NAPOLI - Dieci e più ore appollaiato sul «cappello di Garibaldi», sulla statua che campeggia davanti alla Stazione Centrale. Dieci ore interminabili per un trentenne marocchino che protestava contro il «padrone» che non lo aveva pagato. Anzi lo aveva minacciato costringendolo a scappare dalla Sicilia. Dieci ore durante le quali non ha neppure ricevuto molta solidarietà: alcuni napoletani, irritati dal caos che la protesta aveva scatenato, lo invitavano a scendere in tutti i modi: «Buttati anche giù, ma scendi».
SULLA STATUA - Il giovane marocchino, di nome Aziz, si trovava dalle 2 di stamattina in cima alla statua di Giuseppe Garibaldi per protestare contro il lavoro di pastore non pagato (a Palermo). Sono subito intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri, ma l'uomo ha continuato a minacciare di buttarsi.
TRADUTTORE ARABO - Ai piedi della statua, un arabo traduceva le richieste delle autorità, ma l'uomo è rimasto fino alle 12, sotto un sole cocente e in pericoloso equilibrio. Poi, dopo aver accettato una bottiglietta d'acqua e una sigaretta, la decisione di lasciare la statua, accolto dagli applausi della gente che numerosa partecipava alla estenuante trattativa.
Giorgio Mottola
10 giugno 2009
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