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martedì 9 giugno 2009

Coitus interruptus

L’orgasmo plebiscitario del premier è mancato. Sventolando sondaggi che lo davano al 74 per cento di consenso personale, il Corruttore era sicuro di sfondare il tetto del 40 per cento dei voti alle elezioni europee. Ma non ce l’ha fatta. Anzi, il partito padronale della libertà arretra di qualche punto. Certo, per noi è una magra consolazione, visto il contesto. Ma poteva andar peggio. E sarà sempre utile, quando tornerà a delirare di unzione popolare, ricordare che la maggioranza degli italiani non è dalla sua parte. Pdl e Lega, insieme, sono sotto i 14 milioni di voti, su 50.341.790 elettori. Il conteggio dei voti reali, in confronto al numero complessivo degli aventi diritto al voto, non è peregrino esercizio in tempi di satrapia populista.
Persi sette punti in un anno, il PD intanto festeggia lo scampato decesso. Difficile credere che sotto le cure dalemiane, dopo il congresso d’autunno, possa rifondare sull’attuale 26 per cento dei voti la propria “vocazione maggioritaria”. Il bipartitismo all’italiana, va aggiunto, proprio non regge: PDL e PD totalizzano insieme poco più del 61 per cento dei voti.
La Lega ingrassa ancora cavalcando in casa nostra la deriva xenofoba e nazionalista che in qualche modo ha contraddistinto queste elezioni nel resto dell’Europa: c’è da preoccuparsi.
Il 6,5 per cento permetterà a Casini di vendere carissima la pelle, chiunque sia il compratore. Il buon risultato dell’Italia dei valori premia l’opposizione intransigente e speriamo serva a smuovere gli equilibri asfittici di questo centrosinistra.
La barriera del 4 per cento (superata di slancio dalla somma delle schede bianche e nulle, che più o meno vale come Casini e Cuffaro) lascia senza rappresentanza milioni di elettori (tra i quali, non sottovalutiamolo, alcune centinaia di migliaia di fede dichiaratamente fascista). Senza visibilità sui media né radicamento organizzativo, non sarà facile per i due partiti della sinistra “radicale” risalire la china. Capiranno i loro dirigenti che è tempo di unirsi anzichè dividersi? Anche perchè di una sinistra seria ci sarebbe eccome bisogno. Dispiace che uno degli effetti collaterali della debacle sia l’espulsione dal parlamento europeo di personaggi come Vittorio Agnoletto e Claudio Fava. Anche dalle istituzioni se ne vanno sempre i migliori.
Attendiamo ora i risultati delle amministrative. Abbiamo amici che in diverse parti d’Italia hanno deciso di impegnarsi direttamente nelle presenti competizioni comunali. A tutti loro un sincero in bocca al lupo. Comunque vada, mettersi in gioco è un’esperienza importante da cui l’intera società civile trae vantaggio.

QUI i dati ufficiali del Viminale.

QUI gli eletti al parlamento europeo, prima dei ripescaggi.

Franz e Piero

http://www.pieroricca.org/2009/06/08/coitus-interruptus/

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