Carl Joseph Walker-Hoover aveva 11 anni e il suo compleanno, il 17 aprile, l'avrebbe festeggiato durante il 13esimo National Day of Silence, giorno che commemora le vittime del bullismo a scuola.
Il 6 aprile scorso Sirdeaner Walker è tornata a casa ed ha visto suo figlio Carl impiccato con una corda ad una trave delle scale del secondo piano. Vicino c'era una lettera in cui Carl scriveva che si scusava di essersi ucciso, che la amava e che lasciava i suoi videogiochi al fratellino.
In un'intervista rilasciata pochi giorni fa all'Advocate, Sirdeanar racconta che il figlio era vittima di bullismo dall'inizio dell'anno e che da settembre lei stava tentando di far prendere provvedimenti alla scuola di Carl. Ha raccontato che giocava a football, baseball ed era un boy scout, ma un gruppo di compagni di classe lo prendeva in giro per come si vestiva e lo chiamava gay. Lo ridicolizzavano per il fatto che andasse in chiesa con la madre e perchè faceva volontariato. "Non è solo un problema gay - continua Sirdeanar - è più grave. Aveva 11 anni e non si rendeva conto della sua sessualità. Queste persone omofobe usano parole sprezzanti nei confronti di un ragazzino che ha 11 anni, va in chiesa o a scuola o in biblioteca ed inizia a confondersi. Comincia a pensare Forse sono così, forse no. Cosa devo fare?"
Sempre l'Advocate riporta che secondo uno studio del U.S. Department of Health and Human Services metà dei bambini tra i 9 e i 13 anni sono stati vittima di bullismo e che il 10% lo è quotidianamente.
Sirdeanar ha chiesto l'intervento dello Stato del Massachussets per indagare sul perchè nè gli insegnanti, nè gli amministratori scolastici abbiano mai mosso un dito nel corso di un intero anno in difesa di Carl.
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