"Chiunque ha il diritto alla libertà di opinione ed espressione; questo diritto include libertà a sostenere personali opinioni senza interferenze ed a cercare, ricevere, ed insegnare informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo informativo indipendentemente dal fatto che esso attraversi le frontiere"
( Dichiarazione Universale dei Diritti Umani )
MA IN ITALIA E' DAVVERO COSI'?
Mega-festini organizzati dal Presidente del Consiglio con i soldi dei contribuenti. Ma quanto ne sanno veramente gli italiani di tutta questa storia? Poco o nulla. Il problema è che non si tratta di disinteresse degli italiani, ma di manipolazione mediatica. Eppure una notizia del genere in un qualunque altro paese democratico farebbe gola a moltissime testate. C’è allora da chiedersi quale sia in realtà il problema dell’informazione italiana. Individuare una sola causa da cui tutto ha avuto inizio sarebbe impossibile, le motivazioni sono molteplici e diverse ma concorrono tutte per lo stesso scopo: la strumentalizzazione dei fatti, a cominciare dalle televisioni, che sono le più seguite, ma anche le più politicizzate. Questi ultimi scandali che coinvolgono il nostro premier, (di cui si può trovare traccia solo sul web), hanno accelerato il bisogno della maggioranza berlusconiana di far tacere la stampa e i magistrati ed eliminare quello che rimane del dibattito dell’opinione pubblica sugli scandali di un capo del governo che ci fa essere lo zimbello dell’Europa intera. I telegiornali selezionano così notizie, non per importanza ma perché in Italia ci sono notizie di cui si può parlare e notizie che devono rimanere solamente opinioni, e quindi “non meritano” nessuno spazio. E così che maxi processi scompaiono dalle nostre televisioni, non si parla di guerra, anzi la si fa passare per “missioni di pace”, non si parla veramente di cosa comporterebbe un decreto legge sulle intercettazioni, e sulle gravi conseguenze che avrebbe sulla libertà di stampa, e sulla diffusione delle informazioni, già in gravi condizioni in Italia. Libertà di stampa e libertà di parola sono i due presupposti necessari per la democrazia, e lo Stato dovrebbe garantire ai giornalisti il diritto ad offrire un'informazione il più possibile vera e totale, invece che limitare quest’obbligo che hanno nei confronti degli Italiani, come ha fatto approvando questo decreto di legge che prevede multe salatissime, fino a cento mila euro e fino a 3 anni di arresto, per chi pubblica intercettazioni telefoniche. Questa legge distrugge la libertà di informare, e con la scusa di tutelare la privacy degli indagati, punisce i giornalisti imponendo loro il silenzio totale sulle indagini e sui loro sviluppi visto che non sapremo più nulla di qualsiasi cosa accada fino alla fine del processo, e conoscendo i tempi che ci sono in Italia in poche parole non esisterà più la cronaca giudiziaria. E cosi Berlusconi ci riporta al ventennio fascista, dove la libertà di stampa era vietata esattamente come oggi, con l’unica differenza che prima veniva detto in modo esplicito. |
di ilaria sturabotti anno 5 - numero 40 - edizione 2009 - del 22/06/2009 http://www.ccsnews.it |
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