Vermont diventa quarto stato Usa a consentire matrimoni gay


BOSTON (Reuters) - Il Vermont ha legalizzato ieri i matrimoni tra omosessuali, annullando di fatto il veto posto dal governatore per una manciata di voti e rendendo lo stato del New England il quarto in tutti gli Stati Uniti a consentire i matrimoni gay.

Il voto, nove anni dopo che il Vermont era stato il primo stato degli Usa a consentire le unioni civili tra omosessuali, rende questo stato di 624.000 abitanti il primo a rendere legali i matrimoni tra persone dello stesso sesso per via legislativa e non giudiziaria.

"Abbiamo dimostrato che la giustizia, la verità e l'amore sono più forti del veto di una persona", ha detto l'avvocato Beth Robinson alle persone che affollavano la strada dinanzi alla Camera dei Rappresentanti del Vermont, nella città di Montpelier.

La legge è passata con 100 voti a favore e 49 voti contrari.

Conosciuto per le foglie pittoresche e le bizzarre aziende casearie, il Vermont si aggiunge così ai vicini Connecticut e Massachusetts, nel consentire i matrimoni gay. Anche l'Iowa, la scorsa settimana, ha legalizzato queste unioni.

Anche i legislatori degli stati vicini del New Hampshire e del Maine stanno considerando l'ipotesi di una legge simile, ponendo il New England al centro di un dibattito che sta dividendo il paese.

Washington D.C ha concesso una nuova serie di diritti alle coppie omosessuali nella giornata di ieri, con un voto unanime del City Council affinché i matrimoni omosessuali, celebrati fuori dal distretto, vengano comunque riconosciuti.

Alcuni legislatori sostengono che questo sia il primo passo verso la legalizzazione dei matrimoni gay anche nella capitale americana.

La legge del Vermont, che entrerà in vigore dal primo settembre, è sembrata in pericolo dopo i 95 voti a favore e i 52 contrari di giovedì, alla Camera dei Rappresentanti, a maggioranza democratica. Mancavano, infatti, cinque voti per raggiungere il quorum necessario per annullare il veto del governatore repubblicano Jim Douglas.

Il governatore ha posto il veto nella giornata di lunedì, invitando i legislatori a concentrarsi sulla crisi economica. Per far passare la legge, c'era bisogno dei due terzi dei voti a favore in ogni camera. Una maggioranza ottenuta facilmente al Senato, con 23 voti a favore e solo cinque contrari.


fonte: http://it.reuters.com

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