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mercoledì 8 aprile 2009

New York Times denuncia la caccia all'omosessuale a Sadr City


Roma, 8 apr. (Apcom) - Monta la rabbia negli Stati Uniti per la 'caccia all'omosessuale' scatenata dagli islamici a Baghdad, dove secondo il New York Times negli ultimi due mesi 25 ragazzi e adulti sospettati di essere gay sono stati trucidati nell'enclave di Sadr City, il grande sobborgo sciita della capitale irachena. La tv satellitare al Arabiya riporta oggi una manifestazione di protesta avvenute ieri a San Francisco, dove il movimento gay locale ha tenuto un "funerale simbolico per i loro compagni uccisi in Iraq", chiedendo al governo del loro paese "vendetta". "La relativa libertà della nascente democrazia irachena ed il recente miglioramento delle condizioni di sicurezza - scrive oggi il Nyt - ha permesso la fioritura di una subcultura gay" nel paese, "ma la risposta è stata rapida e mortale". "Munharif" (Deviato oppure Perverso). Con questa scritta su un cartello appeso al collo sono stati trovati i corpi senza vita di tre ragazzi iracheni gay negli ultimi tre giorni", denunciava venerdi scorso l'emittente araba sul macabro risultato della guerra agli omosessuali dichiarata dagli imam delle moschee di Sadr City. Secondo fonti della sicurezza e testimonianze oculari due delle vittime, "di 16 e 18 anni", "prima di essere uccisi con colpi d'arma da fuoco erano stati torturati". Il 26 marzo, "altri quattro giovani omosessuali", sono stati trovati cadavere presso un argine di un canale nello stesso sobborgo "dopo che le loro tribù li avevano ripudiati". Nello stesso giorno, "un caffè frequentato da ragazzi gay è stato incendiato e distrutto completamente". Due delle persone trovate morte avevano subito "fratture alle braccia e alle gambe a seguito di un'aggressione subita qualche giorno prima da un gruppo di uomini". Sempre, venerdi scorso, nel suo sermone settimanale, l'imam della principale moschea parlando di "giovani che indossano abbigliamenti simili a quelli delle donne e si comportano da femmine" ha ordinato ai suoi fedeli di "fermare il fenomeno che minaccia l'onore, la dignità e purezza" degli abitanti del sobborgo. Gruppi armati che secondo siti laici iracheni rispondono all'appello dell'imam con lettere ai familiari dei sospetti gay minacciandole di morte se "non consegnano il loro figlio vivo o morto". Uno scenario da "campagna di sterminio" insomma che sembra trovare riscontro nella denuncia del Nyt: "Tre dei miei migliori amici sono stati uccisi nelle ultime due settimane", ha detto al Nyt, Basim, parrucchiere 23enne. "Avevano pensato di andare ad un caffè fuori da Sadr City, ma li hanno uccisi mentre erano per strada", ha aggiunto. Basim che preferisce essere chiamato con la versione femminile 'Basima', ha il "torto" di avere un piercing alle orecchie; cosa non proprio comune per i maschi iracheni. Il "trucco bianco" che copre il suo viso, lo mette perchè "piace la pelle chiara", dice Basim conscio del grande rischio che corre. La ventata di libertà non ha però cambiato la realtà irachena che rimane "religiosa, conservatrice e ancora violenta", scrive il giornale Usa. Per la polizia irachena, i killer non sarebbero solo le squadre di morte sciita, ma soprattutto "membri delle tribù e delle famiglie" degli stessi gay, "per la vergogna che sentono verso i loro parenti omosessuali".

fonte: http://www.wallstreetitalia.com

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