In memoria di Neda



Neda Agha-Soltani era una giovane donna di 16 anni iraniana. È morta durante gli scontri dei giorni scorsi per mano di fanatici che usano la religione per nascondere il loro desiderio di potere.

ROMA (22 giugno) - L’hanno appena colpita al petto con un colpo di arma automatica sparato da un miliziano integralista dei Basij. Si accascia lentamente, indossa un paio di jeans e delle sneakers bianche, una maglietta scura. Le gridano «non aver paura, non ti spaventare dolce Neda». Ma Neda già non ci sente più. Gli occhi neri, grandi, guardano fisso il piccolo obiettivo del cellulare che sta riprendendo la sua fine. Neda guarda ancora, quando il sangue comincia a riempirle la bocca e il naso. «Non ti spaventare dolce Neda» continua a gridare il padre che le sta a fianco e le sorregge il capo e i capelli neri. E le mani diventano rosse di sangue.

Neda aveva 16 anni, era lì, in via Amirabad, a Teheran, partecipava insieme ad altre migliaia di iraniani alla protesta contro il regime dei brogli, contro il regime che nega i diritti civili. Il video sconvolgente della sua morte, “Neda iranian girl”, è stato visto in poche ore su Youtube da milioni di persone. E decine di migliaia sono i messaggi che compaiono a un ritmo di uno al secondo su Twitter e su altri social network. «Neda è morta con gli occhi aperti, facendo vergognare noi che viviamo con gli occhi chiusi».

«Ricordiamo Neda! Uccisa in Iran!». «Neda non ti dimenticheremo, non sarai morta invano». In poche ore Neda è diventata il simbolo dell’“Onda verde”, della rivolta contro il regime dell’ayatollah Kamenei e del presidente Ahmadinejad. Il simbolo di chi in Iran sogna un futuro diverso e libero sotto la guida del riformista Mussavi. Non si sa se ieri qualcuno ha potuto deporre dei fiori sul quel tratto di via Amirabad. Tutti però hanno già ribattezzato quella strada via Neda. E qualcuno racconta sui blog che dei ragazzi con la vernice spray hanno già scritto sui muri delle case il nuovo nome della strada. La storia di Neda si intreccia con quella di Zahara, una giovane donna messa a morte con false accuse di adulterio. Il film “The stoning of Soraya” (“La lapidazione di Soraya”) appena uscito negli Usa è la vicenda di una ragazza accusata dal marito semplicemente per liberarsi di lei.

I mullah la condannarono alla lapidazione sulla pubblica piazza. Zahra, in italiano, è un messaggio di speranza, “Raggio di luce”. E anche Neda ha lanciato un messaggio, anzi, una “Voce”, un “Appello”. Questo vuol dire il suo nome. E al suo appello in tanti hanno già promesso di rispondere. E nei palazzi del potere di Teheran quei grandi occhi neri che si spengono ora fanno più paura di un elezione truccata.

di Stefano Marinone


Iran, Guardiani ammettono: 3 milioni
di voti in più, ma risultato resta invariato


TEHERAN (22 giugno) – Dopo una battaglia che ha portato almeno a dieci morti, un centinaio di feriti e oltre 450 arresti per protestare contro le irregolarità denunciate nei risultati elettorali per l'elezione del presidente, il Consiglio dei Guardiani iraniano ha dichiarato di non aver finora riscontrato «irregolarità di rilievo» nelle elezioni del 12 giugno, solo 3milioni di voti in più che non sono determinanti. Intanto il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Hassan Qashqavi ha fatto sapere che non è stato ancora deciso se l'Iran parteciperà alla riunione per la stabilizzazione di Afghanistan e Pakistan, in ambito G8, che si terrà questa settimana a Trieste. L'Iran non esclude di espellere ambasciatori di Paesi europei per presunte «interferenze».

Tre milioni di voti in più. Katkhodai, citato dall'agenzia Fars, ha detto tuttavia che effettivamente in 50 distretti, su un totale di 366 in tutto il Paese, i voti sono risultati essere più dei votanti, ma ha ribadito che ciò «non può portare ad un cambiamento sostanziale dei risultati». In Iran gli elettori non sono obbligati a votare in un particolare seggio e possono esercitare il loro diritto anche in altre città. «Se supponiamo che i voti contati in questi 50 distretti siano circa tre milioni - ha detto Katkhodai - essi non possono cambiare il risultato nazionale». Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Interno, il presidente uscente Mahmud Ahmadinejad ha vinto la consultazione con circa 11 milioni di voti più del secondo candidato, il moderato Mir Hossein Mussavi.

Invito G8. Il ministro degli esteri Franco Frattini si aspetta entro oggi una risposta dall'Iran sull'invito a partecipare al G8 di Trieste, che si apre giovedì. Ma intanto proprio dall'Iran arriva la comunicazione che ancora non è ststa presa una decisione. «Oggi siamo a lunedì, quindi è ovvio che si ritiene implicitamente declinato l'invito se non arriva una risposta», ha detto il titolare della Farnesina. «L'Iran sarà comunque un attore nella regione e noi vogliamo che sia un attore positivo. Ma è ovvio che in queste giornate la situazione circa il governo iraniano è molto complicata». Alla domanda su chi potrebbe partecipare all'incontro in rappresentanza di Teheran, la fonte iraniana ha risposto: «Se sarà decisa la partecipazione, faremo sapere chi andrà».

Espulsioni ambasciatori. L'Iran non esclude di espellere ambasciatori di Paesi europei per presunte «interferenze» e per i loro commenti sulle proteste seguite alle elezioni presidenziali. Lo ha fatto capire oggi il portavoce del ministero degli Esteri, Hassan Qashqavi. «La questione viene ora discussa in Parlamento e non ne posso parlare prima che venga presa una decisione». Qashqavi ha aggiunto che Mottaki, con i suoi viceministri, ha presentato alla riunione con la commissione parlamentare una serie di documenti che proverebbero «interferenze prima, durante e dopo le elezioni» da parte di alcuni Paesi europei. Tali interferenze sarebbero avvenute attraverso «tre canali: quello politico, quello dell'Intelligence e della sicurezza e quello dei media». Ieri Mottaki, davanti al corpo diplomatico accreditato a Teheran, aveva accusato la Gran Bretagna di avere organizzato un complotto contro le elezioni presidenziali in Iran «fin da due anni fa».

Studio inglese: risultati poco verosimili
quelli che hanno portato alla vittoria di Mahmud Ahmadinejad è quanto afferma uno studio effettuato da Chatham House, un autorevole istituto indipendente con sede a Londra. Secondo gli analisti dell'istituto, Ahmadinejad non avrebbe mai potuto ottenere un consenso di oltre l'85 per cento dei suffragi senza una clamorosa inversione di rotta dei collegi rurali e tra gli elettori tradizionalmente riformisti. Per arrivare a dove è arrivato, secondo lo studio, il presidente sarebbe stato votato anche dal 47,5% di quanti, nel 2005, avevano scelto il candidato riformatore. «Questo, al di là di ogni altro dato, è altamente inverosimile», si legge nel rapporto.

Rilasciata figlia ex presidente. È stata rilasciata la figlia dell'ex presidente iraniano, Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, arrestata durante una protesta definita «illegale» dalle autorità di Teheran. A dare notizia della liberazione di Faezeh Rafsanjani è stata l'emittente Press TV. La donna era stata fermata con altri quattro parenti dell'ex presidente con l'accusa di «incitamento ed incoraggiamento dei rivoltosi» nella piazza Azadi di Teheran. Gli altri quattro fermati erano stati rilasciati qualche ora prima.

Sono 457 le persone arrestate durante le violente proteste di sabato scorso nella zona di piazza Azadi a Teheran. Lo rendono noto oggi fonti di polizia citate dalla radio di Stato. Secondo l'agenzia Fars, 40 poliziotti sono rimasti feriti negli scontri e 34 edifici governativi danneggiati.

In carcere 20 esponenti importanti del movimento riformista. Rimangono intanto in carcere una ventina di importanti esponenti del movimento riformista, arrestati durante le retate seguite alla proclamazione del presidente in carica Mahmud Ahmadinejad come vincitore delle elezioni. Tra di loro, due ex vice ministri e l'ex portavoce dei governi riformisti del presidente Mohammad Khatami. E i giovani sostenitori del candidato sconfitto alle presidenziali iraniane, Mir Hossein Mussavi, hanno fatto appello perchè i manifestanti portino una candela nera con un nastro verde in solidarietà con le vittime degli scontri. I giovani, attraverso il proprio sito web, hanno anche chiesto agli automobilisti di accendere le luci delle auto a partire dalle 17 (le 14.30 in Italia) per «mostrare la propria solidarietà con le famiglie dei martiri uccisi in questi giorni».

Neda, celebrazioni in suo onore. Negata l'autorizzazione a celebrare in alcune moschee di Teheran manifestazioni in segno di lutto per Neda Agha-Soltani, la ragazza uccisa domenica a Teheran da un colpo d'arma da fuoco. Lo riporta il sito web del quotidiano britannico Guardian. In risposta alle disposizioni decise dalle autorità, i manifestanti hanno comunque organizzato alcune iniziative per onorare la morte della giovane ventiseienne. Sul social network, Facebook, è nato un gruppo nominato “Angeli dell'Iran”, arrivato in poche ore a duemila iscritti, che ha come scopo quello di celebrare il lutto per la morte di Neda e degli altri attivisti uccisi negli scontri di questi giorni. Su “Wikipedia” è già stata pubblicata una pagina dedicata alla ragazza con la sua storia.


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