazzo apparentemente normale. Provengo da una famiglia molto cattolica, soprattutto da parte di mia madre. Siamo 4 fratelli, 2 femmine, 1 altro maschio. E’ stato mio padre prima di tutti ad avvertire che c’era qualcosa che non andava e lo diceva a mia madre. Lui se ne accorgeva di più perchè stava poco in casa e, quando tornava, notava le differenze. Crescendo in una casa di donne, per mia madre era normale che ascoltassi i discorsi delle donne piuttosto che mettermi a fare le cose degli altri ragazzini”.

Si nota la sofferenza sul volto bellissimo della modella che attualmente è testimonial della maison Givenchy e si è posizionata al numero 40 del ranking mondiale delle top model. Si capisce bene che, nonostante l’odierna serenità, ci sono ferite che fanno ancora male. “Quando sei bambino non hai nessuna definizione definizione, non hai nessun pregiudizio. Ogni tanto gli altri bambini mi chiedevano perchè non giocassi mai con loro – ricorda -, ma io rispondevo che stavo bene così ed era vero. Quando sei bambino sei neutro”. Il percorso che Lea ha intrapreso in età ormai adulta, in realtà è una diversità che si è protata dentro probabilmente da sempre: il problema è nato dalla mancanza di informazioni sull’esistenza di quest’altra definizione di sessualità che è il transessualismo. “Da adolescente inizi a farti tante domande, perchè si sviuppa la parte sessuale, inizi a renderti conto di cosa ti piace e cosa no. Purtroppo non si spiega ai bambini che esiste il transessualismo, perchè i genitori non hanno l’apertura mentale per spiegarlo ai figli. Io non sapevo proprio cos’era. A scuola avevo capito che c’era l’omosessualità e credevo di essere omosessuale, ma comunque non ne parlavo per una questione di riservatezza perchè mia mia madre era molto cattolica e nemmeno le mie sorelle parlavano molto delle loro curiosità in materia sessuale”.

Pur scegliendo la sua natura femminile, Lea quando era ancora un ragazzino non ha potuto evitare di comportarsi come tutti gli altri maschi, in maniera molto vivace e incontrollata. “E’ vero, sono stata un maschio vivace, tanto che una volta io e mio fratello abbiamo distrutto la hall di unalbergo romano – racconta sorridendo -. In realtà, non sono mai stata troppo femminuccia, nel senso che se dovevo giocare con i ragazzi lo facevo, correvo, mi scatenavo. Poi però se dovevo rilassarmi e stare serena, lo facevo con le donne. Ancora oggi faccio il maschiaccio quando capita”.

Poi arriva l’adolescenza, e Toninho Cerezo passa al Genoa quindi anche la sua famiglia si trasferisce nella capitale ligure, dove Lea frequenta le sucole media e inizia ad avvertire le prime differenze coi suoi compagni. “Mi chiudevo in bagno per farmi la piega e poi magari mi rilavavo i capelli. Però non capivo che era per sembrare di un altro sesso, era solo un periodo molto strano, come per tutti gli adolescenti credo. In più ero sempre più confuso dalla mancanza di informazioni a riguardo per questo, ripeto, se ne dovrebbe parlare di più”.

Daria Bignardi ricorda a Lea gli esordi come modello, quando ai casting appariva come un ragazzo ma anche lì le cose si confondevano parecchio. “Sembravo comunque una ragazzaa anche da uomo – rammenta la modella – e quel periodo lo ricordo come di profonda crisi, di confusione. E poi mi sentivo solo: la gente non ti aiuta e se non hai una famiglia che ti appoggi, è tutto molto complicato. Non riesco a decriverti questa confusione, perchè alla fine non ci vuoi nemmeno pensare, sei molto giovane e vuoi solo goderti al vita”.

La svolta arriva quando Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy, la prende come sua assistente e si instaura un’amicizia importante che le ha dato poi il coraggio di intraprendere questo percorso. “Riccardo aveva una mentalità diversa, vedeva tutto molto più naturalmente – spiega Lea T. -. Anche i miei amici se ne erano già accorti, ma non dicevano niente sperando che fossi gay. Invece Riccardo è il prima ad avermi detto di provare i tacchi a spillo perchè aveva capito i miei atteggiamenti e capiva la situazione. Io stessa l’ho accettato dopo tanto perch veniva da una famiglai molto cattolica e soffrivo del pregiudizio. Quando poi ho capito, consideravo la transessuale come segno di discriminazione, di perversione, di prostituzione, non riuscivo ad avere altre visioni, quindi cercavo di fuggire da questa realtà. Finchè ad un certo punto era troppo evidente, troppo forte, e delle mie amiche mi hanno preso da parte e mi hanno detto che noi eravamo simili. Da lì mi si è aperto un mondo nuovo”.

Il colpo più diffcile da accettare è stato per la famiglia, perchè per la madre di quello che una volta era Leandro Cerezo, era lei stessa la causa di quello che era successo perchè era lei che lo aveva creato. Ma poi Lea spiega che la situazione è rientrata, soprattutto grazie alla campagna di Givenchy, instaurando un rapporto madre-figlia critico, ma costruttivo.

La scelta di Leandro di diventare Lea comporta un percorso sia medico che legale molto impegnativo e faticoso. “A livello medico è un percorso molto serio per la terapia ormonale che ti scombussola tutto – conferma la modella-. Diventi più sensibile, si trasforma il carattere. Il testosterone dell’uomo ti rende più forte, più duro, mentre l’estrogeno ti addolcisce e ti ritrovi a piangere come non hai mai fatto. Lo shock è quando ti svegli e ti rendi conto che il tuo corpo si sta trasformando in un’età in cui non sembra più normale”. Questo è uno dei motivi che ha portato Lea ad accettare di parlare in un’intervista a cuore aperto con Daria Bignardi, per lanciare un messaggio e per portare all’attenzione che nella società italiana ci sono molti imbarazzi e aggressività nei confronti dei trans. “Ho iniziato il transessualismo quando avevo già una certa età e quindi ho continuato con la mia vita e ho dovuto confrontarmi con i pregiudizi della gente per strada, al supermercato, sul lavoro. La verità è che non mi rispettano come una donna, perchè pensano che siccome sia una trans sia una prostituta e solo gli uomini italiano lo credono”.


Toninho Cerezo da Belorizonte legge una lettera dedicata alla figlia in studio

In esclusiva per la televisione italiana, Toninho Cerezo ha letto la lettera per Lea che ha scritto per dire cosa pensava come padre di lei ai media di tutto il mondo. “Non possiamo essere bravi in tutto e tu, Lea T. Cerezo, sai fare molto più che semplici palleggi – legge l’ex calciatore con grande commozione -. Hai avuto il coraggio, con eleganza, di tentare di rompere i paradigmi e di mostrare al mondo che dobbiamo accettare le differenze, essere tolleranti con la diversità, capire e non giudicare ciò che non conosciamo. Il cammino può essere lungo, ma sicuramente non sarò lo stesso senza di te. Bambino o bambina, Leandro o lea, non importa più. Sarò sempre tuo padre e tu, orgogliosamente, una parte di me”. Parole d’amore puro e incondizionato che hanno strappato più di una lacrima alla modella. “Mi sento molto fortunata ad avere un padre così – ha consluso commossa -. E una madre, delle sorelle, una nonna, tutte persone che mi appogiano. Credo che mio padre abbia lanciato un messaggio anche agli altri genitori. E’ un esempio da seguire”.



Fonte:http://donna.fanpage.it/lea-t-il-successo-dopo-le-foto-di-givenchy-lintervista-a-daria-bignardi/

giovedì 24 marzo 2011

Il discorso al mondo di Severn Suzuki

Nel 1992 una bambina di dodici anni zittì 108 capi di stato nel Summit della terra, una conferenza tenutasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno per discutere di vari problemi basati per lo più sulle risorse energetiche, l’inquinamento e la scarsità d’acqua. Tre anni prima, all’età di nove anni, fondò l’ECO (Environmental Children’s Organization), un’associazione composta da bambini i quali insegnavano ad altri bambini argomenti riguardanti problemi ambientali o, più generali, del pianeta. Impressionante.


Vi riporto il suo discorso, vi consiglio un’attenta lettura. Le sue parole toccano l’anima. Buona lettura.

Buonasera, sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO (Environmental Children Organization). Siamo un gruppo di ragazzini di 12 e 13 anni e cerchiamo di fare la nostra parte, Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg e me. Abbiamo raccolto da noi tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5000 miglia, per dire alle Nazioni Unite che devono cambiare il loro modo di agire. Venendo a parlare qui non ho un’agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un’elezione o alcuni punti sul mercato azionario. Sono a qui a parlare a nome delle generazioni future. Sono qui a parlare a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono inascoltate. Sono qui a parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perchè non hanno più alcun posto dove andare. Ho paura di andare fuori al sole perché ci sono de buchi nell’ozono, ho paura di respirare l’aria perchè non so quali sostanze chimiche contiene. Ero solita andare a pescare a Vancouver, la mia città, con mio padre, ma solo alcuni anni fa abbiamo trovato un pesce pieno di tumori. E ora sentiamo parlare di animali e piante che si estinguono, che ogni giorno svaniscono per sempre. Nella mia vita mia ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo. Quando avevate la mia età, vi preoccupavate forse di queste cose? Tutto ciò sta accadendo sotto i nostri occhi e ciò nonostante continuiamo ad agire come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le soluzioni. Io sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma mi chedo se siete coscienti del fatto che non le avete neppure voi. Non sapete come si fa a riparare i buchi nello strato di ozono, non sapete come riportare indietro i salmoni in un fiume inquinato, non sapete come si fa a far ritornare in vita una specie animale estinta, non potete far tornare le foreste che un tempo crescevano dove ora c’è un deserto. Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore smettete di distruggerlo. Qui potete esser presenti in veste di delegati del vostro governo, uomini d’affari, amministratori di organizzazioni, giornalisti o politici, ma in verità siete madri e padri, fratelli e sorelle, zie e zii e tutti voi siete anche figli. Sono solo una bambina, ma so che siamo tutti parte di una famiglia che conta 5 miliardi di persone, per la verità, una famiglia di 30 milioni di specie. E nessun governo, nessuna frontiera, potrà cambiare questa realtà. Sono solo una bambina ma so e dovremmo tenerci per mano e agire insieme come un solo mondo che ha un solo scopo. La mia rabbia non mi acceca e la mia paura non mi impedisce di dire al mondo ciò che sento. Nel mio paese produciamo così tanti rifiuti, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, e tuttavia i paesi del nord non condividono con i bisognosi. Anche se abbiamo più del necessario, abbiamo paura di condividere, abbiamo paura di dare via un po’ della nostra ricchezza. In Canada, viviamo una vita privilegiata, siamo ricchi d’acqua, cibo, case abbiamo orologi, biciclette, computer e televisioni. La lista potrebbe andare avanti per due giorni. Due giorni fa, qui in Brasile siamo rimasti scioccati, mentre trascorrevamo un po di tempo con i bambini di strada. Questo è ciò che ci ha detto un bambino di strada: “Vorrei essere ricco, e se lo fossi vorrei dare ai bambini di strada cibo, vestiti, medicine, una casa, amore ed affetto”. Se un bimbo di strada che non ha nulla è disponibile a condividere, perchè noi che abbiamo tutto siamo ancora così avidi? Non posso smettere di pensare che quelli sono bambini che hanno la mia stessa età e che nascere in un paese o in un altro fa ancora una così grande differenza; che potrei essere un bambino in una favela di Rio, o un bambino che muore di fame in Somalia, una vittima di guerra in medio-oriente o un mendicante in India. Sono solo una bambina ma so che se tutto il denaro speso in guerre fosse destinato a cercare risposte ambientali, terminare la povertà e per siglare degli accordi, che mondo meraviglioso sarebbe questa terra! A scuola, persino all’asilo, ci insegnate come ci si comporta al mondo. Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a non essere avari. Allora perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare? Non dimenticate il motivo di queste conferenze, perché le state facendo? Noi siamo i vostri figli, voi state decidendo in quale mondo noi dovremo crescere. I genitori dovrebbero poter consolare i loro figli dicendo: ”Tutto andrà a posto. Non è la fine del mondo, stiamo facendo del nostro meglio”. Ma non credo che voi possiate dirci più queste cose. Siamo davvero nella lista delle vostre priorità? Mio padre dice sempre siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo. Ciò che voi state facendo mi fa piangere la notte. Voi continuate a dire che ci amate, ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole.

mercoledì 23 marzo 2011

Omaggio a Priscilla Brandão, uccisa il 2 marzo 2011. Oggi 23 marzo, avrebbe compiuto 23 anni.

oggi 23 marzo, Priscilla avrebbe compiuto 23 anni e la festa era già stata organizzata. Per il fratello, "Questo che è successo ha distrutto un'intera famiglia."

La morte di Priscilla Brandão, uccisa il 2 marzo, non è stata vana. Almeno per quanto riguarda la mobilitazione causata dalle notizie - e la diffusione delle immagini da parte della tv e internet.

La ONG Nord Americana All Out, Che lavora per i diritti LGBT, mette come tema della sua terza campagna, la violenza contro le transessuali in Brasile. L'obiettivo è quello di inviare il maggior numero possibile di lettere alla presidente Dilma Roussef, per chiedere che sia approvata la legge 122, che criminalizza l'omofobia in Brasile. Nel blog della ONG, il testo spiega che la campagna che porta il titolo "BRASILE: epicentro di OMICIDIO DI PERSONE LGBT?". Oltre a leggere di più sulla campagna sul blog di All Out, è possibile firmare la petizione internazionale che chiede al Presidente Roussef l'adozione della leggi Anti-omofobia.



Priscila Brandão, aveva 22 anni, è stata uccisa Mercoledì 2 marzo a Belo Horizonte, capitale de Minas Gerais, Brasile. La polizia militare ha detto che Priscilla è stata colpita con 7 proiettili, sparati da una persona, che era accompagnato da altri due. Priscilla aveva appena partecipato ad un documentario di sensibilizzazione e di visibilità delle donne transessuali / transgender, che vivono nella sua città. Nel documentario "travestiti e transessuali Memorial BH," Priscilla racconta che stava cercando di lasciare la prostituzione, con il sostegno della sua famiglia. Sua madre, che appare anche nel video, aveva aperto un negozio di materassi, lasciandola gestire il negozio. il documentario è molto forte, peccato che sia tutto in portoghese. Il documentario è un mosaico di vite e di sogni, che fa luce sulla realtà sconosciuta e neppure immaginata dal pubblico in generale, della vita delle trans in Brasile.

La veglia di Priscila raccontata da Tatiana Carvalho Costa

Una dipendente del cimitero "Pace" di Belo Horizonte, portando una corona di fiori. "Dove posso mettere questo? Metto a posto qui, ti disturba? "Chiede un gruppo di persone che parlano tranquillamente seduti davanti alla bara. La ragazza in cerca di un po di spazio nella piccola stanza, che ha già quattro corone di fiori enormi - una in ogni angolo. Lei organizza nello spazio tra la porta e il muro, poco dopo, la quinta e enorme corona di fiori, con rose rosse e crisantemi bianchi e gialli. La stanza è piena di gente e senti solo sussurri, sospiri e alcuni silenzi. Nella piccola targa si legge "Gustavo Brandão de Aguilar."

"Le mie condoglianze", dice una donna che abbraccia una signora che ha gli occhi rossi e sofferenti. Questa signora è la madre di Gustavo.

In un'intervista otto mesi fa Video per il progetto di educazione senza l'omofobia Aveva detto: "non mi è ancora entrato in testa che lui adesso è la mia Priscilla, ma è anche sempre il mio Gustavo". La transizione del figlio, che voleva essere riconosciuta dalla famiglia come una donna, è stato oggetto di molte discussioni. Ma la disaffezione e il rifiuto iniziale sono stati superati. Dallo scorso anno, Priscilla ha lavorato durante il giorno presso il negozio di materassi che sua madre aveva aperto per aiutare suo figlio a uscire dalla strada.

La madre litiga con l'altro figlio che ha curato i preparativi per la sepoltura: "Gustavo non è felice con questo vestito, doveva avere una scollatura, cosi sarebbe stato felice".

Priscilla è stata uccisa all'alba di un Mercoledì, 2 marzo, nella Avenida Afonso Pena con nove colpi. I principali media hanno riportato la morte intuendo un suo coinvolgimento con il traffico di droga. La prospettiva di tutti i rapporti di polizia è stato: una vittima che potrebbe essere stato coinvolto con quello che non dovrebbe. I residenti dove è successo il crimine erano irritati dalla presenza dei transessuali, dicono le indagini.

"Siamo indignati per il trattamento che la società sta dando, svalutando un essere umano", ha detto Jose Ricardo Wilson, presidente della ONG Orizzonti di Pace

Jose Wilson era al funerale. Inoltre, altri rappresentanti delle organizzazioni che difendono i diritti umani, molti, molti parenti, amici e vicini di Priscilla. "La nostra famiglia è molto grande e molto unita", ha detto il fratello, che ha rifiutato di essere identificato. "Stiamo tutti cosi, senza sapere bene quello che sta succedendo, con paura", dice.

La paura del fratello di Priscilla non è infondata. "Temo per la mia vita", dice Anyky Lima, coordinatore del CELLOS/TRANS, che era li in solidarietà alla famiglia la notte di Mercoledì. Ha detto che la recente ondata di violenza contro le persone trans possa aver dietro degli sviluppi non ancora appurati. "Penso che la polizia debba fare la sua parte, io critico l'atteggiamento della stampa, che pone tutte le trans come marginali", dice.

Priscilla era nota tra i suoi amici e vicini come amichevole e giocosa. Per la famiglia, una persona amabile e generosa. Durante le registrazioni del documentario per "l'educazione senza omofobia ". Priscilla ha detto che la passione della sua vita era una nipote di 8 anni. "Era la figlia che lei non ha potuto avere, una era pazza per l'altra", ha detto il fratello.

Arriva un ragazzo magro, basso, vestito di nero. Singhiozzando, abbraccia fortemente la madre di Priscilla. "Non riesco a credere a questo", dice senza riuscire a contenere i singhiozzo. La madre piange per confortarla si avvicinano due signore - una prozia e una vicina di casa della famiglia. Tutti si abbracciano. Tra le persone, una frase:. "Nessun genitore è preparato a questo, dovremmo andare prima noi dei figli." oggi 23 marzo, Priscilla avrebbe completato 23 anni e la festa era già pensata. Per il fratello, "Questo che è successo ha distrutto un'intera famiglia."

FONTE:http://aquendamona.wordpress.com/category/uncategorized/


Fonte fotografia:http://www.queerty.com/2-trans-murders-rock-brazil-priscila-val-executed-in-the-streets-20110316/
Il Brasile e il paese più pericoloso al mondo per le persone transessuali.
Anno scorso, più di 250 omosessuali e transessuale sono state uccise.

La maggior parte delle persone trans, sono costrette a lavorare nella industria del sesso per colpa della discriminazione. Nello scorso anno Priscila aveva trovato un lavoro con l'aiuto della sua mamma. Allontanando si dal pericolo della strada. Dopo otto mesi, le speranze di Priscila in un futuro migliore finisce con un tragico epilogo.

Non possiamo portarla indietro, ma c'è una cosa che possiamo fare per onorare Priscila. Lavorare per portare in ogni parte del mondo la sua storia, come quella di tante altre che sono ammazzate, perseguitate e imprigionate e torturate, per il semplice fatto di essere nate gay,lesbiche ,trans. Cercare di educare le nuove generazioni che siamo tutti uguali e che la diversità è una ricchezza, chi conosce
la nostra realtà sa quello che dobbiamo passare per sopravvivere.

Il nostro viaggio di sofferenza, del coraggio di modificare il corpo, il rifiuto, i conflitti familiari, l'ostilità e l'umiliazione da parte della società, per poi finire la vita colpita e uccisa in mezzo a una strada.

La storia di Priscilla è come quella di tante altre transessuali sparse nel mondo , finisce "sul pavimento come un pacco flaccido" agonizzante "in mezzo a una strada trafficata" morire "nel senso contrario, disturbando il traffico" infastidendo quelle che si svegliano presto per lavorare.

È interessante notare che lei stava partecipando ad una campagna per la visibilità trans e che finisce per essere assassinata. Spero che la giustizia farà il possibile per scoprire gli assassini. E che l'indagine non venga soppressa perché, dopo tutto, per l'omofobo, è solo una transessuale in meno nel mondo.


Video del progetto UFMG, educazione senza omofobia . (UFMG - Universidade Federal de Minas Gerais)






Vanessa Mazza.

Gay in Cina perseguitati: arrestate 32 autrici di storie d’amore omosessuali


Pubblicato da Gea Ferraris

L’omofobia è una brutta malattia. Non malattia nel senso clinico, ma un male sociale che inquina il mondo moderno così come inquinava il mondo antico. È inutile parlare di progresso quando ci si rende conto che si va avanti soltanto con le scoperte della scienza e della tecnologia, ma non con la mentalità, e che i gay vengono considerati ancora persone malate da curare. E questa è solo l’ipotesi migliore: perché c’è anche chi invece li ritiene esseri immorali, che invece vanno puniti.

In Cina l’amore omosessuale era considerato, fino al 1997, un ‘atto di vandalismo’, e pertanto vietato e punito se scoperto. Poi la linea politica si era un po’ ammorbidita, almeno a parole, continuando comunque a considerare i gay dei malati mentali. Ancora oggi, di fatto, gli omosessuali non fanno il famoso e ormai quasi di moda ‘coming out’, perché sono ancora poco accettati. E, come accennato, nonostante la liberalizzazione normativa le autorità usano ancora perseguire i gay, se colti ‘in flagrante’.

È quanto successo a trentadue donne, che sono state arrestate perché avevano pubblicato dei racconti erotici a tema omosessuale su un sito Internet, registrato nella città di Zhengzhou e nel frattempo già chiuso da parte delle autorità.

Il sito, cui si poteva accedere previo abbonamento, conteneva cira ottantamila racconti di amori omosessuali, tra i quali millecinquecento sono stati giudicati pornografici, e quindi impubblicabili nella Repubblica cinese.

Si è perciò proseguito all’arresto delle donne, fra le quali una ragazza di soli diciassette anni e la responsabile della pagina web, di ventotto anni.

Questo è solo l’ultimo episodio di omofobia avvenuto in Cina. Pochi mesi fa a Pechino sono stati infatti arrestati alcuni ragazzi gay sorpresi in un parco noto per essere luogo alla sera di incontri amorosi tra persone dello stesso sesso; sono inoltre proibite tutte le manifestazioni di ‘orgoglio gay’, tra cui anche l’elezione di ‘Mister Gay’, vietata all’ultimo minuto con la scusa di violazioni burocratiche.

Fonte:http://attualita.tuttogratis.it/mondo/gay-in-cina-perseguitati-arrestate-32-autrici-di-storie-damore-omosessuali/P62069/

UE a Turchia e Montenegro: “Per entrare in Europa, via le discriminazioni contro i gay”

marzo 19, 2011

di Guido Keller

Il Parlamento europeo ha approvato pochi giorni fa due Risoluzioni sull’entrata di Turchia e Montenegro nell’Unione Europea, con le quali viene comunicato ai due paesi che il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali è condizione necessaria per essere in linea con le norme UE anti-discriminazione.
Gli europarlamentari hanno esortato la Turchia ad “assicurare che l’uguaglianza, a prescindere anche dal sesso o dall’orientamento sessuale, venga garantita da una legge efficace ed in particolare hanno espresso la loro perplessità circa le chiusure forzate delle associazioni gay e la classificazione dell’omosessualità come una malattia che è in atto nelle Forze armate .
I deputati progressisti hanno poi ottenuto di modificare il testo della Risoluzione per denunciare anche gli omicidi delle persone transessuali in corso nel paese, nonché la decisione di escludere l’orientamento sessuale da un progetto di legge anti-discriminazione

Fonte:http://www.gaylib.it/wp/?p=4199

Onu, depenalizzazione omosessualità: Vaticano ancora contro



Mentre la Francia vorrebbe un documento di condanna verso gli 80 paesi che perseguitano gay, lesbiche e trans, all'Onu l'ambasciatore del Vaticano pronuncia un discorso che li equipara ai pedofili


Prosegue l'iter per la depenalizzazione dell'omosessualità alle Nazioni Unite. Dopo la proposta di risoluzione firmata da 68 paesi, "oggi a Ginevra alla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite è stata depositata, da parte della Colombia, un’altra proposta di Risoluzione, che chiede di mettere fine alle violenze e discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere delle persone, sostenuta da 83 Stati". Lo fa sapere l'associazione radicale Certi Diritti che punta il dito contro l'atteggiamento della delegazione vaticana.

"Durante la presentazione del documento alcuni dei paesi firmatari hanno preannunciato di voler presentare il testo di una Risoluzione di condanna agli 80 paesi del mondo che perseguitano penalmente l'omosessualità", raccontano da Certi Diritti, ma "come al solito il Vaticano, tramite il suo rappresentante all'Onu, l'arcivescovo Silvano M. Tomasi non ha perso occasione per inserirsi e ficcare il naso su vicende che non riguardano certo la religione cattolica". "Il gerarca vaticano", "che all'Onu è spesso alleato dei paesi dittatoriali e/o teocratici, è intervenuto sostenendo tesi ridicole e stupide che cercano di alimentare confusione riguardo la definizione di 'orientamento sessuale' e i comportamenti pedofili e incestuosi".

La battaglia per la depenalizzazione dell'omsoessualità continua.

Fonte:http://www.gay.it/channel/attualita/31481/Onu-depenalizzazione-omosessualita-Vaticano-ancora-contro.html

Foto:http://giovannimapelli.wordpress.com/2010/04/17/perche-il-cardinale-bertone-getta-la-croce-della-pedofilia-sui-gay-e-il-tentativo-di-trovare-un-capro-espiatorio-ben-visibile-e-far-passare-il-vaticano-e-la-chiesa-come-difensori-della-morale-i/papa-e-gay-impiccati/

Napolitano beffa la Lega


di Tommaso Cerno

Il presidente della Repubblica conferisce una medaglia all'iniziativa contro l'omofobia che aveva scatenato le ire del Carroccio

La Lega all'attacco dei gay finisce per aprire un nuovo fronte di scontro con il Quirinale.

Tutto per un'iniziativa contro l'omofobia che doveva circolare nelle scuole. Un progetto «subdolo» e il sospetto «che si utilizzi questa iniziativa per promuovere l'omosessualità come valore sociale», l'aveva stigmatizzato il segretario della Lega Nord del Friuli Pietro Fontanini, presidente della provincia di Udine, cacciando l'Arcigay dagli istituti scuole superiori.

Si trattava di un dibattito dal titolo tutt'altro che militante: "A scuola per conoscerci. Isolamento sociale, bullismo e omofobia: strategie d'intervento in ambiente scolastico", e che aveva ottenuto anche il formale sostegno del ministro delle pari opportunità Mara Carfagna.

Eppure il Carroccio c'era andato giù pesante. Denunciando come i gay nelle scuole padane avrebbero approfittato per fare proselitismo fra gli studenti. Una censura arrivata pochi giorni dopo la bufera, sempre in Friuli, sui manifesti con i baci gay affissi in regione per denunciare il dilagare dell'omofobia. Ma ecco che lo scontro con i gay finisce per riaccendere la polemica, l'ennesima, fra il partito di Bossi e il Quirinale.

Dopo il gelo di Napolitano sull'assenza dei leghisti alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia e i fischi piovuti a Torino e a Milano sugli amministratori padani, ecco che il presidente della Repubblica beffa i leghisti anche sul tema dell'omofobia. E insignisce della medaglia di bronzo proprio l'Arcigay di Trieste, che aveva promosso l'iniziativa nelle scuole.

Un gesto di apertura verso la comunità gay e lesbica italiana, che giunge alla vigilia dell'Europride 2011 previsto proprio a Roma. «Il plauso dimostrato dalla più alta carica dello Stato costituisce il più autorevole riconoscimento per quanti hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto che aveva lo scopo di diffondere a scuola tra i giovani valori e pratiche educative per prevenire, contrastare e ridurre il pregiudizio sociale verso le persone omosessuali.

Il progetto, l'anno scorso, ha coinvolto più di 500 studenti di 7 scuole superiori del Friuli Venezia Giulia; mentre quest'anno gli studenti coinvolti sono stati 750», spiega Davide Zotti, presidente del Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica di Trieste. «L'onorificenza del Presidente della Repubblica rappresenta il consenso e l'attenzione del Capo dello Stato per la lotta all'omofobia e deve essere da esempio e monito per tutti i rappresentanti istituzionali che fino qui hanno mostrato troppa timidezza e reticenze nel contrasto a discriminazioni e violenze a gay, lesbiche e trans», dichiara Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay. «Ricordo – continua Patanè – che l'Italia è ancora oggi priva di una giusta legge di contrasto a omofobia e transfobia e spero che questa medaglia possa sollecitare il Parlamento a trovare urgentemente soluzioni. A Giorgio Napolitano va il sentito ringraziamento di Arcigay e di tutta la comunità lgbt».

Fonte:http://espresso.repubblica.it/dettaglio/napolitano-beffa-la-lega/2147406

L’Arcigay assegna il Pegaso d'Oro 2011: tra i buoni, a sorpresa, Fini e la Jervolino

Arcigay ha appena annunciato le nomination per il Pegaso d’Oro 2011, un riconoscimento che l'associazione offre ogni anno ad una personalità che con dichiarazioni, atti pubblici o interviste, si sia distinta nel sostegno della dignità delle persone omosessuali, bisessuali e trans gender. A contendersi il Pegaso d’Oro saranno quest’anno il cantante Tiziano Ferro, l’astronoma Margherita Hack, l’attrice Luciana Litizzetto, il capo della polizia Antonio Manganelli, e la cantante Mariella Nava. Su questa rosa di nomi si sono concentrate le preferenze e l’affetto della comunità lgbt italiana quest’anno, ma sono state davvero molte le nomination, tra nomi celebri dello spettacolo come Raffaella Carrà o Rita Dalla Chiesa, fino, alla politica con a sorpresa Gianfranco Fini e Rosa Russo Iervolino, sindaco che ha partecipato al Pride nazionale di Napoli del giugno 2010.

C’è spazio anche per il calcio con il ct della Nazionale Cesare Prandelli (è sua la dichiarazione “Aspettiamo un po', ci saranno delle notizie... qualche calciatore farà coming out”) e per personaggi che con il loro lavoro si sono mostrati attivi contro le discriminazioni come Massimiliano Monnanni, presidente di UNAR, l’ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali, lo scrittore Vittorio Lingiardi e Cristiana Alicata, scrittrice e militante lesbica del PD.

Oltre ai “buoni”, premiati con il Pegaso d’Oro, ci saranno anche i “cattivi”, a cui verrà consegnato il Pegaso Nero, riconoscimento “negativo” per chi, con atti o dichiarazioni, ha dato maggiormente impulso alla diffusione di omofobia e trans fobia. Tra le nomination compaiono soprattutto personaggi del mondo della politica: Silvio Berlusconi, Carlo Giovanardi, Daniela Santanché e Michele Vietti. Tra i primi cinque più nominati anche lo psicologo Alessandro Meluzzi che sulla genitorialità gay ebbe a dichiarare: “Io conosco migliaia di bambini devastati da questa cosa!”.

Tra le segnalazioni di personaggi omofobi spiccano anche quelle di esponenti delle gerarchie ecclesiastiche come Papa Benedetto XVI, Monsignor Paolo Rigon e del Cardinale Tarcisio Bertone dei giornalisti Vittorio Feltri e Beppe Severgnini che si è detto recentemente contrario al matrimonio gay. Le nomination mostrano anche una certa distanza da coloro che sono comunemente considerate icone gay come Renato Zero e Patty Pravo.

Tra i cinque candidati espressi per ogni categoria sarà scelto il vincitore finale del concorso grazie ad un sondaggio on-line al link: http://www.arcigay.it/pegaso-d039oro-nomination-vota-vincitore. Il premio sarà consegnato in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia del 17 maggio prossimo.

Fonte:http://www.linkontro.info/index.php?option=com_content&view=article&id=4068:larcigay-assegna-il-pegaso-doro-2011-tra-i-buoni-a-sorpresa-fini-e-la-jervolino&catid=36:lanima-e-il-corpo&Itemid=76

Cambiare sesso e orientamento politico. Il caso di Monika Strub, da nazi a trans comunista


Pubblicato da Christian Vannozzi

Cambiare sia sesso che politica, è l’ultima tendenza tedesca, a darne la notizia è l’edizione tedesca di The Local, che spiega come un neo nazista dopo aver cambiato sesso abbia cambiato anche orientamento politico, per dare un cambio radicale a se stesso.
Monika Strub, prima di diventare donna era infatti iscritta al NPS, il partito nazionalsocialista tedesco, ma ora, ormai donna, il nazionalsocialismo non gli interessa più, e vola dalla parte di una fazione politica che è sempre stata a favore delle donne, la Left, partito tipicamente di sinistra.

Quando era giovane ed era uomo, Monika riconosce tantissimi suoi sbagli, non solo nel sesso, ma anche nella politica e nella sua stupidità giovanile.
Rinnega infatti tutto del suo passato, ed in primis la sua militanza nel partito neo nazista. A quel tempo si faceva trasportare dal momento e dagli amici, e non ragionava saggiamente. Era di moda essere neo nazisti ed aveva molti amici che simpatizzavano per le vecchie idee Hitleriane, tanto da essere trasportato dagli eventi.
Ma ora ha capito qual’è la strada giusta per lei, e la Sinistra la rappresenta in pieno. Per questo si presenterà alle elezioni amministrative con la Linke, il partito post comunista.

Fonte:http://attualita.tuttogratis.it/curiosita/cambiare-sesso-e-orientamento-politico-il-caso-di-monika-strub-da-nazi-a-trans-comunista/P61479/

sabato 19 marzo 2011

Il MIT annuncia la morte di Roberta Franciolini.


Oggi è venuta a mancare Roberta Franciolini, una delle fondatrici del MIT e figura storica del movimento transessuale. Appassionata attivista nelle battaglie per i diritti civili delle persone transessuali ha saputo portare avanti, insieme a importanti rivendicazioni, quel grande orgoglio Trans che l’ha sempre contraddistinta, un grande orgoglio che ci lascia in eredità e che facciamo nostro per tutte le future battaglie che porteremo avanti anche in suo nome.

Roberta Franciolini, storica militante del movimento transessuale italiano, tra le fondatrici del Mit (Movimento Italiano Transessuali). Insieme a Marcella Di Folco, Gianna Parenti e Pina Bonanno, è stata tra le più attive militanti impegnate per la promozione e difesa dei diritti civili, in particolare a Roma, dove fino alla fine degli anni ’80 coordinava le animate riunioni settimanali del Mit che si svolgevano presso la sede storica dei
Radicali in Via di Torre Argentina, 18.Adv


Fonte:http://gaynews24.com/?p=19588

venerdì 18 marzo 2011

No al Nucleare La preghiera di Adriano Celentano


‘La trappola radioattiva’. Così si intitola il bell’intervento di Adriano Celentanto pubblicato mercoledì scorso dal Corriere della Sera. “Il mio non è un appello. E’ una preghiera: non disertate il referendum: altrimenti saremmo spacciati”.



La trappola radioattiva

Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio

di ADRIANO CELENTANO

Caro Direttore,
settantamila case distrutte, un milione di sfollati e cinquemila dispersi in quel florido Giappone che nel giro di 6 minuti è improvvisamente precipitato nel buio più scuro. Ma soprattutto migliaia di radiazioni sulla testa dei giapponesi. Ora io non vorrei neanche parlare del clamoroso fuori-tempo (non solo musicale) esternato da Chicco Testa, ospite della bravissima Lilli Gruber dalla voce affascinante. Non vorrei ma come si fa, poi la gente pensa davvero che lui parli per il bene dei cittadini. «Gli impianti nucleari hanno dimostrato di tenere botta». Ha detto il nostro Chicco ormai appassito per mancanza di clorofilla e quindi non più in grado di catturare quell'ENERGIA SOLARE di cui un tempo si nutriva.

«Chi trae spunto dalla tragedia del Giappone per dare vita a una polemica politica è uno sciacallo». Ha sentenziato. Dopo neanche un'ora esplode la centrale nucleare di Fukushima. Un tempismo davvero sorprendente quello del Chicco. Ma la cosa più incredibile che più di tutti impressiona, è lo stato di ipnosi in cui versano gli italiani di fronte ai fatti sconcertanti di una politica che non è più neanche politica. Ma piuttosto un qualcosa di maleodorante e che di proposito vorrebbe trastullarci in uno stato confusionale. Dove sempre di meno si potrà distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle ingiuste. Sparisce quindi quel campanello d'allarme che ci mette in guardia quando c'è qualcosa che non quadra nei comportamenti di un individuo. Un qualcosa che detto in una parola si chiama SOSPETTO. E di sospetti sul nostro presidente del Consiglio, tanto per fare un esempio, ce ne sono abbastanza.


E così nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone, dove fuoco e acqua stanno distruggendo tante vite umane, senza contare l'aspetto più insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell'aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde. Ha subito fatto annunciare dai suoi «CicchittiPrestigiacomini» e dai piccoli insidiosi Sacconi, che il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti. L'orientamento popolare contro le centrali nucleari decretato dal referendum fatto 24 anni fa, fu chiarissimo. Ma per Berlusconi non basta: «Chi se ne frega della SOVRANITÀ POPOLARE!». L'unica sovranità che conta per lui è il Potere di guidare gli uomini in una sola direzione come se fossero degli automi.


Tra i vari tg, talk show e quello che si legge sui giornali, ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. Si spera sempre di intravedere quel «CHE» di trasparenza mai assaporata che per ora, a quanto pare, possiedono in pochi. Uno di questi è Antonio Di Pietro. Ma il governo cerca di ostacolarlo. Le ottocentomila firme raccolte da Di Pietro contro le centrali atomiche e il legittimo impedimento, saranno oggetto di un referendum che «si farà», ha detto il ministro Maroni allievo di Berlusconi. Ma a giugno. Quando la gente va al mare.
E questo naturalmente vale anche per il milione e quattrocentomila firme raccolte dal Forum italiano Movimenti per l'acqua, di cui nessuno parla tranne il loro sito che gentilmente vi indico - www.acquabenecomune.org - per i due quesiti referendari contro la privatizzazione di questo prezioso bene comune.


Una trappola radioattiva quindi per chi non vuole essere schiacciato dalla bevanda nucleare. Ora il mio potrebbe sembrare un appello, ma non lo è. È una preghiera. Una preghiera che non è rivolta ai politici. «LORO NON SANNO QUELLO CHE FANNO». Per cui mi rivolgo a tutti quelli che invece li votano i politici. Di destra, di sinistra, «STUDENTI», leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio. Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di Natale. Non sia mai che prendiate sotto gamba questi referendum: saremmo spacciati.


La natura, come vedete, si è incazzata. Gli esperimenti nucleari nel Pacifico, le trivellazioni nei fondali del Golfo del Messico, milioni di ettari di bosco incendiati per favorire la cementificazione abusiva, i tagli alla cultura ridotta ormai in pezzi. Tutte cose, per cui la NATURA «sta perdendo la pazienza». Come vi dicevo ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. E Casini che fino a prima della tragedia di questi giorni ha sempre parlato in modo equilibrato, subito dopo il terremoto, intanto che le radiazioni cominciavano a liberarsi nell'aria e trecentomila persone venivano evacuate dalle loro case, ci ha tenuto a ribadire, con una certa fierezza, il suo parere favorevole al nucleare, facendo quasi un rimprovero al governo per non aver ancor iniziato i lavori.

Caro Casini, che tu fossi un nuclearista convinto lo sapevamo tutti e io rispetto la tua opinione, anche se è orribile. Ma dirlo proprio in questo momento, non pensi che tu abbia dato una sberla sui denti al tuo elettorato? Tralasciando il piccolo particolare che l'Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico, come tu sai, le radiazioni sono pericolose non soltanto perché si muore, ma per il modo di come si muore. Una sofferenza di una atrocità inimmaginabile. E poi non si è mai in pochi a morire. Specialmente quando la catastrofe raggiunge dimensioni come quella che sta vivendo la povera gente in Giappone. E non venirmi a dire che le centrali nucleari di terza generazione sono più sicure della seconda, e che ancora più sicure della terza saranno quelle di quarta, disponibili per altro nel lontano 2030. La verità è che tu e Berlusconi siete degli IPOCRITI MARCI. Lo sapete benissimo che per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le SCORIE RADIOATTIVE, che nessuno sa come distruggere e che già più di mezzo mondo ne è impestato.

SCORIE collocate in contenitori sui piazzali delle centrali, a cui, tra l'altro, si aggiungono elevatissimi costi economici, sociali e politici richiesti dalla necessità di sorvegliare questo micidiale pericolo per un tempo praticamente INFINITO. Lo sapete benissimo e ciò nonostante continuate a INGANNARE i popoli promettendo loro quel falso benessere che serve solo a gonfiarvi di Potere e ad arricchire le vostre tasche. Mi dispiace ma non c'è niente da imparare dal terzo polo, come non c'è niente da imparare da tutta la classe politica. L'unica buona notizia che galleggia in questo mare di annegati e che mi ha sorprendentemente colpito, è ciò che di veramente buono sta facendo il sindaco Matteo Renzi nella sua Firenze. Finalmente uno che ha intuito cosa c'è nel cuore della gente. E che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini. Bravo Matteo! Forse tu hai capito tutto e magari ancora non ti rendi conto di quanto sia importante ciò che hai capito.

Adriano Celentano
16 marzo 2011

Fonte:http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_16/celentano_trappola_radiattiva_e30fc2d6-4fb0-11e0-acff-d18cea4068c4.shtml

TRANSGENDER? UNA CONTRAFFAZIONE

pubblicata da Mirella Izzo il giorno sabato 12 marzo 2011 alle ore 19.20

Vogliamo ammetterlo una buona volta?

Noi trans siamo una contraffazione della realtà.

In un mondo bipolare una donna che cerca un uomo o un'altra donna, o un uomo che cerca una donna o un altro uomo e trova una o uno di noi, trova qualcosa d'altro rispetto alla sua ricerca.

Qualcosa che ASSOMIGLIA, ma non è quel che cercavano.

Fino a qualche decennio fa uomini e donne riuscivano a difendersi dalle grossolane contraffazioni trans: tonnellate di silicone e/o volti d'improbabili geometrie e/o voci baritonali e/o pomi d'adamo da tacchini, rendevano immediatamente riconoscibile la contraffazione. Almeno per quanto riguarda le trans da maschio a femmina, uomini e donne non rischiavano di prendere una "fregatura" (rispetto a quel che volevano).

I trans di solito si fregavano perché erano nati prima degli omogeneizzati ed erano "piccoli, piccoli... così!" e risultavano così poco attraenti.

Ora è diverso, magari sono un po' meno alti della media ma quasi tutti superano il metro e sessantacinque... (pubblicità Plasmon)

Insomma eravamo come le cineserie di 10 - 20 anni fa: imitazioni mal riuscite.

Oggi è praticamente diventata indistinguibile una trans da una donna o un trans da un uomo a meno di non fare l'esame genetico come in C.S.I. (a proposito, un famoso episodio della serie si basava proprio sul fatto che non riuscivano a trovare un colpevole d'omicidio perché il DNA era maschile e la sospettata era una donna... Poi scoprirono che era trans e la scoperta della contraffazione fece risolvere il caso).

Ci incazziamo, noi trans, perché non ci considerano come le donne o come gli uomini...

Ci incazziamo come se noi fossimo quel che non siamo.

Non solo: ci incazziamo pure se abbiamo ancora i genitali originali, sia MtF, sia FtM!!

Come se maneggiare un pene o una vagina dovesse essere la stessa cosa per chi si innamora di noi credendoci uomini o donne e scoprendo poi che siamo trans! Trans sempre e comunque ma certamente - almeno per gli aspetti sessuali - particolarmente tali se non ci siamo operate/i ai genitali.

Comunque, perché in ogni caso, fossimo anche operate/i, avremmo vagine senza ovaie o peni senza testicoli.

L'obiezione di tante e tanti trans secondo i quali "ci sono tante donne e uomini sterili... noi siamo uguali a costoro" è semplicemente ridicola. Un conto è essere sterili, un conto e non aver mai avuto una chance di non esserlo. Peggio: eravamo FERTILISSIMI ma come maschi se oggi "siamo donne" o come femmine se "siamo uomini" o così ci tiriamo d'essere.

Siamo contraffazioni sempre migliori, sia chiaro. Molti oggi comprano cellulari cinesi: costano poco e la tecnologia, pur avendo dei limiti, inizia ad essere accettabile. E un "iPhone" cinese è ormai esteticamente identico ad uno originale. Certo.... se guardi dentro le differenze ci sono eccome... ma sembrano iPhone in un modo sufficientemente credibile per ormai una fetta di acquirenti che i cinafonini se li vanno proprio a cercare in ormai molti siti web anche italiani che li offrono a prezzi stracciati.

La similitudine calza: anche noi ci offriamo a prezzi stracciati, sia chiaro. Pur di essere accettate come donne vere o come uomini veri ci prostriamo e umiliamo di fronte a qualsiasi straccio di maschio o femmina che ci degna di reali attenzioni. Inoltre abbiamo una nostra fetta di mercato che sa di "comprare un cinafonino" e VUOLE il cinafonino: basta che sia il più mimetico possibile.

Del resto tanti anni fa c'erano i Rolex contraffatti. Il fenomeno di voler essere quel che si appare anche se non lo si è, non è invenzione d'oggi.

Siamo contraffazioni quindi, basta menate per dimostrare il contrario!

Siamo contraffazioni... a meno che....

A meno che non ci si "venda" per quel che siamo. Con la nostra storia reale, senza la pretesa d'essere vere donne o veri uomini per chiunque ragioni in termini duali "maschio/femmina" (che peraltro è la rappresentazione del 99% delle persone).

Non siamo contraffazioni se rivendichiamo un nostro specifico essere che probabilmente ha anche ragioni fisiologiche di cervelli sviluppatisi in modalità femminili dentro corpi ormai già segnati dallo sviluppo maschile (il tutto avviene a livello fetale) o viceversa, di cervelli maschili in corpi femminili.

Una specificità che ci rende non uguali agli uomini e alle donne ma specificatamente DIFFERENTI.

Se guardiamo la NUDA VERITA' non siamo né donne né uomini o meglio siamo "maschi con identità femminile" o "femmine con identità maschili".

Ma l'identità è quel che noi ci sentiamo d'essere e per chi ha a che fare con noi, il nostro "sentirci", può interessare come no. Non possiamo obbligare gli altri a pensarci come noi ci sentiamo d'essere. Se un gatto si crede un leone, nessuno gli crederebbe. Certo se ne prenderebbe atto, magari per l'aggressività che potrebbe mostrare questo gatto transizionante leone. Idem per un Leone transizionante Gatto... Chi se lo tiene in casa "sto gattino di 200 kg? Mansueto si... ma con una coccola ti sbatte per terra.

Insomma gli altri hanno il diritto di volere donne originali o uomini originali e noi dovremmo ESIBIRE per NOSTRA SCELTA (mai per obbligo) CHE SIAMO TRANS.

Che poi ognun* scelga liberamente. Ho avuto relazioni con lesbiche che odiano gli uomini e il pene (e io non sono operata)... Non è che non ci abbiano pensato un po' prima di stare con me... ma l'hanno fatto credendomi sul fatto che il mio pene non aveva più nulla di un pene maschile, neppure la fisiologia eccitata. Così come c'è chi nasce con la paura dei gatti ma poi si fida che quel leone non gli farà mai del male e lo adotta, così hanno fatto queste donne. Si sono innamorate di questa TRANS (perché potessi lo stamperei in fronte che non sono una femmina... né un uomo) e l'aspetto mimetico femminile le ha aiutate ad avvicinarsi per conoscere meglio le mie specificità di TRANS MTF.

Abbiamo pregi e difetti individuali come tutti ma anche alcuni "tipici" trans... così come avviene per maschi e femmine. Le chiamano predisposizioni e sono un mix inestricabile di "natura", "educazione", "ambiente sociale" e risposta individuale agli stimoli ricevuti.. Non sono legge per ogni donna, ogni uomo o ogni trans ftm o ogni trans mtf... ma è chiaro che molto più facilmente un bambino maschio svilupperà prima (spesso anche meglio) il camminare e una bambina prima (e forse meglio) la parola.

Io camminavo a 3anni portando avanti solo una gamba (sulle scale) ma a 4, facevo "na capa tanta" ad una mia vicina che mi adorava perché soffriva di solitudine e le faceva piacere avere una persona che parlava sempre e chiedeva risposte... Ma se facevo pipì non mi sedevo sul vasino...

Ma quel che è successo a me poco importa... Ogni vita è differente e ogni sentire personale pure.

Purché non vi sia contraffazione. Purché non si dica "sono una donna ma c'è stato un errore della natura". Quale errore? Mica siamo menomate/i!! Per questo è un CRIMINE assegnare al sesso maschile o femminile alla nascita e con interventi chirurgici difficilmente reversibili (mai completamente) chi nasce intersessuale.

Anche loro non sono ne "maschi" né "femmine" e neppure "uomini" o "donne" per quel che implica culturalmente. Se un intersessuale fosse donna o uomo perderebbe la sua specificità. Idem per noi.

Allora siamo davvero contraffazioni?

NO, per niente ma facciamo di tutto per passare per tali.

provocatoriamente vostra

Mirella

Fonte:http://www.facebook.com/home.php#!/notes/mirella-izzo/transgender-una-contraffazione/10150119340004293

Di seguito alcune risposte che sento di voler dare a chi è intervenut* alla nota precedente "Transgender: una contraffazione"http://www.facebook.com/home.php#!/notes/mirella-izzo/in-risposta-a-transgender-una-contraffazione/10150120634669293

Intervista di Luca Blandino (FtM) e la mamma Lucia - Fatti Vostri - 15/03/11

Intervista estratta dalla trasmissione "Fatti Vostri", Rai 2. del 15-03-11.
Parlano Luca Blandino, ragazzo FtM, e la sua mamma.
Luca racconta la sua storia, portando alla luce una realtà ancora non conosciuta bene: la transessualità maschile (FtM).
La mamma Lucia, con amore di mamma, fa capire che si può: si può (e si dovrebbe fare) arrivare a comprendere e a condividere questo tipo di percorso con i propri figli!


Articolo correlato: http://www.lametamorfosiftm.com/2011/03/150311-fatti-vostri-intervista-fatta-...

giovedì 17 marzo 2011

Malgrado tutto: Auguri Italia

Cantante transgender con due voci, dimostra che la Thailandia è sicuramente Got Talent

Thailandia's Got Talent. Come vedrete qui nella foto, una signorina molto bella e giovane, sciocca di botto i giudici prima con la voce da donna, per poi iniziare a cantare con la voce da uomo - Ha ... due voci. Due voci incredibili. Per adesso non lo so come si chiami, ma appena lo so ve la segnalo.

Una traduzione rudimentale delle osservazioni del giudice:

Sirijanya: "Tu mi hai ingannato a me e a tutti qui presenti, è impossibile.."

Songkhla: "E 'bella, non è lei (chiede alla folla) Ero sbalordita quando ha avviato la seconda strofa".

Rutham: ". Inizialmente, ero certo che tu fossi una transessuale, ma una volta che hai iniziato a cantare, ho pensato che mi ero ingannato fino quando hai iniziato con la voce maschile, avrei dovuto fidarmi del mio istinto, continua l'inganno.".

Comunque, date un'occhiata al video qui sotto è veramente bella lei e le sue due voci.

Vanessa Mazza

Channel 4 firma l'accordo per trattare questioni transgender

Channel 4 ha firmato un accordo per trattare le questioni transgender con sensibilità e precisione.

L'emittente è la prima a firmare il memorandum Trans Media Watch d'intesa.

Il documento invita i mezzi di comunicazione a utilizzare le definizioni corrette per le persone trans, e di lavorare per sradicare la transfobia e garantire che la rappresentazione positiva e realistica delle persone trans siano corretti.

Chiede inoltre ai media l'aiuto per garantire che le trans siano trattate con lo stesso rispetto dato a persone non trans nelle stesse posizioni.

Trans Media Watch dice che è contro la censura, ma vuole "incoraggiare un giornalismo responsabile e di assistere le persone che lavorano nei media che desiderano raggiungere una migliore comprensione delle questioni transgender e intersessuali".

Si sta chiedendo a altri media che firmino il documento.

Il memorandum è stato sviluppato dopo che il gruppo di ricerca ha trovato un legame tra le molestie alle persone trans e le rappresentazioni negative nei media.

Channel 4 ha firmato il documento ad un evento nel centro di Londra ieri sera.

Stuart Cosgrove, direttore di Channel 4 ha detto: "Channel 4 riconosce e rispetta le ambizioni di Trans Media Watch, e dei suoi valori fondamentali di correttezza, dignità e rispetto.

"La nostra indipendenza editoriale è sempre importante, ma è anche parte del nostro compito riflettere sulla diversità del Regno Unito, e in questo contesto, abbiamo detto che sarebbe bello diventare firmatari di Trans Media Watch che ha lo scopo di lavorare per una grande tolleranza e una migliore rappresentanza delle persone transgender ".

L'emittente ha inoltre commissionato un progetto di ricerca per aiutare ad imparare di più sulle persone transgender.

Il progetto studierà la vita di dieci persone trans, che saranno intervistate, in un diario di una settimana invitando a discutere i ritratti trans nel programma di Channel 4.

Fonte:http://www.pinknews.co.uk/2011/03/15/channel-4-signs-agreement-to-treat-transgender-issues-sensitively/

Playboy Brasile. Una edizione speciale di 48 pagine che porterà l'ex-BBB transessuale in copertina.


Domenica scorsa (13), l' ex-BBB del ( Big Brother brasil)la transessuale Ariadna, pubblicò una foto sul suo twitter del suo servizio fatto per Playboy. La modella transessuale posò per l'edizione speciale della rivista che sarà pubblicata nei prossimi 25 giorni, con 50 foto.

Playboy ha fatto una ricerca sul loro sito web di cosa pensavano i loro lettori
. Il risultato è stato positivo.

La prima transessuale a essere immortalata nel celebre giornale è stata la transessuale più famosa in Brasile, Roberta Close, che og
gi ha 46 anni. Roberta ha fatto successo negli anni 1980 e 1990, per la sua bellezza, andava e veniva nuda sulle pagine di riviste per uomini. Si può dire che la vetta del successo arrivò quando la rivista Playboy l'ha messa sulla copertina di Maggio di 1984. Per la prima volta nella storia della rivista, l'attrazione principale non era una bella donna, ma una " bellissima transessuale".

"Ammiro la diva Roberta ma penso che siamo diversi. Ognuno ha il suo tempo e la sua bellezza.

Per Ariadna, una delle motivazioni principali di fare questo servizio è quella di rompere il pregiudizio : "La gente aprirà la rivista e vedrà che c'è una donna vera, con tutte le qualità di un essere umano femminile, non voglio che la mia condizione sessuale di trans, sia un aggettivo per identificarmi." ha detto.

Vanessa Mazza