Ancora violenze omofobe in Iraq. Terribili testimonianze. Scritte sui muri di Baghdad ‘cagne sarete giustiziati’.

video in cui un giovane omosessuale iracheno è costretto a spogliarsi davanti ad una stazione della polizia ed a indossare abiti femminili. Ennesimo atto di forte intolleranza, dopo il volantinaggio nei pressi di Sadr City di manifesti di minaccia di morte degli omosessuali.




Roma, 21 apr. (Apcom) - In Iraq sembra ormai una vera e propria guerra di sterminio, quella dichiarata dalle milizie islamiche, contro gli omosessuali. Il sito web della tv satellitare al Arabiya riporta tragiche testimonianze su gay morti per essere stati costretti ad ingerire un potente lassativo dopo che il loro sfintere anale era stato otturato con una resistente colla. Nell'inchiesta del sito on-line dell'emittente saudita, si parla di "liste nere" con nomi di omossessuali appese sui muri di Sadr City, il grande subborgo sciita di Baghdad, con in evidenza la scritta "cagne sarete giustiziati". La catena di omicidi sembra non arrestarsi, "altri sette cadaveri di gay sono stati lasciati davanti all'obitorio di Baghdad", come riferisce un medico della struttura pubblica, è l'ultimo macabro bottino dalla caccia al 'diverso' scatenata da milizie islamiche armate benedette da imam sciiti e sunniti. Yenar Mohammed, nota attivista irachena per i diritti civili, afferma che "il materiale usato per tappare l'ano si chiama 'l'adesivo dell'emiro' ed è una resistente colla di produzione iraniana che sigilla la fessura in modo ermetico che non pu? essere aperta se non con un'operazione chirurgica e dopo averla applicata, i miliziani costringono la vittima ad ingerire uno sciroppo purgativo provocando atroci dolori per una diarrea che non ha sfogo che determina la morte del soggetto se non viene soccorso in tempo". La stessa attivista afferma che come deterrente "sui cellulari gira un sms di un video che mostra" l'incredibile tortura. Per Mohammed, nelle zone popolari di Baghdad, "la dominante cultura religiosa che vieta la promiscuita ha svuotato le strade dalle donne facendo incontrare i giovani soli tra loro" e favorendo cos? L'omossessualità. 'Hassan', pseudonimo usato da un omossessuale iracheno conferma la denuncia di Mohammed sull'uso della colla ed assicura che alcuni vittime "sono state respinte dagli ospedali" dove si erano rivolti per aprire lo sfintere. "Secondo Hassan, "a subire queste torture volute sia dagli imam sciiti che sunniti" sarebbero 63 persone sospettate di essere gay. Capi tribù interpellati dalla tv confermano la portata della persecuzione: "i perversi sessuali - ha affermato lo Sheikh Hashim Maqni, un capo tribale a Sadr City - la gente si è abituata a chiamarli 'Jarwa'" che in arabo significa 'Cagna'. "ma questi deviati vengono uccisi dai loro tribù" assicura lo sceicco Salah al Qabi che non crede che gli omicidi siano opera delle "Brigate della Giustizia", milizie sciite ritenute responsabile dell'affissione sui muri di Sadr City, di una lista con "10 nomi con la scritta; 'Cagne sarete giustiziati". Alla denuncia del medico dell'obitorio nel centro di Baghdad a Bab al Muaddam, il dottor Numan Muhsin che ha detto di avere trovato sette cadaveri di gay davanti all'ospedale, il tenente colonnello della polizia di Sadr City Khalef Abdul Hussein, minimizza: "abbiamo sentito come gli altri di questi omicidi, ma non ci sono prove sui moventi e noi non amiamo commentare racconti che non sono sostenuti da prove".




La ferita e insanguinata di un corpo di 22 anni gay iraniano, Amir, porta ulteriore testimonianza della brutalità del regime di ayatollah.La situazione in Medio Oriente è davvero preoccupante e urge una presa di posizione non solo da parte delle associazioni per la tutela dei diritti umani, ma anche di tutti quelli stati che si definiscono ‘civili’.

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